mercoledì 4 marzo 2015

Siviglia – Atletico Madrid 0-0: tutti in trincea!


Se c'è una cosa che si può dire senza timore di essere smentiti, è certamente che Diego Simeone conosce molto bene i suoi giocatori e sa quasi sempre metterli in condizione di rendere al meglio.

In considerazione di ciò, appare chiaro che l'ennesima partita orrenda e senza apparente criterio dell'Atletico sia, in realtà, il massimo che può fare questa squadra al momento, o comunque il massimo che Simeone ritenga possa fare.
Preso atto che la condizione fisica sia quella che sia, che volontà e grinta da sole non bastino a dimenticare gli infortuni e che limitare i danni sia la cosa migliore da fare in questo momento, il Cholo ha impostato a Siviglia una partita di puro contenimento. Un punto doveva essere e un punto sarebbe stato. D'altra parte, la trasferta in Andalusia seguiva almeno un'altra partita fuori casa nella quale la strategia di base era stata l'attesa dell'avversario, segno che Simeone aveva ben chiare le difficoltà, fisiche ma non solo, della propria squadra (in quella prima, a Vigo, d'altra parte, l'azzardo era stato pagato carissimo). In questo senso, è sempre più evidente che il derby del Calderon sia stata un'eccezione nel febbraio interlocutorio dei colchoneros e non il metro di paragone rispetto al quale giudicare le altre gare o le condizioni psico-fisiche della squadra.

In attesa che la condizione fisica migliori come da programma, che gli infortunati recuperino, che gli squalificati ritornino (ahi, l'annoso problema dei numerosi inutili cartellini gialli...) e nel timore che i diffidati si becchino un nuovo fatale cartellino (...), Simeone sceglie il bassissimo profilo. Una scelta che finora non ha pagato, come dimostra non solo Leverkusen, ma anche Siviglia: qui, se è vero che non abbiamo rischiato moltissimo, è altrettanto vero che se Iborra non avesse centrato il palo staremmo a parlare di ulteriore sconfitta.
Comunque sia, il piano era chiarissimo: tutti in trincea, sperando che là davanti Arda, in un qualche modo, imbeccasse Griezmann e magari garantisse un insperato gol di vantaggio.

Ecco dunque un 4-4-2 molto simile a un 4-5-1, con un centrocampo di puro contenimento (da destra a sinistra, Gabi-Tiago-Suarez-Raul Garcia), un terzino sinistro “di fortuna” e perciò non a suo agio (Gamez) e un terzino destro cui era stato chiaramente imposto di non lasciare mai scoperta la propria fascia (un Juanfran spento e bloccato come mai avevo visto). “Davanti” (…), un Arda che aveva il compito di ripiegare difensivamente sulla fascia sinistra e un Griezmann che avrebbe dovuto approfittare degli spazi alle spalle dei difensori avversari per puntare alla porta.

In questo piano, Simeone ha forse dimenticato una delle regole non scritte del calcio: non conta con quanti giocatori si difende, ma quanto profonda è la difesa. Quattro centrocampisti di contenimento in riga non aumentano le capacità difensive, ma costituiscono una linea rigida che più facilmente si presta a rompersi se sottoposta a pressione. Senza attaccanti che difendano in fase di non possesso, che sporchino le linee di passaggio avversarie, che costringano gli avversari a non alzare il proprio baricentro, non si riesce a fermare una squadra determinata ad attaccare.
Questo si è visto chiaramente a Siviglia, dove i maggiori problemi sono venuti dagli inserimenti di Iborra da dietro e da continue triangolazioni sullo stretto che puntavano a disarticolare le linee della difesa colchonera e a creare situazioni di due contro uno che favorissero gli attaccanti. Paradossalmente, il fatto che l'Atletico abbia giocato quasi interamente ripiegato nella propria trequarti, se da un lato ha favorito la pressione avversaria e quindi un'inerzia pro-Siviglia lungo buona parte della gara, dall'altro ha favorito una difesa di tipo passivo, basata sulla densità in area e sulla conseguente necessità di forzare il tiro da parte degli attaccanti avversari. Questo tipo di difesa, certamente non voluto da Simeone, che infatti continuava a chiedere ai suoi di alzare il baricentro, ha però prodotto come conseguenza la sparizione dal gioco dei due davanti, con Arda impegnato in chiave puramente difensiva e Griezmann a vagare senza meta né scopo.

D'altra parte, il vero punto debole del piano di Simeone (che a mio giudizio, come ho scritto più volte, sottovaluta troppo il fatto che l'Atletico si faccia schiacciare dagli avversari, poiché si fida eccessivamente dell'abilità difensiva dei suoi difensori: un errore o una deviazione sfortunata possono sempre capitare) era proprio nell'aver approntato un piano senza avere tutti gli uomini che potessero portarlo a compimento: Griezmann, infatti, non è Diego Costa. Sarebbe stato un piano sensato, rischiosissimo ma sensato, se il francese avesse la potenza fisica necessaria a fare reparto da solo; purtroppo così non è, perché Griezmann rende al massimo se può infilarsi negli spazi creati da qualcun altro, come Mandzukic. Ed ecco spiegato quel “quasi” nella prima frase: ogni tanto chiede a qualcuno di fare ciò che non può fare. Tutti erano nel posto nel quale potevano, a giudizio del Cholo, rendere al meglio, tranne il francese, il turco e... il croato.

Forse con Mandzukic fin dall'inizio la gara sarebbe stata diversa, forse no. Sta di fatto che, se l'Atletico non ha preso reti, certo non ha corso il rischio di segnarne. E comunque, se Iborra avesse segnato, non credo che avremmo mai recuperato: mancavano le gambe e l'inventiva.
Aggiungo anche che, se non sono queste le partite in cui può giocare Cani, proprio non so quando potrà farlo.

A conferma di tutto ciò, il netto miglioramento nella seconda parte. Dico netto ma non intendo con questo che la lancetta del barometro abbia virato sul positivo: solo qualche trama, un po' di velocità e un paio di iniziative solitarie di Fernando Torres (lui sì che il fisico per fare l'eroe solitario là davanti ce l'avrebbe, peccato per la mira...). Non credo sia un caso che tutto questo sia avvenuto con in campo due attaccanti.

In conclusione, un dato che la dice lunga sulla partita: Atletico 179 passaggi, Siviglia 405. Impietoso.

Voltiamo pagina e aspettiamo con fiducia che alcune fragilità passino. Altro non possiamo fare.

Note positive
Fernando Torres: la squalifica di Griezmann lo lancia nell'arena in vista del match contro il Valencia. Nella mezzora in cui gioca mostra forza, velocità e determinazione. Peccato per la mira, che latita, e per la scarsa lucidità, a causa della quale manca alcuni passaggi che avrebbero potuto modificare la nostra gara (nel punteggio, perché la prestazione...). Rimane il (forte) dubbio che possa durare 90 minuti.

Note negative
Mal di trasferta”: da un po' di tempo in trasferta non ne azzecchiamo una. Sì, certo, la partita contro l'Eibar, e poi? Altre sei trasferte senza vittoria. Non so esattamente a cosa si può imputare questo problema, però c'è. Anzi, è forse la maggior differenza rispetto all'anno scorso, quando davamo la sensazione di essere a nostro agio su qualunque campo. Una cosa però l'ho notata: va a braccetto con la scomparsa dei gol su palla inattiva, l'ultimo dei quali data ormai a due mesi fa. Tutti sappiamo che, alle volte, una partita particolarmente difficile si risolve grazie alle giocate di strategia. Certo, quest'anno i gol su calcio da fermo sono stati spesso invalidati dai troppi gol incassati, però, se prima ci garantivano almeno un pareggio (viaggiamo a un gol incassato a partita), ora non ci permettono neanche quello.




Sevilla: Sergio Rico; Coke (Mbia, m.70), Arribas (Reyes, m.70), Kolodziejczak, Fernando Navarro; Krychowiak, Iborra; Aleix Vidal, Éver Banega, Vitolo; Bacca (Gameiro, m.79).


Atlético: Moyá 6,5; Juanfran 6, Miranda 6, Godín 6,5, Jesús Gámez 5,5; Gabi 5,5 (Koke, m.64 6), Tiago 5,5, Mario Suárez 6, Raúl García 5,5; Arda Turán 5,5 (Fernando Torres, m.59 6,5), Griezmann 5 (Mandzukic, m.75 5).


Arbitro: Carlos Clos Gómez (Comité Aragonés). Amonestó a los locales Arribas (m.20), Krychowiak (m.49), Mbia (m.81) y Banega (m.92), y a los visitantes Arda Turán (m.37), Gabi (m.43), Jesús Gámez (m.51), Griezmann (m.52), Mario Suárez (m.55), Tiago (m.64) y Miranda (m.87).
Incidencias: Partido de la vigésimo quinta jornada de la Liga BBVA disputado en el Ramón Sánchez Pizjuán ante 36.000 espectadores. Terreno de juego en perfectas condiciones.

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