Dopo
venti minuti l'Atletico era già sul 2-0, dopo trenta sarebbe stato
in vantaggio di tre reti, se il secondo gol di Falcao non fosse stato
annullato per fuorigioco. Nel mezzo, una ferocia, una intensità e
una coralità di gioco che raramente si erano viste anche in questa
splendida era-Simeone. Giganteggiava Diego Costa, ormai titolare
indiscusso, brillava Gabi, che dimostra di essere un signor
centrocampista quando vuole, Falcao era il solito cecchino
implacabile: l'Atletico, dopo la vittoria sul Saragozza, confermava
di essere in grandissimo spolvero e inanellava un'altra prestazione
superba.
Il
primo gol era una sintesi perfetta del gioco di squadra che al
caleron non si vedeva dai tempi de doblete: giocata finissima di
Diego Costa, apertura per Raul Garcia e passaggio smarcante di
quest'ultimo per Falcao, abilissimo nel bruciare il proprio
marcatore. Anche la seconda rete veniva al termine di una azione
corale conclusa, un po' a sorpresa da un Filipe Luis mai troppo
rimpianto in zona di tiro.
Peccato
che, a quel punto, l'Atletico cedeva al gusto del controllo del match
e non affondava se non saltuariamente i suoi denti nel corpo di un
Betis mai allo sbando. I betici, così, rinserravano le file e
mettevano progressivamente in difficoltà i colchoneros soprattutto
nella zona centrale (ah, centrocampisti di livello internazionale,
dove siete???), venendo arginati solo dalla sfortuna e dagli
interventi superlativi di Courtois. Se è vero che i colchoneros
sfioravano più volte, nel corso del match, la terza rete, è anche
vero che solo in virtù dei suddetti miracoli non subivano almeno una
rete, se non addirittura due. La quadruplice occasione betica ancora
nel primo tempo grida vendetta e appartiene al campo della
fantascienza, tanto è incredibile.
Note
positive
Courtois:
se l'Atletico non disfa la tela costruita nella prima mezz'ora, è
merito suo. Finalmente mostra reattività e colpo d'occhio degni del
grande portiere che dicono che sia.
Diego
Costa: il suo movimento da seconda punta abile nello sfondamento
e nell'inserirsi negli spazi è devastante. Ieri ha mostrato anche
che oltre alla forza fisica c'è anche tecnica e freddezza. Può
crescere ancora molto e diventare un giocatore sempre più importante
per questo Atletico.
Fortuna:
se dopo un calo come quello di ieri non incassi il gol che rimette in
bilico la qualificazione, vuol dire che gli astri sono dalla tua, e
tutti sappiamo cosa accade alle squadre forti e abili con un po' di
buona sorte...
Note
negative
Concentrazione:
poteva finire 4-0, rimane un risultato confortante ma non decisivo.
Colpa di una concentrazione che si fa via via deficitaria e che
appare poco consona a una squadra allenata da Simeone. Ieri ci ha
messo una pezza la fortuna (vedi sopra), ma non va sempre così (vedi
Palma di Maiorca). In particolare, a rischio-deconcentrazione c'è
sempre il quadrilatero Miranda-Godin-Mario-Gabi.
Atlético
de Madrid:
Courtois 8;
Juanfran 6,5 (Cata
Díaz, m. 69 6),
Miranda 6,
Godín 6,
Filipe 7;
Raúl García 6,
Gabi 7,
Mario Suárez 6,5,
Arda Turan 6(Cristian
Rodríguez, m. 82 sv);
Diego Costa 8
(Koke, m. 72 6)
y Falcao 6,5.
Goles: 1-0, m. 10: Falcao cabecea un centro de Raúl García, tras una jugada individual de Diego Costa. 2-0, m. 23: Filipe Luis, de disparo potente y raso desde dentro del área tras un rechace.
Árbitro: Undiano Mallenco (C. Navarro). Amonestó a los locales Diego Costa (m. 7), Raúl García (m. 42) y Arda Turan (m. 80) y al visitante Paulao (m. 57).
Incidencias: Partido de ida de los cuartos de final de la Copa del Rey, disputado en el estadio Vicente Calderón ante unos 40.000 espectadores. Vicente del Bosque, seleccionador español, presenció
el partido desde el palco.
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