Diego
Costa, 9,5: 27 gol in 35
partite di Liga, 8 in 9 match di Champions'. Numeri di una stagione
straordinaria, nella quale ha dimostrato di poter egregiamente
sostituire Falcao, al punto da diventare il crack della stagione
europea. Già l'anno scorso si era messo così in luce da fare ombra
al colombiano, ma quest'anno è stato quasi perfetto. Ha segnato in
tutti i modi, anche se si è distinto nel tagliare in due le difese,
incuneandosi a viva forza tra centrale e terzino avversari, e nello
svariare su tutto il fronte d'attacco, sia verso l'esterno che verso
l'interno. spirito di sacrificio, abilità nello svariare e nel
tagliare in due le difese, tecnica (il gol in finale, ma non solo).
Inoltre ha permesso alla squadra di guadagnare diversi rigori e una
valanga di cartellini causati dalle maniere forti con le quali gli
avversari hanno cercato (quasi sempre inutilmente) di fermarlo. In
molte partite si è letteralmente caricato la squadra sulle spalle e
l'ha trascinata alla vittoria. A impedire che la sua stagione fosse
perfetta hanno contribuito alcuni fattori: prima di tutto, la sua
tecnica non perfetta (anche se efficace in velocità), che lo ha
portato a sbagliare diversi rigori; poi un certo egoismo,
particolarmente evidente nei momenti di calo fisico, quando, invece
di giocare per gli altri, si intestardiva nel tenere la palla tra i
piedi e nel tirare sempre e comunque. Stendo un velo pietoso sulla
tragicommedia del viaggio a Belgrado per curarsi con la placenta di
cavalla...
Villa
6,5: inizia di buona lena,
svolgendo un gran lavoro tattico per gli inserimenti dei compagni, ma
progressivamente si spegne e si rivela un corpo estraneo alla
squadra, tanto da spingere Simeone a cercare soluzioni alternative
per arrivare alla porta avversaria. Ha comunque segnato 13 reti in
Liga, ma il suo contributo di reti si concentra quasi interamente nel
periodo novembrino. Da lì in poi, anche buone gare, ma una allergia
costante alla rete avversaria: il grande match di Champions' col
Barça può essere considerato lo zenit di questa tendenza, mentre
l'orrore contro il Malaga il nadir. Alla fine, un acquisto poco
incisivo e decisamente azzardato, per il quale non ho mai condiviso
l'entusiasmo del Calderon (ricordate i 25.000 alla presentazione
ufficiale?): quello che avrebbe potuto rivelarsi un'ottima riserva
non ha quasi mai brillato da titolare.
Adrian,
4,5: per il secondo anno
consecutivo un vero disastro. Abulico ed evanescente, non si è
schiodato dalla panchina per buona parte della stagione. La buona
partita col Barcellona al Calderon e il gol a Stamford Bridge sono
due piccole perle in un mare di delusione infinita.
Leo
Baptistao, 5: ha giocato poco,
ma si è raramente distinto. Un gol allo Zenit e poi la costante
impressione che corresse a vuoto e con scarsa consapevolezza tattica.
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