A guardare le
statistiche alla fine del primo tempo, chiunque avrebbe pensato che
ormai era fatta: c'erano un solo gol di vantaggio e un rigore
sbagliato, d'accordo, ma anche un totale di 10 corner a zero, 18 tiri
in porta a zero, 29 cross a 2 per i colchoneros.
Chiunque
sarebbe andato a farsi un panino sereno, solo leggermente irritato
per le numerose occasioni gettate al vento, ma anche consapevole che
gli avversari non erano per niente irresistibili.
Però qualunque
tifoso di calcio attento, in una situazione come questa, non riesce a
non pensare a quel famoso mantra “Gol sbagliato – gol subito”
che, sia pure trito e ritrito, fotografa comunque una verità del
calcio: le partite durano novanta minuti e, soprattutto, sono
imponderabili, vale a dire che possono cambiare in un refolo di
vento, senza apparenti ragioni.
Il tifoso
dell'Atletico, poi, è ancor più sospettoso di natura, consapevole
com'è di un tempo non lontano nel quale i suoi giocatori erano
capaci di gettare al vento tutto quanto erano riusciti a creare
(sprecare...) nel momento di maggior dominio della partita.
In effetti
tutto è andato secondo i nostri peggiori timori: dopo aver
largheggiato per 70 minuti, sprecando l'inenarrabile, vuoi perché se
Diego Costa capitalizzasse il 100% delle occasioni che si crea
avrebbe già segnato 50 reti in campionato, vuoi perché Villa è
stato ancora una volta inguardabile, vuoi perché la squadra ha
giocato come sempre, ma zavorrata forse da un misto di stanchezza e
supponenza che possiamo scusare ma che rischia prima poi di costarci
caro, l'Atletico ha concluso asserragliato nella sua area, sotto
assedio, difendendo con le unghie e coi denti il vantaggio di un
misero gol.
La chiave del
cambiamento degli ospiti? L'ingresso di Nolito, che dopo pochissimi
minuti segnava capitalizzando il primo tiro in porta del Celta e poi
folleggiava in mezzo alla difesa biancorossa come se si trattasse
della reincarnazione di Maradona o del gemello di Messi. E poi,
ovviamente, altra chiave, l'improvviso rilassamento dei colchoneros,
che, dopo aver giocato l'intera partita come se si trattasse di un
allenamento, da quel momento, consapevoli che l'avversario moribondo
da loro tenuto in vita non era affatto morto e sepolto, si facevano
prendere dal panico, con il corollario di brutture già visto e
analizzato: passaggi fuori misura, distanze tra i reparti saltati,
marcature e meccanismi non rispettati, palloni spediti in tribuna.
Gli ultimi venti minuti di partita: si nota l'arretramento dell'Atletico fino ai margini della propria area e oltre, in una vera e propria situazione di assedio. |
Uno spettacolo
indecoroso, che una volta di più dovrebbe far riflettere sulla
necessità di non giocare col fuoco e che certo mette in luce come la
filosofia del “partita dopo partita” sia, appunto, più retorica
che sostanza. Uno spettacolo, però, che io stigmatizzo ma comprendo,
perché mi rendo conto che gestire un campionato di vertice e una
Champions' da protagonisti non sia affatto semplice e implichi
micidiali cali di concentrazione per chi non ha l'abitudine ai piani
alti (guardare il disastro della Real Sociedad per conferme). Però
mi limito a osservare che le partite a rischio sono proprio quelle
che sulla carta dovrebbero risultare più agevoli e che il Cholo
questo non può non saperlo: ci vuole insomma, da parte sua, una dose
supplementare di attenzione proprio per gli appuntamenti minori,
quelli che, da soli, non forniscono grandi motivazioni ai giocatori.
Per il resto,
nell'attesa di un segnale da parte di Simeone, che, ripeto, non può
non aver collegato le ultime prestazioni discutibili in Liga, mi
metto in tasca i tre punti e guardo verso il basso con soddisfazione.
Note
positive
Diego Costa:
altre due reti da centravanti vero, altri spunti continui in avanti e
tanti sacrifici in difesa. Sbaglia un rigore, ma a questo punto è
un'inezia.
Note
negative
Villa: ci
mette l'anima, diversamente da Porto, ma il risultato è, semmai, più
irritante. Là era scomparso dai radar, qui è ben in evidenza quando
sbaglia due gol già fatti solo davanti al portiere. Che dire?
Aspettiamo con fiducia e pazienza, ma anche con la fastidiosa
impressione che possa essere stato un acquisto sbagliato.
Atlético de
Madrid Courtois 7; Juanfran 6, Miranda 5,
Godín 5, Filipe Luis 7; Mario 5,5, Gabi 6
(Guilavogui, m. 89 sv), Koke 6,5, Arda 6 (C
Rodríguez, m.73 sv); Diego Costa 7,5, Villa 4
(Oliver, m.58 6).
Celta Yoel; Hugo Mallo, David Costas, Fontás, Toni; Oubiña, Alex López (Santi Mina, min.58), Rafinha, Augusto Fernández (Nolito, min.58); Krohn-Dehli y Charles (Madinda, min.69).
Goles:
1-0, 42' Diego Costa.
2-0, 62' Diego Costa.
2-1, 72' Nolito.
Árbitro: Undiano Mallenco (C.Navarro). Amonestó a Godín (m.81), por parte del Atlético de Madrid, y a Charles (m. 65), Hugo Mallo (m. 74), Oubiña (m. 81), por parte del Celta de Vigo.
Celta Yoel; Hugo Mallo, David Costas, Fontás, Toni; Oubiña, Alex López (Santi Mina, min.58), Rafinha, Augusto Fernández (Nolito, min.58); Krohn-Dehli y Charles (Madinda, min.69).
Goles:
1-0, 42' Diego Costa.
2-0, 62' Diego Costa.
2-1, 72' Nolito.
Árbitro: Undiano Mallenco (C.Navarro). Amonestó a Godín (m.81), por parte del Atlético de Madrid, y a Charles (m. 65), Hugo Mallo (m. 74), Oubiña (m. 81), por parte del Celta de Vigo.
Ma costa si è fatto male?
RispondiEliminaSi è fatto male Villa, che infatti non giocherà in nazionale
EliminaPer quanto?
RispondiElimina