martedì 25 giugno 2013

Bilancio della stagione 2012/2013: il centrocampo


Arda Turan, 7,5: ha iniziato la stagione nel migliore dei modi, come tutti ricorderete (il top è stata la finale col Chelsea, a mio giudizio), dimostrandosi ancora una volta abilissimo nel giocare a tutto campo nella zona d'attacco e nel fornire asssit ai compagni. Però non è riuscito in quello che gli aveva chiesto Simeone, ovverosia giocare dietro alle punte nella posizione che era stata di Diego: la tendenza a svariare, soprattutto sull'amata fascia sinistra, è stata così forte da spingere il Cholo a ricorrere in più occasioni al 4-4-2. Per il resto, ha confermato di soffrire di una certa discontinuità, come già l'anno scorso: da gennaio in poi il suo rendimento è paurosamente calato, come quello di tutta la squadra d'altra parte, poi si è infortunato; solo alla fine è riapparso, regalando discrete prestazioni.
Insomma, ha dimostrato di essere un buon giocatore, quello con più classe, quello capace anche di coprire, ma non un leader in grado di caricarsi sulle spalle i compagni (come le gare di campionato contro Barça e Real hanno dimostrato). Come mentalità sembra più un gregario e questo pesa sul giudizio complessivo, almeno per quanto mi riguarda.

Mario Suarez, 6,5: fortunatamente per tutti, è migliorato abbastanza rispetto all'anno scorso: sono evidenti i progressi nel leggere i tempi del gioco e nel coprire la difesa, così come gli sforzi nel realizzare passaggi verticali e nel rilanciare il gioco con qualcosa di più del passaggio facile, corto e orizzontale. Però questi aspetti, comunque non trascendentali (rimane comunque un mediano che appoggia la palla con un minimo di consapevolezza in più), si sono visti molto a inizio stagione, mentre sono andati diluendosi progressivamente nel corso dell'anno, in parallelo col decadere delle condizioni fisiche sue e della squadra. Per me, continua ad essere non più che una buona riserva, ma Simeone è convinto che fornisca le più ampie garanzie, come testimoniano anche le sue richieste di mercato.

Gabi, 7,5: un altro che non vale granché, tecnicamente e tatticamente, però ci mette l'anima e sente la maglia in modo molto maggiore rispetto a tutti i suoi compagni. Nei derby ha dato tutto se stesso SEMPRE (unico della squadra), andando spesso oltre ai propri limiti. E' un discorso che abbiamo già fatto: non è un regista, ma riesce comunque a rilanciare abbastanza velocemente la palla verso le mezzepunte, anche con lunghi lanci che, quando sono precisi, fanno molto ma molto male agli avversari. Per questo, pur considerandolo niente di più che un'altra riserva, sono ben disposto a concedergli più di un'attenuante per le diverse prestazioni insufficienti con cui ha costellato la stagione.

Koke, 8: è cresciuto tantissimo, diventando uno dei punti di riferimento della squadra, a centrocampo ma non solo. Come avevamo già avuto modo di notare lo scorso anno, è molto abile nel gioco tra le linee, motivo per cui Simeone lo ha utilizzato moltissimo sulla linea dei trequartisti e poco nel suo ruolo abituale davanti alla difesa. Eppure la sua migliore prestazione è stata nella partita contro il Granada, quando ha giocato nel doble pivote in coppia con Gabi. Non ha particolare fantasia nei passaggi, non è straordinario in interdizione, però è efficace e continuo, oltre a essere disposto a mettersi in gioco sempre e comunque, caratteristica particolarmente apprezzata da Simeone.

Raul Garcia, 5,5: reduce dal prestito all'Osasuna, dove aveva concluso un'annata monstre, ha cominciato bene la stagione, segnando diverse reti dalla distanza e dandosi da fare dietro a Falcao. Poi ha perso progressivamente protagonismo, soprattutto a causa dei suoi evidenti limiti. Nessuno infatti dubita della sua professionalità, ma molti si domandano quale sia il suo ruolo: non è un regista, né un centrocampista continuo nell'inserirsi in avanti; non ama fare il mediano di rottura, ma non è in grado di giocare da trequartista, visto che non possiede né visione di gioco né creatività. E quindi? Possibile che bastino il suo spirito di sacrificio e la sua disciplina tattica per guadagnarsi un posto nell'Atletico, sia pure partendo dalla panchina? Di fatto, la più grande delusione della stagione, a mio parere.

Tiago, 5,5: ha giocato poco, come già era accaduto l'anno scorso, e ha evidenziato i soliti limiti: lentezza, scarsa mobilità, difficoltà fisica e atletica contro gli avversari al centro del campo. Naturalmente ha più tecnica di ogni altro centrocampista della rosa, ma non è un regista e il suo apporto ormai è limitatissimo: con lui in campo la squadra perde filtro senza guadagnare né mobilità né geometria.

Cristian Rodriguez, 6: veloce è veloce, e qualche partita l'ha anche giocata bene. Però è totalmente privo di fantasia: non inventa mai nulla, ma si limita ad andare via di forza sulla fascia. Non apporta molto neppure sul piano del gioco, poiché si è dimostrato il tipo di giocatore che rende benissimo se la squadra ha un gioco ben definito nel quale venire attivato, ma incapace di ritagliarsi un ruolo di autonomo protagonista. Alla fine non è riuscito ad uscire dalla (comoda?) dimensione della riserva.

Emre, 4: ha giocato pochissimo, spesso senza convincere. Non sarà un gol su punizione in Europa League a cambiare il giudizio: era un acquisto sbagliato già a mente fredda, è stato anche peggio una volta provato.

Oliver Torres, 6,5: sottoposto dal Cholo e dal Profe Ortega a un percorso personalizzato volto a irrobustirlo, il ragazzo, sparito durante la stagione, è riapparso verso la fine con tutto il suo carico di magie. Trequartista ispirato, abile negli inserimenti e nel difendere il pallone, immarcabile, rischia di essere il grande crack dei prossimi anni (e quindi di essere venduto a caro prezzo alla prima occasione...)

Saul Niguez, 6,5: l'altro canterano del centrocampo, meno appariscente ma solido. Sembra un centrocampista alla Tiago, abile coi piedi ma probabilmente incapace di prendere per mano la squadra. Il tempo, come sempre, farà giustizia e chiarirà le reali prospettive di questo campioncino in erba.

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