Come molti di
voi sapranno, il club ha preso la decisione
di espellere il Frente Atletico dal Calderon, non potendo, per ovvi
motivi, né sciogliere un'associazione che non è legata in nessun
modo organico all'Atletico Madrid né, per gli stessi motivi,
modificarne etica e comportamenti.
Vorrei, prima
di sviluppare alcune considerazioni a proposito, fare una premessa
piuttosto consistente, e con diversi elementi personali, che spero mi
perdonerete ma che ritengo funzionali al discorso.
In primo luogo,
chiunque sia stato, almeno una volta, al Calderon, potrà confermare
che, nonostante tutto, andare allo stadio in Spagna sia molto meglio
che in Italia: si vedono famiglie intere, coppie, gruppi di amici e
l'atmosfera è rilassata e tranquilla. Soprattutto, e il particolare
per me è indice di molte cose positive, si vedono molte donne. C'è
quell'atmosfera che in Italia, ormai, si trova solo alle partite di
Champions', quando il pubblico non passa il tempo a insultare gli
avversari e i loro tifosi, ma si gusta la partita ed incita la
propria squadra.
Aggiungo ora
una serie di note decisamente più personali. Nella mia vita, oltre
che al Calderon, sono stato in molti stadi: per lunghi anni sono
stato abbonato del Milan, ho visto diverse partite di molte squadre
europee. In molti casi, ho potuto seguire la gara tra gli ultras di
casa. Che fossi nella Fossa dei Leoni, nella Torcida Hajduk, nella
Juventude Leonina dello Sporting, nei Lutece Falco del PSG, ad
Highbury, tra i Grobari del Partizan o tra gli ultras dello Sparta
Praga, la situazione intorno a me era quasi sempre la stessa: oltre a
quelli per la propria squadra, era un fiorire di cori razzisti e
sessisti, di braccia più o meno tese e di slogan (cripto-)fascisti.
Per lungo
tempo, per quanto certe cose mi dessero molto ma molto fastidio
(scelsi la Fossa e non le Brigate Rossonere perchè non mi piaceva il
totenkopf simbolo di queste ultime), mi sono limitato a
credere che tacere e non partecipare a certe manifestazioni e a certi
cori fosse sufficiente per dissociarsi.
Per lungo
tempo, ho cercato di considerare simboli decisamente poco simpatici
(un teschio del tutto simile a quello delle SS, per esempio) presenti
su sciarpe e altro materiale del Frente Atletico (materiale che
possiedo, per altro) come elementi di un distorto folklore che
accettavo solo in virtù della comune fede sportiva.
Da diversi
anni, ormai, non penso più che tacere sia sufficiente. Penso anzi
che dissociarsi significhi almeno andare a sedersi in altri
settori dello stadio e mostrare il proprio disgusto di fronte
a cori e atteggiamenti
osceni. E lo dico, come appare chiaro, da persona che conosce
certe situazioni per averle vissute dall'interno.
E quindi,
eccoci alla domanda delle domande: ha senso espellere il Frente
Atletico dal Calderon? E ancora: ha senso sciogliere de
imperio il gruppo?
Secondo me NO.
Il problema sono i componenti o il nome? Perchè, tra i due elementi,
solo uno sarebbe destinato a cambiare.
Il fatto stesso
che il club abbia vietato l'ingresso al Frente Atletico ma abbia
ribadito che chi ha l'abbonamento in quel settore non deve
preoccuparsi delle conseguenze dell'espulsione e potrà continuare a frequentarlo, a mio avviso, mostra
chiaramente come il rischio di scadere in una farsa sia altissimo.
Vale a dire: si puniscono il nome, i simboli, la storia, criminale e
non, del gruppo, ma non chi quei simboli e quella storia ha
contribuito a crearli.
Diciamoci la
verità: se fossimo nel Belpaese, diremmo che è la classica
“soluzione all'italiana”, la solita vecchia storia immortalata da
“Il gattopardo”.
Che tutto sia
solo fumo negli occhi me lo suggerisce anche un'altra considerazione:
sembra quasi che, se i gravissimi incidenti di domenica non avessero
causato una vittima, o se questa vittima fosse stata un ultrà
dell'Atletico, nessuno chiederebbe la dissoluzione e l'espulsione del
Frente Atletico. Che solo ora si scopra il danno che il Frente causa
alla società.
Pochi giorni
fa, contro l'Olympiakos, il coro “Michel maricón”
sovrastava persino la telecronaca televisiva. Sarebbe ancora tutto
accettabile, se un moribondo non fosse stato buttato nel Manzanares?
Se queste persone fra due settimane si presentassero al Calderon
dietro lo striscione Indios, o Grupo Neptuno, o chissà
cos'altro, cori come questo smetterebbero come per incanto?
Con un nome diverso
l'atteggiamento del gruppo sarebbe differente?
Ovviamente si
potrebbe obiettare che il cambio del nome potrebbe essere la
certificazione di un cambio di indirizzo, di membri, di
atteggiamenti. Vero, verissimo, ma qui non si tiene conto che ci sono
due problemi seri con cui confrontarsi.
Tanto per dire,
un processo di questo tipo non si attua in un giorno, ma è frutto di
un lungo lavoro che deve essere fatto dal Frente stesso, se è vero
(ma ne dubito: certi cori li cantano tutti) che il gruppo è sano ed
è rovinato solo da pochi elementi malati.
Né si può far
finta che questo sia solo un problema sportivo e non invece una piaga
sociale. Due branchi di subumani si scontrano vicino a uno stadio
con la scusa di una partita di calcio e uno di questi (ché non era
un tifoso normale, leggere qui
per credere) ci lascia le penne. Davvero il fatto che un uomo di 43
anni e con due figli non trovi niente di meglio che farsi 500
chilometri per andare a picchiarsi con gente uguale a lui, solo
vestita con altri colori, è un problema che non può essere
qualificato come sociale?
Tutto si
risolve impedendo a questi signori di entrare in uno stadio, e poi?
Si daranno appuntamento in autostrada e si picchieranno in nome di
squadre che neppure possono più vedere dal vivo, come accade in
Olanda e in Inghilterra. E allora il problema sarà risolto o
semplicemente rimosso dagli schermi televisivi su cui scorrono le
immagini di uno spettacolo che si vende bene solo se appare perfetto?
Perchè, di
tutto questo, ciò che mi dà più fastidio è l'ipocrisia.
Anni fa, come ho già scritto, con il Calderon desolatamente vuoto e
sgangherato, con i sedili rotti e le recinzioni che impedivano a metà
del primo anello di vedere il campo, questa gente serviva eccome.
Anche se il nome Frente Atletico era di chiara ispirazione
fascista. Anche se la “Canción
del Atletista” era ispirata a un noto inno franchista. Anche se
sciarpe, bandiere e striscioni del gruppo esponevano teschi delle SS
e croci celtiche. Allora tutto andava bene, D'altra parte, il nostro
vomitevole presidente era ancora più fascista, un personaggio
davvero rivoltante, indegno della nostra storia e della nostra
tradizione.
Andava bene che
questi tizi dominassero il Calderon, anche perchè l'immagine del
club non poteva essere peggio di così. Siamo sempre stati il club
della zona sud della città, quella popolare, quella anche
progressista, e questo terrificante connubio rafforzava le calunnie
di chi, partendo dal fatto che durante gli anni del Franchismo
eravamo associati alla squadra dell'aviazione, sosteneva che fossimo
noi la vera squadra del regime.
(Apro una
parentesi per dire che, in questi anni, ho letto le peggiori
stupidaggini su di noi, su Franco, sul Real Madrid. Ne elenco
qualcuna, tanto per gradire: saremmo stati la vera squadra del cuore
di Franco, che però per motivi ignoti e che nessuno di costoro sa
spiegare favorì sfacciatamente il Real Madrid; sulle tribune del
Metropolitano era pieno di gerarchi e militari; Bernabeu in realtà
era anti-franchista e, rullino i tamburi, i veri favoriti dal
regime furono Barcellona [!!!] e Atletico. Ma qualcuno di questi
idioti legge i libri di storia? Sa che esiste un'autorità in materia
di nome Bernardo Salazar, i cui studi accuratissimi dovrebbero essere
patrimonio dell'umanità?).
Dice
qualcosa il nome di Aitor Zabaleta?
Un giovane tifoso della Real Sociedad, una persona normale che si
aggirava con la propria fidanzata nei dintorni del Calderon e che
venne ucciso a 100 metri dalla porta 6 con una pugnalata al cuore nel
dicembre del 1998, dopo anni e anni in cui, in occasione di alcune
partite, la frangia apertamente neonazista del Frente organizzava
“cacce al basco”.
Sì,
avete letto bene, era il 1998.
Il Frente Atletico venne bandito dal Calderon? Si chiese il suo
scioglimento? A me non risulta.
Come
mai? Forse perchè erano gli anni in cui la società era sommersa dai
debiti e aveva bisogno, allora più che mai, di una massa di manovra
di violenti pronti a creare sconquassi per la città se qualcuno
avesse cercato di cancellare il club perchè non pagava le tasse da
almeno dieci anni e perchè il suo presidente usava i soldi del
comune di Marbella, di cui nel frattempo era diventato sindaco (a
proposito, la città più fascista di tutta la Spagna), per tenere in
vita l'Atletico Madrid?
Certo,
ogni tanto Gil urlava contro il Frente e gli ultras se la prendevano
col presidente, ma le cose continuavano allo stesso modo.
E
adesso il figlio di quel presidente, ora promosso amministratore
delegato, e quell'altro tizio inutile e obbediente che allora
appariva sempre due passi dietro a Gil e non parlava mai, ora
promosso presidente, ci dicono che il Frente Atletico sarà espulso
dal Calderon? Che lo sport è amicizia e sana rivalità? Che il club
non c'entra nulla con gli incidenti scoppiati fuori dallo stadio (ed
è vero) e che non ha mai incoraggiato queste persone (ma per
favore!!!)?
E
noi dovremmo credergli? E a cosa si deve, di grazia, questo sussulto
di senso civico e rispetto per i valori dello sport?
Come
mai Aitor Zabaleta vale meno di Francisco
Javier Romero Taboada,
detto ‘Jimmy’?
Forse perchè allora eravamo una società sull'orlo del fallimento
economico e sportivo, a un passo dalla retrocessione e ora siamo la
squadra di moda, quella che in tivù si vende bene in tutto il mondo?
E
allora ditelo, ma ditelo chiaro: il sangue di Aitor, un bravo ragazzo
per quanto ne sappiamo, non sporcava nulla; quello di Jimmy, un
teppistello senza arte né parte, invece impedisce di conquistare
fette di mercato in Sud America, in Cina e in India.
Ditelo,
che degli scontri fuori e degli insulti dentro lo stadio non
vi importa nulla,
o meglio, non ve ne frega proprio un cazzo. Vi importa, come sempre,
del vostro portafogli,
che si gonfia di più (finalmente lo avete capito) se c'è un
progetto, sportivo ed economico, dietro alle vostre azioni, piuttosto
che se vi limitate a comportamenti delinquenziali nei confronti del
club, tra ruberie e misteriose sparizioni di denaro.
Ditelo
chiaramente: il Frente Atletico non ci dà fastidio per i suoi atti,
per i suoi cori, per la sua ideologia, per i suoi delitti. Ci dà
fastidio perchè, con tutto questo, ci impedisce di vendere un
prodotto.
Ma
ricordate una cosa: l'Atletico Madrid non è un prodotto. E
soprattutto non è vostro. L'Atletico è nostro, è della sua gente.
La stessa gente che non vede l'ora che ve ne andiate.
Voi,
prima di tutti, dovreste essere banditi
dal Calderon.
Voi!
Poi
gli altri, eventualmente.
Ciao condivido tutto quello che dici, soprattutto il fatto che il tifoso non si trovava li per caso. Ma vorrei porti una domanda: la squadra secondo te non avrà ripercussioni sui fatti che sono accaduti fuori? E poi non credi che magari senza il frente potrebbe mancare quella famosa spinta del pubblico che regala il Calderon?
RispondiEliminaPenso che le ripercussioni potrebbero vedersi in due modi differenti a seconda del campo: in trasferta ci sarà maggiore ostilità, soprattutto in alcuni campi, e potrebbe esserci minore seguito; in casa la spinta potrebbe essere affievolita, almeno all'inizio.
RispondiEliminaCredo comunque che sia una situazione transitoria e che la squadra di Simeone sia rotta a ben altre difficoltà
Come vedi il match con la juve?
RispondiEliminaVissuto come una finale. Vale a dire, uno di quei match che raramente l'Atletico perde
RispondiEliminaEri allo stadium ? Cosa ne pensi di questa farsa
RispondiElimina