lunedì 14 settembre 2015

Atletico Madrid – Barcellona 1-2: né carne, né pesce


Forse un big match contro il Barcellona non era l'occasione giusta per questo Atletico giovane e ancora da formarsi nel crogiuolo maneggiato dal Cholo Simeone, ma è difficile lasciare il Calderon senza la sensazione netta, precisa, che si sarebbe potuto fare di più.
 
Non è vero, come ho letto da più parti, che tutto sommato la partita sia stata alla pari e che solo l'ingresso di Messi abbia fatto pendere la bilancia da una parte. Non è comunque vero, allo stesso modo, che i colchoneros abbiano fatto pena, come si è scritto nei forum dedicati ai biancorossi (ah, il solito limite dell'isteria ciclotimica! Ma quando la smetteremo?).
Ciò che penso sia parso evidente a tutti è che i colchoneros non abbiano avuto la forza, più interiore che legata all'indubbio valore del Barcellona, di mettere in atto il piano che era stato preparato, vale a dire pressing alto e contropiede. Ben presto la squadra ha abbassato il proprio baricentro e ha cominciato a subire l'iniziativa dei blaugrana, non solo perché questi erano decisamente più in palla rispetto a Bilbao (dove il piano dei baschi era riuscito alla perfezione), ma anche perché tra i biancorossi non tutti correvano come avrebbero dovuto: molle Filipe, inesistente Koke, precocemente spento Tiago, non è rimasto granché su cui fare affidamento, giusto un Juanfran al di sotto del proprio standard, un Oliver in misteriosa difficoltà nel giocare la palla e un Griezmann copia sbiadita di quello che abbiamo imparato ad ammirare.
Di fatto, si è arrivati quasi subito al paradosso di una squadra cui il proprio allenatore aveva chiesto pressing alto e ripartenze veloci, secondo un copione certo conosciuto ma nei fatti utilizzato raramente, e che invece finiva per giocare secondo il proprio tipico abito mentale, quello della difesa profonda con molti uomini, se non tutti, al di sotto della linea della palla. Così facendo, però, i colchoneros si condannavano a ripartenze elaborate e, soprattutto, innescate troppo lontano dalla porta avversaria e condotte con pochi uomini, difetto cui era parso che il Cholo intendesse rimediare col mercato di quest'estate.
Non che il Barça, in realtà, abbia fatto meraviglie, ma da parte nostra si sono salvati giusto Torres e Gabi, finalmente tornato giocatore imprescindibile.
Pure, questa partita un po' fiacca abbiamo rischiato di vincerla, almeno finché la coppia Neymar – Messi non ha acceso il turbo. E che si potesse fare di più mi pare confermato dalla prima parte del secondo tempo, quando abbiamo finalmente giocato come avremmo dovuto e siamo riusciti a chiudere il Barcellona nella propria metacampo. Non a caso, infatti, l'Atletico segnava quasi subito, dopo una buona combinazione Griezmann - Tiago sulla metacampo avversaria e meraviglioso filtrante di quest'ultimo per Torres, che si involava e segnava l'ennesima rete della propria carriera ai blaugrana.
Poco dopo, però, Neymar segnava direttamente da calcio di punizione (solo io ho notato qualche sbavatura nella disposizione della barriera?), spegnendo l'entusiasmo dei biancorossi. A nulla valevano gli ingressi di Ferreira-Carrasco, Jackson e poi nel finale di Vietto: i colchoneros si chiudevano sempre più e Messi aveva buon gioco a segnare su disimpegno errato e laborioso dei padroni di casa sulla propria trequarti.

Che dire, in conclusione? Una sconfitta salutare, ma da non drammatizzare: il Barça è pur sempre il Barça, in primo luogo; ma soprattutto c'è chiaramente ancora molto lavoro da fare, se, quindici giorni dopo Siviglia, la forza mentale di allora pare essersi disciolta.
Ad maiora...


Note positive
Gabi: si danna l'anima in mezzo al campo, corre e imposta. Di più non può fare, stanti i suoi limiti tecnici. Ribadisco, si deve prendere il coraggio a due mani e affiancargli qualcuno di più tecnico e più dinamico di Tiago, come Koke o Saul.


Note negative
Koke: evanescente sulla fascia, non combina granché neppure quando viene accentrato nel 4-5-1 che a un certo punto viene proposto dal Cholo.
Filipe: sbaglia i tempi di inserimento in attacco e anche quelli di intervento in difesa. Decisamente una prova sottotono.




Atlético: Oblak 7; Juanfran 5,5, Giménez 6, Godín 6, Filipe Luis 4,5; Óliver 5 (Carrasco, m. 59 5,5), Gabi 7 (Vietto, m. 80 sv), Tiago 6, Koke 4; Torres 7 (Jackson Martínez, m. 61 5) y Griezmann 5.
No utilizados: Moyá, Savic, Saúl y Gámez.


Barcelona: Ter Stegen; Sergi Roberto, Mascherano, Vermaelen (Mathieu, m. 27), Alba; Rakitic (Messi, m. 59), Busquets, Iniesta; Rafinha, Neymar y Luis Suárez. No utilizados: Masip, Bartra, Munir, Sandro y Adriano.


Goles: 1-0 M. 50. Torres. 1-1 M. 54. Neymar. 1-2 M. 76. Messi.
Árbitro: Mateu Lahoz. Amonestó a Filipe Luis, Óliver, Giménez e Iniesta.
Vicente Calderón. 54.900 espectadores.



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