domenica 28 agosto 2016

Leganes - Atletico Madrid 0-0: quando neppure la statistica consola...


Alla fine, come si suol dire, tutti i nodi vengono al pettine.
Dopo la partita con l'Alaves molti avevano usato la statistica (27 tiri in porta, 20 corner a favore, percentuali bulgare di possesso palla) per raccontarsi un'altra partita, quella in cui eravamo solo stati sfortunati e non lenti e confusi, quella in cui era mancato solo il gol e non tutta la fase di gioco offensiva, quella in cui avevamo giocato in maniera camaleontica e non semplicemente in modo velleitario.
Dopo la partita con il Leganes, visto che neppure la statistica ci supporta (id est, ci obnubila), non possiamo più nasconderci. Di positivo si è visto ben poco, giusto una minore confusione di ruoli e posizioni in campo e la solita saldezza difensiva (anche se Savic potrebbe evitare retropassaggi avventati). Di negativo, tutto il resto: lentezza della manovra, pochissima lucidità nei passaggi, totale assenza di fantasia, nessun movimento a smarcarsi, uno sterile e vacuo portar palla.

Ancora una volta, tra l'altro, Simeone ha dato l'impressione di aver sbagliato formazione. Si parla tanto di mercato, di concorrenza interna per ogni ruolo, e alla fine giocano sempre gli stessi. Come già l'estate scorsa, dopo un lungo parlare di 4-3-3 e di Koke mediocentro, arriva il campionato e ci troviamo le solite facce nei soliti posti, in un 4-4-2 tanto stucchevole quanto privo di fantasia.
Ora, io non so se questo centellinare Gaitan (e Correa) si debba al suo stato di forma non ancora ottimale, ma comincio ad essere un po' stufo di tutto questo parlare estivo, e solo estivo, di fantasia. Due partite contro due neopromosse e due formazioni iniziali imbottite di centrocampisti centrali che poi, a vedere bene, non sembrano essere più in forma degli uomini di fantasia rimasti in panchina.

Di certo c'è che quasi nessuno sembra in forma: Tiago rallenta il gioco in maniera abnorme (e infatti è sparito dopo 45 minuti di Alaves); Gabi si limita al compitino; Saul e Koke, forse perchè sballottati per tutto il campo, non tengono le posizioni in maniera efficace né propongono gioco; Carrasco fa poco e nulla, soprattutto non detta mai il passaggio e aspetta sempre la palla sui piedi; Fernando Torres ci mette la voglia e poco di più; Oblak si concede distrazioni imperdonabili.
Di fatto, si salvano i quattro della difesa e, in parte, Gameiro, che si sbatte e svaria moltissimo, anche se davanti alla porta si perde.

Non c'è molto da stare allegri, insomma. Quello che più mi preoccupa, in realtà, è l'atteggiamento del Cholo. Mi ero ripromesso già a febbraio di scriverci un post, su Simeone, stuzzicato dal commento di un lettore che, senza mezzi termini, lo definiva forse inadatto a farci fare il salto di qualità, poi i casi della vita mi hanno allontanato per un po' da questo blog. Rimane sempre l'idea di mettere giù per iscritto le mie idee (e quindi, Thp723, ti devo un post...); diciamo che per ora mi limiterò a un brevissimo sunto. Sunto che ruota intorno a una provocazione bella e buona: ma il Cholo sa costruire un gioco offensivo? Sono anni che lo sento parlare di tasso tecnico da elevare a centrocampo e in attacco, di acquisti fondamentali per fare il passo avanti decisivo (per primo Diego, da ultimo Gaitan), e poi giocano sempre gli stessi, quelli che di saltare l'uomo con la difesa schierata non sarebbero capaci nemmeno in dieci vite. Il salto di qualità vero, definitivo, si fa quando si hanno giocatori per imporre il proprio gioco, giocatori devastanti nell'uno contro uno anche in spazi ristretti e non solo in campo aperto, giocatori che grazie a tecnica e fantasia riescono a creare gli spazi. E chi sarebbero, in questa rosa? Gaitan? Forse. Koke? Talvolta. Griezmann? Ogni tanto. Di tagli, sovrapposizioni e smarcamenti non si è visto quasi nulla, in nessuna delle due partite.
Tanto più che, diversamente dall'Alaves, il Leganes non ha giocato “all'anticalcio”, ma ha fatto una buona partita, basata su organizzazione e corsa (senza le fastidiose sceneggiate e perdite di tempo dei baschi, cui auguro di cuore la retrocessione), a cui noi non abbiamo saputo contrapporre nulla di nulla. Qui pare di vedere le squadre di Mourinho: quando le cose non vanno bene, dentro tutti i giocatori offensivi “alla caso” e vediamo che cosa succede.

Naturalmente, con un po' più di fortuna, potremmo stare qui a commentare un paio di vittorie per uno a zero, ma non crediate che i discorsi, almeno i miei, sarebbero tanto diversi: c'è tanto da lavorare, ma soprattutto c'è da decidere in che direzione.

Un'ultima cosa, esplicita che più esplicita non si può: le statistiche non contano niente. 20 corner per una squadra che da due anni non sa più sfruttarli non servono a nulla. 27 tiri da posizione defilata neppure (non sono stati i portieri avversari a fare partitoni, ma i nostri quasi sempre a tirargli addosso, perché calciare da posizione defilata e con un angolo di tiro limitato raramente porta al gol, così come colpire di testa su cross liftati e prevedibili dalla trequarti).

Vedremo cosa ci riserverà il futuro. Per ora siamo agli inizi, quindi diciamoci le cose come stanno ma senza fare drammi eccessivi.

Note positive
Filipe: di fatto, l'Atletico in fase offensiva è quasi solo lui. Corre, pressa, rilancia l'azione e spesso arriva fin sulla trequarti, quando non in area. Francamente, chiedergli anche di segnare come un centravanti mi pare troppo.

Note negative
Fernando Torres: eccolo, il centravanti... Il gol che sbaglia con un appoggino morbido morbido di testa davanti al portiere è inqualificabile, ma in generale, anche nella tanto incensata partita contro l'Alaves, il suo contributo è essenzialmente corsa. Sicuri che Borja Baston proprio non sarebbe servito, magari fino a gennaio?
Oblak: con l'Alaves, una dormita nel finale che ci è costata un gol (con la complicità dei due centrali di centrocampo); ieri un paio di distrazioni inammissibili e un calcione proditorio in faccia a Guerrero che avrebbe potuto essere punito con rigore ed espulsione. Urge una svegliata.







Leganés Serantes; Víctor Díaz, Bustinza, Mantovani, Diego Rico; Alberto Martín (Insua, min.61), Rubén Pérez, Gabriel, Unai López; Szymanowski (Adrián Marín, min.46), Guerrero (Machís, min.82).

Atlético de Madrid Oblak 5; Juanfran 6, Godín 6,5, Savić 6, Filipe 7; Augusto 5 (Gaitán, min.78 sv), Gabi 5,5 (Carrasco, min.62 5), Saúl 5, Koke 4; Griezmann 5,5, Gameiro 5,5 (Torres, min.57 4,5).

Árbitro: Sánchez Martínez (colegio murciano). Amonestó a Saúl (min.36), Alberto Martín (min.60), Rubén Pérez (min.69) y Mantovani (min.71).

Incidencias: partido correspondiente a la segunda jornada de la Liga Santander disputado en el estadio de Butarque ante 11.000 espectadores. En la previa se guardó un minuto de silencio en memoria de las víctimas del terremoto de Italia.