Courtois,
7,5: in alcune partite le sue prodezze ci hanno permesso di
ottenere vittorie o pareggi assolutamente insperati; in altre le sue
papere hanno contribuito pesantemente alla sconfitta, in particolare
alla fine della stagione. E' normale se hai 19 anni, anche quando
tutti ti pronosticano un futuro da numero uno planetario. Ne sia un
esempio il comportamento sui calci d'angolo: bravissimo ad Hannover,
decisamente timido e impacciato nella semifinale di andata di Europa
League.
Comunque
notevole per reattività e riflessi nell'area piccola e anche per il
coraggio di alcune uscite, effettuate per di più con ottimo stile.
Asenjo
e Joel, sv: è veramente uno scandalo che questi due ragazzi
siano ridotti a barcamenarsi tra panchina e tribuna perché la
società insiste su un portiere in prestito invece di valorizzare
quanto ha in casa. Aggiungiamo il fatto che i due, già adesso e
ancor di più in futuro, sono e saranno in competizione, situazione
che raramente genera tranquillità nei portieri, e il quadro del
disastro gestionale è servito.
Joel
ha concluso la stagione in prestito al Rayo (con risultati
altalenanti...), Asenjo ha giocato pochissimo, alternando buone cose
a pessime. Nel complesso, è impossibile valutare il reale valore dei
due giocatori.
Godin,
6,5: il giocatore ammirato nel Villareal in biancorosso si è
visto solo a sprazzi. In diversi casi ha manifestato scarsa
reattività e si è reso protagonista di gravi errori di controllo,
il derby del Bernabeu in particolare. Molti dei rigori fischiati
contro l'Atletico portano la sua firma. In alcune partite è stato
invece monumentale, per esempio a Pamplona, dove ha salvato più
volte il risultato. In generale, non è male in fase di impostazione,
anche se non raggiunge i livelli di abilità di Miranda. Ha
evidenziato anche notevoli difficoltà sui palloni alti, fatto tanto
più sorprendente considerato quanto sia risultato micidiale di testa
sui calci d'angolo a favore.
Miranda,
7: ha cominciato la stagione nel peggiore dei modi. Con Manzano è
parso quasi sempre spaesato, privo di senso della posizione e di
velocità, come dimostrano i disastri con Athletic e Barcellona.
Progressivamente è migliorato, fino a raggiungere il massimo con
Simeone, come molti dei suoi compagni. Nel complesso si è dimostrato
un buon difensore, ottimo nell'anticipo e abile nel rilanciare
l'azione, grazie anche al lancio preciso e alla buona visione di
gioco. Fatica invece sul breve e se pressato, oltre a non essere
granché come marcatore (anche se in alcune partite ha tirato fuori
una grinta e una reattività notevoli): meglio con uno schermo
davanti che gli permetta di sfruttare l'intelligenza tattica per
farsi trovare sempre al posto giusto e neutralizzare gli avversari in
anticipo. Anche lui non eccezionale sui palloni alti e nelle
situazioni di mischia.
Dominguez,
6,5: diligente, concentrato, forte fisicamente. Tuttavia anche
lento e scarsissimo in impostazione, il che spiega perché Simeone (e
anche Manzano) gli abbia preferito i due sopra. A parer mio il suo
vero difetto è che, se non è al massimo della forma, risulta
decisamente modesto, perché tecnica e velocità non sono i suoi
punti forti e così non può “mascherare” la sua debolezza.
Tuttavia gli va dato atto di essersi sempre fatto trovare pronto e di
non essersi mai lamentato per il poco spazio che gli è stato
offerto, evitando inutili e dannose polemiche di spogliatoio.
Professionista esemplare.
Filipe,
7: ha iniziato malissimo, poi è andato migliorando, inizialmente
in difesa e poi anche in attacco. Fino ad allora, l'Atletico
“pendeva” a destra (grazie alla catena Juanfran-Adrian-Diego)
anche per la scarsa fiducia nutrita dai compagni nei suoi confronti.
In
diverse occasioni è stato veramente devastante nei suoi inserimenti
e provvidenziale in difesa, come il giocatore che tutti speravamo che
fosse. In una recente intervista ha dichiarato che questa è stata la
sua migliore stagione, ma sono abbastanza sicuro che possa fare
ancora di più, sia sul piano della continuità che dell'azione
d'attacco.
Juanfran,
8: per quel che mi riguarda, la più bella sorpresa della
stagione, anche se sono sempre stato un suo sostenitore. Fondamentale
da centrocampista contro il Rennes, ha trovato la sua dimensione da
terzino destro, ruolo nel quale ci ha deliziato con percussioni
devastanti e con recuperi prodigiosi. E' stato semplicemente
inesauribile e ha il grandissimo merito, almeno ai miei occhi, di
essere stato l'unico a salvarsi nel disastro con l'Albacete in coppa.
Ha ampiamente meritato l'Europeo ed è vergognoso che in Polonia e
Ucraina gli sia stato preferito il mediocre Arbeloa.
Silvio,
6: ha giocato poco, a causa della pubalgia che lo ha ben presto
appiedato, però ha lasciato buone impressioni. Abile in difesa e in
fase di spinta, dotato di buona visione di gioco, ha spesso
appoggiato il centrocampo cercando giocate a testa alta e dimostrando
quindi di saper cosa fare della palla. Mi auguro che il prossimo anno
possa essere il suo anno.
Perea,
5: nella sua ultima stagione a Madrid, ha mostrato le solite
carenze che, a mio giudizio, rendono misteriosa la sua lunga
permanenza in biancorosso: carenze tattiche, tecniche e di
concentrazione sia da centrale che soprattutto da terzino destro (i
continui errori di misura nei cross gridano ancora vendetta). Uno dei
principali colpevoli del disastro di Barcellona.
Antonio
Lopez, sv: un altro pezzo di storia che se ne va, da me non
particolarmente rimpianto. L'ho sempre trovato mediocre e
sopravvalutato (ah, i canterani...), sia nella spinta che nel
contenimento, anche nei suoi giorni migliori. Però è, come Perea
d'altra parte, un grandissimo professionista: sempre pronto, mai una
polemica, sempre il massimo impegno.
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