lunedì 1 aprile 2013

Atletico Madrid – Valencia 1-1: dottor Jekill e Mister Hyde


Finita l'abbuffata pasquale, saltata la cena causa esagerata ingestione di cibi festivi, mi sono messo, pieno di speranze ma anche di paura, davanti allo schermo per la prima partita dopo 15 giorni di vuoto liguero
 
Non si può dire, in effetti, che la partita di ieri non abbia regalato, a noi colchoneros, notevoli emozioni, condensate in particolare in grandi dosi di delusione venate da qualche filone di speranza.
Prima delusione: il Calderon penosamente semivuoto, sia pure al netto della Pasqua e della pioggia battente. Giorni e giorni di tam-tam mediatico sull'atteso pienone, sui duemila soci-non abbonati che avevano scelto proprio questo match per il biglietto omaggio e... 40.000 spettatori scarsi sulle gradinate! Magari tutto dipende dalla mancanza di copertura per tutti i settori, ma davvero non riesco a comprendere come si pensi di poter riempire i 73.000 posti de La Peineta con questa media di presenze, o meglio, me lo spiego solo pensando alla ben nota disonestà di una dirigenza interessata a tutto, tranne che al bene della società. Ma su questa questione ben presto scriverò un post molto accurato...
Seconda delusione: passano due minuti e Valdez, su imbeccata di Piatti e grazie a un errore di Godin, per poco non infila Courtois...
Neppure il tempo di riprendersi, ed ecco il terzo, devastante, colpo: Pereira fa quel che vuole sulla sinistra e Jonas, approfittando questa volta dello stato confusionale di Miranda, segna per il Valencia.
A quel punto, il primo istinto è stato chiudere tutto ed andare a letto, sacramentando contro il ben noto autolesionismo colchonero. Per fortuna la palla è arrivata ad Arda che, nell'unica azione in avanti biancorossa di tutto il primo tempo, ha servito meravigliosamente un Falcao letale, abile nel colpire al volo alle spalle dello spaesato Guardado. Rinfrancato dal gol, mi sono rassegnato a coltivare la mia piccola speranza, consapevole che la barca sarebbe comunque affondata, prima o poi, ma galvanizzato da una rete arrivata per fortuna immediatamente (altrimenti, io credo, non avremmo mai recuperato).
Come volevasi dimostrare, tutto il primo tempo è stato penoso oltre ogni dire. Un Atletico deconcentrato e senza nerbo ha subito costantemente l'azione del Valencia, che sul nostro fronte sinistro ha fatto tutto ciò che ha voluto: la premiata ditta Miranda-Godin-Filipe-Mario-Arda non ha saputo contrastare in alcun modo le incursioni di Pereira, Piatti e Banega (quest'ultimo in versione calciatore di lusso, quella che mostra due-tre volte all'anno, non di più) e solo San Courtois ha permesso ai colchoneros di arrivare indenni all'intervallo.
In avanti, al di là dell'azione del pareggio, i colchoneros non si sono mai visti: schiacciati nella propria metà campo, pressati dagli ospiti, si limitavano a buttare la palla avanti a caso per alleggerire la pressione, quando invece non la perdevano direttamente a centrocampo, innescando gli attacchi degli ospiti. Quando Arda, che pure non aveva fatto granché fino ad allora, al 25' è uscito per infortunio, ho temuto che il tracollo fosse ormai ad un passo. Simeone, dato un veloce sguardo alla panchina, ha estratto dal mazzo Raul Garcia, ma in realtà chiunque avesse estratto sarebbe stato uguale, considerato il livello di fantasia pari a zero presente a bordo campo fra i padroni di casa.
Non è un caso che l'argentino abbia chiesto a gran voce un giocatore di fantasia per la prossima stagione, in particolare Diego, un ritorno gradito per la quasi totalità dei supporters colchoneri. Si tratta d'altra parte di una mancanza antica nella rosa del club (quasi quanto la mancanza di un regista degno di questo nome), ma la dirigenza se ne è sempre fregata, puntando verso altre direzioni (i.e. I soldi garantiti da commerci più lucrosi). Personalmente dubito che Diego possa essere la soluzione, come ho più volte espresso in questo blog, ma pare che il brasiliano a Simeone piaccia e comunque sarebbe meglio di niente, o meglio... del niente garantito dal centrocampo Koke – Mario – Gabi – Raul Garcia visto ieri.


Una volta raggiunto a fatica l'intervallo, ero preso tra due pensieri contrastanti: una parte di me valutava la sconfitta come un'ipotesi quasi certa, l'altra considerava la ben nota incostanza di gente come Banega e Piatti e sperava che si sarebbero ben presto spenti, oltre a immaginarsi un Simeone piuttosto... ehm... convincente negli spogliatoi. 
 
Entrato in campo, l'Atletico pareva infatti trasformato: pressing, attenzione e misura tra i reparti, gioco (sia pure di caratura modesta, vista la scarsità di fantasia presente in campo), geometrie. Ne nasceva una costante iniziativa dei padroni di casa, capaci di mettere in difficoltà più volte Diego Alves, anche se mai in maniera netta: mancava sempre l'ultimo passaggio o comunque il guizzo capace di mettere l'attaccante in grado di non fallire. Ci si metteva anche l'arbitro, reso cieco su ammonizioni e rigori dalla possibilità che i colchoneros “rischiassero” di superare di nuovo il Real Madrid (a pensar male, si sa...).
Alla fine la partita finiva così, con molta delusione ma anche qualche barlume di speranza: vantaggio invariato sugli inseguitori, Valencia in primis, con una partita in meno e la sensazione che, anche “azzoppato”, l'Atletico sia un osso duro da rodere e quindi da battere. Certo la condizione non pare più quella della prima metà della stagione, ma ovviamente centrare il traguardo Champions' e la Coppa del Re farebbero dimenticare partite come quelle della seconda parte della stagione, giustificate in parte da una qualità della rosa deficitaria, sia per cause oggettive (giocatori inadeguati) che per motivi contingenti (per esempio un Adrian insulso peso morto da subito).
Per vivere tranquilli, però, è essenziale incamerare sei punti nelle prossime due gare (Getafe e Granada) e uscire indenni da Siviglia. Ad maiora...


Note positive
Courtois: preferirei che non rimanesse, dico la verità, se non come giocatore di proprietà, però è sicuramente un valore aggiunto, in questo momento di difficoltà fisica e mentale per chi dovrebbe fare la guardia davanti a lui.
Falcao: una palla buona, un gol. Non brilla come prima, ma fa il suo mestiere con l'abilità di sempre, almeno nell'area piccola. Si sfianca in un lavoro ingrato, far salire un centrocampo di lumache, ma ovviamente non può avere la lucidità di uno per il quale gioca tutta la squadra. Considerato questo, trovo difficile che accetti questa situazione anche il prossimo anno e decida di fermarsi.


Note negative
Difesa: a parte Manquillo, che comunque ha mostrato diverse imprecisioni, gli altri sono stati fortemente deficitari. Miranda e Godin spaesati, lenti e spesso fuori posizione, Filipe scarso sia in copertura che in avanti (chi ne elogia l'apporto in avanti dimentica il giocatore di La Coruña o anche il livello di Pereira ieri). 


Atlético de Madrid 1 Valencia 1 di acosart

 
Atlético de Madrid: Courtois 7,5; Manquillo 6,5, Miranda 5,5, Godín 5, Filipe Luis 5,5; Koke 6,5, Gabi 6, Mario 5,5, Arda sv (Raúl García, m. 26, 5,5); Diego Costa 6 y Falcao 7.


Valencia: Diego Alves; Joao Pereira, Ricardo Costa, Mathieu, Guardado; Parejo, Tino Costa; Piatti (Jonathan Viera, m. 83), Banega (Canales, m. 66), Jonas; y Valdez (Cissokho, m. 64).


Goles: 0-1, m. 4: Jonas aprovecha un error defensivo del Atlético a un centro de Joao Pereira. 1-1, m. 5: Falcao remata un centro de Arda Turan.
Árbitro: Javier Estrada Fernández (C. Catalán). Amonestó a los locales Koke (m. 78) y Filipe Luis (m. 90) y a los visitantes Parejo (m. 41), Piatti (m. 52) y Joao Pereira (m. 74).
Incidencias: partido correspondiente a la vigésima novena jornada de la Liga BBVA disputado en el estadio Vicente Calderón ante unos 38.000 espectadores.
 

2 commenti:

  1. El empate fue justo, incluso el Valencia pudo ganar en la primera parte. Se perdió la ocasión de superar al Madrid.

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    1. ¡Cuanta razon tienes, Fernando!
      ¡La ocasion perdida fue una lastima!

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