lunedì 30 aprile 2012

Betis – Atletico 2-2: una lezione dura da imparare


Se c'è una cosa che le grandi squadre, quelle abituate a trionfare, sanno fare, è vincere le partite in cui non giocano al massimo, grazie al loro cinismo e al loro senso dell'opportunità.
Ieri, se mai ce ne fosse bisogno, l'Atletico ha dimostrato per l'ennesima volta di non essere una grande squadra.


Al Benito Villamarin l'Atletico aveva giocato un primo tempo di controllo totale, a ritmo non particolarmente sostenuto ma accettabile. Il gol, quella chimera che spesso sfugge ai rojiblancos quando non si impegnano al 100%, non era arrivato, nonostante qualche buona giocata degli avanzati, ma c'era la sensazione che la partita potesse sbloccarsi nel secondo tempo, ovviamente a favore dei colchoneros, vista la pochezza del Betis.


Nel secondo tempo l'Atletico continuava a controllare la partita e accelerava il ritmo, fino a cogliere il giusto premio al 63': Tiago, dalla trequarti sinistra, crossava in area dove Falcao, di testa, serviva un assist meraviglioso all'avanzante Koke, che fulminava il pur bravo Fabricio.
La partita, a questo punto, cambiava misteriosamente: il Betis si riversava in avanti e sembravano saltare tutti gli schemi, le occasioni si susseguivano alle occasioni, da ambo le parti. I colchoneros sbagliavano tutto quanto si poteva sbagliare, sia in attacco che in difesa, facendo correre brividi di terrore nelle schiene degli aficionados di entrambe le squadre.
Quando però la partita sembrava finalmente stabilizzata, ecco il colpo di scena finale: in soli due minuti, approfittando del solito vuoto mentale dei biancorossi, il Betis piazzava un uno-due devastante e ribaltava la situazione.


L'intera squadra, Courtois compreso, si lanciava in avanti e Falcao, al 93', pareggiava di testa su calcio d'angolo. Straordinario esempio di forza mentale e fisica, che fa ben sperare per il finale di stagione. Peccato che sia venuto dopo un penoso esempio di black-out, che proietta invece un'ombra di preoccupazione sul finale di cui sopra. Quel che è certo è che Simeone quest'estate dovrà farsi sentire in società e chiedere giocatori adatti al suo stile, duri e sempre pronti a dare il massimo ad ogni partita.


Note positive:
Falcao: segna all'ultimo secondo, di pura forza di volontà; fa segnare Koke con uno splendido assist; meriterebbe due rigori che non gli vengono dati perchè è troppo onesto (se non cadi, non vieni premiato); si sbatte come al solito a tutto campo. Di più non saprei cosa chiedergli.
Filipe: per buona parte della partita è la mente e il braccio di tutte le azioni d'attacco. Bentornato al giocatore che avevamo ammirato nel Deportivo!
Condizione fisica: tutti corrono fino all'ultimo minuto. Un buon viatico per il finale di stagione.


Note negative
Courtois: l'esitazione sul secondo gol, una vera e propria papera, è imperdonabile.
Adrian: a quanto pare, non è sempre Europa League. Nella Liga il bilancio è piuttosto negativo, soprattutto se sbagli gol già fatti come è capitato ieri sera.
Black-out: siamo alle solite. Dopo aver segnato, i colchoneros si disuniscono e, in un modo o nell'altro, si fanno infilare concedendo gol idioti. Proprio il tipo di cose che andrebbero evitate se si vuole essere una grande squadra.




Real Betis: Fabricio; Nelson, Amaya, Paulao, Nacho; Iriney, Matilla (Beñat, m.46), Salva Sevilla (Jonathan Pereira, m.52); Jefferson Montero, Santa Cruz (Pozuelo, m,74) y Rubén Castro.

Atlético: Courtois 4,5; Filipe Luis 7, Godin 5, Dominguez 5, Juanfran 6, Tiago 5,5, Gabi 6, Diego 6 (Koke, m.58 7), Salvio 5,5 (Arda, m.76 sv); Adrian 5 y Falcao 7,5.

Goles: 0-1. m.63, Koke. 1-1. m.86, Pozuelo. 2-1: m.88, Pereira. 2-1: m.93+, Falcao
Árbitro: José Antonio Teixeira Vitienes (c.cántabro). Mostró tarjeta amarilla a Tiago (m.25), Gabi (m.41), Matilla (m.44), Pereira (m.72), Iriney (m.81), Amaya (m.89).
Incidencias: Partido disputado en el benito Villamarin ante 36.879 espectadores. Terreno de juego en buenas condiciones. Antes de empezar el partido el presidente del Real Betis, Miguel Guillén recibió la camiseta con el número 12 de la Federación Española al club por el buen comportamiento de sus afición, acto al que asistieron el socio más joven de la entidad, un bebe de 19 días, y el más veterano, de 94 años.

venerdì 27 aprile 2012

Valencia – Atletico 0-1: tipicamente colchonero, parte 2


Al termine dell'ennesima partita double-face, tipica espressione colchonera, approdiamo meritatamente alla seconda finale di Europa League in tre anni, proprio contro la squadra che ci ha dato i natali 109 anni fa, l'Athletic Bilbao, per una finale tutta spagnola che si annuncia vibrante.
Ma la strada non è stata così facile come l'undicesima vittoria consecutiva potrebbe far credere. Il primo tempo è stato una vera e propria sofferenza, con l'Atletico che, dopo un inizio discreto, basato su una difesa ordinata ma purtroppo su un ritmo tutt'altro che veloce, si era fatto progressivamente schiacciare dagli attacchi avvolgenti del Valencia, abile nel cambiare velocemente il fronte e nel trovare la difesa colchonera scoperta.


Aggiungiamoci anche qualche errore al limite dell'area e una evidente difficoltà a distendersi e a uscire dalla propria trequarti attraverso il gioco ed ecco spiegati i venti minuti di terrore vissuti tra il 20' e il 40'.
Canales sulla destra ridicolizzava in più di un'occasione Juanfran, volenteroso ma notevolmente più lento del giovane ex-Santander; i valenciani allargavano continuamente il gioco, cercando il cross e forzando continuamente gli uno contro uno alla ricerca di rimesse e calci d'angolo e delle conseguenti giocate a palla ferma sulle quali i colchoneros sono sempre in difficoltà; là davanti i quattro d'attacco non tenevano palla in nessun caso: il doble pivote evaporava di fronte al ritmo elevato dei padroni di casa.
Non sorprende quindi che il Valencia bucasse la difesa atletica ogni volta che accelerava, scatenando il panico. Per fortuna San Courtois ci metteva diverse pezze con alcuni interventi miracolosi, ma la sensazione era che il gol del 1-0, quello che avrebbe incendiato il Mestalla e fatto crollare i rojiblancos, fosse vicinissimo.


E poi... poi, come per magia, là davanti entravano in partita, Arda pilotava un contropiede sventato solo all'ultimo da Diego Alves; l'Atletico stringeva finalmente le linee, Diego retrocedeva a dare man forte al centro, Juanfran non veniva più lasciato solo, Filipe presidiava la propria fascia con più piglio.
E la partita, al 40' del primo tempo, finiva: da allora, si assisteva ad un gioco più razionale (anche grazie all'ingresso, all'inizio del secondo tempo, di Gabi per un inguardabile Mario), mentre il Valencia pian piano rallentava il ritmo. Al 60', subito dopo l'uscita (per l'ennesimo grave infortunio) di un Canales che comunque andava spegnendosi, Diego prendeva palla sul centrosinistra, apriva sul lato opposto con un passaggio aereo di trenta metri per Adrian che, da trequarti, fulminava Diego Alves con un pallonetto a incrociare per l'ennesimo gol capolavoro.
Il gioco si trascinava così, tra un Atletico che giochicchiava e sfiorava il gol in qualche occasione e un Valencia ormai sconfortato e lento, fino al 78', quando Tiago veniva espulso al termine di un'azione tragicomica. Su cross del Valencia, infatti, l'arbitro assegnava un rigore ai padroni di casa per un fallo di mano di Tiago che quest'ultimo non aveva commesso: per colmo dell'assurdo, la mano era infatti di Tino Costa! Si scatenava un parapiglia nel quale il portoghese, fuori di sé dalla rabbia, allungava uno schiaffone a un avversario e lasciava i compagni in 10. Avrebbe potuto essere un problema, ma il Valencia non ne aveva più e la partita si spegneva senza scossoni, anche perché, vertice del ridicolo, del rigore si perdeva ogni traccia: annullato? Mai assegnato? Dimenticato? Mistero.


E così si va a Bucarest per un'altra finale, traguardo fantascientifico fino a qualche mese fa, ma penso sia chiaro a tutti che non sarà affatto facile. Tutto starà a quale Atletico scenderà in campo: quello di oggi non sopravvivrebbe alla forza d'urto di Llorente e degli altri di Bielsa; quello dell'andata non avrebbe grandi problemi.
L'aspetto inquietante è che neppure i giocatori sanno con che atteggiamento scenderanno in campo. Non resta dunque che sperare...

Note positive
Courtois: discutibile all'andata, ieri ha giganteggiato e tenuto in piedi la baracca mentre il Valencia imperversava.
Miranda – Godin: pur con qualche sbavatura, sono gli unici che si oppongono, senza mai perdere la testa, alle incursioni di Soldado e compagni.
Adrian: ancora una volta, quando cominci a maledirlo per la sua indolenza, esce dal torpore per siglare il gol-capolavoro con uno sprazzo che non è solo incontenibile, ma anche totalmente imprevedibile. Alzi la mano chi, fino al gol, si aspettava infatti che preparasse il tiro.

Note negative
Mario: mai visto né registrato, veramente una pena.
Tiago: al di là dell'espulsione (facile da condannare dalla poltrona, ma decisamente scusabile in campo), è penosa la sua partita, soprattutto nel primo tempo.


Valencia: Diego Alves; Barragan, Ricardo Costa, Rami, Jordi Alba; Albelda, Parejo (68' Tino Costa); Feghouli, Jonas (57' Aduriz), Canales (58' Mathieu); Soldado
Atlético de Madrid: Courtois 8; Juanfran 6,5, Miranda 7, Godín 7,5, Filipe Luis 6,5; Mario Suárez 4(Gabi, m.46 6,5), Tiago 5; Arda Turan 5,5 (Salvio, m.75 sv), Diego 6,5, Adrián 8; y Falcao 6.

Gol: 0-1, m.60: Adrián.
Árbitro: Damir Skomina (Eslovenia). Mostró tarjeta amarilla a los valencianistas Soldado, Jordi Alba y Aduriz, y al atlético Courtois. Expulsó a Tiago (m.79) con tarjeta roja directa.
Incidencias: partido de vuelta de las semifinales de la Liga Europa disputado en el estadio de Mestalla ante 45.000 espectadores. Terreno de juego en buenas condiciones.



venerdì 20 aprile 2012

Atletico – Valencia 4-2: tipicamente colchonero...


Al termine della miglior partita da molte stagioni a questa parte, l'Atletico si ritrova ancora in mezzo al guado. E questo è tipicamente colchonero: pressing alto, ritmo esasperato, determinazione feroce, gioco a tratti scintillante, gol da favola e... si va a Valencia con solo due gol di vantaggio.

Il Valencia, che già nelle ultime partite di Liga era sembrato viaggiare a corrente alternata, è sceso in campo più determinato che lucido ed è stato travolto dai colchoneros, animati da un Arda in versione deluxe e schierato a sorpresa sulla destra, da dove ha sistematicamente saltato la difesa ospite, seminando scompiglio e permettendo a Falcao di segnare l'1-0 di rapina.
Diego difendeva fino alla propria area e alimentava continuamente l'azione, Falcao aggrediva gli spazi, Gabi giocava finalmente una partita di livello per continuità e qualità, Juanfran si esprimeva sui soliti straordinari livelli.
L'Atletico insomma nel primo tempo girava a mille, con solo Adrian e Filipe in ombra: il primo per niente in evidenza, anche se determinato nel sacrificio; il secondo isolato dai compagni, che prediligevano la fascia destra per tutte le azioni d'attacco.
Messo in difficoltà, il Valencia si lasciava andare al gioco violento, con diversi falli sui quali l'arbitro sorvolava, compreso il colpo al naso che lasciava Gabi fuori gioco per diversi minuti. Poi, appena rientrato il mediano, al terzo minuto di un recupero che invece avrebbe dovuto durarne uno, l'arbitro concedeva un calcio d'angolo. Sulla battuta, Miranda bucava la palla e Gabi, rientrato da dieci secondi, non riusciva ad opporsi a Jonas. Forse c'era addirittura carica su Courtois, ovviamente non segnalata.

I ragazzi di Simeone entravano in campo per il secondo tempo con la bava alla bocca e riuscivano là dove nessuno avrebbe mai potuto immaginare: dopo tre minuti, su punizione di Diego dalla trequarti, Miranda fulminava tutti di testa. Dopo altri cinque minuti, un Adrian fino ad allora egoista e inconcludente intercettava un maldestro passaggio di Topal sulla trequarti, bruciava l'intera difesa valenciana con uno scatto prodigioso e segnava il terzo gol con un destro chirurgico.
Con il Valencia ormai sulle ginocchia e il Calderon in estasi, l'Atletico rallentava il ritmo ma non abbassava l'attenzione, in attesa di arrotondare il risultato, se possibile. E l'occasione arrivava quando Falcao, dopo un'azione in solitario, scagliava una micidiale sassata appena sotto la traversa per un 4-1 che nessuno avrebbe mai potuto immaginare alla vigilia. Un capolavoro di coordinazione e di tecnica.
Con la qualificazione assicurata, sotto la pressione di un Valencia schierato con quattro attaccanti di ruolo, l'Atletico compiva il secondo errore della gara: retrocedeva troppo e mostrava la sua debolezza sulle palle alte dalle fasce.

Ancora in pieno recupero, ancora su calcio d'angolo, ancora su azione contestabile (io ho visto fallo su Falcao...), ancora in piena crisi di panico sui palloni alti, subiva il gol che tiene in vita il Valencia. Tipicamente atletico...
E così si va al Mestalla con la consapevolezza che servirà un'altra gran partita per non vanificare questa prestazione stratosferica. Sarà una partita da cardiopalma. E anche questo è tipicamente atletico...


Atlético de Madrid: Courtois 6; Juanfran 7,5, Miranda 6, Domínguez 7, Filipe 6,5; Arda Turan 8 (Tiago, m. 80 sv), Gabi 7,5, Mario Suárez 6, Diego 8 (Perea, m. 88 sv); Adrián 7,5 (Salvio, m. 90 sv) y Falcao 9.
Valencia: Diego Alves; Ricardo Costa, Rami, Víctor Ruiz, Jordi Alba (Piatti, m. 72); Mehmet Topal, Tino Costa; Feghouli (Canales, m. 72), Jonas (Aduriz, m. 79), Mathieu; y Soldado.

Goles: 1-0, m. 18: Falcao remata un centro de Arda Turan. 1-1, m. 45+3: Jonas remata en el segundo palo un saque de esquina. 2-1, m. 49: Miranda cabecea un lanzamiento de falta de Diego. 3-1, m. 54: Adrián, de jugada individual. 4-1, m. 78: Falcao regatea a dos rivales y coloca el balón en la escuadra. 4-2, m. 94: Ricardo Costa, de cabeza.

Árbitro: Craig Thomson (Escocia). Amonestó al local Arda Turan (m. 41) y a los visitantes Feghouli (m. 15) y Diego Alves (m. 68).

Incidencias: Partido de ida de las semifinales de la Liga Europa, disputado en el estadio Vicente Calderón ante unos 50.000 espectadores. Vicente del Bosque, seleccionador español, presenció el partido desde el palco.


venerdì 6 aprile 2012

Hannover – Atletico 1-2: rotta verso Bucarest


E' proprio vero che, nel calcio, tutto può cambiare in un attimo e la figuraccia è sempre dietro l'angolo, per chi commenta. Ieri, durante la partita, mi ero appena appuntato il nome di Adrian come quello del peggiore tra i rojiblancos ed ecco che, con uno di quei colpi di scena che solo il calcio sa regalare, il suddetto asturiano ha regalato a tutti noi miscredenti un altro gol da favola, ammutolendo lo stadio di Hannover.

Fino ad allora, la partita era stata ben poca cosa. L'Atletico, con Perea sulla destra e Koke al posto di Salvio, era sceso in campo con l'intenzione di fare una partita di contenimento, sia pure intelligente. All'inizio la tattica aveva funzionato: si cercava di uscire dal pur blando assedio dei tedeschi attraverso il gioco, facendo girare palla nel tentativo di evitare il pressing degli avversari. Anzi, i primi tiri in porta della partita erano verso l'estremo difensore di casa.

Ben presto la partita era cambiata: un paio di errori e sbavature difensive da parte dei quattro dietro aveva galvanizzato l'Hannover, che aveva iniziato a chiudere sempre di più i rojiblancos, incapaci da allora di uscire dalla propria metacampo: numerosi rilanci casuali e affrettati, uniti allo scarso filtro fornito dal doble pivote, permettevano agli attaccanti neroverdi di partire in velocità e puntare la porta di Courtois. Era tutto un susseguirsi di calci d'angolo, di rimpalli, di situazioni da cui avrebbe potuto scaturire un gol casuale ma decisivo. La sofferenza durava fino all'intervallo, salvo qualche minuto intorno al 30', quando l'Atletico sprecava un paio di ghiotte occasioni. Proprio sul finire, un equivoco tra Perea e Miranda quasi costava caro ai biancorossi.

Nella ripresa la situazione si stabilizzava su un canovaccio ben preciso: l'Atletico, cresciuto in sicurezza difensiva, controllava, finalmente capace di giocare la palla e di difendere in profondità con criterio, mentre l'Hannover lottava contro la propria pochezza tattico-tecnica e si arrabattava come poteva senza creare veri problemi.
Allora avveniva la manifestazione del Genio: Adrian rubava palla in area a Pogatetz, seminava scompiglio in area scartando un altro difensore, il portiere e perfino il ritornante Pogatetz e poi infilava in rete. Un gol così bello da non poter essere descritto, di una freddezza unica. Secondi interi di autentico terrore, per chi guardava dalla poltrona immaginandosi già l'occasione sprecata.

La partita sembrava ormai conclusa, ma con i rojiblancos niente è facile: Slomka inseriva altri attaccanti e l'Atletico retrocedeva di colpo, permettendo l'occupazione delle fasce, da cui partivano continuamente palloni per il centro dell'area. Il panico sui palloni alti era totale (altro storico difetto dei colchoneros) ed arrivava il gol: su rimessa laterale da sinistra Godin saltava a vuoto, Miranda si faceva cogliere fuori posizione e Diouf pareggiava, scatenando i tifosi di casa, che vedevano più vicina l'impresa.

Fortunatamente Diego, provvidenzialmente spostato più avanti nel secondo tempo, lavorava una palla sulla trequarti e serviva Falcao in posizione fantastica per tirare e fulminare Zieler senza nessun ostacolo.


Note positive
Filipe: spinge, lotta, combatte. Sono diverse partite che è in crescita.
Diego: una volta tanto, non rallenta il gioco, ma serve con intelligenza i compagni e nasconde il pallone quando è necessario.
Courtois: dà grande sicurezza, soprattutto sui calci d'angolo. Un solo errore, sul 1-1, quando forse non vede partire il tiro di Diouf.

Note negative
Ammonizioni: moltissime ammonizioni per interventi sciocchi e gratuiti. Va bene “metterci la gamba”, come predica Simeone, ma con intelligenza!
Koke: schierato sul centrodestra per tenere palla fare argine, si mostra lento e impreciso nei passaggi. Nel primo tempo, due chiari contropiedi vengono sprecati a causa sua.
Perea–Miranda–Godin: dietro si balla, grazie alla loro mancanza di reattività. Si salva solo Filipe.


Hannover 96: Zieler; Cherundolo, Eggimann, Pogatez, Pander (Sobiech, 81); Pinto, Schulz (Schmiedebach, 73), Schlaudraff, Rausch (Abdellaue, 71), Ya Konnan y Diouf.
Atlético: Courtois 7; Perea 5, Miranda 5, Godin 5, Filipe 6,5; Mario 5, Tiago 6,5, Koke 5 (Salvio, 65 4), Diego 7 (Domínguez, 88 sv), Adrian 7; y Falcao 7.

Goles: 0-1 (min 63, Adrian), 1-1 (min, 81 Diouf), 1-2 (min 87, Falcao).
Árbitro: Mark Clappenburg (Inglaterra) amonestó a Pinto del Hannover y a Miranda, Godin, Koke, Diego y Falcao del Atlético. Godín se perderá la ida de las semifinales.
Incidencias: Partido de vuelta de cuartos de final de la Liga de Campeones disputado en la AWD Arena de Hannover. El Atlético se clasifica para semifinales.

lunedì 2 aprile 2012

Atletico – Getafe 3-0: una vittoria facile facile


Ormai al rush finale nella Liga, l'Atletico riceveva in casa una diretta concorrente per l'Europa, quel Getafe che all'andata aveva creato diversi grattacapi ai colchoneros.
Ci si aspettava una partita durissima e assai combattuta, ma la realtà è stata completamente diversa. Il Getafe si è rivelato un avversario molto modesto, capace di infastidire i rojiblancos solo nei primi 24 minuti di partita, fino cioè al gol di Salvio che ha cambiato la partita.
Fino ad allora un brutto Atletico, lungo e incapace di fare filtro a centrocampo, aveva subito il pressing e il contropiede degli avversari; in particolare, il redivivo Sarabia gettava scompiglio tra i biancorossi, capitanando i numerosi attacchi provenienti dal centro-sinistra (nella zona cioè in cui Perea e Juanfran dimostravano la loro scarsa intesa). A tutto l'Atletico rispondeva con il tipico gioco asfittico che tante volte abbiamo visto: a trequarti campo la palla finiva nelle gore del duo Diego – Arda, abilissimi nel portare palla inutilmente, in un gioco di continui passaggi all'indietro o in orizzontale, nell'attesa che “trucchetti” individuali risolvessero la situazione.
Al 24', però, Salvio, all'altezza dell'angolo destro dell'area avversaria, rubava il tempo al suo marcatore e colpiva di testa un cross incrociato di Filipe proveniente dalla trequarti sinistra: il pallonetto che ne nasceva ingannava il portiere avversario e finiva in rete, tra lo stupore generale.
Nonostante la rete, l'Atletico proseguiva nel suo gioco ruminato, affetto da distrazione e lentezza nelle chiusure difensive (clamorosa l'occasione sbagliata da Diego Castro al 38'), senza però pagare dazio, come altre volte era successo nel corso della stagione.

Nel secondo tempo, invece, i rojiblancos cambiavano completamente marcia, anche qui secondo un copione che ormai sta diventando abituale nell'era Simeone. Il gioco scorreva più fluido, con meno tocchi inutili e grazie anche a un Filipe decisamente più arrembante.
Falcao segnava ma in fuorigioco al 51', poi si faceva parare miracolosamente un tiro da Moyà al 58', infine tre minuti dopo riceveva da Diego e forniva uno splendido assist allo stesso brasiliano, che di testa colpiva la traversa e, sulla ribattuta, colpiva in semirovesciata per il 2-0.
A quel punto, la partita era conclusa. Il Getafe non accennava neppure a una reazione e anzi subiva la terza rete, grazie a un'ottima combinazione Juanfran - Koke – Juanfran che liberava Falcao davanti alla porta per il più facile dei tocchi.

P.S. Sono stato assente una ventina di giorni, lo so. Ho visto buona parte delle partite da quella col Granada a questa, ma non ho potuto scriverne, anche se ho elaborato diversi pensieri. Nei prossimi giorni un post specifico conterrà le mie impressioni su questi venti giorni e sulle prospettive di fine stagione.

Note positive
Dominguez: torna alla titolarità solo grazie al turno di riposo opportunamente concesso a Miranda e Godin, ma dimostra ancora di più perchè è tanto apprezzato e benvoluto. Entra, gioca la sua partita senza sbavature, non fa polemiche. Non sarà un campione, ma un affidabile gregario di sicuro

Note negative
Primo tempo: francamente siamo stanchi di vedere mezze partite buttate via senza motivo, in un attendismo irritante. Ieri il gol casuale di Salvio ha cambiato gli equilibri, altrimenti chissà come sarebbe andata a finire: forse come a Saragozza o a Maiorca?
Salvio: fortunato. In tutta la partita compare solo in occasione del colpo di testa del 1-0 e poi basta. Come capita spesso, corre ingobbito senza mai alzare la testa dall'erba, inanellando partite disastrose nelle quali, però, a un certo punto imbrocca il gol da urlo. Rimane uno scarso mezzo giocatore, un fortunato fantasma che lascia la squadra con un uomo in meno per tutta la partita, tranne i momenti del gol.



Atlético de Madrid: Courtois 7; Juanfran 7, Perea 6, Domínguez 7, Filipe 6,5; Diego 7 (Adrián, m. 65 sv), Gabi 6,5, Mario 6, Arda Turan 6 (Koke, m. 71 6); Salvio 5 y Falcao 7 (Tiago, m. 77 sv).
Getafe: Moya; Miguel Torres, Cata Díaz, Alexis, Mané; Lacen (Casquero, m. 57), Juan Rodríguez; Sarabia (Güiza, m. 63), Diego Castro, Gavilán; y Miku.

Goles: 1-0, m. 24: Salvio, con un cabezazo a la escuadra. 2-0, m. 63: Diego bate a Moyá tras un rechace en el larguero después de unremate de cabeza suyo. 3-0, m. 77: Falcao culmina un pase de Juanfran.
Árbitro: Paradas Romero (C. Andaluz). Amonestó al local Koke (m. 89) y a los visitantes Alexis (m. 53) y Cata Díaz (m. 70).
Incidencias: partido correspondiente a la trigésimo primera jornada de Liga en Primera División, disputado en el estadio Vicente Calderón ante unos 50.000 espectadores.