Centouno giorni dopo
Bucarest, il risultato non cambia: ancora una volta, al termine di
una partita non particolarmente difficile, l'Atletico schianta i
baschi grazie a un Falcao mostruoso.
È
pur vero, come hanno sottolineato alcuni, che l'opposizione
dell'Athletic è stata praticamente inesistente (il morale dei
ragazzi di Bielsa è da ricostruire pesantemente, e forse anche
l'ambiente dello spogliatoio), ma credo comunque che questa partita
sia stata un test probante, perché ha portato alla luce alcuni punti
interessanti.
Innanzitutto la stessa voglia e la stessa aggressività dello scorso anno, con la medesima attenzione alla difesa “di squadra”, a partire dal lavoro di pressing sui difensori avversari da parte di uno splendido Falcao.
Poi un tentativo di
maggior gioco corale,
basato sugli inserimenti dei centrocampisti e dei terzini e su veloci
triangolazioni. Questo mostra come, al momento di rinunciare a Diego,
Simeone abbia velocemente elaborato un piano alternativo, per il
quale l'arrivo del Cebolla e la riconsiderazione di Raul Garcia, due
col gol in canna dalla trequarti, sono perfettamente adatti.
Ancora, l'insistenza
su Arda
come trequartista in senso puro, vale a dire libero di svariare
totalmente, in particolare grazie ai continui interscambi con Koke,
autore a sua volta di una partita di spessore.
Certo l'assenza
di Diego genera un gioco
diverso, con conseguenti
aspetti sia positivi che negativi. Si vede maggiore velocità nella
manovra e a correre è il pallone, più che il calciatore; d'altra
parte, manca un pizzico di fantasia, per cui non è il colpo di genio
di un solista, ma la geometria e la velocità delle combinazioni a
sorprendere l'avversario. I movimenti palla al piede di Diego erano
spesso irritanti, però erano anche talvolta accompagnati da
autentiche perle calcistiche e in diversi casi erano finalizzati alla
profondità. L'ideale quest'anno sarebbe stato avere un Diego più a
servizio della squadra e meno narciso, ma ahimè tutto non si può
avere con questa penosa dirigenza, perciò accontentiamoci. Anche
perché sono convinto che grazie alla maggior circolazione della
palla sulla trequarti ci saranno più occasioni da gol da fuori area.
Diego Costa,
grazie alla sua fisicità e alla sua mobilità, sembra integrarsi
perfettamente con Falcao, con cui ha sfornato buone combinazioni
d'attacco per i dieci minuti circa in cui i due sono stai in campo.
Inoltre pare aver finalmente acquisito la maturità per essere anche
punto di riferimento in avanti in assenza del colombiano.
Adrian
continua a latitare, ha sbagliato anche un gol clamoroso sul finire,
sempre su assist di Diego Costa.
In conclusione, il
dominio dell'Atletico è stato nettissimo e mai in discussione; la
partita ha offerto spunti positivi anche se ovviamente inseriti in
una situazione complessiva ancora piuttosto fosca (ultime mosse di
mercato in uscita, rosa corta e poco equilibrata...). Venerdì contro
il Chelsea ne sapremo di più.
Note positive:
Falcao: al
momento è, senza alcun dubbio, il miglior centravanti del pianeta.
Non si limita a segnare, ma gioca anche per la squadra: è il primo
difensore e la boa per gli inserimenti dei compagni, oltre a tenere
sotto costante apprensione le difese avversarie. Nell'azione del
primo gol, sono da manuale sia lo scatto con cui brucia San Josè,
sia il movimento del corpo con cui guadagna il metro fondamentale e
protegge il pallone dall'avversario; nell'azione del secondo, il
movimento in acrobazia a mezz'altezza sullo stretto è da antologia.
Miranda:
bene nelle chiusure e nei rilanci dalle retrovie, non perde mai la
calma, anche se talvolta appare in difficoltà nel breve (ma è un
suo difetto inestirpabile, credo). Comunque non perde mai la
posizione.
Arda:
splendidi i colpi di genio con cui infarcisce una prestazione di
ottimo livello tattico e dinamico. Si scambia spesso con Koke e
agisce prevalentemente sul centrodestra. Talvolta si estranea e
costringe quindi la manovra sui piatti binari della prevedibilità
nella ricerca di Falcao; deve quindi essere più continuo.
Koke:
ottimo per senso della posizione, dinamismo e maturità nella
gestione del gioco. Un suo scambio stretto con Gabi al 36', quasi
coronato dal gol, è pura poesia.
Note negative
Rodriguez:
ancora piuttosto timido, tiene la posizione e non spinge forte in
avanti.
Godin – Filipe: buoni
per la maggior parte del tempo, si mostrano vulnerabili nel finale ai
tagli in obliquo dei giocatori baschi, che si presentano un paio di
volte davanti a Courtois. Imbarazzante, in particolare, il modo con
cui Godin è lasciato al palo da Ibai al 87' (con Filipe che,
inspiegabilmente in controtempo, sale invece di difendere).
Atlético de
Madrid: Courtois 7; Juanfran 7, Miranda 7,5,
Godín 6,5, Filipe Luis 6,5; Mario Suárez 6,5;
Arda Turan 7,5 (Adrián, m. 64, 5), Gabi 6,5,
Koke 7,5, Cristian Rodríguez 5,5 (Diego Costa, m. 71
7); y Falcao 8,5 (Tiago, m. 81 6,5).
Athletic
Club: Iraizoz; Iraola, San José (Muniaín, m. 46), Gurpegui,
Íñigo Pérez; Iturraspe; Susaeta (Ibai Gómez, m. 46), De Marcos,
Ander Herrera (Ruiz de Galarreta, m. 60), Ismael López; y Aduriz.
Goles:
1-0, m. 19: Falcao se marcha de su marcador y pica el balón ante la
salida de Gorka Iraizoz. 2-0, m. 42: Falcao remata un centro de
Godín. 3-0, m. 59: Falcao, de penalti. 4-0, m. 84: Tiago, con un
trallazo a la escuadra desde fuera del área.
Árbitro:
Fernando Teixeira Vitienes (C. Cántabro). Amonestó a los locales
Filipe Luis (m. 43), Miranda (m. 44) y Gabi (m. 80) y a los
visitantes Gurpegui (m. 12), Íñigo Pérez (m. 36) y De Marcos (m.
90).
Incidencias:
partido correspondiente a la segunda jornada de Liga en Primera
División, disputado en el estadio Vicente Calderón ante unos 35.000
espectadores. Laura López, medalla de plata en waterpolo en los
Juegos Olímpicos de Londres 2012, hizo el saque de honor del
partido.
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