venerdì 15 febbraio 2013

Atletico Madrid – Rubin Kazan 0-2: il giocattolo si è rotto

Adesso potremmo discutere all'infinito su quanto la partita sarebbe stata diversa se Asenjo non avesse sbagliato il controllo della sfera dopo soli 5 minuti, se Adrian non avesse sbagliato da un metro a porta vuota, se Falcao non avesse preso la traversa, se Cristian Rodriguez avesse segnato.
Oppure potremmo guardare in faccia la realtà: la Europa League è andata, forse nell'indifferenza generale (il Calderon vuoto ieri sera faceva ribrezzo), forse addirittura tra i sospiri di sollievo di tutti coloro che la ritengono un fastidio sulla strada della conquista di un posto in Champions' League (dirigenza in primis, ma forse con Simeone subito dietro).
Però il problema è che siamo in crisi, in tutte le competizioni. Abbiamo pochi giocatori validi e molti carneadi, soprattutto tra le riserve, ammesso che se ne posa parlare vista la panchina ultra-corta di cui disponiamo (la meno fornita di tutta la Liga, per di più inficiata da reali problemi di scompenso qualitativo e quantitativo). Fuori casa non vinciamo da mesi e in casa, al di là di questa sconfitta, vinciamo senza saper esprimere un gioco convincente.
Sono sparite l'intensità e la concentrazione che facevano dell'Atletico l'incarnazione del “verbo cholista”, per lasciare spazio ad approssimazione, lentezza nella circolazione della palla, assoluta assenza di movimento senza palla.
Non mi sembra così assurdo, considerato che ora si comincia a perdere anche il casa, affermare che siamo a rischio eliminazione in Copa del Rey e che la qualificazione alla Champions è tutt'altro che sicura. Guardatevi il calendario: Valladolid, poi l'Espanyol (una delle squadre più in forma) al Calderon, infine Malaga, ovverosia in casa dell'avversario che attualmente occupa il quarto posto. Siamo poi tanto sicuri che arriveremo a quest'ultima partita con gli attuali 11 punti di vantaggio?


Urge davvero tornare a vincere, abbandonare rotazioni assurde e senza logica (Athletic, Rayo e Rubin NON SONO l'Hapoel!!!!) e tenere salda la barra fino a che non tornerà una condizione fisico-mentale decente.
Perché alla fine il problema è tutto qui: molti titolari sono stanchi (inspiegabilmente, mi sento di aggiungere) o reduci da infortuni debilitanti e le riserve non valgono coloro che sostituiscono, ragion per cui inserirne 3 o 4 per volta, soprattutto nei punti chiave, genera tremendi cali di gioco e competitività nella squadra.
Ieri, ad esempio, l'idea di schierare un tridente Rodriguez – Arda – Adrian alle spalle di Falcao sarebbe stata ottima, se lo scopo dichiarato (la velocità sulle fasce e il gioco veloce) non fosse stato inficiato dallo scarso stato di forma di tutti e quattro, con Adrian particolarmente scandaloso.
Per di più a centrocampo, settore che chiaramente soffre sul piano difensivo se i tre là davanti non scalano a coprire, a un Mario in debito di ossigeno è stato affiancato l'ormai immobile Tiago.
A completamento dell'opera, un portiere ormai “bruciato”, Asenjo, maestro nel generare insicurezza nei compagni.
Ecco spiegato il tracollo, per nulla inatteso, come chi mi segue assiduamente certamente saprà.
Ripeto, la coppa è andata, salvo miracoli impossibili per una squadra in caduta libera soprattutto sul piano mentale (le prestazioni a tratti scintillanti contro Betis e Siviglia non appartengono a ere geologiche fa). Ora bisogna impedire che se ne vada tutto il resto, altrimenti bisognerà concludere che il turn-over sia stato attuato senza scopo e senza utilità.

Note positive
Assolutamente nulla

Note negative
Asenjo: un bravo ragazzo, per carità. Probabilmente anche un ottimo portiere, se ben ricordo come giocava a Valladolid. Però lontano dal Calderon, appunto. Tocca prendere atto che ormai è bruciato: trema di paura ogni volta che scende in campo, regala perle al contrario e trasmette una sensazione di forte insicurezza ai compagni. Tralascio il discorso sul secondo gol, che non gli può essere imputato, visto che il Cholo stesso gli aveva ordinato di andare avanti e che tutti eravamo convinti che la partita finisse sul corner. La sua presenza in campo al posto di Courtois in una partita così importante dimostra chiaramente, in ogni caso, l'assurdità di certe rotazioni. A fine anno vendiamolo e che non se ne parli più. Peccato, però, perché ci avevo creduto.
Cata Diaz: Rondon lo salta come e quando vuole. Assolutamente indecoroso, spesso fuori posizione, lentissimo nella corsa e nella reazione.
Adrian: il gol sbagliato di testa a un metro dalla porta in quella che l'anno scorso era la sua competizione parla chiaro sulla sua stagione.


Atlético de Madrid: Asenjo 3; Juanfran 5, Cata Díaz 4 (Raúl García, m. 60 5), Godín 5,5, Filipe 5,5 (Saúl, m. 65 sv); Tiago 4, Mario 4,5 (Koke, m. 46 5); Arda 4, Adrián 3, Cristian Rodríguez 5; y Falcao 5.


Rubin Kazan: Ryzhikov; Ansaldi, Sharonov, César Navas, Marcano; Natcho, Orbaiz; Kislyak, Eremenko, Karadeniz (Kuznin, m. 87); y Rondón (Dyadyun, m. 84).



Goles: 0-1, m. 5: Karadeniz aprovecha un rechace de Asenjo a tiro de Rondón. 0-2, m. 95: Orbaiz, a puerta vacía tras subir Asenjo a rematar un saque de esquina.
Árbitro: Istvan Vad (Hungría). Expulsó por doble amarilla a Sharonov (m. 15 y m. 45), del Rubin Kazan. Amonestó al local Falcao (m. 82) y a los visitantes Ryzhikov (m. 63) y Dyadyun (m. 86).
Incidencias: partido de ida de los dieciseisavos de final de la Liga Europa, disputado en el estadio Vicente Calderón ante unos 25.000 espectadores.


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