Confesso
che ho peccato: per un certo tempo, ho cullato la segreta speranza che questa
fosse la volta buona, che finalmente l’Atletico potesse sconfiggere l’eterno rivale
dopo ben 12 anni, proprio a casa sua e proprio dopo che Mourinho nel prepartita si
era reso ancora una volta antipatico fingendo un’umiltà ridicola di fronte ai “pericoli
del derby”. Che per una volta al Grande Piagnone andasse come si meriterebbe.
Che a fargli andare di traverso il suo teatrino fosse uno straordinario golazo di Adrian, costato molto meno di
qualunque riserva dei blancos ma decisamente efficace in questo periodo.
Un
Atletico molto meno difensivista e mediocre di quello che ci aveva promesso
Manzano nei giorni scorsi aveva bloccato il Real Madrid e teneva il campo con
discreto piglio, era addirittura in vantaggio e sembrava poter controllare il
gioco senza eccessive sofferenze. Diego soffocava Xabi Alonso, Arda era
dappertutto, Adrian impegnava la difesa madri dista, persino Salvio sembrava
capace di fare qualcosa di differente dal correre senza senso. Sembrava che
potesse accadere qualunque cosa, anche l’impensabile.
SEMBRAVA,
appunto.
Ben
presto, dopo il pregevole gol di Adrian al 16’ (elaborata e veloce azione tra Salvio,
Adrian e Diego sul centrodestra), l’Atletico aveva cominciato a denunciare il
primo dei soliti problemi non della stagione, ma degli ultimi 20 anni: l’incapacità
di tenere alta la tensione per più di venti-venticinque minuti. Alla prima
percussione centrale, i blancos, con una giocata senza particolare velocità,
sfondavano la difesa biancorossa e presentavano Benzema davanti a Courtois. Il
portiere belga, in uscita bassa, atterrava il francese: rigore ed espulsione
diretta. Asenjo, entrato al posto di Diego (!!!), non si opponeva al rigore di
Cristiano Ronaldo.
Come
capita spesso, quando al Real le cose stanno andando male, il “Fato” ci mette
lo zampino: curioso che una azione dello stesso tipo, durante Betis – Real Societad,
sia stata punita con rigore e ammonizione del portiere… ma bando ai cattivi
pensieri, probabilmente il “Fato” del Real Madrid è semplicemente più pesante
di quello della omonima Real Societad di San Sebastiano. Noblesse oblige…
In
10 contro 11, la partita si faceva in salita per i biancorossi, chiaramente in
affanno nel gestire il gioco avversario, tanto più dopo che Xabi Alonso era
stato liberato dal pressing di Diego e non aveva più avversari nella propria
zona.
Dopo
il pareggio, l’atmosfera si incattiviva: i colchoneros, che già prima giocavano
in maniera molto fisica, si lasciavano andare a diversi falli cattivi, puniti
con diversi cartellini gialli. Va segnalato il pessimo atteggiamento di Di
Maria, abile nel fingersi moribondo a ogni contatto e nel far ammonire con le
sue manfrine diversi rojiblancos (Mou, Ronaldo e Di Maria, proprio una bella
triade di arroganti e maleducati degna della storia del Real Madrid…).
Dopo
solo tre minuti dall’inizio del secondo tempo, un’altra percussione centrale,
questa volta di Ronaldo, malamente controllata da Godin, provocava il gol di Di
Maria.
Ancora
Godin era protagonista del terzo gol avversario, a causa della sua inspiegabile
esitazione nel controllare un pallone che pareva destinato a Asenjo: l’equivoco
tra i due permetteva a Higuain di sgusciare tra portiere e difensore e siglare
il 3-1.
Godin
finiva la sua serata di gloria all’82’, quando, per fermare l’ennesima penetrazione
centrale degli avversari, atterrava in area Higuain. Ronaldo su rigore segnava
il 4-1 e dava al risultato i contorni dell’ennesima umiliazione.
Entrava
Miranda e questa era l’ultima assurdità, di fronte alla quale è difficile
sostenere che il 4-1 sia stato eccessivo. E’ stato la degna conseguenza dell’inerzia
con cui, dall’uscita di Diego (una mossa senza senso), Manzano ha affrontato la
sfida, ritardando le sostituzioni e non attuando nessuna contromossa che non
fosse affastellare giocatori al limite dell’area.
Note positive
Adrian: il gol è di straordinaria fattura; i movimenti i soliti,
generosi e intelligenti. Da solo, però, non può fare molto di fronte a un
avversario chiaramente superiore.
Arda:
gli spunti più interessanti vengono tutti da lui, che cerca di tenere palla
appena può, nell’attesa che qualcuno si presenti nella metacampo avversaria ad
aiutare lui e Adrian.
Note negative
Assunçao – Gabi: due corazzieri di cartapesta, incapaci di giocare il
pallone (e passi…) e di fare una vera opposizione alle percussioni centrali del
Real (e allora non si capisce perché giochino).
Godin: inguardabile.
Lento, bolso. Mai visto il Godin del
Villareal, in maglia biancorossa. Se continua così, speriamo che il Chelsea se
lo compri al volo e ce lo paghi anche in belle (e pesanti) sterline.
Manzano: con una mediana composta da Assunçao e Gabi, certo non è
sceso in campo per vincere. Poi, siccome stava accadendo, ha pensato bene di
far uscire Diego, la cui marcatura di Xabi Alonso aveva fino ad allora bloccato
il Real, invece di Salvio. Probabilmente pensava che la creatività sarebbe
comunque stata garantita da Arda. Comprensibile, se non fosse stato chiaro che
Arda non avrebbe potuto certo “gestire” Xabi. Da allora fino al 77’, ha
guardato la partita senza proporre un cambio o una variazione tattica. Una
tattica codarda, secondo lo schema già mostrato contro il Barça. L’Atletico in
sei partite in trasferta ha ottenuto un solo punto, peggior risultato di tutta
la Liga. Manzano non ne sa niente?
Real Madrid: Casillas;
Lass, Pepe, Ramos, Marcelo; Khedira, Xabi Alonso; Di
María (Higuaín, m. 60), Özil (Coentrao, m. 78), Ronaldo; y Benzema (Callejón,
m. 74).
Atlético Madrid: Courtois 5,
Perea 5, Godín 3, Domínguez 5,5, Filipe Luis 5; Assunçao 5, Gabi 4,5; Arda
Turan 6 (Reyes, m. 77 sv), Diego sv (Asenjo, m. 23 4), Salvio 4,5 (Miranda, m.
83 sv); y Adrián 6.
Goles:
0-1, m. 16: Adrián. 1-1, m. 24: Cristiano Ronaldo, de penalti. 2-1, m. 50: Di
María. 3-1, m. 65: Higuain; 4-1, m. 82: Cristiano Ronaldo, de penalti.
Árbitro: Mateu Lahoz,
del Colegio Valenciano. Expulsó con roja directa a Courtois (m. 20) y Godín (m.
82). Mostró tarjeta amarilla a Diego (m. 17), a Turan (m. 27), Perea (m. 32),
Gabi (m. 36), Xabi Alonso (m. 40) y Filipe Luis (m. 68).
Incidencias: Encuentro de
la decimocuarta jornada de Liga de Primera División disputado en el estadio
Santiago Bernabeu ante unos 80.000 espectadores. Antes del partido Iker
Casillas recibió el homenaje del estadio Santiago Bernabeu por sus 127
encuentros internacionales, el máximo hasta ahora en la historia de la
selección española.
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