Al
termine di una prestazione schizofrenica e sconcertante, l'Atletico
si guadagna il diritto a guardare al ritorno degli ottavi di finale
di Europa League, sul difficile campo di Istanbul, con una certa
tranquillità. Peccato che, a un primo tempo scintillante e
praticamente perfetto, sia seguita una seconda parte di gara orrenda
che ha seriamente rischiato di vanificare tutto quanto fatto fino ad
allora e che ha impedito che sulla pratica-qualificazione venisse
posta una vera e propria pietra tombale.
Nei
primi 45 minuti i colchoneros avevano sofferto leggermente solo
all'inizio, messi in difficoltà dal gioco di Manuel Fernandes tra le
linee, da qualche numero di Quaresma (presto spentosi
ignominiosamente) e da qualche punizione dalla trequarti destra. Per
altro, si erano comunque resi insidiosi in contropiede, con due
occasioni malamente sprecate da Falcao al 3' e da Salvio,
quest'ultimo capace di sprecare una grande combinazione Adrian –
Koke calciando fuori a porta vuota.
Salvio
si era però ben presto fatto perdonare, realizzando una doppietta
nel giro di tre minuti. Al 24' Koke, da centrocampo, cambiava fronte
con un lancio di 50 metri che raggiungeva Salvio sulla fascia destra:
ottimo controllo dell'argentino, che insisteva nell'azione personale,
entrava in area e piazzava la palla sul secondo palo. Al 27' lo
stesso argentino, dopo aver tagliato verso il centro, riceveva un
lancio filtrante sempre da Koke, avanzava centralmente e concludeva
con un delizioso pallonetto.
La
differenza tra le due squadre era ora nettissima e Adrian, presente
in quasi tutte le azioni d'attacco, si incaricava di ribadirla con un
gol da cineteca: rubava palla a centrocampo, avanzava centralmente
fino al limite dell'area dove dava l'impressione di aspettare la
sovrapposizione degli accorrenti Falcao e Koke per il passaggio
filtrante; invece accelerava d'improvviso, sgusciava tra 4 avversari
e fulminava Gönen,
segnando un gol fantastico.
Dopo
una tale prova di forza, ci si aspettava un secondo tempo all'insegna
della tranquillità, in cui magari si riuscisse anche a incrementare
il vantaggio, oltre che a mantenere la porta inviolata. Ma la
sgradevole sorpresa era dietro l'angolo: il Beşiktaş
tornava in campo determinato, com'è naturale, a cercare il gol della
speranza: perciò stringeva le linee, aumentava il pressing sugli
avversari, avanzava il baricentro e... toglieva Quaresma. L'Atletico
giocava così in contropiede, o meglio lo avrebbe fatto, se i
colchoneros non fossero rientrati lenti e deconcentrati, con le ben
prevedibili conseguenze che già altre volte abbiamo visto:
approssimazione nel controllo della palla e nei passaggi, lentezza
nella manovra, gioco ridotto alle sole sterili iniziative
individuali. Le numerose palle perse generavano molti pericoli ai
biancorossi,che subivano subito il gol dell'ex, con Simao abile ad
approfittare di una respinta su calcio d'angolo al 52', e poi
rischiavano più volte di subire il secondo gol, senza rendersi
pericolosi fino al 75', quando prima Falcao e poi Koke sfioravano il
gol.
L'acme
si raggiungeva negli ultimi minuti: al 87' Courtois evitava il gol su
calcio d'angolo; quattro minuti dopo Godin di testa rischiava la
clamorosa autorete.
Fortunatamente
arrivava la fine e la partita poteva così essere archiviata, dopo
aver ribadito un paio di cose. In primo luogo, che i colchoneros sono
stanchi, situazione più che comprensibile se si considera che
giocano sempre gli stessi, vista la situazione delle assenze e, più
in generale, della ristrettezza della rosa. Poi, che in Europa non si
può distrarsi un attimo, perchè il livello degli avversari è
comunque alto. Infine, che l'Atletico è ancora una squadra ingenua,
che non è in grado di gestire la partita e fatica a fare risultato
se non gioca al 100%.
Note
positive
Adrian:
gioca
60 minuti, svariando su tutto il fronte d'attacco e mettendo lo
zampino in quasi tutte le azioni d'attacco. Il gol poi è la classica
ciliegina sulla torta.
Koke:
ottimi
i suoi lanci filtranti, che fruttano due gol e diverse altre azioni
pericolose.
Salvio:
gioca
solo un tempo (come a Siviglia), sbaglia un gol già fatto, ma ne
segna due dopo aver dimostrato di saper fare qualcosa di diverso dal
correre senza senso. Era ora!
Note
negative
Perea
– Godin: il
loro secondo tempo è inguardabile. Errori di posizione, di
controllo, di rilancio; insomma errori di qualunque tipo. Più di
Godin che di Perea, d'accordo, ma dietro si balla parecchio.
Mario
Suarez:
neanche il tempo di pensare che persino lui, grazie a Simeone, sembra
migliorato, che regala un secondo tempo da incubo. La sua presenza
sulla trequarti avversaria è da sempre impalpabile, visto che non ha
mai fatto assolutamente da schermo ai compagni in tutta la sua
carriera. Ma oggi chiarifica a tutti perchè è riserva e perché,
magari, dovrebbe rimanerlo a vita.
Atlético
de Madrid:
Courtois 6,5;
Juanfran 6,5,
Perea 5,
Godín 4,5,
Filipe 6;
Salvio 7,5
(Domínguez,
m. 81 sv),
Gabi 7,
Mario 5,
Koke 7,5
(Saúl Ñíguez, m. 84 sv);
Adrián 8
(Pizzi, m. 62 5)
y Falcao 5,5.
Besiktas: Cenk Gonen; Ibrahim Toraman, Sivok, Korkmaz, Kavlak; Simao, Manuel Fernandes, Ernst, Neciop Uysal (Edu, m. 80), Quaresma (Koybasi, m. 46); y Pektemek (Holosko, m. 74).
Goles: 1-0, m. 24: Salvio bate a Cenk Gonen tras dejar atrás a un rival con un control perfecto. 2-0, m. 28: Salvio supera por encima la salida del portero del Besiktas. 3-0, m. 37: Adrián culmina una preciosa jugada individual. 3-1, m. 53: Simao empalma a la escuadra.
Árbitro: Jonas Eriksson (SWE). Amonestó al visitante Ernst (m. 74).
Incidencias: partido de ida de los octavos de final de la Liga Europa, disputado en el estadio Vicente Calderón ante unos 25.000 espectadores.
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