domenica 25 settembre 2011

Barcellona – Atletico 5-0: il ritorno della banda del buco

Negli ultimi giorni, mi ero avvicinato a questo Barcellona – Atletico con un misto di speranza e timore: temevo la potenza del Barça e d’altra parte speravo che questo nuovo Atleti, munito finalmente di un’idea di gioco, potesse sfruttare il momento difficile dei blaugrana come avevano fatto Milan e Valencia prima di lui. In fondo, Manzano, Gabi e Falcao avevano sparso fiducia a piene mani: di solito, negli anni scorsi, questo aveva sempre significato umiliazione sicura, ma questa volta speravamo in tanti non in una vittoria, ma almeno in una sconfitta onorevole, che sancisse i progressi fatti dai rojiblancos…
Mi è bastato vedere la FORMAZIONE INIZIALE per capire che saremmo andati incontro alla SOLITA UMILIANTE DISFATTA.
Se vai a Barcellona con Perea e Lopez come terzini, un centrocampo di puro contenimento (la fantasia dovrebbe mettercela Tiago? Ma non scherziamo…) e Arda in panchina,  l’unica incognita è quanti minuti passeranno prima che la partita possa dichiararsi chiusa. Ieri ne sono bastati 15.
Il risultato è stato un Atletico inguardabile, troppo basso e accentrato, troppo lento e troppo statico: non si è mai visto un accenno di pressing né un passaggio che puntasse ad allargare il gioco, ad alzare il baricentro. Solo una squadra impegnata scolasticamente a rimanere corta e a passarsi la palla per vie centrali e orizzontali, fatalmente destinata a perderla. D’altra parte, gli unici in grado di accendere la luce in mezzo al campo, Arda e Diego, erano confinati uno in panchina e l’altro in attacco, sulla fascia destra, totalmente ignorato dai compagni.
In più, con due terzini inesistenti a tutti i livelli, Manzano ha favorito la tendenza del Barça a giocare su un lato del campo in attesa che la massa biancorossa che occupava il centro pendesse verso quel lato per poi aprire su quello opposto, ormai sguarnito. Ora, si tratta di una caratteristica usuale nel gioco dei blaugrana: è vero che tra il dire e il fare ce ne passa, ma qui non ho visto neppure un accenno a una qualunque contromossa.
Tra il quarto minuto (traversa fortuita di Tiago) e l’ottantatreesimo (pericolo causato da Adrian e Gabi) non si è visto assolutamente nulla, mentre il Barcellona chiudeva il primo tempo con il 69% di possesso palla e la partita con il 64%.
Nel secondo tempo, ormai sul 3-0, entravano Salvio e Arda con lo scopo di aprire il gioco sulle fasce  e mettere pressione al Barça già verso la metacampo, segno che Manzano sapeva cosa avrebbe dovuto fare fin dall’inizio.
Così, senza neanche provarci, un Atletico dimesso e rinunciatario si è consegnato inerme al Barcellona, che non ha nemmeno dovuto faticare per rifilargli 5 reti una più ridicola dell’altra, per posizionamento difensivo e reattività dei giocatori biancorossi. Esemplare la terza rete, con otto rojiblancos dimessi e rinunciatari a osservare Messi intento a fare quel che voleva in area (anche grazie al movimento ridicolo e inspiegabile della premiata coppia Suarez - Godin).

Note negative:
Perea: una VERGOGNA. Manca il traversone di Xavi e rovina a terra da solo sul primo gol, liberando un’autostrada davanti a Villa; corricchia accanto a Messi che taglia tutta la trequarti in occasione della quarta rete; incespica e si inginocchia davanti alla Pulce dodici minuti dopo, in occasione del 5-0. Oltre alla sensazione di RIDICOLO che trasmettono le sue prodezze, aggiungiamoci una totale mancanza di peso in avanti. E’ vero, Silvio è infortunato, ma persino in carrozzella avrebbe fatto meglio di lui.
Antonio Lopez: preferito inspiegabilmente a Filipe, è totalmente colpevole sul secondo gol, quando “insegue” insieme all’altro bradipo Tiago un Messi che scivola via senza timore alcuno. Sul terzo, passeggia in totale souplesse mentre il solito Messi fa quel che vuole in area.
Miranda: una statua di sale in tutti e cinque i gol. Fermo, lento nel breve, spesso addirittura spaesato. Si rafforza il sospetto che possa assurgere al Pantheon Atletico cui già appartengono gli altri carioca Ivan Rocha, Fabiano Eller e Andrei Frascarelli…
Reyes: ancora una volta inutile e senza carisma, incapace non solo di essere leader, ma anche di appoggiare le iniziative dei compagni.
Manzano: non puoi dichiarare che l’Atletico può arrivare terzo e poi presentarti al Camp Nou con una formazione rinunciataria negli uomini e nell’atteggiamento. Incomprensibili le scelte di mettere Lopez al posto di Filipe, di togliere Diego dal cuore del gioco e lasciarci invece Tiago e di tenere in panchina Arda. Qualcosa di meglio si poteva fare, come si è visto nel secondo tempo, quando comunque il Barça era molto calato. Nell’insieme, ha dato l’impressione di aver preparato la partita in modo dilettantesco, schierando una formazione non solo sbagliata, ma anche del tutto inadeguata al gioco che il Barcellona propone (e non da ieri …)



Barcelona: Valdés; Alves, Mascherano, Abidal (Maxwell, min.81), Sergio Busquets (Piqué, min.53), Xavi, Cesc (Keita, min.72), Thiago, Pedro, Villa y Messi.

Atlético de Madrid: Courtois 5; Perea 3, Godín 4, Miranda 3, Antonio López 4, Mario Suárez 4 (Arda Turan, mi.46, 5), Tiago 5 (Adrián, min.79 sv), Gabi 5, Reyes 4 (Salvio, min.46 4,5), Diego 4,5 y Falcao 5.


Goles: 1-0: Villa, min.9. 2-0: Miranda (p.p), min.15. 3-0: Messi, min.26. 4-0: Messi, min.78. 5-0: Messi, min.90.
Árbitro: Delgado Ferreiro (Colegiado vasco). Mostró tarjeta amarilla a Piqué (min.71) y Perea (min.72).
Incidencias: Partido de la sexta jornada de Liga disputado en el Camp Nou ante 83.154 espectadores. Los jugadores del Barça saltaron al terreno de juego con una camiseta de ánimo a su compañero Ibrahim Afellay, que estará seis meses de baja por una grave lesión de rodilla.

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