lunedì 3 marzo 2014

Atletico Madrid – Real Madrid 2-2: il segnale


Ci siamo avvicinati a questo derby pieni di timore: in Coppa contro le merengues avevamo rimediato un complessivo 0-5, in campionato uscivamo da una terrificante serie di partite perdute in malo modo o vinte senza reali meriti, in Champions' non avevamo brillato, anche se eravamo riusciti a mantenere la rotta. Insomma, avevamo più dubbi che certezze.
Soprattutto, eravamo tutti consapevoli che la magnifica squadra vista fino a due mesi fa era, di fatto, svanita. Certo, parte di questa impressione era sicuramente alimentata da una stampa sempre pronta a gridare alla crisi dei colchoneros, che danno fastidio e rovinano il meraviglioso spettacolo di questa liga escocesa che deve dividersi, per dettato divino, solo tra blancos e blaugrana, e che tutti gli altri si accontentino di fare da spettatori e non alzino la cresta. Tuttavia, anche i nostri occhi di tifosi più o meno fanatici mostravano chiaramente che non eravamo in forma.


E i nostri occhi ci hanno mostrato anche un'altra cosa: neanche il tempo di cominciare e un gravissimo errore difensivo permetteva a Benzema di segnare da due passi. Pareva la riedizione dell'ennesimo derby senza storia, come molti ne sono passati sulle rive del Manzanares negli ultimi venticinque anni.

Col cuore gonfio di dolore, ho provato il desiderio di spegnere tutto e andare a farmi una passeggiata. Così, tanto per non essere complice dell'umiliazione. Per non soffermarmi a pensare che avevamo forse vissuto un sogno, un meraviglioso e impagabile sogno, tra finale di Coppa e derby di andata. Che il futuro si presentava plumbeo come il passato.
Davvero, la tentazione l'ho avuta: l'ennesimo derby in cui loro segnano già nel sottopassaggio; l'ennesima partita degli ultimi mesi nella quale subiamo prima ancora di cominciare a giocare; l'ennesima reincarnazione del Pupas FC.


Eppure... eppure lo stesso cuore mi diceva che non era finita, che questa volta era come allora. Non so spiegare come mai, ma sapevo che i ragazzi non avrebbero sbagliato ancora.
Da subito, tutti abbiamo avuto quella impressione: l'Atletico ha preso a giocare come se nulla fosse, come a Oporto, come in mille altre partite in cui, con la forza della nostra sicurezza, abbiamo semplicemente raccolto da terra la spada e lo scudo e abbiamo ripreso a fare quello che sappiamo fare meglio: lottare per vincere, sempre. Fino alla fine e anche oltre. Comunque. LOTTARE FINO ALL'INEVITABILE VITTORIA.
 
In fondo, il Cholo non ha mai detto “le ferite fanno parte della battaglia”, ma potrebbe tranquillamente farlo, un giorno o l'altro.

Da subito, si è visto un Atletico cholista: determinato, feroce, intenso, pronto a lottare su ogni pallone. Il Real Madrid, che assomiglia sempre di più a un branco di ragazzotti viziati più desiderosi di mangiarsi sandwich ai gamberetti che di giocare una partita di calcio (oh, poverini, l'Atletico l'ha messa sul piano della violenza! E invece quei fini dicitori di Pepe e Arbeloa, che ci tenevano tanto a giocare senza avversari... E il povero Cristiano, così tanto martirizzato dal terribile Manquillo...), scopriva improvvisamente che non si gioca sempre a Gelsenkirchen e che, ogni tanto, la vittoria va guadagnata. Solo l'arbitro salvava le merengues, ignorando un clamoroso rigore di Sergio Ramos su Diego Costa. Niente che non si sia già visto su questi schermi, per altro.
Tuttavia l'Atletico era scatenato: il Real, progressivamente, si rinserrava sempre di più nella propria area. Una magia di Arda, finalmente assurto ai livelli che dovrebbe tenere abitualmente, metteva Koke in condizione di fulminare Diego Lopez.
Proprio alla fine del primo tempo, poi, Gabi estraeva dal cilindro un tiro da trenta metri che non lasciava speranze al portiere avversario.


In poco meno di venti minuti, l'Atletico aveva ribaltato il risultato, sfruttando anche la supponenza di un avversario convinto che, dopo il primo gol subito, i rojiblancos avrebbero ammainato le vele.
Nel secondo tempo, l'Atletico continuava a fare la partita, anche se non riusciva a concretizzare: per quanto spezzato in tronconi e privo di una vera identità, il Real continuava ad avere una certa superiorità tecnica che gli permetteva di difendersi abbastanza efficacemente e anche di creare qualche pericolo alla porta di Courtois.
Inoltre, dopo l'ingresso di Marcelo e Carvajal, i blancos ritrovavano spinta ed equilibrio sulle fasce.
Mentre Ancelotti aveva cambiato le carte in tavola, Simeone non metteva mano alla panchina, neppure quando appariva evidente che i colchoneros erano prosciugati dallo sforzo. L'Atletico si faceva quindi sempre più indietro e non riusciva a capitalizzare la palla, esponendosi alla sempre più forte pressione degli avversari. Qualche occasione capitava ancora ai colchoneros, ma c'era la sensazione crescente che la vittoria era a rischio.
Così si arrivava al minuto 82, quando l'ennesimo errore di Mario Suarez nel disimpegno permetteva agli avversari di servire Cristiano Ronaldo davanti a Courtois: era il 2-2 finale.


Finita la partita, ho versato amarissime lacrime di rabbia. Feroce rabbia. Ho pensato che senza decisioni arbitrali avverse la partita sarebbe probabilmente finita in un altro modo (e poi in Italia parlano di sudditanza verso la Juventus: venite in Spagna e poi ne riparliamo, di cosa sia un campionato falsato...). Ho pensato che non può sempre finire così, con i ricchi e gli arroganti che la sfangano sempre. E via di questo passo.
Ma poi ho ripercorso il sentiero della memoria e ho visto che la mia rabbia non aveva senso: quando, negli ultimi quindici anni, abbiamo concluso un derby con lacrime di rabbia nel cuore? Quando è stata l'ultima volta che non ci siamo sentiti umiliati al Calderon? Quando, per parlare di aridi numeri, abbiamo chiuso un campionato con una vittoria e un pareggio nei derby? Io non ricordo più... E ancora, negli ultimi cinque derby io conto due vittorie dell'Atletico, un pareggio e due sconfitte. Perfetta parità. Quando abbiamo visto perfetta parità?


E allora ho sorriso. Di orgoglio, certo. Di soddisfazione venata di amarezza, certo. Ma soprattutto, ho sorriso perchè siamo vivi.
Il segnale che tanto cercavamo è arrivato: signori, siamo vivi.
La grande crisi è finita.


Note positive
Arda: prestazione superba. Nell'azione del 1-1 si porta a spasso metà Real Madrid senza fatica per poi infilare l'unico corridoio libero con un assist meraviglioso.
Koke: un altro reaparecido. Gioca una partita di sostanza e di tecnica e segna un gol meraviglioso per potenza, tecnica e precisione.
Gabi: il capitano si sbatte per due in mezzo al campo (vedi sotto...) e trova il jolly dalla lunga distanza. Di più non saprei cosa chiedergli.


Note negative
Mario Suarez: al culmine di una prestazione ben al di sotto della decenza, regala un pallone pericolosissimo in area a Carvajal, che non se lo fa ripetere due volte e mette in mezzo per Cristiano. Permettetemi la cattiveria: giocava meglio da infortunato... Da sano, lascia Gabi da solo in mezzo al campo.
Simeone: sì, lo so, non sarete d'accordo. In fondo, la partita di oggi è merito suo. Peccato che lo sia anche il pareggio, venuto al termine di un quarto d'ora di sofferenza: non cambia praticamente nessuno, condannandoci al 2-2. Certo, in panchina non c'era praticamente nessuno adatto alla bisogna, tra attaccanti in crisi di identità (Villa), brasiliani sopravvalutati (Diego) e argentini scarsi (Insua) o ancora spaesati come se fossero stati catapultati in Cina (Sosa). Tutto vero. Però permettetemi due domande: chi ha voluto questa gente all'Atletico? Chi ha detto che voleva una rosa corta ma di sua totale fiducia? Perchè ieri era necessario, oltre che difendersi, anche riuscire a tenere la palla a centrocampo e, almeno sulla carta, un paio di giocatori di questo tipo c'erano in panchina. La non-scelta di Simeone pare proprio una solenne bocciatura di tutti e quattro: è assolutamente lecito da parte del Cholo, ma le domande di prima continuano ad avere la stessa precisa (precisissima) risposta...




Atlético: Courtois 7,5; Juanfran 6,5, Miranda 7, Godín 6,5, Filipe Luis 6; Gabi 8,5, Mario Suárez 3; Koke 8, Raúl García 6, Arda 8 (Cebolla Rodríguez, m. 83 sv); y Diego Costa 7,5.
No utilizados: Aranzubia; Alderweireld, Insua, Diego, Sosa y Villa.

Real Madrid: Diego López; Arbeloa (Carvajal, m. 61), Pepe, Sergio Ramos, Coentrão (Marcelo, m. 58); Di María (Isco, m. 62), Xabi Alonso, Modric; Bale, Benzema y Cristiano. No utilizados: Casillas; Varane, Illarramendi y Jesé.
Goles: 0-1. M. 3. Benzema. 1-1. M. 27. Koke. 2-1. M. 45. Gabi. 2-2. M. 82. Cristiano.
Árbitro: Delgado Ferreiro. Expulsó al segundo entrenador del Atlético, Germán Burgos (m. 65). Amonestó a Arda, Pepe, Godín, Diego Costa y Arbeloa.
Unos 50.000 espectadores en el Calderón.

5 commenti:

  1. Un derby emozionante. Un Atletico superlativo che ha reso orgogliosi tutti i Rojiblancos presenti al Calderon ieri. Peccato non aver vinto e per quella decisione arbitrale che grida ancora vendetta. Comunque, complimenti a tutti i nostri ragazzi che sono andati in campo ieri, da Courtois a Diego Costa...

    AUPA ATLETI!!

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  2. TRA LE NOTE NEGATIVE NON CREDI CHE CI DEBBA ESSERE COSTA? HA CORSO COME UN PAZZO SI, MA QUANTO HA SPRECATO? QUANTO E' STATO EGOISTA?
    CREDI CHE ABBIAMO ANCORA CHANCHE PER IL CAMPIONATO?

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    1. Ci ho pensato, sì. Ma poi ho valutato che forse pretendiamo molto, troppo, da Costa: nel derby si è speso moltissimo in un pendolo continuo tra centrocampo e attacco che non credo abbia giovato alla sua lucidità. E, con Raul Garcia impegnato a neutralizzare Xabi Alonso, era di fatto l'unica punta. Credo anzi che sia stato meno egoista del solito: ha solo cercato di approfittare di ogni situazione, ma non ho visto azioni nelle quali avrebbe avuto opzioni di gioco migliori.
      Quanto al campionato, ribadisco: secondo me è chiuso. Vorrei dire che è finita, ma credo che non sia mai iniziata: hai notato che, da quando è stato evidente a tutti che facciamo sul serio, il vento dei rigori è cambiato?

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  3. Dopo il 2-2 se vedi bene qualcuno recupera un pallone nella metà campo del real costa lo prende e con lopez fuori dai pali invece che passare a mario a tirato addosso a carvajal da posizione impossibile, comunque se vedo il calendario noi abbiamo bilbao e valencia fuori casa, quindi io vedo pure impossibile il 2 posto

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  4. Hey volevo fare una considerazione.... Non credi che ha questa squadra manchi un giocatore la davanti che abbia il cambio di passo? Costa lo ha solo in progressione, arda è tecnico ma lento come pochi, koke non è la sua qualità migliore e sia diego che raul o villa sono lenti.... Io credo che il cholo debba anzi doveva puntare su un giocatore come adrian, che ha mio parere puo essere devastante in velocità... Ormai è bruciato quindi io quest estate punterei a rafforzarmi con 1 o 2 giocatori che garantiscano il cambio di passo, poi tenendo questa rosa credo che il prossimo anno possiamo combattere seriamente, forti dell esperienza di quest anno, anche se hanno ovviamente già provveduto a smantellare la squadra... Te che dici? Sei daccordo con me?

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