giovedì 11 dicembre 2014

Juventus – Atletico Madrid 0-0: di necessità virtù


Checché ne dicano in molti, è stata partita vera. Almeno finchè chi aveva tutto da perdere non ha deciso che era meglio lasciare tutto come stava: hai visto mai che anche quest'anno turchi, danesi o simili potessero fare a fette la Vecchia Signora...
Quindi, ripeto, è stata partita vera per circa 60-65 minuti.
Però è stata anche, perchè negarlo, una partita eminentemente difensiva, o per meglio dire tatticamente accorta, con un 4-5-1 a maglie strette e un Mandzukic a uomo su Pirlo che a molti non sono piaciuti.
Ma non parliamo di biscotto o di farsa, per favore. L'Atletico si era guadagnato il diritto di poter fare la partita che avesse voluto grazie al suo percorso e così ha fatto, cercando di non scoprirsi e di adattarsi alla dinamica del match. Avrei gradito anch'io una prova di forza, ma cosa ci diremmo ora se, in una gara dall'importanza tutto sommato limitata, alcuni o anche uno solo dei nostri si fosse fatto male in maniera seria?
Alla fine, l'Atletico ha fatto di necessità virtù.
Entrambi i contendenti hanno cercato di vincere, ma senza esporsi eccessivamente e il risultato ne è scaturito come logica conseguenza, sempre più probabile man mano che ci si avvicinava alla fine. I colchoneros hanno giocato con la testa: concentrazione, intensità e, soprattutto, autoconservazione in un periodo della stagione (dicembre-marzo) in cui, stante il congelamento delle coppe europee, bisogna dare lo strappo definitivo in campionato e scrollarsi di dosso il duo Siviglia-Valencia. Così mi spiego anche l'assenza di cambi, la panchina per Tiago e Griezmann e una tattica attendista ma non rinunciataria.
Che poi siano emersi i soliti difetti, anche questo c'era da aspettarselo. La squadra, se appena può, difende bassa, troppo bassa, e si affida moltissimo alle capacità acrobatiche e d'anticipo della coppia centrale e del portiere, che però non è più Courtois. C'è il rischio, l'ho già scritto tante volte, che prima o poi questo atteggiamento di difesa passiva venga punito da qualche gol e qualche sconfitta di troppo. D'altra parte, l'anno scorso l'atteggiamento “pagava” anche perchè Diego Costa, con la sua velocità e la sua fisicità, bastava a ribaltare il fronte e il gioco d'attacco si poteva sviluppare efficacemente anche in inferiorità numerica (questo per tutti coloro che ritengono che la squadra di quest'anno sia migliore di quella dell'anno scorso, come si legge spesso qua e là. Mah...). Poi, il Cholo non azzarda mai e questo è talvolta un limite: un Cerci punta avanzata per attivare un veloce e letale contropiede in situazioni di forte pressione avversaria, per esempio, ci piacerebbe vederlo, ogni tanto.


Visto che comunque la partita è stata quella che è stata, non mi pare il caso di stilare pagelle. Mi limiterò a qualche osservazione qua e là.
Ho apprezzato alcuni dettagli di Arda, capace come pochi nel far scomparire la palla, e il grande spirito di sacrificio di Mandzukic.
Non ho gradito, invece, l'ennesimo errore nel controllo della palla di Moyà, speculare a quello dell'andata e che, come allora, poteva costarci caro. Anche nella prestazione di Gimenez ho colto qualche ombra: come ho già detto, tende a farsi superare in velocità e non ha ancora sviluppato quella capacità di concentrazione che permette di nascondere questo difetto non perdendo mai la posizione. Crescerà...

2 commenti:

  1. Chi preferisci beccare agli ottavi?

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    1. Se avessi potuto scegliere, avrei detto il Monaco. Così, quasi tutte le seconde mi vanno bene, ad eccezione del PSG e (ma meno, molto meno) del City. In realtà, da qui a febbraio le cose possono cambiare moltissimo. E comunque anche un Basilea, se noi non fossimo in forma e loro sì, potrebbe mandarci a casa. Quindi è tutto da vedere

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