domenica 3 marzo 2013

Malaga – Atletico Madrid 0-0: a metà del guado


Un anno fa, o poco più, proprio dalla Rosaleda cominciò la cavalcata trionfale del Cholo alla guida dei colchoneros. Allora fu un pareggio, artigliato con una discreta gara difensiva: c'era da ricostruire sulle macerie dell'era Manzano, c'era da capire che squadra si voleva essere.

Anche oggi è stato un pareggio, ma la squadra ormai ha una sua identità: aggressiva, pugnace, coraggiosa e... di scarsa fantasia.
La mancanza di Gabi e di Tiago ha obbligato Simeone a schierare l'Atletico con un 4-4-2 basato su Koke e Mario Suarez al centro e Arda e Rodriguez sulle ali, quest'ultimo a destra, e su Falcao e Diego Costa in avanti.

In teoria un ottimo allineamento, che puntava sulla capacità di manovra garantita da Koke e Arda e sulla velocità di Rodriguez e Costa a sostegno del centravanti colombiano.
Purtroppo la realtà è stata differente: l'Atletico ha certamente messo in difficoltà il Malaga, sospinto (ma non schiacciato) nella propria metà campo, ma non ha mai saputo approfittare del vantaggio di controllare abbastanza agevolmente il gioco. Tanta intensità si annacquava infatti a partire dalla trequarti, dove un Falcao impreciso non veniva nei fatti aiutato dai compagni e anzi vagava piuttosto solo tra i difensori del Malaga.
Koke giocava a tutto campo, Mario difendeva con buon ritmo, ma le sovrapposizioni confuse di Rodriguez e dello stesso Koke generavano una perniciosa imprecisione là davanti.
Sulla carta l'idea di Simeone era ottima e si basava su tre strategie d'attacco:
  1. sfruttare a destra la velocità di Rodriguez per tagli obliqui verso l'area conclusi da tiri col sinistro di quest'ultimo o da passaggi per gli inserimenti di Koke;
  2. lasciare spazio alle cavalcate di Diego Costa, principalmente da sinistra, ma non solo (di fatto, grazie ai movimenti del brasiliano, si giocava con un 4-4-1-1);
  3. usare Arda e Koke come propulsori del gioco d'attacco e anche come guastatori abili a inserirsi negli spazi creati dal movimento altrui o dal proprio

Sfortunatamente tutto si risolveva in una gran confusione nella zona della trequarti perché i quattro non erano abituati a giocare tra loro in questo modo e in più di un'occasione arrivavano anche ad ostacolarsi al momento del tiro, oltre che a calpestare le stesse zone del terreno nelle altre fasi di gioco.
Di fronte a un Malaga preciso nelle consegne difensive questo atteggiamento diventava letale, tanto più che Arda, sfiancato dal lavoro difensivo, non apportava alcunché al gioco d'attacco.
Anche perché, ed è l'altro motivo della scarsa vena in attacco dei colchoneros, è difficile creare pericoli se si rimane praticamente tutti dietro alla linea della palla e si basa il gioco sulla verticalizzazione palla al piede in inferiorità numerica.

Insomma sono mancate velocità, precisione e gioco corale in avanti, per cui il pareggio è sostanzialmente giusto, anche se, ancora al novantesimo, solo un miracolo ha impedito, in mischia, che Falcao prima, Miranda poi e Godin subito dopo segnassero.
Nè la musica è minimamente cambiata con l'ingresso di Adrian per Costa e Raul Garcia per Rodriguez. Anzi la partita si è ancora di più aggiustata su un piano di sostanziale parità.

Alla fine l'Atletico è rimasto in mezzo al guado tra puntare con più decisione alla vittoria e impedire ai rivali di avvicinarsi. Peccato, perché, anche in considerazione dei risultati della giornata, un siluro ben assestato avrebbe messo fine alla navigazione dello stesso Malaga e del Valencia.
Ora invece il Real Madrid è a meno due, il Barcellona ancora troppo lontano e noi rimaniamo così, in mezzo al guado, per metà soddisfatti e per metà a domandarci come ci sentiremmo se avessimo affondato il colpo.

Note positive
Koke: gioca una signora partita, almeno nel primo tempo, dimostrando che può (e deve) giocare come playmaker a centrocampo.
Diego Costa: è lui, con Filipe, l'anima delle azioni d'attacco dei colchoneros. Corre, lotta, fa salire la squadra se necessario: tutto quello che ad Adrian non riesce mai e poi mai.

Note negative
Rodriguez: corre tanto ma senza un vero scopo, generando solo confusione. Inutile, poi, continuare a cercare l'inserimento da dietro e il tiro da lontano se poi la mira risulta pessima, come questa e innumerevoli altre partite dimostrano.
Raul Garcia: entra per sfruttare il tiro da lontano e gestire il gioco sulla trequarti e, ancora una volta, è inconsistente. Non tira ma tiene palla, non corre ma passeggia, non si inserisce ma gira al largo dalla zona d'attacco. Il giocatore d'inizio anno è sparito, quello dello scorso anno si è addirittura volatilizzato. 

 

MÁLAGA 0 ATLÉTICO 0 di acosart

Málaga: Caballero; Gámez, Demichelis (Lugano, m.62), Weligton, Antunes; Portillo, Toulalan, Piazon, Isco (Sebastián Fernández, m.72); Joaquín (Iturra, m. 62) y Santa Cruz.
Atlético de Madrid: Courtois 7; Juanfran 6,5, Godín 7, Miranda 7, Filipe Luis 7; Rodríguez 5 (Raúl García, m.62 5), Mario Suárez 7, Koke 7, Arda 6; Diego Costa 6,5 (Adrián, m.61 5) y Falcao 6,5.



Árbitro: Gil Manzano (Comité Extremeño). Mostró tarjetas amarillas a los malaguistas Weligton (m.34), Toulalan (m.86) y a los atléticos Juanfran (m.16), Mario Suárez (m.37), Diego Costa (m.57) y Koke (m. 81).
Incidencias: Partido correspondiente a la vigésima sexta jornada de la Liga BBVA diputado en el estadio de La Rosaleda ante unos treinta mil espectadores.

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