Alla
fine, come si suol dire, tutti i nodi vengono al pettine.
Dopo
la partita con l'Alaves molti avevano usato la statistica (27 tiri in
porta, 20 corner a favore, percentuali bulgare di possesso palla) per
raccontarsi un'altra partita, quella in cui eravamo solo stati
sfortunati e non lenti e confusi, quella in cui era mancato solo il
gol e non tutta la fase di gioco offensiva, quella in cui avevamo
giocato in maniera camaleontica e non semplicemente in modo
velleitario.
Dopo
la partita con il Leganes, visto che neppure la statistica ci
supporta (id est, ci obnubila), non possiamo più nasconderci.
Di positivo si è visto ben poco, giusto una minore confusione di
ruoli e posizioni in campo e la solita saldezza difensiva (anche se
Savic potrebbe evitare retropassaggi avventati). Di negativo, tutto
il resto: lentezza della manovra, pochissima lucidità nei passaggi,
totale assenza di fantasia, nessun movimento a smarcarsi, uno sterile
e vacuo portar palla.
Ancora
una volta, tra l'altro, Simeone ha dato l'impressione di aver
sbagliato formazione. Si parla tanto di mercato, di concorrenza
interna per ogni ruolo, e alla fine giocano sempre gli stessi. Come
già l'estate scorsa, dopo un lungo parlare di 4-3-3 e di Koke
mediocentro, arriva il campionato e ci troviamo le solite
facce nei soliti posti, in un 4-4-2 tanto stucchevole quanto privo di
fantasia.
Ora,
io non so se questo centellinare Gaitan (e Correa) si debba al suo
stato di forma non ancora ottimale, ma comincio ad essere un po'
stufo di tutto questo parlare estivo, e solo estivo, di
fantasia. Due partite contro due neopromosse e due formazioni
iniziali imbottite di centrocampisti centrali che poi, a vedere bene,
non sembrano essere più in forma degli uomini di fantasia rimasti in
panchina.
Di
certo c'è che quasi nessuno sembra in forma: Tiago rallenta il gioco
in maniera abnorme (e infatti è sparito dopo 45 minuti di Alaves);
Gabi si limita al compitino; Saul e Koke, forse perchè sballottati
per tutto il campo, non tengono le posizioni in maniera efficace né
propongono gioco; Carrasco fa poco e nulla, soprattutto non detta mai
il passaggio e aspetta sempre la palla sui piedi; Fernando Torres ci
mette la voglia e poco di più; Oblak si concede distrazioni
imperdonabili.
Di
fatto, si salvano i quattro della difesa e, in parte, Gameiro, che si
sbatte e svaria moltissimo, anche se davanti alla porta si perde.
Non
c'è molto da stare allegri, insomma. Quello che più mi preoccupa,
in realtà, è l'atteggiamento del Cholo. Mi ero ripromesso
già a febbraio di scriverci un post, su Simeone, stuzzicato dal
commento di un lettore che, senza mezzi termini, lo definiva forse
inadatto a farci fare il salto di qualità, poi i casi della vita mi
hanno allontanato per un po' da questo blog. Rimane sempre l'idea di
mettere giù per iscritto le mie idee (e quindi, Thp723, ti devo un
post...); diciamo che per ora mi limiterò a un brevissimo sunto.
Sunto che ruota intorno a una provocazione bella e buona: ma
il Cholo sa costruire un gioco offensivo? Sono
anni che lo sento parlare di tasso tecnico da elevare a centrocampo e
in attacco, di acquisti fondamentali per fare il passo avanti
decisivo (per primo Diego, da ultimo Gaitan), e poi giocano sempre
gli stessi, quelli che di saltare l'uomo con la difesa schierata non
sarebbero capaci nemmeno in dieci vite. Il salto di qualità vero,
definitivo, si fa quando si hanno giocatori per imporre il proprio
gioco, giocatori devastanti nell'uno contro uno anche in spazi
ristretti e non solo in campo aperto, giocatori che grazie a tecnica
e fantasia riescono a creare gli spazi. E chi sarebbero, in questa
rosa? Gaitan? Forse. Koke? Talvolta. Griezmann? Ogni tanto. Di tagli,
sovrapposizioni e smarcamenti non si è visto quasi nulla, in nessuna
delle due partite.
Tanto
più che, diversamente dall'Alaves, il Leganes non ha giocato
“all'anticalcio”, ma ha fatto una buona partita, basata su
organizzazione e corsa (senza le fastidiose sceneggiate e perdite di
tempo dei baschi, cui auguro di cuore la retrocessione), a cui noi
non abbiamo saputo contrapporre nulla di nulla. Qui pare di vedere le
squadre di Mourinho: quando le cose non vanno bene, dentro tutti i
giocatori offensivi “alla caso” e vediamo che cosa succede.
Naturalmente,
con un po' più di fortuna, potremmo stare qui a commentare un paio
di vittorie per uno a zero, ma non crediate che i discorsi, almeno i
miei, sarebbero tanto diversi: c'è tanto da lavorare, ma soprattutto
c'è da decidere in che direzione.
Un'ultima
cosa, esplicita che più esplicita non si può: le statistiche non
contano niente. 20 corner per una squadra che da due anni non sa più
sfruttarli non servono a nulla. 27 tiri da posizione defilata neppure
(non sono stati i portieri avversari a fare partitoni, ma i nostri
quasi sempre a tirargli addosso, perché calciare da posizione
defilata e con un angolo di tiro limitato raramente porta al gol,
così come colpire di testa su cross liftati e prevedibili dalla
trequarti).
Vedremo
cosa ci riserverà il futuro. Per ora siamo agli inizi, quindi
diciamoci le cose come stanno ma senza fare drammi eccessivi.
Note positive
Filipe:
di fatto, l'Atletico in fase offensiva è quasi solo lui. Corre,
pressa, rilancia l'azione e spesso arriva fin sulla trequarti, quando
non in area. Francamente, chiedergli anche di segnare come un
centravanti mi pare troppo.
Note negative
Fernando
Torres: eccolo, il centravanti... Il gol che sbaglia con un
appoggino morbido morbido di testa davanti al portiere è
inqualificabile, ma in generale, anche nella tanto incensata partita
contro l'Alaves, il suo contributo è essenzialmente corsa. Sicuri
che Borja Baston proprio non sarebbe servito, magari fino a gennaio?
Oblak:
con l'Alaves, una dormita nel finale che ci è costata un gol (con la
complicità dei due centrali di centrocampo); ieri un paio di
distrazioni inammissibili e un calcione proditorio in faccia a
Guerrero che avrebbe potuto essere punito con rigore ed espulsione.
Urge una svegliata.
Leganés Serantes;
Víctor Díaz, Bustinza, Mantovani, Diego Rico; Alberto Martín
(Insua, min.61), Rubén Pérez, Gabriel, Unai López; Szymanowski
(Adrián Marín, min.46), Guerrero (Machís, min.82).
Atlético de Madrid Oblak 5; Juanfran 6, Godín 6,5, Savić 6, Filipe 7; Augusto 5 (Gaitán, min.78 sv), Gabi 5,5 (Carrasco, min.62 5), Saúl 5, Koke 4; Griezmann 5,5, Gameiro 5,5 (Torres, min.57 4,5).
Árbitro: Sánchez Martínez (colegio murciano). Amonestó a Saúl (min.36), Alberto Martín (min.60), Rubén Pérez (min.69) y Mantovani (min.71).
Incidencias: partido correspondiente a la segunda jornada de la Liga Santander disputado en el estadio de Butarque ante 11.000 espectadores. En la previa se guardó un minuto de silencio en memoria de las víctimas del terremoto de Italia.
Atlético de Madrid Oblak 5; Juanfran 6, Godín 6,5, Savić 6, Filipe 7; Augusto 5 (Gaitán, min.78 sv), Gabi 5,5 (Carrasco, min.62 5), Saúl 5, Koke 4; Griezmann 5,5, Gameiro 5,5 (Torres, min.57 4,5).
Árbitro: Sánchez Martínez (colegio murciano). Amonestó a Saúl (min.36), Alberto Martín (min.60), Rubén Pérez (min.69) y Mantovani (min.71).
Incidencias: partido correspondiente a la segunda jornada de la Liga Santander disputado en el estadio de Butarque ante 11.000 espectadores. En la previa se guardó un minuto de silencio en memoria de las víctimas del terremoto de Italia.
Allora aspetto questo post che mi devi per scrivere le mie impressioni su Cholo, finale della scorsa stagione e inizio di questa!
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