domenica 5 ottobre 2014

Valencia – Atletico Madrid 3-1: naufragio


Ci sono momenti, nella vita, in cui si resta senza parole. Capitano avvenimenti impensabili, nella sostanza e nella forma, e si resta così, sospesi, ad osservarne le conseguenze senza neppure poterne registrare l'atto generativo. Nel calcio, poi, il replay, impietoso, ripropone continuamente, da mille angolazioni, ciò che è accaduto, senza lasciare scampo alla nostra mente: è avvenuto, guarda, non ci sono possibilità di fuga dalla realtà, vedi? Non c'è speranza di annacquare il tutto col velo sfocato della memoria.
Ieri, di fronte all'incredibile disastro combinato da Miranda, sono rimasto così. Vedevo e rivedevo, ma non capivo. Possibile? Possibile che un difensore intervenga in questo modo su un pallone destinato al portiere? Possibile che il portiere non chiami la palla o lo faccia in maniera così timida da non essere sentito? Possibile che il brasiliano, per respingere la palla, non scelga una traiettoria opposta a quella da cui proviene la palla, per la più semplice delle respinte, ma si inventi un orrendo tocco beffardo chiaramente destinato nell'angolino? Possibile, sono arrivato a chiedermi, che lo abbia fatto apposta? Perchè altro senso non trovo: cosa voleva fare? Trasformare un innocuo spiovente in calcio d'angolo? Appoggiare a Moyá, con un inutile rischio?
Ero ancora stordito, e i colchoneros con me, che ancora il Valencia faceva quel che voleva sulla nostra trequarti, approfittando della incredibile staticità dei nostri difensori e centrocampisti centrali, e insaccava il secondo. Miranda pareva di sasso, Godin un semplice passante, Jesús Gámez un perfetto estraneo dal passo d'anziano; Siqueira era lentissimo nel chiudere, Tiago faceva uno scatto ma poi rallentava, Gabi neppure quello. Da non poterci credere...
Pochissimi minuti e il Valencia ci puniva su calcio d'angolo, vale a dire sulla specialità della casa. Moyá, già complice sul secondo gol, non si muoveva neppure, e così Tiago, ormai abbonato alla difesa allegra sui corner (ricordate la finale di Champions'?).
In tredici minuti il Valencia ci aveva polverizzato, allargando il gioco sulle fasce per disarticolare poi la nostra difesa puntando agli inserimenti tra centrale e terzino, sfruttando anche e soprattutto lo storico “ventre molle” dei colchoneros nella zona centrale del centrocampo. Una strategia efficace ma non particolarmente originale, alla quale Simeone avrebbe dovuto opporre una qualche contromisura.


Ora, non c'è dubbio che a questo punto della stagione, con tre partite fondamentali in sette giorni e un gioco ancora da trovare, una sconfitta a Valencia, contro un avversario lanciato che può permettersi un'intera settimana per preparare il match, potesse essere messa in preventivo. Tuttavia, questo non era proprio il modo. Che Jesús Gámez ammetta che la squadra non abbia cominciato con la giusta concentrazione, a questo punto, fa solo arrabbiare.
Per cui, scusate, non riesco proprio a credere che, se Siqueira avesse segnato il rigore che ha invece tirato in maniera orrenda, la partita avrebbe potuto finire diversamente. Saremmo stati sul 2-3 con 45 minuti ancora da giocare e contro un avversario che, alla fine, non ha impressionato più di tanto. Ma non saremmo comunque riusciti a combinare granché, visto che il secondo tempo è stato giocato con calma olimpica e non con il furore che ci si sarebbe aspettati.
A questo punto, la vittoria contro il Siviglia è stata abbondantemente vanificata: gli andalusi ci sono di nuovo davanti, Celta e Real Madrid potrebbero esserlo entro la fine della serata. Da terzi (e possibili secondi), siamo quarti e possibili settimi.
Partido a partido, d'accordo. Però un po' di coerenza sarebbe gradita, please.


Note positive
Nessuna


Note negative
Simeone: potrei citare tutta la difesa e la quasi totalità degli altri scesi in campo, ma forse sarei ingiusto. Come quando vincevamo, la responsabilità è nel manico. A che gioco giochiamo? Chi lo sa. Chi è deputato a tirare i rigori, visto che in campo si litiga per farlo e poi li si sbaglia? Chi lo sa anche qui. Quali movimenti dovrebbe fare Mandzukic, a parte prenderla di testa e fare su e giù a piccolo trotto sull'asse centrale? Chi lo sa, di nuovo. E Griezmann, in che ruolo dovrebbe giocare? Idem. A cosa serve Cerci? Ignoto. Chi è il titolare della fascia sinistra, Siqueira o Ansaldi? Quale gioco si intende proporre per valorizzare un centravanti efficace ma tremendamente statico? E davvero il croato era il prescelto del Cholo, che pur di averlo ha rinunciato al sostituto testuale di Diego Costa, cioè Lukaku? Dov'è finita la compattezza difensiva dello scorso anno? Perchè abbiamo giocato in (relativa) scioltezza solo contro squadre che corrono meno di noi? E perchè queste squadre, finora, sono state solo due (Real e Siviglia)? Ieri, secondo Simeone, abbiamo fatto errori che raramente commettiamo. Bene, allora perchè la stessa cosa è stata detta per la partita con l'Olympiakos e quella contro il Celta? Perchè, insomma, oltre a un gioco non abbiamo neppure una continuità né un undici definito? Ieri, per raddrizzare la barca, non si è trovato niente di meglio che mandare in campo tutti i giocatori offensivi in panchina, senza logica alcuna se non sperare nella sorte. Cosa sono questa insicurezza e questa sfiducia?
Società: non si era mai vista una squadra giocare il mercoledì sera in Europa e il sabato pomeriggio in campionato. Nessuno ha da dire niente, a riguardo? E della vergognosa campagna di stampa sull'Atletico “violento”, che ci frutta un'ammonizione ogni quattro falli, mentre ad altri tutto è permesso, la società cosa dice? Possibile che l'allenatore avversario, giorni prima della partita, possa invitare l'arbitro a tenerci d'occhio e a non permetterci i soliti falli violenti, e nessuno abbia nulla da dire? E che il pullman della squadra venga accolto a Valencia da un fitto lancio di bottiglie e lattine, anche di questo nessuno ha niente da dire? Insomma, c'è qualcuno al Calderon, oltre ai commessi del negozio ufficiale?




Valencia: Alves; Barragán, Mustafi, Otamendi, Gayá; Javi Fuego, André Gomes (Felipe Augusto, m. 70), Parejo; Rodrigo, Piatti (Orban, m. 61) y Alcácer (Feghouli, m. 74).
No utilizados: Yoel; Joao Cancedo, De Paul y Carles Gil.

Atlético: Moyà 4; Gámez 5, Miranda 3, Godín 5, Siqueira 4; Gabi 5, Tiago 6,5 (Raúl García, m. 72 5); Arda 5 (Raúl Jiménez, m. 68 4), Griezmann 5 (Cerci, m. 65 4,5), Koke 6; y Mandzukic 5,5.
No utilizados; Obalk; Saúl, Juanfran y Giménez.



Goles: 1-0. M. 5. Miranda en propia puerta. 2-0. M. 8. André Gomes marca de zurda tras adentrarse en el área de Moya. 3-0. M. 13. Otamendi de cabeza a la salida de un córner. 3-1. M. 28. Mandzukic recoge de cabeza el rechazo a disparo de Tiago.
Árbitro: Teixeira Vitienes. Expulsó en el minuto 90 a Cerci por doble cartulina amarilla. Amonestó a Andre Gomes, Parejo, Javi Fuego y Gayá.
Unos 53.000 espectadores en Mestalla.

Nessun commento:

Posta un commento