giovedì 7 novembre 2013

Poker d'assi


Betis. Granada. Athletic. Austria Vienna.
In soli dieci giorni, l'Atletico cala un poker d'assi fenomenale e si consolida come grande rivelazione della stagione europea. Non è da tutti qualificarsi con due giornate di anticipo agli ottavi di Champions' e, per di più, da primi della classe. Non è da tutti neppure mantenere il ritmo del Barcellona in campionato. A ben guardare, le squadre che fino ad ora hanno ottenuto risultati pari o superiori si contano, in Europa, sulle dita di una mano. Tra queste, nessuna ha un organico povero come quello dei colchoneros.

Confesso di non aver potuto vedere tutte le partite: problemi vari mi hanno costretto a coglierne spizzichi e bocconi, integrando le mancanze con registrazioni e sintesi varie. Di fatto, ho visto integralmente solo quella con l'Austria Vienna, quindi mi limiterò a considerazioni varie e, per ovvi motivi, piuttosto generali.

Prima di tutto, e siamo ancora nel campo dell'ovvio, non sono state partite di pari livello: alcune sono state delle passeggiate, altre, soprattutto quella col Granada, hanno comportato rischi non indifferenti. Ancora una volta l'Atletico ha sofferto di alti e bassi, difetto a cui dovremo abituarci perché tipico di chi gioca ogni tre giorni e non può fisiologicamente essere sempre al massimo. Di fatto, quella con gli uomini di Alcaraz è stata la partita che più ha ricordato quella contro l'Espanyol: poca concentrazione, poca costanza, ma, diversamente da Barcellona, un po' di fortuna e, soprattutto, un avversario dalle qualità offensive che definire ridicole è generoso. Di fronte a partite come questa, non so mai se arrabbiarmi o ringraziare la buona sorte. Nel dubbio, mi limito a pensare che, se avessimo messo un po' più di voglia contro l'Espanyol, saremmo in testa alla Liga.

Poi, va ricordato che abbiamo giocato tutte e quattro le partite senza Arda Turan, che è unanimemente considerato il nostro calciatore più talentuoso e dotato di fantasia. La perdita è stata ben metabolizzata, anche se mi resta il dubbio che ciò sia avvenuto principalmente perché gli avversari non hanno offerto grande resistenza (Granada escluso, ovviamente). In ogni caso, il filotto di risultati positivi non giustifica la dirigenza per la mancanza di un altro giocatore di fantasia in rosa, poiché è chiaro che l'assenza del turco non può essere sopportata a lungo.

Ma soprattutto questi dieci giorni finiscono scolpiti nella memoria perché hanno dimostrato una volta di più la straordinaria bravura di Simeone nella gestione degli uomini: fa debuttare Oliver dall'inizio e quello segna il suo primo gol in carriera, sciorinando anche una prestazione di ottimo livello; ripropone un Villa che molti di noi davano per finito e questo segna una valanga di reti; propone Raul Garcia come seconda punta e il navarro appare finalmente incisivo; estrae dal mazzo Tiago e il portoghese ci regala quella che, al momento, pare la sua migliore stagione in biancorosso.
Lungi dal dipendere dalla fortuna, le scelte del Cholo sono frutto di una duplice abilità, tipica solo degli allenatori di altissimo livello: da una parte la grandissima lucidità nell'osservare i propri uomini giorno dopo giorno, senza farsi influenzare dall'effetto alone (un tipico meccanismo psicologico per il quale si tende a rivestire gli altri di valenze che esistono solo nella nostra mente); dall'altra una totale dedizione al bene della squadra, che si traduce nella totale mancanza di scrupoli nell'accantonare, sia pure momentaneamente, tutti coloro che non risultano al massimo della forma e della concentrazione. È accaduto con Villa, con Adrian, con Godin e con molti altri.
Aggiungiamo a queste abilità anche una grande capacità didattica e motivazionale, non scevra di una forte carica utilitaristica (il passaggio senza remore né dubbi dal 4-4-2 al 4-2-3-1, e viceversa, ogni volta che l'organizzazione degli avversari lo richiede), e il gioco è fatto.
Anche gli uomini sono messi in condizione di rendere al massimo. Oliver, che ancora non ha la forza fisica e la malizia tattica sufficienti a garantire copertura nella propria zona di azione, viene messo in campo contro un Betis derelitto, incapace di pressare e di mettere in difficoltà la circolazione di palla avversaria. Villa è tolto dalla naftalina giusto nel momento in cui Diego Costa evidenzia una sia pur piccola flessione, anche se abilmente mascherata dai gol che continuano ad arrivare con buona puntualità (ma fate il conto di quante azioni spreca prima di segnare e considerate le percentuali realizzative di inizio anno...); l'asturiano, tirato a lucido, è tornato a svolgere egregiamente le funzioni cui si dedicava nelle prime partite della stagione e a questo straordinario lavoro tattico ha aggiunto anche una buona media realizzativa. Raul Garcia ha inanellato diverse buone prestazioni e, proprio nel momento in cui si vede superare dal redivivo Villa dietro a Diego Costa (motivo, in altre squadre, di malumori e polemiche, sia pure sotterranee), ottiene il massimo della fiducia del Cholo, che per lui trova sempre posto e che lo impiega titolare contro l'Austria, mandando un chiaro segnale di fiducia e “titolarità effettivamente condivisa” che molti allenatori non saprebbero proprio inviare. Tiago offre un rendimento eccezionale come centromediano vecchio stampo, svariando dall'area alla trequarti, dettando i tempi, chiudendo gli spazi e le linee di passaggio, rivelandosi insomma giocatore a tutto campo.

A tutti quelli che sembrano baciati dalla Sorte aggiungiamo quelli che offrono sempre un grandissimo rendimento e la ricetta di questo incredibile Atletico è servita. Tra tutti, mi pare giusto concludere queste poche righe con la menzione di Juanfran, che dall'inizio della stagione è in crescendo e ormai si esprime sui livelli di due anni fa, spingendo come e più di Filipe Luis sulla destra: le chiusure non sono sempre impeccabili, ma, contro avversari spaventati come molti di questi dieci giorni, non c'è neppure occasione di mettere in mostra le proprie smagliature.
Con animo sereno, ce ne andiamo a Villareal.

3 commenti:

  1. Io la partita di villareal la vedo durissima anzi darei gli avversari come favoriti... te che dici?

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  2. Ma come mai non scrivi piu con frequenza?

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    1. Perchè è un periodo in cui non riesco ad avere molto tempo libero e diventa difficile scrivere articoli spezzettati dieci minuti al giorno. Sto faticosamente completando un'analisi della rosa e una delle novità tattiche dell'anno. Direi che almeno la prima dovrebbe arrivare prima di sabato.

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