mercoledì 3 dicembre 2014

Espulsioni, subumani, crociate, ipocrisie e altre brutte storie


Come molti di voi sapranno, il club ha preso la decisione di espellere il Frente Atletico dal Calderon, non potendo, per ovvi motivi, né sciogliere un'associazione che non è legata in nessun modo organico all'Atletico Madrid né, per gli stessi motivi, modificarne etica e comportamenti.


Vorrei, prima di sviluppare alcune considerazioni a proposito, fare una premessa piuttosto consistente, e con diversi elementi personali, che spero mi perdonerete ma che ritengo funzionali al discorso.
In primo luogo, chiunque sia stato, almeno una volta, al Calderon, potrà confermare che, nonostante tutto, andare allo stadio in Spagna sia molto meglio che in Italia: si vedono famiglie intere, coppie, gruppi di amici e l'atmosfera è rilassata e tranquilla. Soprattutto, e il particolare per me è indice di molte cose positive, si vedono molte donne. C'è quell'atmosfera che in Italia, ormai, si trova solo alle partite di Champions', quando il pubblico non passa il tempo a insultare gli avversari e i loro tifosi, ma si gusta la partita ed incita la propria squadra.
Aggiungo ora una serie di note decisamente più personali. Nella mia vita, oltre che al Calderon, sono stato in molti stadi: per lunghi anni sono stato abbonato del Milan, ho visto diverse partite di molte squadre europee. In molti casi, ho potuto seguire la gara tra gli ultras di casa. Che fossi nella Fossa dei Leoni, nella Torcida Hajduk, nella Juventude Leonina dello Sporting, nei Lutece Falco del PSG, ad Highbury, tra i Grobari del Partizan o tra gli ultras dello Sparta Praga, la situazione intorno a me era quasi sempre la stessa: oltre a quelli per la propria squadra, era un fiorire di cori razzisti e sessisti, di braccia più o meno tese e di slogan (cripto-)fascisti.
Per lungo tempo, per quanto certe cose mi dessero molto ma molto fastidio (scelsi la Fossa e non le Brigate Rossonere perchè non mi piaceva il totenkopf simbolo di queste ultime), mi sono limitato a credere che tacere e non partecipare a certe manifestazioni e a certi cori fosse sufficiente per dissociarsi.
Per lungo tempo, ho cercato di considerare simboli decisamente poco simpatici (un teschio del tutto simile a quello delle SS, per esempio) presenti su sciarpe e altro materiale del Frente Atletico (materiale che possiedo, per altro) come elementi di un distorto folklore che accettavo solo in virtù della comune fede sportiva.
Da diversi anni, ormai, non penso più che tacere sia sufficiente. Penso anzi che dissociarsi significhi almeno andare a sedersi in altri settori dello stadio e mostrare il proprio disgusto di fronte a cori e atteggiamenti osceni. E lo dico, come appare chiaro, da persona che conosce certe situazioni per averle vissute dall'interno.


E quindi, eccoci alla domanda delle domande: ha senso espellere il Frente Atletico dal Calderon? E ancora: ha senso sciogliere de imperio il gruppo?
Secondo me NO. Il problema sono i componenti o il nome? Perchè, tra i due elementi, solo uno sarebbe destinato a cambiare. 

Il fatto stesso che il club abbia vietato l'ingresso al Frente Atletico ma abbia ribadito che chi ha l'abbonamento in quel settore non deve preoccuparsi delle conseguenze dell'espulsione e potrà continuare a frequentarlo, a mio avviso, mostra chiaramente come il rischio di scadere in una farsa sia altissimo. Vale a dire: si puniscono il nome, i simboli, la storia, criminale e non, del gruppo, ma non chi quei simboli e quella storia ha contribuito a crearli.
Diciamoci la verità: se fossimo nel Belpaese, diremmo che è la classica “soluzione all'italiana”, la solita vecchia storia immortalata da “Il gattopardo”.
Che tutto sia solo fumo negli occhi me lo suggerisce anche un'altra considerazione: sembra quasi che, se i gravissimi incidenti di domenica non avessero causato una vittima, o se questa vittima fosse stata un ultrà dell'Atletico, nessuno chiederebbe la dissoluzione e l'espulsione del Frente Atletico. Che solo ora si scopra il danno che il Frente causa alla società.
Pochi giorni fa, contro l'Olympiakos, il coro “Michel maricón” sovrastava persino la telecronaca televisiva. Sarebbe ancora tutto accettabile, se un moribondo non fosse stato buttato nel Manzanares? Se queste persone fra due settimane si presentassero al Calderon dietro lo striscione Indios, o Grupo Neptuno, o chissà cos'altro, cori come questo smetterebbero come per incanto?
 Con un nome diverso l'atteggiamento del gruppo sarebbe differente?
Ovviamente si potrebbe obiettare che il cambio del nome potrebbe essere la certificazione di un cambio di indirizzo, di membri, di atteggiamenti. Vero, verissimo, ma qui non si tiene conto che ci sono due problemi seri con cui confrontarsi.
Tanto per dire, un processo di questo tipo non si attua in un giorno, ma è frutto di un lungo lavoro che deve essere fatto dal Frente stesso, se è vero (ma ne dubito: certi cori li cantano tutti) che il gruppo è sano ed è rovinato solo da pochi elementi malati.
Né si può far finta che questo sia solo un problema sportivo e non invece una piaga sociale. Due branchi di subumani si scontrano vicino a uno stadio con la scusa di una partita di calcio e uno di questi (ché non era un tifoso normale, leggere qui per credere) ci lascia le penne. Davvero il fatto che un uomo di 43 anni e con due figli non trovi niente di meglio che farsi 500 chilometri per andare a picchiarsi con gente uguale a lui, solo vestita con altri colori, è un problema che non può essere qualificato come sociale?
Tutto si risolve impedendo a questi signori di entrare in uno stadio, e poi? Si daranno appuntamento in autostrada e si picchieranno in nome di squadre che neppure possono più vedere dal vivo, come accade in Olanda e in Inghilterra. E allora il problema sarà risolto o semplicemente rimosso dagli schermi televisivi su cui scorrono le immagini di uno spettacolo che si vende bene solo se appare perfetto?


Perchè, di tutto questo, ciò che mi dà più fastidio è l'ipocrisia. Anni fa, come ho già scritto, con il Calderon desolatamente vuoto e sgangherato, con i sedili rotti e le recinzioni che impedivano a metà del primo anello di vedere il campo, questa gente serviva eccome. Anche se il nome Frente Atletico era di chiara ispirazione fascista. Anche se la “Canción del Atletista” era ispirata a un noto inno franchista. Anche se sciarpe, bandiere e striscioni del gruppo esponevano teschi delle SS e croci celtiche. Allora tutto andava bene, D'altra parte, il nostro vomitevole presidente era ancora più fascista, un personaggio davvero rivoltante, indegno della nostra storia e della nostra tradizione.
Andava bene che questi tizi dominassero il Calderon, anche perchè l'immagine del club non poteva essere peggio di così. Siamo sempre stati il club della zona sud della città, quella popolare, quella anche progressista, e questo terrificante connubio rafforzava le calunnie di chi, partendo dal fatto che durante gli anni del Franchismo eravamo associati alla squadra dell'aviazione, sosteneva che fossimo noi la vera squadra del regime.
(Apro una parentesi per dire che, in questi anni, ho letto le peggiori stupidaggini su di noi, su Franco, sul Real Madrid. Ne elenco qualcuna, tanto per gradire: saremmo stati la vera squadra del cuore di Franco, che però per motivi ignoti e che nessuno di costoro sa spiegare favorì sfacciatamente il Real Madrid; sulle tribune del Metropolitano era pieno di gerarchi e militari; Bernabeu in realtà era anti-franchista e, rullino i tamburi, i veri favoriti dal regime furono Barcellona [!!!] e Atletico. Ma qualcuno di questi idioti legge i libri di storia? Sa che esiste un'autorità in materia di nome Bernardo Salazar, i cui studi accuratissimi dovrebbero essere patrimonio dell'umanità?).
Dice qualcosa il nome di Aitor Zabaleta? Un giovane tifoso della Real Sociedad, una persona normale che si aggirava con la propria fidanzata nei dintorni del Calderon e che venne ucciso a 100 metri dalla porta 6 con una pugnalata al cuore nel dicembre del 1998, dopo anni e anni in cui, in occasione di alcune partite, la frangia apertamente neonazista del Frente organizzava “cacce al basco”.
Sì, avete letto bene, era il 1998. Il Frente Atletico venne bandito dal Calderon? Si chiese il suo scioglimento? A me non risulta.
Come mai? Forse perchè erano gli anni in cui la società era sommersa dai debiti e aveva bisogno, allora più che mai, di una massa di manovra di violenti pronti a creare sconquassi per la città se qualcuno avesse cercato di cancellare il club perchè non pagava le tasse da almeno dieci anni e perchè il suo presidente usava i soldi del comune di Marbella, di cui nel frattempo era diventato sindaco (a proposito, la città più fascista di tutta la Spagna), per tenere in vita l'Atletico Madrid?
Certo, ogni tanto Gil urlava contro il Frente e gli ultras se la prendevano col presidente, ma le cose continuavano allo stesso modo.


E adesso il figlio di quel presidente, ora promosso amministratore delegato, e quell'altro tizio inutile e obbediente che allora appariva sempre due passi dietro a Gil e non parlava mai, ora promosso presidente, ci dicono che il Frente Atletico sarà espulso dal Calderon? Che lo sport è amicizia e sana rivalità? Che il club non c'entra nulla con gli incidenti scoppiati fuori dallo stadio (ed è vero) e che non ha mai incoraggiato queste persone (ma per favore!!!)?
E noi dovremmo credergli? E a cosa si deve, di grazia, questo sussulto di senso civico e rispetto per i valori dello sport?
Come mai Aitor Zabaleta vale meno di Francisco Javier Romero Taboada, detto ‘Jimmy’? Forse perchè allora eravamo una società sull'orlo del fallimento economico e sportivo, a un passo dalla retrocessione e ora siamo la squadra di moda, quella che in tivù si vende bene in tutto il mondo?
E allora ditelo, ma ditelo chiaro: il sangue di Aitor, un bravo ragazzo per quanto ne sappiamo, non sporcava nulla; quello di Jimmy, un teppistello senza arte né parte, invece impedisce di conquistare fette di mercato in Sud America, in Cina e in India.
Ditelo, che degli scontri fuori e degli insulti dentro lo stadio non vi importa nulla, o meglio, non ve ne frega proprio un cazzo. Vi importa, come sempre, del vostro portafogli, che si gonfia di più (finalmente lo avete capito) se c'è un progetto, sportivo ed economico, dietro alle vostre azioni, piuttosto che se vi limitate a comportamenti delinquenziali nei confronti del club, tra ruberie e misteriose sparizioni di denaro.


Ditelo chiaramente: il Frente Atletico non ci dà fastidio per i suoi atti, per i suoi cori, per la sua ideologia, per i suoi delitti. Ci dà fastidio perchè, con tutto questo, ci impedisce di vendere un prodotto.
Ma ricordate una cosa: l'Atletico Madrid non è un prodotto. E soprattutto non è vostro. L'Atletico è nostro, è della sua gente. La stessa gente che non vede l'ora che ve ne andiate.
Voi, prima di tutti, dovreste essere banditi dal Calderon.
Voi!
Poi gli altri, eventualmente.

5 commenti:

  1. Ciao condivido tutto quello che dici, soprattutto il fatto che il tifoso non si trovava li per caso. Ma vorrei porti una domanda: la squadra secondo te non avrà ripercussioni sui fatti che sono accaduti fuori? E poi non credi che magari senza il frente potrebbe mancare quella famosa spinta del pubblico che regala il Calderon?

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  2. Penso che le ripercussioni potrebbero vedersi in due modi differenti a seconda del campo: in trasferta ci sarà maggiore ostilità, soprattutto in alcuni campi, e potrebbe esserci minore seguito; in casa la spinta potrebbe essere affievolita, almeno all'inizio.
    Credo comunque che sia una situazione transitoria e che la squadra di Simeone sia rotta a ben altre difficoltà

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  3. Come vedi il match con la juve?

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  4. Vissuto come una finale. Vale a dire, uno di quei match che raramente l'Atletico perde

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  5. Eri allo stadium ? Cosa ne pensi di questa farsa

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