Primo avversario di spessore, prima caduta dell'Atletico. Non c'è neppure la scusante di un gioco scintillante messo in mostra dagli avversari, che si sono limitati a sviluppare il proprio copione senza svolazzi o particolari colpi di genio. Alla fine, se proprio si vuole condensare la partita in una sola icastica frase, potremmo dire che il Valencia è stato una squadra e i colchoneros no.
E questo ci riporta alla domanda iniziale: sempre la solita storia? Sempre la solita non-squadra che si frantuma appena incontra un avversario di livello? Non esattamente.
Il primo tempo dei colchoneros è stato molto deludente. La squadra non ha saputo fare altro che difendersi con un certo ordine ma senza vera efficacia, fare girare la palla in modo piuttosto sterile e attaccare con le solite estemporanee iniziative dei singoli, Adrian in particolare. Paradossalmente meglio nel secondo tempo, con la squadra meno allungata se non nella fatale azione del gol di Soldado, un gioco più veloce e propositivo, anche e soprattutto grazie all'ingresso di Arda Turan e Diego. L'impressione è comunque che il Valencia non sia mai stato veramente in difficoltà nella gestione della partita e, comunque, non abbia mai rischiato di perdere.
Sembra imprescindibile, a questo punto, una massiccia iniezione di tecnica, unita a una maggiore incisività dei movimenti d'attacco (con cambio di modulo annesso?) e a una crescita della condizione fisica. La mentalità del giocare la palla si conferma, ma a questi ritmi e con questi uomini non si va lontano.
Vediamo ora nel dettaglio alcuni aspetti della partita.
Note positive
Courtois: grande sicurezza, buoni interventi. Naturalmente due partite sono troppo poche per valutarlo, ma ciò che si vede promette bene. Purtroppo, più per il Chelsea che per l’Atletico, ma pazienza…
Silvio: buono nell’appoggiare il centrocampo, anche se manca ancora di continuità. L’impressione è che possa solo crescere e migliorare e che sia un buon acquisto. Tuttavia in un paio di occasioni si è fatto trovare troppo avanzato e fuori posizione, sbilanciando la già lenta e fragile difesa.
Gioco: i biancorossi hanno sempre cercato di giocare la palla, anche nelle fasi più concitate della partita. Questo è significativo, perché indica che il lavoro di Manzano è stato recepito in profondità e che ci sono buoni margini. Però perché si abbia una vera efficacia mancano ancora tre elementi: velocità, consapevolezza (l’impressione è che alle volte si rallenti il gioco solo per seguire i dettami del tecnico, qui chiaramente equivocato) e buoni giocatori (un Koke formato-maxi, un Diego in buona forma e un Reyes più uomo squadra sono imprescindibili).
Note negative
Centrocampo: opposta a un vero centrocampo, la linea Tiago – Suarez – Gabi ha mostrato tutta l'inadeguatezza che in molti temevano. La “cooperativa di regia” non ha funzionato, anche perchè nessuno dei tre ha un passo e una mente tali da poter dettare il gioco. Contro avversari che non siano solo organizzati (Osasuna), ma abbiano anche capacità tecniche e di gioco superiori alla media, questa linea a tre si perde e non riesce a fare altro che proteggere la difesa, sia pure affannosamente: gli scatti, le triangolazioni, i movimenti senza palla e tra le linee dei valenciani sono stati infatti sufficienti a mettere in crisi i tre, che per di più hanno totalmente abbandonato l'attacco, supportato solo occasionalmente da una “magia” di Tiago e da qualche lancio di Gabi. Come ho già detto, meglio il secondo tempo, con la squadra più corta e, soprattutto, con l’ingresso di Arda e Diego (e poi Juanfran) a formare un modulo magmatico che, nella sua forma finale, assomigliava a un 4-2-3-1, almeno nelle intenzioni di Manzano. Solo allora il gioco si è fatto meno prevedibile e più veloce, chiara indicazione che almeno l’ingresso di Diego non può essere rimandato ancora a lungo, se si vuole esaltare il gioco d’attacco che, almeno nelle intenzioni, si propone.
Falcao: chiaramente spaesato e fuori-forma, ha corso molto ma senza costrutto. Aspetti del tutto comprensibili se si considera che è reduce da una stagione infinita. Tuttavia, è necessario che si ambienti in fretta visto che, lo ripeto ancora una volta, non si vede chi altri possa segnare. Per una stagione diversa dalle solite, deve entrare presto in forma e, soprattutto, non deve farsi venire neanche un raffreddore. Mai.
Coppia Dominguez – Miranda: sul gol di Soldado si sono fatti infilare come polli (più Miranda, in verità). In generale, non hanno mostrato particolare sicurezza, né velocità. A mio giudizio, è imprescindibile Godin (quello vero, non quello incerto dell’anno scorso)
Movimenti d’attacco: ognuno andava per conto suo, seguendo un malsano estro che porta a tenere a lungo la palla e a provare inutili percussioni. In realtà, se mancano inserimenti dal centrocampo e dalle fasce, non si vede come il gioco possa mutare, quindi è chiaramente un problema globale. Detto di Falcao, ancora ridondante e inutilmente lezioso Reyes, mentre Adrian si è dato da fare e, pur portando palla, ha cercato di essere quanto più incisivo possibile.
Da quest’oggi aggiungo tabellino e pagelle. Scusate se nell’analisi della partita scorsa mancavano, ma ero (e sono ancora) in rodaggio…
Valencia: Guaita, Miguel, Rami, Víctor Ruiz, Mathieu, Albelda, Tino Costa (Topal, m.67), Pablo, Jonas (Canales, m.70), Piatti (Jordi Alba, m.61) y Soldado.
Atlético de Madrid: Courtois 6,5, Silvio 6, Miranda 5, Domínguez 5, Filipe Luis 5, Mario Suárez 5 (Juanfran, m.78,sv), Gabi 5,5, Tiago 5 (Diego, m.64, 6,5), Reyes 5, Adrián 6 (Arda, m.57, 6) y Falcao 4,5.
Gol: 1-0, m.52: Soldado.
Árbitro: González González (colegio castellano-leonés). Amonestó por el Valencia a Soldado y por el Atlético de Madrid a Mario Suárez y Tiago.
Incidencias: partido disputado en el campo de Mestalla ante 40.000 espectadores. Terreno de juego en aceptables condiciones. Acudió al encuentro el seleccionador nacional, Vicente del Bosque.
Ciao,
RispondiEliminaIo penso che Diego sia necessario per legare meglio centrocampo e attacco, perchè altrimenti questa squadra non potrebbe reggere le tre punte. Da qualche parte bisogna pure accorciare i reparti, e se ti proponi di giocare con tre punte (o comunque con quattro giocatori offensivi, in un 4-2-3-1), allora devi cercare di accorciare in avanti, nella metacampo avversaria, che la squadra la occupi in blocco piuttosto che costringere Adrian, Reyes a ripiegare continuamente, cosa improbabile.
Il trio Mario Suarez-Gabi-Tiago però non credo possa assolvere a questo compito, e senza una buona regia che faccia salire tutta la squadra, questo modulo non può reggere bene la fase difensiva: i tre centrocampisti non possono fisicamente coprire il campo in ampiezza sulle sovrapposizioni dei terzini avversari, e allora la soluzione passa per difendersi col pallone. Ma difendersi bene col pallone, non passarselo tanto per passarselo.
Per me l'ideale perciò sarebbe un 4-3-3 con Tiago-Koke-Diego a centrocampo e Reyes-Falcao-Arda in attacco.
Reyes non così accentrato come in queste prime due partite però.
Courtois mi sta lasciando un'impressione davvero OTTIMA. La sobrietà e la sicurezza con cui gestisce l'area piccola, oltre ai riflessi nelle parate, ma anche il gioco coi piedi eccellente. Con il Valencia si è visto poco quest'aspetto, ma nella prima con l'Osasuna ci son state una serie di azioni in cui con un passaggio ha saltato un'intera linea del pressing avversario, e permesso ai compagni di ripartire con una situazione di vantaggio. Un po' come Valdés nel Barça.