Esiste
un limite alla sopportazione delle scemenze e, si sa, quel limite
viene costantemente superato durante il calciomercato estivo. Motivo
per cui ho staccato la spina e ho deciso che non avrei commentato
niente che non fosse la rosa definitiva per la nuova stagione.
Così,
in silenzio, ho cercato di sopportare le voci
di grandi arrivi
penosamente smentite dai fatti, i deliri sui giocatori pronti a
ridursi lo stipendio
per giocare nel club che offre sempre un
paio di milioni in meno della concorrenza
per acquistare i propri obiettivi, gli strani
giri di giocatori
comprati a metà, venduti con opzione di riscatto, pagati non si sa
bene quanto, le interviste di un Simeone
giustamente infastidito
e gli articoli sul nuovo grande salvatore della patria, tale Peter
Lim che forse ci
mette i soldi o forse no, visto il mercato di bassissimo profilo. E
le solite menate sui debiti
del club, che non si sa mai a quanto ammontino e quando verranno
saldati definitamente, sui canteranos
che sono il futuro ma per i quali si valutano offerte, su Falcao
che voleva tanto restare ma purtroppo non può decidere perché
schiavo di un fondo di investimento. Dulcis
in fundo, i
commenti di tutti i
super-esperti che in
un lampo, et voilà,
venderebbero questo, quello e quell'altro per una data cifra e con il
gruzzoletto comprerebbero senza problemi Tizio, o Caio o Sempronio.
Ho
sopportato tutto, ma francamente adesso sono al limite, soprattutto
quando sento Caminero
affermare che la squadra è molto più forte di quella dell'anno
scorso: è vero, probabilmente, ma i punti deboli (scarsa fantasia,
centrocampo di basso livello) rimangono e non è un caso che Simeone
abbia chiaramente indicato nell'intensità il vero segreto di
un'annata positiva.
La
telenovela Negredo,
come quella di Diego
e quella di Toulalan,
sono il segno più evidente di come questo club si muove sul mercato:
da mendicante.
Come si può definire l'atteggiamento di chi cerca continuamente di
tirare sul prezzo, puntando ad ottenere giocatori considerati
fondamentali senza investire somme adeguate al loro supposto valore?
In
più occasioni è stato ricordato che per il mercato non erano
disponibili più di trenta
milioni, come
stabilito dalla Federcalcio Spagnola nel suo giro di vite sul
controllo del bilancio dei club, ma di questi soldi non si è visto
neppure un centesimo.
Sono
arrivati solo giocatori
svincolati o svenduti
o sconosciuti
(fa eccezione Leo Baptistao); è arrivata solo la notizia
che i colchoneros dovevano saldare 48
milioni al fisco e 50
a creditori vari
entro la fine di luglio.
Alla
fine, si torna sempre lì: il debito,
sempre il debito, ovunque il debito. La cosa che più mi irrita è
come se ne parla nel club e sui giornali: come
se fosse pioggia, o
grandine, cioè qualche fenomeno su cui Cerezo e Gil non hanno nessun
tipo di influenza e quindi di responsabilità.
Il
debito? Capita! Chi ci può fare nulla!
Eh
NO,
cari signori, troppo comodo! Lo avete creato voi, con la vostra
GESTIONE SCELLERATA,
con le vostre strane
operazioni di compravendita
di giocatori quasi sempre mediocri, con i conti
opachi che dal 1992 a
oggi sono stati la regola. E ora venite a farci la morale
francescana, parlando di lungimiranza
negli investimenti
e di crescita passo a passo? Se negli ultimi vent'anni le cose
fossero state fatte con coscienza, ora avremmo i conti in ordine e
forse potremmo veramente competere con le grandi squadre, anche senza
avere dietro di noi sceicchi, miliardari russi o banche sull'orlo del
fallimento ma sempre pronte a sganciare quando la maglia è blanca
o blaugrana.
E
poi continuate a menarla con la questione del Nuovo Stadio e della
Nuova Cittadella Sportiva?
Ma
si può sapere a quanto ammonta il debito? Chi sono i
creditori? Qual è il piano di abbattimento previsto e chi è
il garante?
Intanto
continuano le operazioni insensate, come la ormai ridicola
questione portieri.
Dunque, vediamo se ho capito bene.
Abbiamo
tre portieri giovani, due di proprietà e uno in prestito senza
possibilità alcuna che rimanga dal 2014-15. Che fare?
Ma
naturalmente vendere i due di proprietà, tenere quello in prestito,
vendere la metà di un giocatore che avevamo (stra)pagato 13,5
milioni alla squadra portoghese a cui avevamo venduto anni fa un
portiere già nostro che ora compriamo con i soldi della suddetta
metà e poi giriamo in prestito in Grecia così da promuovere in
prima squadra altri due canteranos di belle speranze. Non ci
avete capito nulla? Beh, aggiungeteci che i due portieri li abbiamo
venduti ma potremo esercitare un'opzione di riacquisto a partire
dalla prossima stagione.
Lasciamo
perdere per un momento il valore dei giocatori dal punto di vista
tecnico: vi pare che questa operazione evidenzi un alto livello di
programmazione sportiva, o appaia piuttosto raffazzonata, la classica
toppa ben peggiore del buco che andrebbe a coprire?
Tanto
più che si parla della possibilità di acquistare un ennesimo
secondo portiere (Moya del Getafe?) perchè dei due canteranos
di belle speranze, in realtà, non ci si fida fino in fondo...
E
così introduciamo la gestione
della cantera.
Partiamo
dalla notizia più inquietante: l'Atletico avrebbe ceduto una quota
del cartellino di Oliver
Torres a un fondo
d'investimento (gestito, ma tu guarda, da un certo Jorge
Mendes) per incassare
subito qualche milione di euro. Naturalmente si sono tutti profusi
nelle più ampie rassicurazioni sul fatto che qualunque decisione sul
futuro del ragazzo spetterà solo all'Atletico. Resta il fatto che
nessuno, fondo di investimento o società che dir si voglia, investe
milioni per comprare quote di un bene sul quale non ha nessun potere
o che non potrebbe, nel caso, rivendere con un guadagno più o meno
ampio.
Dico
la mia: l'affaire
Villa, venduto all'Atletico con una minusvalenza da primato, non
apparirebbe decisamente meno stravagante se, per esempio, al
Barcellona
fosse stato promesso un diritto
di prelazione su Oliver,
già più volte al centro di voci su un forte interesse blaugrana?
Perché a me la storia che Villa sarebbe stato svenduto per un tozzo
di pane per i buoni rapporti tra le due società (con il Barça
impegnato a togliersi dal groppone un ingaggio pesante e l'Atletico
nel ruolo della crocerossina) sembra quantomeno “originale”,
diciamo così, anche in considerazione del brevissimo lasso di tempo
impiegato dall'indiscrezione giornalistica a diventare realtà
effettiva.
Poi
c'è la vicenda Manquillo,
su cui il Bayer Leverkusen aveva messo gli occhi e la cui vendita è
stata sicuramente valutata dalla società (con contorno di “tifosi”
capaci di scrivere sul web che, in fondo, non si trattava del nuovo
Pelé e per sei
milioni lo si poteva dare ai tedeschi senza rimpianti...). Fortuna
vuole che sulla panchina di questo club derelitto sieda Simeone,
l'unico (insieme a una fetta a questo punto forse minoritaria di
tifosi) a cui importi il futuro
sportivo del club e
che deve aver fatto sentire forte e chiara la propria voce, come già
aveva fatto, quella volta a mezzo stampa, dall'Argentina a proposito
della penosa campagna acquisti. Chiunque pensi di poter vendere per
quattro soldi uno dei migliori terzini destri del prossimo decennio
dovrebbe farsi un alcool-test e, soprattutto, abbandonare il club
seduta stante.
D'altra parte
il tanto decantato “progetto giovani”, all'atto pratico,
sembra più che altro carta straccia.
Prendiamo il
mercato dello scorso anno: sono partiti due giovani di 22 e 23 anni
(Salvio e Dominguez) e sono arrivati il “Cata” Diaz ed Emre, ben
oltre la trentina. Per di più, sono stati acquistati onesti
mestieranti e nulla più: si trattava nel migliore dei casi di
giocatori di medio livello e che avevano già raggiunto e
scollinato l'acme della propria carriera, buoni solo per fare numero
e non certo per proporsi come elementi fondamentali di un progetto a
medio-lungo termine.
L'unico che ha
forse dato qualcosa in più è Rodriguez. Di contro, gli acquisti
più validi sono stati facce vecchie, trattate come
fastidiosi pacchi dai quali ricavare denaro e invece rimasti grazie
alla considerazione di Simeone (ma soprattutto grazie alla mancanza
di concrete offerte da parte di altri club, il caso Salvio insegna),
ovverosia Raul Garcia e Diego Costa, protagonisti di
una precedente temporada eccezionale in prestito.
Il problema
dunque rimane: dove sarebbe la “politica giovanile”
del club? È
coerente con questa millantata politica la vendita di
giovani calciatori e l'arrivo
di trentenni che
tendenzialmente andrebbero bene per la panchina e niente più?
Il
tutto in una situazione in cui i giovani
del club vengono poco considerati:
tralasciando il deprecabile caso di Asenjo
e Joel (su cui mi
sono già espresso), vogliamo parlare di Pulido e
Ruben Perez? Di
Camacho, distintosi
accanto a Toulalan ma ritenuto non degno di tornare alla base? Eppure
si cerca un centrocampista centrale di belle speranze ed esperto di
Champions': forse nel Malaga, accanto a Toulalan, l'anno scorso,
c'era qualcun altro...
Vogliamo
parlare, per fare un passo ancora più indietro nel tempo, di Fran
Merida? Giovane promessa del
Barça, grande tifoso dell'Atletico, strappato all'Arsenal e accolto
con grandi speranze, non ha mai avuto nessuna possibilità
di mostrare il proprio valore. Quando ha giocato, ha raramente
brillato, è vero, ma non è quasi mai stato utilizzato nel proprio
ruolo di trequartista.
Ora, io mi chiedo: due stagioni fa ha veramente giocato peggio di
Mario Suarez, che invece è diventato titolare quasi inamovibile? O è
stato mandato in prestito in una squadra scelta con criteri
incomprensibili (lo Sporting Braga) e poi utilizzato con il
contagocce, nonostante alcune buone prestazioni (contro l'Osasuna, mi
ricordo), e infine scaricato indegnamente? Si è mai cercato di
impostarlo come regista “alla Pirlo”, per esempio?
Naturalmente
essere della casa non significa in automatico essere bravi e adeguati
al palcoscenico del Calderon (ma neanche Emre lo era, però è stato
addirittura importato sulle sponde del Manzanares). Ma il problema
vero è che in molti casi non si è veramente insistito nel fare
tutto il possibile per verificare se questi ragazzi avessero o no la
stoffa per stare in prima squadra.
Chi
di noi, pur in possesso di un grande talento, riuscirebbe a crescere
e a imporsi in un contesto che non crede in te e sembra sempre sul
punto di scaricarti, in prestito o in via definitiva?
Così
un'intera generazione
di giovani promesse di 20-23 anni è stata lasciata marcire,
o è stata venduta (ricordiamoci
De Gea), senza che, in apparenza, i soldi
siano stati usati in modo utile per il club, visto che si sono
semplicemente volatilizzati
per tappare qualche buco o per riempire qualche tasca. mentre si
ricercavano trentenni in scadenza di contratto
e si favoleggiava su una banda di ragazzini
dalle indubbie qualità.
Siamo
però sicuri che ai vari Oliver, Saul, Kader, Manquillo, Borja
verranno offerte vere possibilità di crescita? O saranno trattati
come Joel e Pulido, tolti al filiale ma lasciati poi a languire in
tribuna o gentilmente omaggiati di una panchina ogni tanto o
mandati in prestito in squadre scelte a caso, senza
chiedere nessuna garanzia sul loro utilizzo? Già abbiamo due
portieri, Bono e David Gil, ai quali è stata promessa la titolarità
della porta dell'Atletico B, con il primo candidato anche al ruolo di
dodicesimo di Courtois (la soluzione che salverebbe capra e
cavoli...) ma forse anche no, viste le voci sull'arrivo di un
portiere di esperienza per la panchina.
E
poi Diego Costa e Adrian (cioè due giovani di fatto
cresciuti dal club, nel quale si sono veramente affermati
all'attenzione generale) sono incedibili, ma chissà, se arrivasse
l'offerta giusta...
E
allora, quest'estate, come molte altre già prima, ci lascia sempre
la solita teoria di domande senza risposta:
- A quanto ammonta il debito e come è ripartito?
- Perché non esiste un vero progetto sportivo che non sia la strenua volontà di Simeone di costruire qualcosa nonostante quasi tutte le sue richieste vengano disattese o ignorate?
- Cosa succederà quando il Cholo si stancherà di questa situazione?
- Perché la cantera non sembra altro che un ufficio vendite?
- Che fine hanno fatto i soldi ottenuti dalla vendita di giocatori come Fernando Torres, De Gea, Dominguez, Camacho, Keko, Cedric, Gabi, Pulido e Joel, tanto per citarne solo alcuni? Sono almeno cento milioni dall'anno della promozione, non proprio bruscolini...
- Perché l'unico vero canterano titolare in campo è Koke? Perché tutti gli altri, Mario Suarez (diversi anni in prestito, come Diego Costa, arrivato giovanissimo nel club) e Gabi (uno venduto e poi ritornato alla base dopo anni e anni), hanno dovuto penare a lungo prima di poter coronare la propria aspirazione? Non è a questo punto lecito che, a fronte di una società che sembra non credere mai veramente in loro, un De Gea o un Dominguez (o un Manquillo o un Oliver...) valutino altre proposte e, spesso, le accettino?
Se
pensate che a tutto questo si possa rispondere, come molti fanno, che
negli ultimi anni abbiamo vinto abbastanza e quindi non c'è nulla da
rinfacciare a questa dirigenza, mi dispiace, ma avete sbagliato
indirizzo.
Qui
a Colchoneros Italia amiamo l'anima dell'Atletico e ci
preoccupiamo della sua identità e del suo futuro a
medio-lungo periodo. E ci rimane la domanda delle domande: cosa
faremo quando il Cholo si stancherà?
muy bien dicho. EStás más informado que muchos atléticos de España. Un abrazo.
RispondiEliminaMuchas gracias, Maestro!
EliminaLos atléticos de verda somos asì. Para nosostros ser del Atleti es mucho mas que futbol, no?
E' davvero un piacere leggere un blog italiano dedicato all'Atlético Madrid, peraltro con un approfondimento ed una competenza eccezionali, pur nell'amarezza. Complimenti!
RispondiEliminaCiao! Benvenuto e grazie per i complimenti.
EliminaPurtroppo l'amarezza rimarrà un aspetto inscindibile di questo blog fintanto che questa dirigenza scellerata rimarrà al suo posto, con tutti i "maneggi" che conosciamo e che altri meglio di me hanno saputo descrivere (vedi Fernando qui sopra).
Spero di leggere ancora altri commenti da parte tua. A presto!