mercoledì 2 ottobre 2013

Porto – Atletico Madrid 1-2: inaffondabili


Ormai è ufficiale: siamo inaffondabili. O, meglio ancora, siamo come quei bicchieri da bambini col fondo rinforzato e piombato: per quanti colpi tu possa dare, per quanta forza tu possa utilizzare, tornano sempre in piedi, magari traballanti e pesti, ma sempre in verticale, ben saldi sulla loro base.
Ieri sera, su un campo difficilissimo e per noi tradizionalmente ostico, abbiamo sofferto una mezz'ora d'inferno: il Porto, la squadra che per carattere e intensità ci è forse più simile in Europa, correva più di noi e pressava più di noi. Il nostro centrocampo, privato di Koke misteriosamente lasciato in panchina, vacillava tremendamente, mostrando tutte le sue lacune: Tiago non riesce a gestire due partite di grande intensità in tre giorni, Gabi non è un regista e da solo non garantisce neppure un livello di protezione adeguato alla difesa, Arda ogni tanto “incappa” nella partita-di-riposo e Raul Garcia, disperso sulla fascia, non riusciva a mettere in luce le sue qualità di non-regista, non-ala, non-trequartista.
Morale della favola: non si riusciva a tenere il pallone più di tre-quattro secondi, non si poteva imbastire una manovra che fosse una, non si era in grado di proteggere i compagni del pacchetto arretrato. Così, con Villa totalmente scomparso nella prateria davanti all'area dei portoghesi e Baptistao impegnato in inutili corse a vuote, anche la difesa faceva acqua e si distingueva solo per la velocità con la quale i palloni recuperati venivano rilanciati a caso in avanti, operazione che provocava la pronta apparizione degli avversari di nuovo nelle vicinanze della porta biancorossa.

Il gol dei portoghesi era inevitabile ed arrivava su calcio da fermo al sedicesimo: spiovente dalla trequarti e Jackson Martinez abile a colpire di testa dopo essersi bevuto un Godin completamente rintronato.
Dopo il gol, il copione non cambiava minimamente, salvo un leggero appagamento del Porto che permetteva ai colchoneros di respirare e cominciare a riorganizzare le idee. Si rischiava anche la seconda rete su tiro di Varela, ma nel frattempo l'Atletico aveva cominciato a minacciare i lusitani prima con Arda, poi con un colpo di testa di Raul Garcia sulla traversa. Il pareggio sarebbe stato troppo, ma cominciava a farsi strada la sensazione che i colchoneros non si sarebbero dati per vinti e iniziavano a riprendere in mano il filo della gara.

Il Cholo, nell'intervallo, prendeva la decisione più coraggiosa, lasciando negli spogliatoi Villa e inserendo al suo posto Rodriguez, per un 4-5-1 con l'uruguaiano sulla destra, Leo Baptistao davanti e Raul Garcia tra le linee, per dar manforte al centrocampo e nel contempo sfruttare il tiro da lontano e la capacità di inserimento.
La partita comunque permaneva intensa ma brutta, priva di vere occasioni da rete. Il Porto continuava nel suo piano, l'Atletico puntava agli inserimenti veloci dalla trequarti, anche considerando che i due centrali portoghesi non avevano più punti di riferimento. Le due reti non potevano quindi che venire da calci di punizione guadagnati sui trenta metri avversari. In entrambi i casi, a battere era Gabi, che prima imbeccava con una splendida parabola Godin, poi, con un autentico colpo di genio machiavellico (e già visto con l'Almeria...), innescava Arda con un rasoterra a metà strada tra la barriera e la porta. La posizione del turco era dubbia, ma Webb non segnalava nulla di irregolare.
Era l'apoteosi, cui l'Atletico arrivava senza punte di ruolo in campo (Koke aveva rilevato Leo; Raul Garcia, comunque non una punta, era stato sostituito perchè infortunato da Oliver Torres).
Il sangue freddo, la coesione, il sostegno reciproco permettevano ai colchoneros di ottenere un grande aiuto dalla Fortuna, comunque non immeritato, anche perché il Porto, nel suo fervore, alla fine aveva prodotto due azioni veramente pericolose in tutta la partita.


Tuttavia, è bene guardare in faccia la realtà, anche e soprattutto in un momento di euforia come questo. E la realtà è, io credo, che non siamo attrezzati. Inutile nascondercelo, non lo siamo. Se mai a Diego Costa dovesse capitare qualcosa, potremmo veramente affrontare un discreto pezzo di stagione con Villa, Adrian e Baptistao come uniche punte? O con Raul Garcia sulla trequarti? L'anno scorso nella Liga siamo stati competitivi finchè è durato lo stato di forma di Falcao. Quest'anno non vedo come potrebbe essere diversamente, mutatis mutandis.
Certo, mancano ancora all'appello Alderweireld e Guilavogui, però il loro momento di adattamento piuttosto lungo dimostra che non è affatto facile entrare nel meccanismo di questo Atletico.
Tutti coloro che, per denigrarci, scrivono e dicono che giochiamo un calcio semplice o, peggio, che giochiamo “a nada”, non sanno neppure di cosa parlano: l'apparente semplicità spesso non implica effettiva linearità (o, nel caso della nostra accusa, banalità).
Certo non nel caso di questo Atletico, che sempre con il Cholo si caratterizza per risultare di un valore molto superiore alla semplice somma dei singoli. Entrare nel meccanismo, perciò, non è facile: per questo Villa è in piena crisi di rigetto, per questo Leo pare correre a vuoto; per tacere di chi non ce l'ha fatta e gioca altrove. Riusciranno, insomma, le riserve a non far rimpiangere i titolari? E ancora, alziamo ulteriormente il tiro, riuscirebbero le riserve a giocare intere parti di stagione al posto dei titolari?
Ieri, senza Koke e Diego Costa, eravamo perduti. Ci siamo rialzati, ci rialzeremo sempre, però rialzarsi non significa automaticamente vincere.
Però, attenzione, non sto dicendo che non vinceremo niente. Potremmo vincere un trofeo, sì, ma per farlo dovremo, a primavera, rinunciare al resto, esattamente come l'anno scorso abbiamo fatto con l'Europa League per la Coppa del Re.
Vincere la Liga? Possibile, certo, se saremo sempre al massimo e se gli altri non lo saranno; ma, da una decina d'anni a questa parte, è quasi impossibile che sia il Barça che il Real falliscano contemporaneamente una stagione. Per farlo, dovremo mollare tutto il resto e pregare perché lo stato di forma di tutti sia eccelso e nessuno si faccia male.
Vincere la Champions'? Possibile (credo che si possa fare come il Borussia lo scorso anno, in realtà, non di più, ma chissà...), ma vale il discorso di prima.
Rivincere la Coppa del Re? Certo, se le riserve inevitabilmente schierate ci permetteranno di arrivare in finale.
Abbiamo ancora anni di crescita davanti, anche se al momento siamo tra le dieci migliori formazioni europee. Per vincere qualcosa di veramente grosso già ora, ci vogliono congiunzioni astrali così favorevoli da essere, a mio parere, impensabili: insomma, non aspettiamoci che tornare sempre in piedi, come ieri, garantisca sempre, come ieri, la vittoria. O che le giocate di strategia, benemerite, tolgano sempre le castagne dal fuoco.

Note positive
Gabi: menzione d'onore per il capitano, che non perde mai la testa e con due gran belle giocate su punizione ci regala tre punti fondamentali per la qualificazione alla fase successiva.

Note negative
Villa: scomparso, come già altre volte. Testimonio che in altre occasioni (Rayo), pur senza segnare, ha svolto egregiamente il ruolo di guastatore che fa salire la squadra e attiva gli inserimenti dei centrocampisti. Però partite come quella di ieri non fanno che confermare la mia opinione su di lui, già espressa mesi fa.



Oporto Helton; Danilo, Otamendi, Mangala, Alex Sandro; Fernando, Defour, Lucho González (Quintero, m. 68); Josué (Licá, m. 60), Varela, Jackson Martínez. No utilizados: Fabiano; Maicon, Fucile, Herrera y Ghilas.


Atlético de Madrid Courtois 6,5; Juanfran 6, Miranda 5,5, Godín 5,5, Filipe Luis 6; Gabi 6,5, Tiago 5,5, Raúl García 6 (Óliver Torres, m. 78 sv), Arda 6,5; Leo Baptistao 5 (Koke, m. 74 sv), Villa 4 (C Rodríguez, m. 46 6).
No utilizados: Aranzubia; Alderweireld, Insua y Guilavogui.

Goles:
1-0, 16' Jackson Martínez.
1-1, 58' Godín.
1-2, 86' Arda Turan.

Árbitro: Howard Webb (Reino Unido). Amonestó a Tiago, Juanfran y Mangala.

Unos 45.000 espectadores en el estadio do Dragão de Oporto.

2 commenti:

  1. Secondo me possiamo credere più nel campionato che Champions.... siccome in Spagna le squadre da battere sono solo 2 e 1 già battuta e l'altra battibile(testimone la supercoppa) secondo me alderweireld e una validisima riserva.... ho la paura che come l'hanno scorso ci sia un calo fisico e mentale... però lo scorso anno a questo punto non eravamo a punteggio pieno.. non avevamo vinto un derby...però avevamo uno la davanti uno certo falcao ...però......

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    1. Alla fine, è il mio stesso pensiero: troppi però e troppi se, allo stato attuale. Ripeto, aspettiamo primavera e vedremo cosa ci riserva il futuro

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