lunedì 16 giugno 2014

Bilancio della stagione 2013/2014: l'attacco


Diego Costa, 9,5: 27 gol in 35 partite di Liga, 8 in 9 match di Champions'. Numeri di una stagione straordinaria, nella quale ha dimostrato di poter egregiamente sostituire Falcao, al punto da diventare il crack della stagione europea. Già l'anno scorso si era messo così in luce da fare ombra al colombiano, ma quest'anno è stato quasi perfetto. Ha segnato in tutti i modi, anche se si è distinto nel tagliare in due le difese, incuneandosi a viva forza tra centrale e terzino avversari, e nello svariare su tutto il fronte d'attacco, sia verso l'esterno che verso l'interno. spirito di sacrificio, abilità nello svariare e nel tagliare in due le difese, tecnica (il gol in finale, ma non solo). Inoltre ha permesso alla squadra di guadagnare diversi rigori e una valanga di cartellini causati dalle maniere forti con le quali gli avversari hanno cercato (quasi sempre inutilmente) di fermarlo. In molte partite si è letteralmente caricato la squadra sulle spalle e l'ha trascinata alla vittoria. A impedire che la sua stagione fosse perfetta hanno contribuito alcuni fattori: prima di tutto, la sua tecnica non perfetta (anche se efficace in velocità), che lo ha portato a sbagliare diversi rigori; poi un certo egoismo, particolarmente evidente nei momenti di calo fisico, quando, invece di giocare per gli altri, si intestardiva nel tenere la palla tra i piedi e nel tirare sempre e comunque. Stendo un velo pietoso sulla tragicommedia del viaggio a Belgrado per curarsi con la placenta di cavalla...

Villa 6,5: inizia di buona lena, svolgendo un gran lavoro tattico per gli inserimenti dei compagni, ma progressivamente si spegne e si rivela un corpo estraneo alla squadra, tanto da spingere Simeone a cercare soluzioni alternative per arrivare alla porta avversaria. Ha comunque segnato 13 reti in Liga, ma il suo contributo di reti si concentra quasi interamente nel periodo novembrino. Da lì in poi, anche buone gare, ma una allergia costante alla rete avversaria: il grande match di Champions' col Barça può essere considerato lo zenit di questa tendenza, mentre l'orrore contro il Malaga il nadir. Alla fine, un acquisto poco incisivo e decisamente azzardato, per il quale non ho mai condiviso l'entusiasmo del Calderon (ricordate i 25.000 alla presentazione ufficiale?): quello che avrebbe potuto rivelarsi un'ottima riserva non ha quasi mai brillato da titolare.

Adrian, 4,5: per il secondo anno consecutivo un vero disastro. Abulico ed evanescente, non si è schiodato dalla panchina per buona parte della stagione. La buona partita col Barcellona al Calderon e il gol a Stamford Bridge sono due piccole perle in un mare di delusione infinita.

Leo Baptistao, 5: ha giocato poco, ma si è raramente distinto. Un gol allo Zenit e poi la costante impressione che corresse a vuoto e con scarsa consapevolezza tattica.

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