Oppure potremmo
guardare in faccia la realtà: la
Europa League è andata,
forse nell'indifferenza
generale (il Calderon vuoto ieri sera faceva ribrezzo), forse
addirittura tra i sospiri di sollievo di tutti coloro che la
ritengono un fastidio sulla strada della conquista di un posto in
Champions' League (dirigenza in primis, ma forse con Simeone subito
dietro).
Però il
problema è che siamo
in crisi, in
tutte le competizioni.
Abbiamo pochi giocatori validi e molti carneadi, soprattutto tra le
riserve, ammesso che se ne posa parlare vista la panchina ultra-corta
di cui disponiamo (la meno fornita di tutta la Liga, per di più
inficiata da reali problemi di scompenso qualitativo e quantitativo).
Fuori casa non vinciamo da mesi e in casa, al di là di questa
sconfitta, vinciamo senza saper esprimere un gioco convincente.
Sono sparite
l'intensità e la concentrazione che facevano dell'Atletico
l'incarnazione del “verbo cholista”, per lasciare spazio ad
approssimazione,
lentezza
nella circolazione della palla, assoluta assenza
di movimento senza
palla.
Non mi sembra
così assurdo, considerato che ora si comincia a perdere anche il
casa, affermare che siamo a rischio eliminazione in Copa
del Rey e che la
qualificazione alla
Champions è
tutt'altro che sicura. Guardatevi il calendario: Valladolid, poi
l'Espanyol (una delle squadre più in forma) al Calderon, infine
Malaga,
ovverosia in casa dell'avversario che attualmente occupa il quarto
posto. Siamo poi tanto sicuri che arriveremo a quest'ultima partita
con gli attuali 11 punti di vantaggio?
Urge davvero
tornare a vincere, abbandonare rotazioni
assurde e senza
logica (Athletic, Rayo e Rubin NON SONO l'Hapoel!!!!) e tenere salda
la barra fino a che non tornerà una condizione fisico-mentale
decente.
Perché alla
fine il problema è tutto qui: molti titolari sono stanchi
(inspiegabilmente, mi sento di aggiungere) o reduci da infortuni
debilitanti e le riserve non valgono coloro che sostituiscono, ragion
per cui inserirne 3 o 4 per volta, soprattutto nei punti chiave,
genera tremendi cali di gioco e competitività nella squadra.
Ieri, ad
esempio, l'idea di schierare un tridente Rodriguez – Arda –
Adrian alle spalle di Falcao sarebbe stata ottima, se lo scopo
dichiarato (la velocità sulle fasce e il gioco veloce) non fosse
stato inficiato dallo scarso stato di forma di tutti e quattro, con
Adrian particolarmente scandaloso.
Per di più a
centrocampo, settore che chiaramente soffre sul piano difensivo se i
tre là davanti non scalano a coprire, a un Mario in debito di
ossigeno è stato affiancato l'ormai immobile Tiago.
A completamento
dell'opera, un portiere ormai “bruciato”, Asenjo, maestro nel
generare insicurezza nei compagni.
Ecco spiegato
il tracollo, per nulla inatteso, come chi mi segue assiduamente
certamente saprà.
Ripeto, la
coppa è andata, salvo miracoli impossibili per una squadra in caduta
libera soprattutto sul piano mentale (le prestazioni a tratti
scintillanti contro Betis e Siviglia non appartengono a ere
geologiche fa). Ora bisogna impedire che se ne vada tutto il resto,
altrimenti bisognerà concludere che il turn-over sia stato attuato
senza scopo e senza utilità.
Note
positive
Assolutamente
nulla
Note
negative
Asenjo:
un bravo ragazzo, per carità. Probabilmente anche un ottimo
portiere, se ben ricordo come giocava a Valladolid. Però lontano dal
Calderon, appunto. Tocca prendere atto che ormai è bruciato: trema
di paura ogni volta che scende in campo, regala perle al contrario e
trasmette una sensazione di forte insicurezza ai compagni. Tralascio
il discorso sul secondo gol, che non gli può essere imputato, visto
che il Cholo stesso gli aveva ordinato di andare avanti e che tutti
eravamo convinti che la partita finisse sul corner. La sua presenza
in campo al posto di Courtois in una partita così importante
dimostra chiaramente, in ogni caso, l'assurdità di certe rotazioni.
A fine anno vendiamolo e che non se ne parli più. Peccato, però,
perché ci avevo creduto.
Cata Diaz:
Rondon lo salta come e quando vuole. Assolutamente indecoroso, spesso
fuori posizione, lentissimo nella corsa e nella reazione.
Adrian:
il gol sbagliato di testa a un metro dalla porta in quella che l'anno
scorso era la sua competizione parla chiaro sulla sua stagione.
Atlético
de Madrid:
Asenjo 3;
Juanfran 5,
Cata Díaz 4 (Raúl
García, m. 60 5),
Godín 5,5,
Filipe 5,5 (Saúl,
m. 65 sv);
Tiago 4,
Mario 4,5 (Koke,
m. 46 5);
Arda 4,
Adrián 3,
Cristian Rodríguez 5;
y Falcao 5.
Goles: 0-1, m. 5: Karadeniz aprovecha un rechace de Asenjo a tiro de Rondón. 0-2, m. 95: Orbaiz, a puerta vacía tras subir Asenjo a rematar un saque de esquina.
Árbitro: Istvan Vad (Hungría). Expulsó por doble amarilla a Sharonov (m. 15 y m. 45), del Rubin Kazan. Amonestó al local Falcao (m. 82) y a los visitantes Ryzhikov (m. 63) y Dyadyun (m. 86).
Incidencias: partido de ida de los dieciseisavos de final de la Liga Europa, disputado en el estadio Vicente Calderón ante unos 25.000 espectadores.
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