Già in agosto
mi ero espresso in maniera piuttosto chiara sulle strategie di
mercato in riva al Manzanares. Ora, dopo alcuni mesi di competizioni
(che mi hanno permesso di farmi un'idea di alcune operazioni
dell'ultimo minuto), posso completare il pensiero espresso allora.
Un paio di
considerazioni preliminari, che sono imprescindibili per comprendere
il discorso: la rosa è corta e priva di alcune figure
fondamentali (il che spiega, ad esempio, lo scialbo pareggio di
Villareal dell'ultima giornata di Liga); inoltre la squadra manca
di fantasia e
abilità tecnica, carenza cui Simeone ha tentato di ovviare con
ritmo e aggressività costanti.
Vediamo ora di
analizzare la squadra reparto per reparto.
Difesa
Sono stati
confermati tutti e questo è stato un bene. Il blocco difensivo
è sempre stato il punto di forza di questo Atletico, per cui questa
scelta è stata un chiaro messaggio di continuità verso il
gruppo, l'allenatore e la tifoseria. La qualità complessiva del
gruppo difensivo non è altissima (di fatto spiccano solo Courtois,
Miranda e Filipe Luis), ma l'amalgama e l'abilità raggiunti dalla
squadra nel difendersi complessivamente hanno portato i colchoneros
ad incassare pochissimi gol. Di conseguenza, scelta migliore non
poteva essere fatta.
Aggiungo anche
che ho trovato particolarmente positivo il fatto che Demichelis sia
stato venduto per Alderweireld. Il club ci ha guadagnato 5
milioni di euro e un giocatore più giovane come il belga, anche se
l'operazione che ha portato quest'ultimo a Madrid ha qualcosa di
sospetto: possibile che gli inglesi, pur di avere Demichelis, abbiano
comprato un giocatore che i colchoneros non potevano permettersi e lo
abbiano, di fatto, regalato al club spagnolo? Mi permetto quindi di
dubitare che Alderweireld abbia veramente un contratto di quattro
anni con i colchoneros; penso anzi che presto scopriremo qual è
veramente il legame tra il belga e il Manchester City.
Altra questione
aperta che scoppierà la prossima estate è quella del portiere,
da anni un vero e proprio vulnus sulle rive del Manzanares.
Non voglio ripetere quanto già detto quest'estate, ma urge un breve
riassunto: Courtois partirà a fine anno, Joel è stato
venduto ma con opzione di riacquisto, Asenjo è in prestito al
Villareal, Aranzubia rimarrà solo un anno e Roberto è stato
comprato per il prossimo anno e poi subito girato in prestito
all'Olympiakos. Nel frattempo, si sente parlare ancora una volta di
Moya del Getafe.
Piccola
domanda: cosa succede se Joel e/o Asenjo fanno un buon campionato? E
se Roberto, come pare, stupisce in Champions'? Si ripeterà la
medesima telenovela di quest'estate? E tralascio il problema
rappresentato dal dualismo Bono e David Gil nell'Atletico B.
Parlando di
questioni puramente tecniche, Juanfran sembrava destinato ad
essere scalzato da Manquillo, ma si è ripreso alla grande, anche se
manca nella fase difensiva: talvolta si fa cogliere fuori posizione o
si fa rubare il tempo dagli avversari, oltre ad essere
particolarmente carente nella marcatura. Morale della favola,
Manquillo probabilmente se ne andrà in prestito, possibilità
vagliata anche per Gimenez, per continuare ad acquisire
minuti. Sembrerebbe una scelta obbligata, ma il rischio di trovarsi
improvvisamente a corto di uomini fra qualche mese dovrebbe essere
attentamente considerato. Insua è insignificante, un vero
spreco di denaro: davvero Silvio non era alla sua altezza?
Per finire, due
parole su Alderweireld: come anche Guilavogui, è stato finora
utilizzato pochissimo, per cui è difficile dare un giudizio
approfondito. Tra gli aspetti positivi, va segnalata l'abilità nel
costruire gioco; per il resto, non è parso velocissimo e impeccabile
in fase difensiva. Al momento, pare piuttosto simile a Miranda: un
giocatore più abile nell'anticipare il gioco degli avversari, che
nella marcatura vera e propria; vale a dire, in difficoltà senza un
centrocampo in piena forma davanti a proteggerlo.
Centrocampo
Il difetto è
noto: manca la fantasia, se si esclude Arda. Basta che al
turco venga un raffreddore, perchè la luce si spenga senza appello.
Certo, ci sono Koke e (soprattutto) Oliver, ma se Simeone ha chiesto
insistentemente un unico giocatore, e cioè Diego Ribas, ci
deve essere sicuramente un motivo. L'acquisto non si è concluso per
mancanza di soldi, ma ora le prospettive per il ruolo sono, come ho
già detto, piuttosto nere, tanto che il Cholo ha già chiesto un
trequartista nel mercato di gennaio e si riparla
incessantemente di un arrivo del brasiliano ad agosto (altra
telenovela che ci terrà compagnia tutta estate, io credo).
È chiaro che
Oliver Torres avrà sempre più spazio, perchè lo merita, ma
è altrettanto evidente che il ragazzo non è pronto, per statura
fisica e tattica, per il tipo di gioco del Cholo e per sostenere una
stagione, se non da titolare, almeno da riserva di lusso. Koke poi,
che si sta rivelando grandissimo, non ha nella fantasia il suo punto
di forza, mentre su Raul Garcia, da questo punto di vista,
meglio stendere un velo pietoso. Il navarro è un giocatore
estremamente professionale, disponibile e attento, ma non è e non
sarà mai un trequartista. Anzi, è dubbio anche che possa essere un
centrocampista: forse la sua vera collocazione è quella di seconda
punta, come agli inizi della carriera, un ruolo che molto si avvicina
a quello di guastatore-atipico che il giocatore sente più suo (come
la gara contro l'Austria Vienna ha dimostrato).
Quanto a Diego,
io non mi straccio certo le vesti. Non voglio fare il discorso
semplicistico che leggo spesso (quello secondo il quale l'Atletico ha
vinto molto di più senza di lui che con lui, stando al raffronto tra
l'anno scorso e il precedente), ma mi limito a ripetere quanto ho più
volte scritto: è un giocatore che tiene troppo la palla, rallenta
il gioco e sbaglia più passaggi filtranti di quanti effettivamente
ne realizzi; a me personalmente non pare avere una grande
intelligenza tattica, aspetto che io ritengo fondamentale in un
trequartista. Però può darsi che con un gioco decisamente più
manovrato, quale quello proposto dal Cholo quest'anno (si veda alla
voce “David Villa”, più oltre), avrebbe reso di più.
Certamente, in rapporto alla sua carriera, l'ingaggio chiesto dal
padre è decisamente spropositato.
La batteria dei
centrali è buona quantitativamente, meno dal punto di vista
qualitativo: tecnica e fantasia sono rare e poco sfruttate, la
geometria è una qualità di Gabi, ma non certo di Mario.
D'altra parte, quest'anno più dello scorso mi pare che il loro scopo
sia rubare il pallone e consegnarlo sulle ali ai due motori del gioco
(Koke e Arda). Mario è uno dei giocatori più sopravvalutati
della Liga: le sue prestazioni sono spesso inconsistenti, salvo casi
rari (per lo più finali e partite in nazionale, a quanto vedo). In
quest'ottica, mi domando cosa abbia in meno di lui Camacho, enfant
du pays troppo presto scaricato dal club.
La soluzione
migliore sarebbe ovviamente schierare Koke come centrale, ma
da questo orecchio Simeone, che ne sfrutta la polivalenza, non ci
sente. Mi aspetto molto anche da Guilavogui, colosso di
prospettiva che finora ha giocato pochissimo, pagando un notevole
scotto al salto dal ridicolo campionato francese (ah, Falcao...) al
ben più impegnativo campionato spagnolo: nei pochi spezzoni in cui
ha giocato, abbiamo intravisto un tecnica da sgrezzare ma non assente
e una discreta volontà di proporre gioco, oltre all'ovvio peso in
fase di rottura che gli deriva naturalmente dal fisico da corazziere.
Tutto sommato, un doble pivote con lui e Koke, nel giro di un
paio d'anni, non mi dispiacerebbe, senza dimenticare che sulla rampa
di lancio, per il prossimo biennio, c'è anche Saul Niguez.
Chiudo col
Cebolla Rodriguez, utile tappabuchi che sperava
di risultare protagonista in questa squadra: corre coi paraocchi,
senza un vero senso tattico; è importante per fare numero e per
colpire gli avversari quando lanciato in velocità, ma non è molto
di più. Francamente, un giocatore mediocre.
Attacco
L'esplosione di
Diego Costa, che già l'anno scorso era riuscito
progressivamente a mettere in ombra Falcao, ha tolto le castagne dal
fuoco a una dirigenza che non è stata capace di sostituire il
colombiano con nient'altro che un vecchio guerriero arrivato a costo
irrisorio (e dietro promessa di un diritto di prelazione su alcuni
gioielli della cantera) dal Barcellona. Del brasiliano abbiamo
già detto a iosa, quindi non starò a ripetermi. Il vero problema
sarà riuscire a trattenerlo, o meglio, per essere più chiaro,
impedire ai vari Gil e Cerezo di venderlo a peso d'oro per appagare
il loro egoistico e ripugnante cupio dissolvi.
Villa,
comunque, se in forma, è abile nel creare spazi e nel favorire gli
inserimenti di compagni di reparto e centrocampisti: la sua capacità
di tenere sotto pressione l'intera difesa avversaria si è rivelata
un utile grimaldello per l'Atletico, spingendo Simeone a un gioco più
manovrato che proprio sull'asturiano fa perno. Certo, rimane la
questione della forma fisica: finora il prode David ha alternato
settimane di grande lavoro e di buona media realizzativa ad altre di
totale abulia e inerzia. Come ho già detto, era forse un acquisto da
panchina di lusso, più che per la formazione titolare.
D'altra parte,
a sostituire lui e Diego Costa sono chiamati Adrian e Leo
Baptistao. Da brividi, tanto per essere chiari. Il primo è
all'ultima chiamata sul palcoscenico del Calderon, visto che sembra
sempre più simile a quello dell'anno scorso che a quello del primo
anno (in Europa League, però, come avevo chiaramente
sottolineato...): se non gioca, non ritrova condizione e feeling con
la porta, ma quando gioca le sue prestazioni sono spesso totalmente
abuliche. Anche lui potrebbe apportare fantasia in avanti, ma non in
queste condizioni.
Per Leo
Baptistao la situazione è al contempo più semplice e più
complessa: manca di raffinatezza tattica e deve crescere ancora,
anche se penso che sia un ottimo investimento. Simeone l'ha finora
usato con il contagocce, proprio per i suoi limiti, ma, con un
minutaggio più elevato, potrebbe dare molto alla squadra. Si
sacrifica forse poco in copertura, ma è una freccia se lanciato
verso l'area avversaria.
Manca
probabilmente un altro attaccante, per completare il reparto.
Potrebbe essere Raul Garcia, come già detto, col rischio di
sguarnire però il centrocampo. Inoltre il navarro non è una prima
punta di peso, la vera lacuna del reparto.
A mio giudizio,
si poteva tenere Pizzi: non è la prima punta di cui parlavo,
ma certo garantiva la copertura di numerose posizioni in avanti,
oltre ad avere dimostrato, l'anno scorso al Deportivo, un buon
feeling con la rete (più di Adrian, per dire). Sul portoghese, però,
qualcosa non quadra, sia per lo sproposito che è costato, sia per la
stravagante operazione col Benfica di cui è stato oggetto (quella
che ci ha restituito Roberto): se mai, un giorno, si saprà la
verità, capiremo perché sia passato nel nostro cielo come una
meteora.
Quindi, una
rosa non perfetta, migliore di quella dello scorso anno, ma
comunque carente, in figure, fantasia e tecnica, per una
squadra che deve affrontare un percorso complesso come quello di
quest'anno. Non solo la coperta è troppo corta (e ogni
infortunio può quindi avere conseguenze pesanti), ma è anche di
qualità troppo discontinua: far ruotare gli uomini comporta
inevitabilmente un crollo della manovra; insistere sugli stessi
provoca la loro usura, oltre a bloccare la crescita di quelli che
potrebbero, con maggiore esperienza e minutaggio, tornare utili, ma
che ora, per i motivi detti sopra, incrinano il solido gioco di
squadra. Insomma, Simeone rischia il cul de sac: dalla
risposta che saprà dare a quello che pare un rebus insolubile
dipenderà l'esito di quella che al momento si presenta come una
stagione esaltante
La tua analisi è come al solito straordinariamente approfondita e competente, tuttavia... non ti sembra di eccedere nel sottolineare le ombre? Perché a leggerti sembra che si stia quasi parlando di una squadra di metà classifica, se non addirittura da lotta per la salvezza, non di quella che finora ha vinto 16 partite su 20 (perdendone solo una).
RispondiEliminaCiao. Anzitutto grazie per i complimenti, che sono sempre molto graditi e mi danno l'idea della direzione da tenere nel lavoro che svolgo su queste pagine.
EliminaPer quanto riguarda le tue osservazioni, devo dire che non hai affatto torto e che sono già state formulate da amici e conoscenti vari.
Posso solo portare, a mia discolpa, due attenuanti, una di carattere eminentemente personale e una più oggettiva.
La prima: da ragazzo ho visto molte e molte volte giocare il Milan degli olandesi, quindi il mio imprinting è quello. Quando ti sei affacciato al calcio con gente come Maldini, Gullit e Van Basten, molto di quello che vedi ti sembra sempre perfettibile, quando non inadeguato, c'è poco da fare.
La seconda: tutti sappiamo che razza di dirigenza ci sia alla guida della società. Tutti sappiamo che questi giocatori, che ora lottano per la Liga e sono la grande impressione della stagione europea, solo due anni fa erano, con Manzano, un disastro totale. Tutti sappiamo che il vero artefice di questa squadra è Simeone, uno che è riuscito a far rendere i giocatori al 101% sempre e comunque o quasi. Voglio dire, questi risultati non sono frutto di una programmazione sportiva, di una società in grado di costruire con pazienza un mosaico vincente: sono giocatori talvolta miracolati dal contesto creato da Simeone, talaltra miracolosamente salvati dalla vendita dall'argentino stesso (Diego Costa e Raul Garcia, tanto per non fare nomi), o ancora sempre a rischio partenza se si presentassero offerte consistenti. Insomma, non stiamo parlando di una squadra con risultati da metà classifica, ma forse stiamo parlando di un gruppo che, senza la guida del Cholo, sarebbe proprio là, a galleggiare nella mediocrità. Se Simeone farà anche da direttore sportivo, allora tutto questo si consoliderà nel tempo; ma cosa facciamo il giorno in cui il Cholo se ne va? Perchè allora saremo in balia di Gil Marin, Cerezo e Caminero...
Mi godo il momento, ma, siccome non ho paura a confessare che l'Atletico per me non è solo un club di calcio, ma è anche una parte importante della mia vita, guardo al futuro e mi domando: ciò che oggi, più per un caso fortuito che per pianificazione tecnica (Simeone, lo ricordo, fu preso quasi come parafulmine perchè era una vecchia gloria), rifulge, lo farà anche domani? E rifulge per suoi meriti reali e intrinseci, o per un insieme di accidenti difficilmente ripetibili?