Ammetto
che, abituato a vedere nel Cholo Simeone una figura granitica
dalle idee chiare e nette, ultimamente mi trovo un po' a disagio
nell'osservarne le mosse. Mosse che a me paiono assai confuse, da
apprendista stregone che manipola e mescola a caso ingredienti di cui
ha solo una vaga idea nella speranza di azzeccare la formula giusta.
Molti
di voi diranno che sto esagerando, e probabilmente hanno dalla loro
una buona parte di ragione, ma nessuno potrà togliermi dalla testa
l'impressione che il buon Diego si sia comportato, finora, come un
Mourinho qualsiasi, capace solo, quando se la vede brutta, di buttare
in campo tutti gli attaccanti che si ritrova accanto in panchina.
Come
spiegare, d'altra parte, il fatto che più volte i cambi avvenuti
subito dopo l'intervallo abbiano completamente cambiato il volto
della squadra? Il problema è annoso, però reale: formazione
iniziale sbagliata o grande capacità di cogliere il momento giusto
per indirizzare la partita?
Considerata
la tendenza di Simeone a ritardare il più possibile i cambi, direi
la prima. Tuttavia, il problema non sarebbe neppure questo, a mio
avviso.
Infatti
la vera questione è che tipo di formazione e di gioco avesse in
mente il Cholo quest'estate, quando la rosa della squadra è stata
confezionata abbastanza velocemente e gli uomini sono stati a
disposizione fin da subito. Uomini scelti da Simeone stesso, o
quantomeno da lui stesso approvati, diciamolo chiaramente. Certo,
Kranevitter arriverà solo a gennaio e Thiago Motta, dopo tanto
lagnarsi, non si è mosso da Parigi; però, siamo sinceri, davvero
avrebbero spostato gli equilibri? O, per meglio dire, davvero
avrebbero permesso di sviluppare un gioco che, al momento, invece,
latita?
Perché
la verità, a dirla tutta, è molto semplice: questo Atletico non ha
un gioco. Bello o brutto, speculativo o artistico, efficace o poco
concreto non importa: non c'è. Finora, abbagliati da Griezmann, non
ce ne eravamo accorti, ma ora la cosa balza all'occhio.
Quale
sarebbe il modulo, tanto per dire? Perché gli uomini che sono stati
presi in avanti sembrano tagliati per il 4-3-3, ma chi è rimasto a
centrocampo non proprio, per esempio. (Non entro nel merito delle
cessioni, cui dedicherò un post che aspetta nel cassetto da
quest'estate: in sintesi, tutti quelli che se ne sono andati l'hanno
voluto, quindi il club non ha responsabilità). Tra l'altro, resto
dell'idea che questo modulo frullasse nella testa del Cholo
già dall'anno scorso, quando forse aveva accarezzato la possibilità
di schierare ogni tanto un tridente Griezmann – Mandzukic –
Cerci, con Arda a sostegno e/o in sostituzione di uno degli esterni.
Per un modulo così ci vuole però, a centrocampo, gente abile coi
piedi e di grande dinamismo, cosa che non sono né Gabi (peraltro in
crescita), né Tiago, per quanto non se la stiano cavando male. Oltre
a Saul e Koke, io non vedo nessuno, però.
Anche
su quest'ultimo ci sarebbe da scrivere un romanzo: quanto tempo è
che Simeone ne parla come futuro play-maker? Almeno un anno.
Da quanto gioca in quel ruolo? Beh, la risposta la conoscete già.
Il
gioco non c'è perché non ci sono né una formazione-tipo, né uno
schema di riferimento chiaro. L'abituale 4-4-2 è imbastardito
continuamente dalla posizione anomala di Griezmann, cui vengono
tarpate le ali da goleador per fornire equilibrio alla squadra. Il
4-3-3 compare solo quando il francese avanza, mal supportato dietro
da Filipe, che non è ancora quello che conoscevamo. Mi pare che
troppi uomini si sfianchino nel tenere in piedi un sistema di gioco
in cui non si sentono a proprio agio e nel quale ancora non hanno
capito che ruolo abbiano.
In
più, la squadra non sa neppure bene che tipo di interpretazione dare
del proprio stare in campo: contropiede? Gioco manovrato? Un po' e un
po'?
Come
ho spiegato più volte, chi ritiene Simeone un allenatore da
contropiede grezzo non ha capito nulla: il suo primo Atletico si
adattava meravigliosamente alle varie fasi della partita, così come
quello che vinse la Liga e sfiorò la Champions'. Erano squadre
armoniche, abili nel difendersi e ripartire come nel battere
l'avversario con la manovra, capaci di difendere basso, così come di
pressare alto per rubar palla già nella metacampo avversaria. La
loro manovra, contrariamente a quanto scrivono gli ignoranti, sapeva
essere fluida, anche se il tasso tecnico non era comunque tale da
superare agevolmente le difese munite e di buon livello.
Ora
invece mi pare che Simeone vada a tentoni, cercando di trovare una
quadratura del cerchio che però sfugge, anche perché l'argentino
non sembra avere ben chiara neppure la direzione in cui muoversi. Le
ultime due partite, come quella contro il Villareal, hanno dimostrato
che la squadra solo a sprazzi sembra essere consapevole di quanto
dovrebbe fare e probabilmente anche di quanto vorrebbe fare. E sempre
perché viene trascinata da sprazzi di singoli giocatori, non da
un'idea collettiva. Per gran parte del match si limita a ruminare un
calcio poco propositivo e discretamente statico.
In
un contesto così fluido, bastano alcune disattenzioni difensive
(contro Benfica e Real clamorose...) per indirizzare negativamente il
match.
Aspetto
che il Cholo si chiarisca le idee, perché la squadra c'è e
mi pare anche migliore dell'anno scorso. Però aggiungo che a
centrocampo la coperta è corta, sia sul piano della qualità che
dell'età, e davvero non vedo come questo possa non essere un
problema nel corso della stagione. Anzi, a ben vedere lo è già, se
non si trova un regista e se bisogna sacrificare il nostro miglior
attaccante all'ala.
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