Se c'è una
cosa che la notte di Vienna ha evidenziato, è che in questo momento
il modulo 4-2-3-1 è il migliore per l'Atletico. Per quel che mi
riguarda, lo è a prescindere, ma a quanto pare Simeone quest'anno ha
optato per altro, cioè un 4-4-2 che però ora pare impraticabile,
visto che Villa e Adrian, per motivi vari, non sono presentabili.
Spazio dunque al pendolo centrocampo-attacco che tanto bene ci aveva
portato col Chelsea.
Altra cosa che
ieri sera è stata ben messa in chiaro è che, dopo la partita con
l'Espanyol, il Cholo è corso ai ripari, mettendo in campo quelli da
cui proprio non si può prescindere (Filipe, Miranda, Arda, Koke e
Diego Costa, tanto per essere chiari, purché, ovviamente, giochino
insieme) e ha messo in panca chi aveva bisogno di chiarirsi le idee e
riposarsi (e siamo gentili), ovverosia Mario e Godin.
Infine, ultimo
aspetto che la gara di Champions' ha messo sotto gli occhi di tutti,
è ormai chiaro che questa squadra ha, in sé, un Mister Hyde
che, senza preavviso, si manifesta per larghi tratti di alcune gare,
quando non per tutta la partita come accaduto al Cornellà.
All'improvviso uno sconosciuto, dunque, che si prende il palcoscenico
e imprime la propria impronta indelebile alle partite: allora partite
considerate ormai chiuse si riaprono, avversari moribondi riprendono
vigore e situazioni ormai archiviate si ripropongono come temi di
attualità.
Ieri sera, non
c'è dubbio, lo sconosciuto ha colpito ancora. Potrà sorprendervi il
fatto che io dedichi così tanto tempo al tema della scarsa
continuità della squadra, considerato che i risultati dicono altri e
che oggi, sulle gazzette ma anche sui blog degli appassionati, si
discute solo della sinfonia atletica a Vienna;
tuttavia, considero questo il vero problema dei colchoneros,
nonché l'unico limite, unito alla qualità non eccelsa della rosa e
al limitato numero di ricambi, a una stagione favolosa. Ieri, dopo
mezz'ora favolosa, ci siamo ritrovati a rischiare più del dovuto, a
correre meno degli avversari e a farci trovare sempre fuori posizione
pur essendo quelli con due reti di vantaggio. Se Diego Costa non si
fosse inventato il terzo gol trasformando in oro un passaggio ancora
una volta fuori misura di un compagno, chissà come sarebbe finita. E
chissà come sarebbe finita se l'Austria non avesse preso la traversa
alla fine del primo tempo; forse ora staremmo scrivendo di incompiuta
o di inopinata rimonta.
La prima
mezz'ora, però, è stata fantastica, un vero spot contro quelli
convinti che il nostro calcio sia solo corsa e calcioni (los
vikingos, per esempio): sovrapposizioni, interscambi, triangoli,
percussioni, geometrie e un pressing asfissiante ma intelligente ci
hanno consegnato 30 minuti da lasciare agli annali del calcio
continentale, nonché un'impressione di forza e di facilità che ha
sicuramente colpito gli appassionati, neutrali e non. Splendide sia
l'azione di Filipe, che ha concluso una percussione originata da Koke
con il più comodo degli assist per Raul Garcia, sia la cavalcata di
Diego Costa, abilissimo a nascondere agli avversari le sue intenzioni
fino al momento dello scatto decisivo e del conseguente dribbling. Un
2-0 dopo venti minuti ampiamente meritato e straordinariamente
convincente.
Peccato però
che, piano piano, i colchoneros si siano rilassati (giusto il
tempo di sfiorare il terzo gol con Costa a concludere un triangolo
Koke-Filipe) e sia subentrato lo Sconosciuto cattivo, quello
che rallenta il ritmo del gioco, abbassa troppo il baricentro e
decide che il pressing non è più necessario: la traversa colpita da
Hosiner vibra ancora, ma in generale i danubiani correvano molto di
più e, se qualcuno avesse acceso il televisore in quel momento,
avrebbe avuto la netta sensazione che fossero loro i mattatori
dell'incontro e i biancorossi le vittime sacrificali.
Lo stesso
copione si presentava nel secondo tempo, con un Atletico che dava
costantemente l'impressione di essere sul punto di incassare il gol
che avrebbe probabilmente significato il punto di rottura e avrebbe
rovesciato le sorti del match.
Poi, improvviso
come era arrivato, lo Sconosciuto svaniva: arrivava il terzo gol, con
Costa bravissimo ad arpionare un cross sballato di Insua e a
inventarsi un gol alla Falcao. Del nostro Mister Hyde non c'era più
traccia e, anzi, il famoso spettatore casuale non avrebbe mai neppure
potuto sospettarne l'esistenza: c'erano solo maglie biancorosse,
abili nel nascondere la palla agli avversari e nel controllarne il
desiderio di segnare almeno un gol. La partita tornava a essere una
partita, insomma: uno scontro tra una squadra fortissima e una di
buon livello che le provava tutte, ma trovava di fronte a sé undici
giocatori organizzatissimi e affiatati, invece che un gruppetto di
sparuti fantasmi sempre fuori tempo e fuori posto.
Un Atletico
saldo e ben messo in campo, privo di attaccanti di ruolo, giocava da
padrone e nascondeva la palla agli avversari, o ne fermava le folate
sulla trequarti, portando a casa quella che, senza quella mezz'ora di
ombre, sarebbe stata la più facile delle vittorie.
E ora non resta
che completare l'opera al Calderon, contro gli austriaci, per
garantirsi la qualificazione e mettersi in pole per il meritato primo
posto.
Note
positive
Diego Costa:
si carica la squadra sulle spalle e ne diviene, una volta di più,
spietato terminale, quando il gioco fila, o condottiero senza paura,
quando l'Atletico si avvita su se stesso. In questo momento è
imprescindibile, anche se Simeone sta chiaramente valutando altre
possibilità per l'emergenza (possibilità che in questo momento non
si chiamano né Villa né Adrian).
Filipe:
gioca solo 45', ma è semplicemente devastante. Peccato che talvolta
si deconcentri in fase difensiva: il ballo dell'ultimo quarto d'ora
del primo tempo lo vede, io credo, attore principale, anche se non
unico. Quando la contrattura lo toglie dal campo, il ben più
morigerato Insua è meno incisivo in avanti, ma più funzionale alla
tenuta della squadra.
Tiago:
la sua è una partita da vero centromediano, se mi perdonate il
paragone un po' azzardato. Difende, imposta, crea la superiorità
appena davanti alla difesa o alle spalle di Diego Costa: è lui il
pendolo della manovra, ed è un vero peccato che si sia scoperto
giocatore di tal fatta solo in tarda età, quando, per ovvi motivi,
non ci può più regalare partite in serie di questo livello. Ha una
tecnica che Mario Suarez non avrà mai, neppure dedicandosi anima e
corpo a questo aspetto, e ho detto tutto.
Miranda:
monumentale. Non sbaglia un colpo, si muove sicuro in coppia con
Alderweireld e imposta il gioco ogni volta che c'è bisogno. Nel
belga, un altro giocatore bravo a impostare dalle retrovie, ha
trovato forse il suo alter-ego.
Note
negative
Juanfran:
spinge, ma spesso si fa trovare fuori posizione in fase
difensiva. La traversa di Hosiner è in buona parte sua
responsabilità, visto che perde l'attaccante austriaco. Da censura
la stupida ammonizione rimediata al 67', chiaro segno di nervosismo.
Austria de
Viena Lindner; Dilaver, Rogulj, Ortelechner, Suttner; Stankovic
(Kienast, m. 14), Holland, Mader; Royer (Leovac, m. 85), Hosiner, Jun
(Spiridinovic, m. 75). No utilizados: Kardum; Ramsebner, Koch y
Simkovic.
Atlético de Madrid Courtois 6,5; Juanfran 6, Miranda 7,5, Alderweireld 7, Filipe Luis 7,5 (Insúa, m. 46 6,5); Tiago 8, Gabi 6,5; Arda 6,5, Raúl García 7 (Adrián, m. 81 sv), Koke 7,5; Diego Costa 8,5 (C. Rodríguez, m. 59 6).
No utilizados: D.
Gil; Óliver; Mario Suárez y Villa.
Goles:
0-1, 8' Raúl García.
0-2, 20' Diego Costa.
0-3, 53' Diego Costa.
Árbitro: Daniele Orsato (ITA). Amonestó a Kienast, Holland, Suttner, Hosiner, Raúl García, Gabi y Juanfran.
Unos 50.000 espectadores en el Ernst Happel Stadion.
Goles:
0-1, 8' Raúl García.
0-2, 20' Diego Costa.
0-3, 53' Diego Costa.
Árbitro: Daniele Orsato (ITA). Amonestó a Kienast, Holland, Suttner, Hosiner, Raúl García, Gabi y Juanfran.
Unos 50.000 espectadores en el Ernst Happel Stadion.
Secondo te domenica saremo in vetta?
RispondiEliminaPossibile, ma prima dobbiamo battere il Betis... E comunque spero che accada a causa di un pareggio e non per una vittoria dei vikingos.
EliminaRimane il fatto che una vittoria a Barcellona ci avrebbe già fatto andare in testa e magari ci avrebbe permesso un ulteriore allungo, ma ormai è fatta
ma non scrivi più?
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