domenica 14 settembre 2014

Real Madrid – Atletico Madrid 1-2: l'ironia del Cholo


Qualche settimana fa, parlando con un amico più giovane di me (ebbene sì, sono ormai in quella fase in cui cominciano ad apparire amici appartenenti a un'altra generazione), raccontavo del “favoloso” Real dei primi anni del millennio, quello “Zidanes y Pavones”, secondo l'idiota definizione del presidente di allora, Florentino Perez, non a caso sul ponte di comando anche oggi. Si parlava della quasi sicura vendita di Di Maria, odioso quanto si vuole ma assolutamente fondamentale per le sorti della Casa Blanca l'anno scorso, e ricordavo quando, in un impeto di arroganza, Florentino decise che il suo Real non poteva permettersi un giocatore così insignificante come Makelele, uno che era un big in campo (col suo oscuro lavoro teneva in piedi l'intera baracca), ma che fuori non aveva nessun appeal mediatico. Makelele venne spedito al Chelsea come un ferrovecchio e, immediatamente, i giocolieri di Florentino si trovarono senza rete di protezione, infilando figuracce in serie.
Mentre ci domandavamo chi sarebbe rimasto fuori, tra attaccanti e centrocampisti, mi è venuto un pensiero maligno: «Vuoi vedere che, conoscendo il soggetto, verrà venduto l'unico imprescindibile nel gioco del Real, ovverosia Xabi Alonso?». Ma subito dopo mi sono “tranquillizzato”: «Impossibile che compiano un altro errore così idiota». Infatti. Detto e fatto, Xabi ha fatto le valigie verso Monaco di Baviera, colpevole forse di non far vendere molte magliette rosa o bianche con inserti rosa (???).
Così il Real ha perso il suo manovratore, colui il quale, col suo sacrificio e la sua sua scientifica (e occulta, e spesso ignorata dagli arbitri) violenza, manteneva in equilibrio l'ennesimo circo Barnum voluto da Florentino. Oltre al fatto che, a questo punto, se è vera l'asserzione di Ancelotti che “il calcio non è uno sport per signorine”, se ne è andato uno dei pochi calciatori “virili” della rosa: rimangono Pepe, Illarra e forse Ramos, ma tutti e tre sono troppo limitati per essere dei comandanti. E allora, caro Carletto, come la mettiamo? Come potranno mai farsi prendere sul serio le tue “signorine”, con quei cerchietti, quelle deliziose mossette, quelle tenere smorfiette di dolore per ogni minimo contrasto, quei capelli all'ultimo grido, quelle magliettine rosa o bianche con vezzose righine rosa a cui manca solo un insertino di pizzo per fare il botto di vendite sul mercato asiatico? Se persino la signorina cristiano ronaldo ha frignato a mezzo stampa per il mercato, vuol dire che la situazione è brutta, molto brutta. Poco male, penserà Perez, basta mettere un altro pacco di milioni sul tavolo durante la sessione invernale e tutto si risolverà. Lo pensava anche anni fa e alla fine è stato costretto a dimettersi, dopo aver creato una voragine nei conti del club.


Così pensavo nei giorni precedenti al derby, riflettendo su quanto, se il calcio fosse giusto, non ci dovesse essere partita a nostro favore, visto che noi abbiamo comprato con un progetto in testa, contando e ricontando i denari. Mica mosse azzardate come quelle viste sopra e pezze ancora peggiori del buco (Chicarito al posto di Falcao??? E con nessun'altra motivazione se non quella di non disturbare quello straordinario bomber che risponde al nome di... Benzema??? Uno che non ha altro merito se non quello di essere il cocco di Florentino??? Se tifassi per la parte sbagliata di Madrid, sarei incazzato a morte).


Ma che avremmo vinto l'ho capito quando ho visto il Cholo scherzare. Vi giuro, è accaduto davvero. Davanti a tutti. E nessuno l'ha capito, mi è parso.
È successo quando, in piena conferenza stampa, gli è stata fatta una delle tante domande imbecilli in cui molti giornalisti eccellono: “Chi è, secondo lei, il giocatore più forte del Real Madrid?”. Risposta del Cholo: “Casillas”. Apriti cielo: tutti a chiedersi il perchè. Cosa avrà mai voluto dire? Perchè fare il nome di uno che negli ultimi anni ha infilato una topica dopo l'altra, un raccomandato di ferro, capace di rimanere in Paradiso anche a dispetto del padrone, che non lo vorrebbe nemmeno dipinto (ma chi c'è di più potente di Florentino alla Concha Espina, io mi chiedo)? Ho visto sconcerto su ogni giornale, in ogni sito web, in ogni commento.
Io, invece, ho riso. Ho adorato l'ironia del Cholo, davvero. Cosa avrà voluto dire, tutti a chiedersi? Ve lo spiego io, con un efficace francesismo: che Casillas fa cagare. È il migliore di voi e fa cagare; figuratevi gli altri. Niente di più e niente di meno. Come ha dimostrato durante il derby.
E poi ho sorriso, perchè credo di aver interpretato il messaggio di Simeone: non è più tempo di sentirsi inferiori. Non lo siamo più. Adesso è certo: tre derby, due vittorie e un pareggio. Certo, il potenziale non è neppure paragonabile e chiunque, tra i nostri avversari, può azzeccare la giocata pazzesca (vedi Ramos qualche mese fa), ma, in generale, noi siamo davanti.
E ci possiamo permettere di prendervi in giro fingendo di farvi un complimento. Perchè in campo non va il numero di magliette vendute, né la tecnica da sola ma anzi accompagnata dalla grinta e dalla voglia di correre.
In campo non vanno i milioni di euro, ma ci andiamo noi. E noi siamo meglio di voi. Infatti il migliore di voi è uno che regala sempre un gol agli avversari.


La partita non ha fatto altro che confermare le mie impressioni. Un Atletico concentrato e preciso, ma non prettamente difensivo come si era visto spesso nei derby. Un Real piazzato a caso, abile solo nel far scorrere la palla da una linea laterale all'altra, lento, senza spunti in avanti, tutto petto in fuori e nessuno che si prenda una responsabilità che sia una. Per ora, un esercito da parata: tutto splendide uniformi lungo i boulevard e niente più.
Il primo tempo ci ha visto controllare senza particolari affanni, andare in vantaggio, subire il pareggio su rigore ineccepibile ma sciocco (Siqueira, decisamente, non è Filipe Luis) e poi rischiare qualcosa, ma molto meno di quello che riportano i giornali: giusto due occasioni di Benzema sulle quali Moyà era più che ben piazzato e quindi è tutto da dimostrare che se il francese non fosse stato la lumaca molle che è la partita avrebbe cambiato direzione.
Ha sorpreso la presenza di Raul Jiménez e l'esclusione di Griezmann, ma il messicano ha compiuto comunque la sua missione, almeno sul piano difensivo. Certo, le transazioni offensive sono state scarse e Mandzukic si è trovato privo di munizioni, ma, per la prima volta, non si è avuta la sensazione che l'Atletico non riuscisse ad arrivare alla porta avversaria, quanto che non avesse in campo gli uomini giusti per farlo. Probabilmente Simeone aveva puntato su un primo tempo accorto e una ripresa più aggressiva, come in effetti è avvenuto.


Nel secondo tempo, di fatto, non c'è stata partita. Non ricordo un solo tiro in porta del Real, i cui giocatori hanno vagato per il campo senza un perchè, sbagliando passaggi su passaggi. I colchoneros hanno pressato molto più alto e sono stati a lungo nella metacampo avversaria, permettendosi a un certo punto il lusso di una mediana Koke – Tiago, cioè tanta tecnica e media forza fisica. È stato quando Arda e Griezmann hanno sostituito Gabi e Jiménez, mostrando chiaro quale fosse il piano della coppia Mono Burgos – Cholo Simeone: baricentro un po' più alto e grande velocità in avanti. Siqueira ha arretrato il proprio raggio d'azione e Juanfran lo ha incrementato, generando una situazione di turbolenza nella metacampo avversaria. Non a caso il gol del vantaggio ha visto come protagonisti proprio il terzino, Arda e Griezmann (che ha iniziato l'azione nella zona laterale e poi ha tagliato diagonalmente verso il centro dell'area), oltre a un Raul Garcia sempre più leader silenzioso.
Da lì in poi, per assurdo, lo stesso copione di prima: controllo del campo e, a tratti, della sfera e nessun pericolo di subire il pareggio.


Dopo la mini-rivoluzione estiva, una Supercoppa in più in bacheca e un secondo posto in scia al Barcellona dopo 3 giornate di campionato. Non male, soprattutto se consideriamo lo sconquasso provocato nell'ambiente madridista, nel quale abbiamo fortemente rinfocolato i venti gelidi della crisi che avevano cominciato a spirare dopo il disastro di San Sebastian. Possiamo dirci soddisfatti, in particolare per i colpi inferti all'autostima del nostro eterno rivale.
Fu vera gloria”, però, per dirla col poeta? La squadra è ancora in costruzione, molte pedine non hanno ancora trovato la propria collocazione (Griezmann, Cerci, lo stesso Arda; per non parlare di Oblak) o hanno brillato a sprazzi (Mandzukic). Per assurdo che possa sembrare, abbiamo brillato sempre e solo contro il Real e la cosa, per la serie di motivi espressi all'inizio, non è affatto casuale: gli altri ci affrontano col coltello tra i denti, a differenza delle signorine tutte pizzi e merletti. Quindi, un invito alla prudenza, perchè la strada è ancora lunga e molti meccanismi sono ancora da perfezionare e/o da inventare ex-novo. In questo senso, la trasferta di Atene di martedì fornirà utili indicazioni.
Una cosa la possiamo già dire con certezza, però: lo spirito c'è ancora tutto, e chi conosce il Cholo non ne avrà mai dubitato.
E allora... stay tuned!


Note positive
Coesione: il secondo gol è un manifesto. Di primo acchito, pare che Raul Garcia manchi clamorosamente la palla e Arda ne approfitti, ma, a ben guardare dai replay, Raul finge e Arda già si aspetta la palla. Una giocata sopraffina e, soprattutto, un chiaro indizio di un gruppo mentalmente fortissimo, che si conosce a memoria, che si capisce senza bisogno di tante parole.
Moyà: un buon portiere, niente di più. Ma con la grande capacità di infondere sicurezza ai compagni e di farsi trovare sempre sulla traiettoria della palla. Ieri non ci sono state parate difficili, tutt'al più spettacolari, ma non difficili; tuttavia, Moyà c'era sempre.
Juanfran: una partita impeccabile, sia sul piano difensivo (soprattutto nel primo tempo), che su quello offensivo, appena ha avuto licenza di affondare. Dalle sue parti nessuno ha osato affacciarsi nell'area dell'Atletico, mentre da un altro dei suoi favolosi cross radenti è nato il gol della vittoria. E c'è chi ha il coraggio di preferirgli Arbeloa...


Note negative
Siqueira: bravo, ma non eccezionale. Vogliamo dir meglio? Bravo, ma non è Filipe Luis, ecco. Avanza palla al piede in più di un'occasione, ma difensivamente è friabile nel contrasto e troppo propenso a perdere la posizione dopo essere avanzato sulla fascia. Deve mangiarne ancora, di pane duro.
Raul Jiménez: diligente, fa tutto quanto gli chiede il Cholo. Copre, rimane attaccato al centrocampo, disturba gli avversari col pressing e con tutti quei piccoli trucchi che innervosiscono chi gli sta di fronte. Fa tutto bene, insomma. Tranne tirare in porta, o almeno provarci. Zero assoluto. Però mi risulta che sia un attaccante, o no? Anche lui deve crescere parecchio.



Real Madrid: Casillas; Arbeloa (Varane, m. 76), Pepe, Ramos, Coentrão; Modric, Kroos, James; Bale (Isco, m. 71), Benzema (Chicharito, m. 62) y Cristiano.
No utilizados: Keylor Navas; Nacho, Marcelo e Illarramendi.


Atlético de Madrid: Moyá 7,5; Juanfran 8, Miranda 7, Godín 7, Siqueira 6; Raúl García 7, Gabi 6,5 (Arda Turan, m. 60 8), Tiago 8, Koke 7; Raúl Jiménez 5 (Griezmann, m. 63 6,5) y Mandzukic 6 (Mario Suárez, m. 77 sv).
No utilizados: Oblak; Ansaldi, J. Giménez y Cerci.


Goles: 0-1. M. 10. Tiago. 1-1. M. 26. Cristiano, de penalti. 1-2. M. 76. Arda Turan.
Árbitro: Mateu Lahoz. Amonestó a Arbeloa, Modric, James, Chicharito, Miranda, Godín, Siqueira, Gabi, Koke, Mandzukic y Mario Suárez.
Santiago Bernabéu: 80.000 espectadores.

4 commenti:

  1. Ciao, c'è un modo per contattarla privatamente? Le vorrei chiedere un'informazione. Grazie :)

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    1. Nel mio profilo completo c'è l'indirizzo e-mail.
      A presto

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  2. Io non mi trovo d'accordo con te, ossia credo che il real sia molto più forte di noi e nel primo tempo ci hanno "massacrati", o per meglio dire il real sembrava fisicamente straripante e noi fragili fragili. E poi ho avuto la sensazione che ci avrebbero segnato da un momento all'altro. Poi nel secondo tempo si sono spenti per fortuna

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    1. Guarda, il calcio è anche frutto di opinioni e questo blog non sfugge alla regola. La partita l'ho vista tre volte e, a parte il momento della diretta, quando la tensione non ci rende obiettivi, a freddo la gara mi è apparsa controllata sempre e comunque dall'Atletico, con qualche difficoltà nella seconda metà del primo tempo. Comunque, se guardiamo le statistiche dei tiri, il confronto nel primo tempo è stato impietoso. Se invece guardiamo i tiri, il discorso cambia: sono pericolosi i tiri destinati fuori dallo specchio della porta? Io credo di no. E quelli sui quali il portiere è piazzato e la palla potrebbe entrare solo in caso di un suo grave errore? Ugualmente, no. Dal mio punto di vista, il Real non ha fatto nulla, tolto appunto cristiano.
      Il discorso vale anche al contrario, ci mancherebbe: la famosa grande occasione di Griezmann (tiro dalla linea di fondo direttamente sull'esterno rete) a mio parere non è niente di che, perchè segnare era impossibile.
      Che abbiano corso più di noi non mi pare, diciamo che ronaldo ha corso più di Siqueira e questo ha modificato la percezione complessiva: quando agiva sulla destra, in (teorica) aggiunta a Bale (un fantasma...), Koke si trovava da solo, vista la difficoltà di Siqueira. Però, a ben guardare, quante volte è successo: due? Tre?

      Dai,ragazzi, non si smonta una squadra e non si buttano via milioni in stelle galattiche per ritrovarsi un centrocampo che gioca solo in orizzontale, nessuno schermo davanti alla difesa e un centravanti che pare capitato lì per caso...

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