Qualunque
uomo di calcio potrà confermare che una delle regole più importanti
di questo sport, per quanto non scritta, è che la vittoria ha molti
padri, mentre la sconfitta ne ha uno solo. O, per dirla con altre
parole, chi vince ha sempre ragione. Chi perde, va da sé, non ha
alcun merito e spesso non vede neppure riconosciuti i propri meriti:
la sconfitta marchia a fuoco ogni aspetto di un lavoro col segno
dell'ignominia.
Diego
Simeone, che nel calcio ci sta da una vita, queste cose le sa
benissimo. Per questo credo che non si scomponga più di tanto
davanti al diluvio di critiche che ultimamente gli sta piovendo
addosso. Tempo fa, col suo solito sorriso, lo disse, in una
conferenza stampa: “Se schiero sempre la stessa formazione, mi
rimproverate perchè non faccio mai cambi; se faccio turn over, mi
rinfacciate i cali della squadra”. Si trova sempre gente che ti
rinfaccia qualcosa che hai fatto, o non hai fatto, o avresti potuto
fare meglio, o che qualcun altro avrebbe ovviamente fatto
meglio: al bar, davanti a un caffè, tutti siamo provetti allenatori.
Mai nessuno che si ricordi, e sottolinei pubblicamente, che uno come
Simeone ha mantenuto una squadra decente e poco più, espressione di
una società malgestita , piena di debiti e comunque con un fatturato
neppure paragonabile a quello di alcune grandissime corazzate, in
testa al campionato e in corsa nelle coppe fino ad ora.
Tutta
questa lunga premessa per ribadire, ancora una volta, che io sono
cholista, anzi, un
fanatico cholista. Ciò
nonostante, sono perfettamente consapevole del fatto che Simeone è
un uomo e, come tale, può sbagliare.
E
ieri ha sbagliato.
L'Atletico
che si è presentato in campo a Pamplona non aveva nessun senso. E
non l'aveva perchè il Cholo è venuto meno, e non per la prima
volta, al suo principio-guida, quello del partido a
partido. Ogni volta che questo è
accaduto, ne ricordo un paio l'anno scorso, le cose non sono andate
bene: abbiamo perso punti e partite tra recriminazioni e alti lai.
Preoccupato
dal derby prossimo venturo e dal ritorno di Champions', turbato dalla
possibilità di trovarsi privato di pedine fondamentali a causa di
squalifiche e infortuni, il Cholo ha presentato una squadra priva di
logica e destinata alla sconfitta essenzialmente per tre motivi:
mancavano alcuni giocatori fondamentali, a rischio squalifica o
bisognosi di uno stop; altri titolari, minacciati dal rischio di
saltare il derby al primo cartellino giallo, non erano nella
condizione d'animo di giocarsela col coltello fra i denti; i
sostituti non erano dello stesso livello di chi gioca abitualmente
(Adrian è stato semplicemente scandaloso).
Aggiungiamoci
il fatto che alcuni dei titolari, veri o presunti, non sono in forma
(Villa, Gabi e Mario, tanto per fare qualche nome) e la ricetta per
la sconfitta è bell'e pronta.
Ecco
così che in campo è sceso un Atletico molle, privo di mordente e di
coordinamento tra i reparti, pronto per essere fagocitato da un
Osasuna che ha puntato proprio sulle stesse armi che i biancorossi
utilizzavano senza problemi fino a un paio di mesi fa.
Il
primo gol, su calcio d'angolo, è frutto di un errore collettivo:
tutti si muovono verso il primo palo e Cejudo appare completamente
solo sul secondo. Di chi è la colpa? Villa? La teorica ala sinistra,
cioè Adrian o Diego, visti i continui cambiamenti durante la
partita? Filipe Luis? Comunque la vogliamo mettere, è mancato il
movimento collettivo, direi quasi il “pensiero collettivo” che
caratterizzava i colchoneros i primi mesi.
Il
secondo è invece causato da un errore di Juanfran, che col suo
inconcepibile errore di disimpegno mette la squadra in condizione di
trovarsi completamente sbilanciata in fase di salita. Cose che
possono capitare, anche se non dovrebbero. Tuttavia anche qui vedo il
segno del tempo difficile che stiamo vivendo: a guardare bene
l'azione, si osserva che molti dei nostri, che un tempo sarebbero
corsi a contrastare Armenteros, ieri invece si sono limitati a
trotterellare verso l'avversario come ai tempi di Manzano.
Nell'esercizio si distingue, manco a dirlo, Mario Suarez, uno dei
peggiori in campo, come gli accade quasi sempre.
Il
terzo, infine, ripropone tutto quello che non vorremmo vedere: Villa
si fa rubare un pallone senza neppure provare a lottare, la palla
arriva sul fondo, da dove viene crossata a centro area dove né
Alderweireld, né Godin si accorgono dell'arrivo di Roberto Torres,
che schiaccia di testa. Particolarmente colpevole l'uruguaiano, che,
da secondo centrale, doveva controllare gli inserimenti centrali
degli avversari. Ancora una volta, brilla l'assenza di un qualunque
schermo difensivo nella zona davanti alla difesa, un difetto ormai
atavico che ritenevo potesse essere sanato da Guilavogui ma che
chiaramente permane.
Nel
secondo tempo, l'Atletico non cambiava marcia: entrava subito Koke,
poi Simeone dava spazio ad Arda e Raul Garcia. Solo dopo i tre cambi
i colchoneros creavano alcune occasioni ed erano anche sfortunati in
un paio di queste, ma ormai era troppo tardi.
La
barca che, zavorrata da troppi difetti e troppe paure, aveva sbandato
a Milano, naufragava senza appello a Pamplona. D'altra parte, non ci
si può sempre affidare a San Courtois...
Note
positive
Filipe
Luis: ritorna, non gioca
male. Per una notte da incubo, può bastare come lumicino di
speranza?
Note
negative
Simeone:
dovrei mettere tutti, quindi ci metto lui e la facciamo breve. Come
ho già detto, è facile parlare da una poltrona, però voglio
spendere un paio di parole su un aspetto minore ma secondo me
indicativo di come vanno le cose ultimamente. L'altra giornata,
durante il 3-0 al Valladolid, tutti si aspettavano che i diffidati si
guadagnassero un ultimo cartellino negli ultimi minuti. E invece no,
perchè si gioca partido a partido,
sempre al top. Bene. Benissimo. Allora perchè una settimana dopo
metà degli intoccabili stanno fuori?
E
aggiungo un'ultima considerazione: perchè ultimamente subiamo così
tanto le partenze accelerate degli avversari?
Osasuna:
Ándres Fernández; Marc Bertrán (Oier, m. 46), Loties (M. Flaño, m
78), Arribas, Damià; Lolo, Silva; Cejudo, Roberto Torres,
Armenteros; y Oriol Riera. No utilizados: Riesgo; Nino, Acuña,
Lobato y Raoul.
No utilizados: Aranzubía; Miranda, Insúa y Cebolla Rodríguez.
Goles: 1-0. M. 5. Cejudo. 2-0. M. 21. Armenteros. 3-0. M. 41. Roberto Torres.
Árbitro: Martínez Munuera. Amonestó a Mario Suárez.
Unos 18.000 espectadores en El Sadar.
E' un momento veramente difficile. La stagione è stata dispendiosa, dal punto di vista fisico, e le squadre con la rosa corta stanno pagando dazio. Dobbiamo stringere i denti e sperare anche nei passi falsi altrui..
RispondiEliminaCosa ti aspetti dal derby?
RispondiEliminaSinceramente non lo so. Loro sono lanciatissimi, noi non siamo al top, per non dire di peggio. Spero che la settimana di pausa abbia portato benefici
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