Qualche
settimana fa, parlando con un amico più giovane di me (ebbene sì,
sono ormai in quella fase in cui cominciano ad apparire amici
appartenenti a un'altra generazione), raccontavo del “favoloso”
Real dei primi anni del millennio, quello “Zidanes y Pavones”,
secondo l'idiota definizione del presidente di allora, Florentino
Perez, non a caso sul ponte di comando anche oggi. Si parlava della
quasi sicura vendita di Di Maria, odioso quanto si vuole ma
assolutamente fondamentale per le sorti della Casa Blanca
l'anno scorso, e ricordavo quando, in un impeto di arroganza,
Florentino decise che il suo Real non poteva permettersi un giocatore
così insignificante come Makelele, uno che era un big
in campo (col suo oscuro lavoro teneva in piedi l'intera baracca), ma
che fuori non aveva nessun appeal mediatico. Makelele venne
spedito al Chelsea come un ferrovecchio e, immediatamente, i
giocolieri di Florentino si trovarono senza rete di protezione,
infilando figuracce in serie.
Mentre ci
domandavamo chi sarebbe rimasto fuori, tra attaccanti e
centrocampisti, mi è venuto un pensiero maligno: «Vuoi
vedere che, conoscendo il soggetto, verrà venduto l'unico
imprescindibile nel gioco del Real, ovverosia Xabi Alonso?».
Ma subito dopo mi sono “tranquillizzato”: «Impossibile
che compiano un altro errore così idiota». Infatti. Detto e fatto,
Xabi ha fatto le valigie verso Monaco di Baviera, colpevole forse di
non far vendere molte magliette rosa o bianche con inserti rosa
(???).
Così
il Real ha perso il suo manovratore, colui il quale, col suo
sacrificio e la sua sua scientifica (e
occulta, e
spesso ignorata dagli arbitri) violenza, manteneva in equilibrio
l'ennesimo circo
Barnum voluto da
Florentino. Oltre al fatto che, a questo punto, se è vera
l'asserzione di Ancelotti che “il
calcio non è uno sport per signorine”,
se ne è andato uno dei pochi calciatori “virili” della rosa:
rimangono Pepe, Illarra e forse Ramos, ma tutti e tre sono troppo
limitati per essere dei comandanti. E allora, caro Carletto, come la
mettiamo? Come potranno mai farsi prendere sul serio le tue
“signorine”, con quei cerchietti, quelle deliziose mossette,
quelle tenere smorfiette di dolore per ogni minimo contrasto, quei
capelli all'ultimo grido, quelle magliettine rosa o bianche con
vezzose righine rosa a cui manca solo un insertino di pizzo per fare
il botto di vendite sul mercato asiatico? Se persino la signorina
cristiano ronaldo ha frignato a mezzo stampa per il mercato, vuol
dire che la situazione è brutta, molto brutta. Poco male, penserà
Perez, basta mettere un altro pacco di milioni sul tavolo durante la
sessione invernale e tutto si risolverà. Lo pensava anche anni fa e
alla fine è stato costretto a dimettersi, dopo aver creato una
voragine nei conti del club.
Così
pensavo nei giorni precedenti al derby, riflettendo su quanto, se il
calcio fosse giusto, non ci dovesse essere partita a nostro favore,
visto che noi abbiamo comprato con un progetto in testa, contando e
ricontando i denari. Mica mosse azzardate come quelle viste sopra e
pezze ancora peggiori del buco (Chicarito
al posto di Falcao???
E con nessun'altra motivazione se non quella di non disturbare quello
straordinario bomber che risponde al nome di... Benzema???
Uno che non ha altro merito se non quello di essere il cocco di
Florentino??? Se tifassi per la parte sbagliata di Madrid, sarei
incazzato a morte).
Ma che avremmo
vinto l'ho capito quando ho visto il Cholo scherzare. Vi
giuro, è accaduto davvero. Davanti a tutti. E nessuno l'ha capito,
mi è parso.
È
successo quando, in piena conferenza stampa, gli è stata fatta una
delle tante domande imbecilli in cui molti giornalisti eccellono:
“Chi è, secondo lei, il giocatore più forte del Real Madrid?”.
Risposta del Cholo:
“Casillas”. Apriti cielo: tutti a chiedersi il perchè. Cosa avrà
mai voluto dire? Perchè fare il nome di uno che negli ultimi anni ha
infilato una topica dopo l'altra, un raccomandato di ferro, capace di
rimanere in Paradiso anche a dispetto del padrone, che non lo
vorrebbe nemmeno dipinto (ma chi c'è di più potente di Florentino
alla Concha Espina,
io mi chiedo)? Ho visto sconcerto su ogni giornale, in ogni sito web,
in ogni commento.
Io,
invece, ho riso. Ho adorato l'ironia
del Cholo,
davvero. Cosa avrà voluto dire, tutti a chiedersi? Ve lo spiego io,
con un efficace francesismo: che Casillas fa cagare. È il migliore
di voi e fa cagare; figuratevi gli altri. Niente di più e niente di
meno. Come ha dimostrato durante il derby.
E
poi ho sorriso, perchè credo di aver interpretato il messaggio di
Simeone: non è più tempo di sentirsi inferiori. Non
lo siamo più. Adesso
è certo: tre derby, due vittorie e un pareggio. Certo, il potenziale
non è neppure paragonabile e chiunque, tra i nostri avversari, può
azzeccare la giocata pazzesca (vedi Ramos qualche mese fa), ma, in
generale, noi siamo davanti.
E ci possiamo
permettere di prendervi in giro fingendo di farvi un complimento.
Perchè in campo non va il numero di magliette vendute, né la
tecnica da sola ma anzi accompagnata dalla grinta e dalla voglia di
correre.
In campo non
vanno i milioni di euro, ma ci andiamo noi. E noi siamo meglio di
voi. Infatti il migliore di voi è uno che regala sempre un gol agli
avversari.
La partita non
ha fatto altro che confermare le mie impressioni. Un Atletico
concentrato e preciso, ma non prettamente difensivo come si era visto
spesso nei derby. Un Real piazzato a caso, abile solo nel far
scorrere la palla da una linea laterale all'altra, lento, senza
spunti in avanti, tutto petto in fuori e nessuno che si prenda una
responsabilità che sia una. Per ora, un esercito da parata: tutto
splendide uniformi lungo i boulevard e niente più.
Il
primo tempo
ci ha visto controllare senza particolari affanni, andare in
vantaggio, subire il pareggio su rigore ineccepibile ma sciocco
(Siqueira, decisamente, non è Filipe Luis) e poi rischiare qualcosa,
ma molto meno di quello che riportano i giornali: giusto due
occasioni di Benzema sulle quali Moyà era più che ben piazzato e
quindi è tutto da dimostrare che se il francese non fosse stato la
lumaca molle che è la partita avrebbe cambiato direzione.
Ha sorpreso la
presenza di Raul Jiménez e l'esclusione di Griezmann, ma il
messicano ha compiuto comunque la sua missione, almeno sul piano
difensivo. Certo, le transazioni offensive sono state scarse e
Mandzukic si è trovato privo di munizioni, ma, per la prima volta,
non si è avuta la sensazione che l'Atletico non riuscisse ad
arrivare alla porta avversaria, quanto che non avesse in campo gli
uomini giusti per farlo. Probabilmente Simeone aveva puntato su un
primo tempo accorto e una ripresa più aggressiva, come in effetti è
avvenuto.
Nel
secondo tempo,
di fatto, non c'è stata partita. Non ricordo un solo tiro in porta
del Real, i cui giocatori hanno vagato per il campo senza un perchè,
sbagliando passaggi su passaggi. I colchoneros
hanno pressato molto più alto e sono stati a lungo nella metacampo
avversaria, permettendosi a un certo punto il lusso di una mediana
Koke – Tiago, cioè tanta tecnica e media forza fisica. È stato
quando Arda e Griezmann hanno sostituito Gabi e Jiménez, mostrando
chiaro quale fosse il piano della coppia Mono
Burgos – Cholo
Simeone: baricentro un po' più alto e grande velocità in avanti.
Siqueira ha arretrato il proprio raggio d'azione e Juanfran lo ha
incrementato, generando una situazione di turbolenza nella metacampo
avversaria. Non a caso il gol del vantaggio ha visto come
protagonisti proprio il terzino, Arda e Griezmann (che ha iniziato
l'azione nella zona laterale e poi ha tagliato diagonalmente verso il
centro dell'area), oltre a un Raul Garcia sempre più leader
silenzioso.
Da lì in poi,
per assurdo, lo stesso copione di prima: controllo del campo e, a
tratti, della sfera e nessun pericolo di subire il pareggio.
Dopo la
mini-rivoluzione estiva, una Supercoppa in più in bacheca e un
secondo posto in scia al Barcellona dopo 3 giornate di campionato.
Non male, soprattutto se consideriamo lo sconquasso provocato
nell'ambiente madridista, nel quale abbiamo fortemente rinfocolato i
venti gelidi della crisi che avevano cominciato a spirare dopo il
disastro di San Sebastian. Possiamo dirci soddisfatti, in particolare
per i colpi inferti all'autostima del nostro eterno rivale.
“Fu
vera gloria”, però, per dirla col poeta? La squadra è ancora in
costruzione, molte pedine non hanno ancora trovato la propria
collocazione (Griezmann, Cerci, lo stesso Arda; per non parlare di
Oblak) o hanno brillato a sprazzi (Mandzukic). Per assurdo che possa
sembrare, abbiamo brillato sempre e solo contro il Real e la cosa,
per la serie di motivi espressi all'inizio, non è affatto casuale:
gli altri ci affrontano col coltello tra i denti, a differenza delle
signorine tutte pizzi e merletti. Quindi, un invito alla prudenza,
perchè la strada è ancora lunga e molti meccanismi sono ancora da
perfezionare e/o da inventare ex-novo.
In questo senso, la trasferta di Atene di martedì fornirà utili
indicazioni.
Una
cosa la possiamo già dire con certezza, però: lo
spirito c'è ancora tutto,
e chi conosce il Cholo
non ne avrà mai dubitato.
E
allora... stay
tuned!
Note
positive
Coesione:
il secondo gol è un manifesto. Di primo acchito, pare che Raul
Garcia manchi clamorosamente la palla e Arda ne approfitti, ma, a
ben guardare dai replay,
Raul finge e Arda già si aspetta la palla. Una giocata sopraffina e,
soprattutto, un chiaro indizio di un gruppo mentalmente fortissimo,
che si conosce a memoria, che si capisce senza bisogno di tante
parole.
Moyà:
un buon portiere, niente di più. Ma con la grande capacità di
infondere sicurezza ai compagni e di farsi trovare sempre sulla
traiettoria della palla. Ieri non ci sono state parate difficili,
tutt'al più spettacolari, ma non difficili; tuttavia, Moyà c'era
sempre.
Juanfran:
una partita
impeccabile, sia sul piano difensivo (soprattutto nel primo tempo),
che su quello offensivo, appena ha avuto licenza di affondare. Dalle
sue parti nessuno ha osato affacciarsi nell'area dell'Atletico,
mentre da un altro dei suoi favolosi cross radenti è nato il gol
della vittoria. E c'è chi ha il coraggio di preferirgli Arbeloa...
Note
negative
Siqueira:
bravo, ma non eccezionale. Vogliamo dir meglio? Bravo, ma non è
Filipe Luis, ecco. Avanza palla al piede in più di un'occasione, ma
difensivamente è friabile nel contrasto e troppo propenso a perdere
la posizione dopo essere avanzato sulla fascia. Deve mangiarne
ancora, di pane duro.
Raul
Jiménez: diligente,
fa tutto quanto gli chiede il Cholo.
Copre, rimane attaccato al centrocampo, disturba gli avversari col
pressing e con tutti quei piccoli trucchi che innervosiscono chi gli
sta di fronte. Fa tutto bene, insomma. Tranne tirare in porta, o
almeno provarci. Zero assoluto. Però mi risulta che sia un
attaccante, o no? Anche lui deve crescere parecchio.
Real
Madrid:
Casillas; Arbeloa (Varane, m. 76), Pepe, Ramos, Coentrão; Modric,
Kroos, James; Bale (Isco, m. 71), Benzema (Chicharito, m. 62) y
Cristiano.
No
utilizados: Keylor Navas; Nacho, Marcelo e Illarramendi.
Atlético
de Madrid: Moyá
7,5;
Juanfran 8,
Miranda 7,
Godín 7,
Siqueira 6;
Raúl García 7,
Gabi 6,5 (Arda
Turan, m. 60 8),
Tiago 8,
Koke 7;
Raúl Jiménez 5
(Griezmann, m. 63 6,5)
y Mandzukic 6 (Mario
Suárez, m. 77 sv).
No utilizados:
Oblak; Ansaldi, J. Giménez y Cerci.
Goles: 0-1. M.
10. Tiago. 1-1. M. 26. Cristiano, de penalti. 1-2. M. 76. Arda Turan.
Árbitro:
Mateu Lahoz.
Amonestó a Arbeloa, Modric, James, Chicharito, Miranda, Godín,
Siqueira, Gabi, Koke, Mandzukic y Mario Suárez.
Santiago
Bernabéu: 80.000 espectadores.
Ciao, c'è un modo per contattarla privatamente? Le vorrei chiedere un'informazione. Grazie :)
RispondiEliminaNel mio profilo completo c'è l'indirizzo e-mail.
EliminaA presto
Io non mi trovo d'accordo con te, ossia credo che il real sia molto più forte di noi e nel primo tempo ci hanno "massacrati", o per meglio dire il real sembrava fisicamente straripante e noi fragili fragili. E poi ho avuto la sensazione che ci avrebbero segnato da un momento all'altro. Poi nel secondo tempo si sono spenti per fortuna
RispondiEliminaGuarda, il calcio è anche frutto di opinioni e questo blog non sfugge alla regola. La partita l'ho vista tre volte e, a parte il momento della diretta, quando la tensione non ci rende obiettivi, a freddo la gara mi è apparsa controllata sempre e comunque dall'Atletico, con qualche difficoltà nella seconda metà del primo tempo. Comunque, se guardiamo le statistiche dei tiri, il confronto nel primo tempo è stato impietoso. Se invece guardiamo i tiri, il discorso cambia: sono pericolosi i tiri destinati fuori dallo specchio della porta? Io credo di no. E quelli sui quali il portiere è piazzato e la palla potrebbe entrare solo in caso di un suo grave errore? Ugualmente, no. Dal mio punto di vista, il Real non ha fatto nulla, tolto appunto cristiano.
EliminaIl discorso vale anche al contrario, ci mancherebbe: la famosa grande occasione di Griezmann (tiro dalla linea di fondo direttamente sull'esterno rete) a mio parere non è niente di che, perchè segnare era impossibile.
Che abbiano corso più di noi non mi pare, diciamo che ronaldo ha corso più di Siqueira e questo ha modificato la percezione complessiva: quando agiva sulla destra, in (teorica) aggiunta a Bale (un fantasma...), Koke si trovava da solo, vista la difficoltà di Siqueira. Però, a ben guardare, quante volte è successo: due? Tre?
Dai,ragazzi, non si smonta una squadra e non si buttano via milioni in stelle galattiche per ritrovarsi un centrocampo che gioca solo in orizzontale, nessuno schermo davanti alla difesa e un centravanti che pare capitato lì per caso...