domenica 28 aprile 2013

Atletico Madrid – Real Madrid 1-2: SENZA PAROLE


Mi sono chiesto fino ad ora che senso avesse scrivere la cronaca di questa partita. Parlare per l'ennesima volta della mancanza di coraggio che prende i colchoneros davanti all'eterno rivale? Raccontare degli errori, delle giocate approssimative che punteggiano per l'ennesima volta il nostro derby? Di un Real incapace di creare un minimo di gioco e tenuto in vita solo dalla nostra dabbenaggine? Di un Simeone che non è stato in grado di insufflare nei ragazzi quel coraggio e quella voglia di giocarsela che riescono a mostrare davanti a qualsiasi altro avversario? Dello stesso Cholo che insiste su giocatori penosi come Raul Garcia e Mario Suarez invece di porre Koke nel suo ruolo naturale? Dei blancos che vincono con due-tiri-in-porta-due? Di un Atletico privo di una qualunque idea di gioco e capace di durare ben 13 minuti, fino all'assurdo gol del pareggio avversario, prima di squagliarsi? Di una occasione incredibile (il Real con diversi assenti e con la mente altrove) buttata letteralmente nel water? Dell'assurdo per cui, anche così, quasi tutti i giocatori messi in campo da Mourinho sono migliori dei nostri, soprattutto a centrocampo?

Non sarebbe, questa cronaca, un semplice copia-e-incolla di uno qualunque dei derby raccontati in questi due anni su queste pagine o vissuti da tutti noi negli ultimi orrendi 14?

E allora, scusatemi, ma non la scrivo. Se qualcuno vuole sapere com'è andata, basta cliccare qui a lato sul tag “Real Madrid” e leggere una cronaca a caso, tanto è sempre la stessa storia.

Personalmente, sono stanco.
La partita è stata presentata al grido di “Ora o mai più”: direi che è chiaro quale sarà la sorte dei prossimi derby. Spero solo che giocatori e società ci risparmino la menata sulla finale di coppa come perfetta occasione per la vendetta.
Non so voi, ma io non credo che reggerei.



Atl. Madrid 1 Real Madrid 2 di acosart

giovedì 25 aprile 2013

¡FELIZ CUMPLEAÑOS, ATLETI!


Mercoledì 8 Aprile 1903, all'Ippodromo di Madrid, si giocò la finale del secondo Campionato di Spagna tra l'Athletic Bilbao e Madrid CF.
Vinsero i baschi per 3-2 e ci furono pesanti polemiche da parte dei giocatori e dei tifosi del futuro Real Madrid, per niente capaci (ma chi l'avrebbe mai detto?) di incassare una sconfitta.

L'Athletic Club vincitore della Coppa di Spagna del 1903

Sulla via del ritorno dall'Ippodromo, un gruppo di sostenitori baschi residenti a Madrid, per lo più studenti di ingegneria, concepì l'idea di fondare una sezione madrilena dell'Athletic Club, che ottenne il placet della società madre il 26 aprile 1903: nasceva l'Atletico Madrid, sia pure col nome di “Athletic Club de Madrid”: la prima sede fu in Calle de Fuencarral 27, il primo presidente Enrique Allende.
Sei giorni dopo, il 2 maggio, al campo della Ronda di Vallecas, la nuova società scese in campo per la sua prima partita indossando una maglia metà azzurra e metà bianca e dei pantaloncini neri. La divisa biancorossa con pantaloncini blu comparirà, com'è noto, solo nel 1911.

Il logo originale dell'Athletic Club de Madrid


Centodieci anni dopo, siamo ancora qui. 
 

Certo, abbiamo vinto meno dell'altra metà di Madrid, siamo meno conosciuti, siamo meno amati in Spagna e nel mondo (sicuramente dalla stampa, spagnola e non, che non perde occasione per ricordarci la nostra posizione di eterni secondi e per tifare contro di noi in ogni occasione, vedi per esempio Rete4 nell'ultima finale di Europa League), ma siamo ancora qui.

Siamo una grande di Spagna e d'Europa.

Non siamo mai stati gli ambasciatori di un regime fascista nel mondo.

Nessun governo ci ha mai concesso una deroga a una legge di stato per comprare giocatori (nel 1956, alla “Legge Moscardo”, per far giocare Kopa).

Nessun governo ha mai promulgato leggi con lo scopo dichiarato di favorirci (la famosa “Legge Beckham” sulla tassazione dei ricchi lavoratori stranieri in Spagna).

Nessun sindaco ha mai comprato i terreni della nostra Ciudad Deportiva per il doppio del loro valore, salvo poi darceli in affitto per una somma ridicola.

Ci siamo guadagnati tutto quanto abbiamo ottenuto, per poco che possa sembrare

Siamo caduti e ci siamo rialzati da soli, senza “aiuti istituzionali”.



Per tutto questo, sono FIERO di essere dell'ATLETI!

Per tutto questo, non potrei essere nient'altro.

TANTI AUGURI, ATLETI!!!



giovedì 18 aprile 2013

Il piacere di poter scrivere “Io lo avevo detto”...


Ho tardato a scrivere la cronaca della passeggiata contro il Granada e ormai direi che farlo ora non ha più senso, anche per l'importanza limitata della partita, almeno vista col senno di poi.

Però vorrei condividere con voi alcune mie considerazioni, nonché il piacere sottile dell'autocitazione.

Prima di tutto, splendida cornice per una partita tutto sommato di basso livello: stadio pieno, una meravigliosa giornata di sole, el Dia del Niño, una goleada. Non avrebbe potuto essere migliore la domenica dei tifosi biancorossi. Come già scritto in molti altri forum, il calcio della domenica pomeriggio, soprattutto se baciato dal sole, non ha paragoni. Sarò “vetero”, ma continuo a pensare alla sera come al momento delle coppe europee e alla luce del giorno come quello delle partite nazionali.

Poi, buona prestazione della squadra, sia pure contro un avversario miserabile, motivo per cui la vera attendibilità della gara mi pare francamente imperscrutabile.
Bene il fin qui impalpabile “Cebolla” Rodriguez nel ruolo di ala sinistra dall'inizio, discreto il fin qui misterioso Insua, l'ultimo degli acquisti invernali della Liga a esordire sul rettangolo di gioco.
Si è sbloccato Falcao, ai cui presunti pensieri “extra-coniugali” alludevano molti per spiegare quello che è solo un basso momento di forma.

Ottima la prestazione di Koke, la migliore mai realizzata nel futbol professionistico. Ne sono particolarmente contento perchè posso finalmente scrivere con fierezza “Io l'avevo detto!”: sono sempre stato convinto (e l'ho scritto più volte) che il suo ruolo naturale fosse quello nel quale è cresciuto, cioè centrocampista centrale davanti alla difesa. Per questo ruolo ha il passo, la fisicità, finanche la visione di gioco, pur senza essere un vero regista (però i suoi passaggi contro il Granada sono sembrati quasi baciati dal genio). Ha fatto bene anche più avanzato, grazie alla sua abilità tattica nel gioco tra le linee, ma al centro del campo fornisce una marcia in più, grazie anche alla sua capacità di svariare, soprattutto sulla fascia sinistra. Insomma, affiancato a un Gabi fondamentalmente ricondotto al suo ruolo di interdittore, ha preso per mano la squadra e l'ha condotta col piglio del playmaker. Magari non avrà totale efficacia nel contrasto (come d'altra parte nessuno dei giocatori che occupano quella posizione abitualmente), ma è capace di fare tutto a buon livello, oltre ad avere una visione di gioco discreta e una buona tecnica di base. Insomma c'è tutto quello che serve per proseguire l'esperimento, che poi in realtà tale non è, vista la sua traiettoria giovanile: sulla fascia è sprecato, così come dietro le punte, visto che non ha il passo per il ruolo, ma al centro può crescere molto.
Spero che finalmente Simeone si sia convinto, anche se a sua (parziale, fatto salvo il principio che di calcio ne sa sicuramente più di me...) scusante vedo due motivazioni non da poco: lo scarso peso del ragazzo nell'interdizione e la mancanza totale di tecnica e visione di gioco negli altri centrocampisti. Va anche detto che magari Gabi e Mario sono più efficaci, ma poi non sanno affatto cosa fare del pallone, oltre al fatto che se Koke è meno presente in copertura, bisognerebbe spiegarmi la scelta di Tiago in diverse partite.
Sarà poi solo un caso, o colpa del Granada, se abbiamo infilato cinque gol nella porta avversaria con Koke in mezzo al campo?

lunedì 8 aprile 2013

Getafe – Atletico Madrid 0-0: la fiera delle assurdità


Diego Simeone, uno che di calcio ne capisce, ha descritto la partita di ieri con poche semplici parole. Due frasi, per la precisione. La prima è una mera constatazione: “Non siamo più così lucidi come prima”, anche se si presta a più considerazioni, visto il valore che può assumere la parola “claro” (tra gli altri, per esempio, “arioso”, molto adatto al gioco del calcio, nevvero?). La seconda suona invece più come una ammissione di colpa: “Ormai gli altri hanno capito come giochiamo e cominciano a neutralizzarci”.

Ridotta all'osso la fantasia, non rimangono molte strade. Ieri Simeone ha puntato sul peso dell'attacco, schierando tutte le punte a sua disposizione, con Falcao in posizione centrale e Adrian e Diego Costa a svariare sulle fasce; a centrocampo, la solita coppia Gabi – Mario supportati da Koke.
Purtroppo, con un centrocampo così, esiste un'unica soluzione: rubare palla e innescare immediatamente gli attacchi palla al piede delle punte. Copione che si è riproposto pressoché inalterato per 60 minuti, ma senza veri risultati.

È vero che, se Falcao non avesse sbagliato l'impossibile, staremmo a commentare una partita diversa, ma 60 minuti di stucchevoli percussioni palla al piede in inferiorità numerica difficilmente producono risultati, contro formazioni abili nel chiudersi e decisamente più in forma. In più occasioni partite di questo tipo ci hanno poi regalato i tre punti, ma credo che l'Atletico si sia troppo spesso attenuto a questo copione, troppo poco imprevedibile per essere veramente affidabile. In questo senso, pur con tutte le attenuanti del caso (rosa priva di un trequartista, assai ridotta e piena di squilibri), va letta l' “ammissione di colpa” del Cholo, incapace di trovare varianti al gioco stucchevole che potremmo definire “cavalcata solitaria” (cui, tra l'altro, Diego era particolarmente aduso; sarà per questo che gli piace molto?).

In questo senso va letta la mossa “a sorpresa” di Simeone, che ha concesso ben mezz'ora a Oliver Torres, estremo tentativo di generare imprevedibilità nel gioco dei rojiblancos.
Peccato che pochi minuti dopo Mario Suarez, già ammonito, si sia fatto espellere per uno stupido e assurdo fallo di mano a centrocampo, mandando alla malora qualunque piano tattico. Poco prima, l'ennesimo arbitro inadeguato (scandaloso sarebbe più adatto, ma cerco di non pensare male e soprattutto di non considerare chi sta prendendo il largo al secondo posto) si era sognato un fallo di Godin e lo aveva ammonito. Poi, con l'Atletico in dieci, l'uruguaiano aveva pensato bene di piantare una gomitata in faccia a un avversario e lasciare i compagni in nove. Sia pure traballando, l'Atletico ha portato a casa un pareggio che a quel punto appariva come una manna e ha fatto un altro passo in avanti verso la qualificazione alla Champions' League, anche se meno consistente di quanto secondo me avrebbe dovuto. Vedremo...

Certo la squadra è poco lucida e molti dei biancorossi non appaiono baciati dalla grazia (anche Costa mi pare in calo, anche se relativo), il che genera un gioco comunque intenso ma raffazzonato, confuso e poco incisivo (si veda ancora Costa: corre molto, ma con discutibile costrutto). Naturalmente manca la controprova del gol che non è arrivato e/o della mezz'ora di Oliver buttata via: senza gli errori di Falcao e le assurdità varie regalateci da arbitro, Mario e Godin, probabilmente la partita sarebbe stata diversa.
Che dire? Stringiamo i denti, aspettiamo Arda e speriamo nel vantaggio accumulato...

Note positive
Gabi: è il meno peggio, insieme a Courtois. Si sbatte, gioca a tutto campo, cerca di tenere in piedi la baracca e di produrre un minimo di gioco. Niente di che, ma nel deserto di ieri...

Note negative
Mario e Godin: nella situazione in cui era la squadra, gli assurdi falli con cui lasciano i compagni in inferiorità numerica si segnalano per la loro stupida inutilità, visto che mai, in nessun momento del secondo tempo i colchoneros avevano dato l'impressione di soffrire gli avversari. Entrambi sono recidivi, già noti per i loro raptus di stupidità.

Falcao: sbaglia qualunque pallone si trova davanti e questo, per un attaccante, è imperdonabile

Miranda: minuto 70, il brasiliano riceve la palla davanti all'area e si addormenta, perde il pallone e innesca l'assurda visione arbitrale che porta alla prima ammonizione di Godin. Da allora comincia una partita tutta in salita per l'Atletico.



Getafe 0 Atlético Madrid 0 di jordixana
 

Getafe: Codina; Valera, Fede, Lopo, Alexis; Borja, Xavi Torres (Paco Alcácer, min. 75); Pedro León (Lafita, min. 17), Abdel Barrada, Diego Castro; y Colunga (Álvaro, min. 85).

Atlético de Madrid: Courtois 6,5; Juanfran 5,5, Miranda 5, Godín 4, Filipe 5,5; Mario 4, Gabi 6,5; Diego Costa 6 (Raúl García, min. 77 sv), Koke 5 (Oliver, min. 62 6), Adrián 5 (Cebolla Rodríguez, min. 74 6); y Falcao 4,5.

Árbitro: Delgado Ferreiro (Comité Vasco). Mostró cartulina amarilla a Alexis (min. 9) y a Valera (min. 87) por parte del Getafe. Expulsó por doble amonestación a Mario Suárez (min. 67 y 74) y Godín (min. 70 y 90), del Atlético. 
Incidencias: Partido correspondiente a la trigésima jornada de la Liga BBVA disputado ante cerca de 10.000 espectadores en el Coliseum Alfonso Pérez de Getafe.

lunedì 1 aprile 2013

Atletico Madrid – Valencia 1-1: dottor Jekill e Mister Hyde


Finita l'abbuffata pasquale, saltata la cena causa esagerata ingestione di cibi festivi, mi sono messo, pieno di speranze ma anche di paura, davanti allo schermo per la prima partita dopo 15 giorni di vuoto liguero
 
Non si può dire, in effetti, che la partita di ieri non abbia regalato, a noi colchoneros, notevoli emozioni, condensate in particolare in grandi dosi di delusione venate da qualche filone di speranza.
Prima delusione: il Calderon penosamente semivuoto, sia pure al netto della Pasqua e della pioggia battente. Giorni e giorni di tam-tam mediatico sull'atteso pienone, sui duemila soci-non abbonati che avevano scelto proprio questo match per il biglietto omaggio e... 40.000 spettatori scarsi sulle gradinate! Magari tutto dipende dalla mancanza di copertura per tutti i settori, ma davvero non riesco a comprendere come si pensi di poter riempire i 73.000 posti de La Peineta con questa media di presenze, o meglio, me lo spiego solo pensando alla ben nota disonestà di una dirigenza interessata a tutto, tranne che al bene della società. Ma su questa questione ben presto scriverò un post molto accurato...
Seconda delusione: passano due minuti e Valdez, su imbeccata di Piatti e grazie a un errore di Godin, per poco non infila Courtois...
Neppure il tempo di riprendersi, ed ecco il terzo, devastante, colpo: Pereira fa quel che vuole sulla sinistra e Jonas, approfittando questa volta dello stato confusionale di Miranda, segna per il Valencia.
A quel punto, il primo istinto è stato chiudere tutto ed andare a letto, sacramentando contro il ben noto autolesionismo colchonero. Per fortuna la palla è arrivata ad Arda che, nell'unica azione in avanti biancorossa di tutto il primo tempo, ha servito meravigliosamente un Falcao letale, abile nel colpire al volo alle spalle dello spaesato Guardado. Rinfrancato dal gol, mi sono rassegnato a coltivare la mia piccola speranza, consapevole che la barca sarebbe comunque affondata, prima o poi, ma galvanizzato da una rete arrivata per fortuna immediatamente (altrimenti, io credo, non avremmo mai recuperato).
Come volevasi dimostrare, tutto il primo tempo è stato penoso oltre ogni dire. Un Atletico deconcentrato e senza nerbo ha subito costantemente l'azione del Valencia, che sul nostro fronte sinistro ha fatto tutto ciò che ha voluto: la premiata ditta Miranda-Godin-Filipe-Mario-Arda non ha saputo contrastare in alcun modo le incursioni di Pereira, Piatti e Banega (quest'ultimo in versione calciatore di lusso, quella che mostra due-tre volte all'anno, non di più) e solo San Courtois ha permesso ai colchoneros di arrivare indenni all'intervallo.
In avanti, al di là dell'azione del pareggio, i colchoneros non si sono mai visti: schiacciati nella propria metà campo, pressati dagli ospiti, si limitavano a buttare la palla avanti a caso per alleggerire la pressione, quando invece non la perdevano direttamente a centrocampo, innescando gli attacchi degli ospiti. Quando Arda, che pure non aveva fatto granché fino ad allora, al 25' è uscito per infortunio, ho temuto che il tracollo fosse ormai ad un passo. Simeone, dato un veloce sguardo alla panchina, ha estratto dal mazzo Raul Garcia, ma in realtà chiunque avesse estratto sarebbe stato uguale, considerato il livello di fantasia pari a zero presente a bordo campo fra i padroni di casa.
Non è un caso che l'argentino abbia chiesto a gran voce un giocatore di fantasia per la prossima stagione, in particolare Diego, un ritorno gradito per la quasi totalità dei supporters colchoneri. Si tratta d'altra parte di una mancanza antica nella rosa del club (quasi quanto la mancanza di un regista degno di questo nome), ma la dirigenza se ne è sempre fregata, puntando verso altre direzioni (i.e. I soldi garantiti da commerci più lucrosi). Personalmente dubito che Diego possa essere la soluzione, come ho più volte espresso in questo blog, ma pare che il brasiliano a Simeone piaccia e comunque sarebbe meglio di niente, o meglio... del niente garantito dal centrocampo Koke – Mario – Gabi – Raul Garcia visto ieri.


Una volta raggiunto a fatica l'intervallo, ero preso tra due pensieri contrastanti: una parte di me valutava la sconfitta come un'ipotesi quasi certa, l'altra considerava la ben nota incostanza di gente come Banega e Piatti e sperava che si sarebbero ben presto spenti, oltre a immaginarsi un Simeone piuttosto... ehm... convincente negli spogliatoi. 
 
Entrato in campo, l'Atletico pareva infatti trasformato: pressing, attenzione e misura tra i reparti, gioco (sia pure di caratura modesta, vista la scarsità di fantasia presente in campo), geometrie. Ne nasceva una costante iniziativa dei padroni di casa, capaci di mettere in difficoltà più volte Diego Alves, anche se mai in maniera netta: mancava sempre l'ultimo passaggio o comunque il guizzo capace di mettere l'attaccante in grado di non fallire. Ci si metteva anche l'arbitro, reso cieco su ammonizioni e rigori dalla possibilità che i colchoneros “rischiassero” di superare di nuovo il Real Madrid (a pensar male, si sa...).
Alla fine la partita finiva così, con molta delusione ma anche qualche barlume di speranza: vantaggio invariato sugli inseguitori, Valencia in primis, con una partita in meno e la sensazione che, anche “azzoppato”, l'Atletico sia un osso duro da rodere e quindi da battere. Certo la condizione non pare più quella della prima metà della stagione, ma ovviamente centrare il traguardo Champions' e la Coppa del Re farebbero dimenticare partite come quelle della seconda parte della stagione, giustificate in parte da una qualità della rosa deficitaria, sia per cause oggettive (giocatori inadeguati) che per motivi contingenti (per esempio un Adrian insulso peso morto da subito).
Per vivere tranquilli, però, è essenziale incamerare sei punti nelle prossime due gare (Getafe e Granada) e uscire indenni da Siviglia. Ad maiora...


Note positive
Courtois: preferirei che non rimanesse, dico la verità, se non come giocatore di proprietà, però è sicuramente un valore aggiunto, in questo momento di difficoltà fisica e mentale per chi dovrebbe fare la guardia davanti a lui.
Falcao: una palla buona, un gol. Non brilla come prima, ma fa il suo mestiere con l'abilità di sempre, almeno nell'area piccola. Si sfianca in un lavoro ingrato, far salire un centrocampo di lumache, ma ovviamente non può avere la lucidità di uno per il quale gioca tutta la squadra. Considerato questo, trovo difficile che accetti questa situazione anche il prossimo anno e decida di fermarsi.


Note negative
Difesa: a parte Manquillo, che comunque ha mostrato diverse imprecisioni, gli altri sono stati fortemente deficitari. Miranda e Godin spaesati, lenti e spesso fuori posizione, Filipe scarso sia in copertura che in avanti (chi ne elogia l'apporto in avanti dimentica il giocatore di La Coruña o anche il livello di Pereira ieri). 


Atlético de Madrid 1 Valencia 1 di acosart

 
Atlético de Madrid: Courtois 7,5; Manquillo 6,5, Miranda 5,5, Godín 5, Filipe Luis 5,5; Koke 6,5, Gabi 6, Mario 5,5, Arda sv (Raúl García, m. 26, 5,5); Diego Costa 6 y Falcao 7.


Valencia: Diego Alves; Joao Pereira, Ricardo Costa, Mathieu, Guardado; Parejo, Tino Costa; Piatti (Jonathan Viera, m. 83), Banega (Canales, m. 66), Jonas; y Valdez (Cissokho, m. 64).


Goles: 0-1, m. 4: Jonas aprovecha un error defensivo del Atlético a un centro de Joao Pereira. 1-1, m. 5: Falcao remata un centro de Arda Turan.
Árbitro: Javier Estrada Fernández (C. Catalán). Amonestó a los locales Koke (m. 78) y Filipe Luis (m. 90) y a los visitantes Parejo (m. 41), Piatti (m. 52) y Joao Pereira (m. 74).
Incidencias: partido correspondiente a la vigésima novena jornada de la Liga BBVA disputado en el estadio Vicente Calderón ante unos 38.000 espectadores.