Come
volevasi dimostrare, non si fa in tempo a prendere una posizione un
po' polemica, vale a dire di puntiglio, sul lavoro di Simeone, che il
Cholo
fa saltare il banco e dà una prova di forza a tutta la Liga.
Dopo
la bontà da Dottor Jekyll esibita contro il Las Palmas, ecco dunque
la ferocia implacabile da Mister Hyde, che stronca gli andalusi e
annuncia la seria e convincente candidatura dell'Atletico alla
vittoria in tutte le competizioni.
Perché
se c'è una cosa che la partita del Nuevo
Pizjuán
ha detto, è che l'Atletico ha recuperato una condizione mentale
eccezionale: non si spiegherebbero altrimenti né il primo tempo di
pressing alto e asfissiante, né il secondo tempo di difesa a
oltranza senza correre eccessivi rischi, condito da due pugnalate che
hanno ferito a morte gli andalusi proprio quando pareva che potessero
infine artigliare il pareggio.
Se
volete, l'essenza del Cholismo
è tutta in un'immagine: mai, nel bel mezzo della tempesta, nella
difficoltà estrema, quando si sta per affogare, MAI
cedere
al panico e alla disperazione e cacciare la testa sott'acqua di
propria volontà. Se mi passate la “botta” di ottimismo, penso
proprio che sia tornata la squadra inaffondabile che l'anno scorso
avevamo un po' perso.
Naturalmente
questo non significa che non ci siano problemi e difficoltà su cui
lavorare, ma la base, quest'anno, c'è. Basta solo gettare un piccolo
sguardo alla panchina di ieri, roba da leccarsi i baffi. Argenteria
che fino a pochi anni fa (o forse anche fino all'anno scorso...)
potevamo vedere solo nelle vetrine delle boutique altrui. Bisognerà
solo vedere se tutti risponderanno all'appello, se gli infortuni ci
risparmieranno e se, cosa che mi preoccupa di più, il doble
pivote
offrirà qualcosa di più, qualitativamente, rispetto all'anno
scorso. In questo senso, i primi segnali sembrano incoraggianti: Gabi
sembra di nuovo in palla, mentre Tiago ha iniziato in discreta forma
e si spera che, per quando arriverà l'inevitabile flessione del
portoghese, Simeone abbia pensato alla contromossa (Koke? Saul?).
In
ogni caso, Simeone ha sfoderato sin da subito una rara specialità
della casa, vale a dire il pressing alto, per bloccare le fonti di
gioco del Siviglia. Bloccata la transizione dalla difesa, ingabbiato
Banega, gli andalusi, che pure avevano iniziato a spron battuto,
hanno ceduto pian piano il pallino del gioco ai colchoneros
e si sono ritrovati a dover inseguire. Sulle fasce, Koke e Oliver
facevano il bello e il cattivo tempo, rallentando o accelerando la
manovra a seconda delle necessità dei compagni, nascondendo il
pallone a proprio agio e risultando imprendibili per i sevillistas.
Come imprendibile era Griezmann, vera e propria freccia scagliata
nella retroguardia andalusa. Proprio dalla sua pervicacia nel
mantenere vivo un pallone, con assist
praticamente da terra, nasceva il gol di Koke. Era il 35' e
l'Atletico pareva padrone del match,
come in effetti sarebbe stato fino alla fine del primo tempo.
Nel
secondo tempo, però, la musica cambiava. La maggior spinta sulle
fasce degli andalusi metteva alle corde i colchoneros,
che finivano per rinserrarsi nella propria area. All'inizio, con un
paio di contropiedi mortiferi, mettevano paura al Siviglia, ma
l'inerzia di Fernando Torres, praticamente nullo, spuntava l'arma più
temuta dell'Atletico e lasciava solo Griezmann.
Veri
pericoli i colchoneros non ne correvano, tranne su un tiro di
Llorente (non più solo e isolato davanti contro i difensori
avversari), ma la sensazione era che il pareggio degli uomini di casa
potesse arrivare da un momento all'altro e senza particolare
scandalo.
Da
un infortunio di Koke partiva però l'iniziativa di cambiare la
squadra, dando molta più verticalità e velocità alla manovra in
avanti: dentro Saul, Ferreira Carrasco e Jackson Martinez; fuori per
l'appunto Koke, Oliver e Fernando Torres.
Così
l'Atletico tornava a farsi pericoloso e, proprio nel momento meno
atteso, a colpire gli avversari: un tiro da fuori di Gabi colpiva un
avversario e batteva Beto. Poco dopo, una grande combinazione con
Griezmann metteva Jackson in grado di calciare stupendamente da fuori
area: 3-0 e, come nei sogni, senza neanche sapere bene il perché.
C'era
persino tempo per un palo dalla lunga distanza di Griezmann, davvero
scatenato, su assist di Jackson.
Risultato
rotondo, probabilmente eccessivamente pesante per il Siviglia, ma che
la dice lunga sulle ambizioni, la forza e la solidità di questo
Atletico. Come al solito, solo le prossime partite ci daranno un
quadro più definito, a cominciare dalla prossima contro i campioni
in carica del Barcellona...
Note
positive:
Griezmann:
subisce un fallo da rigore in occasione del primo gol, quando
nonostante tutto fornisce l'assist del 1-0; uno, bellamente ignorato
dall'arbitro, all'inizio del secondo tempo; fornisce l'assist del
3-0; prende il palo allo scadere con una folgore dalla distanza. Una
vera potenza.
Oliver:
gestisce la palla con maestria e con maestria la distribuisce. Un
altro giocatore rispetto a due anni fa, con più coraggio, più forza
fisica e più prontezza mentale.
Ferreira
Carrasco:
gioca poco, ma fa intravvedere le sue potenzialità, con alcune
sgroppate e alcuni tagli che fanno saltare i meccanismi difensivi del
Siviglia.
Gabi:
il capitano è tornato. Mente di nuovo concentrata sull'obiettivo,
grinta, piede “caldo”. Forse la nota più lieta, per gli
equilibri della squadra.
Note
negative:
Fernando
Torres:
senza la sua abnegazione e il suo lavoro oscuro, la circolazione di
palla del Siviglia sarebbe molto ma molto più scorrevole. Splendido,
davvero. Peccato che di lavoro faccia il centravanti: non un tiro,
non un dribbling, non un cambio di passo. Rami e Carriço non devono
neppure alzarsi dal tavolino presso il quale sorseggiano il caffè
per contrastarlo, perché, di fatto, si annulla da solo. Come solo
rimane Griezmann per tutto il tempo in cui il Niño
rimane in campo. Entra Jackson e l'Atletico segna due reti in sette
minuti: solo un caso?
Sevilla:
Beto; Coke, Rami, Carriço (Gameiro, m. 68), Tremoulinas; Krychowiak,
Banega; Reyes (Konoplyanka, m. 65), Iborra (Krohn-Dehli, m. 65),
Vitolo; y Llorente. No utilizados: Rico; Kolo, Mariano y Kakuta.
No utilizados: Moyà; Savic, Correa y Vietto.
Goles: 0-1. M. 35. Koke. 0-2. M. 78. Gabi. 0-3. M. 85. Jackson Martínez.
Árbitro: Clos Gómez. Amonestó a Krychowiak, Banega, Tiago, Godín, Griezmann, Konoplyanka, Juanfran
Ramón Sánchez Pizjuán. Unos 40.000 espectadores.
L'Atletico di quest'anno mi piace. Esperienza e freschezza dei giovani sono ben bilanciate, e c'è anche tanta classe, se si esclude il solito doble pivote.
RispondiEliminaLa partita col Barcellona ci permetterà di capire se si potrà lottare per il titolo già da quest'anno, oppure se bisognerà aspettare una stagione per oliare completamente i meccanismi di una squadra nuova, che ha tagliato quasi completamente i ponti con la squadra che ha vinto la Liga nel 2014.