La
cura Simeone comincia già a mostrare i suoi benefici effetti. Sia pure opposto
a un Villareal completamente allo sbando (e al momento serissimo candidato alla
retrocessione), l’Atletico ha messo in luce un gioco basato su principi
semplici quanto efficaci: aggressività, corsa, geometrie, buon movimento senza
palla e sfruttamento delle fasce. Ora finalmente si capisce con quale scopo la
squadra scenda in campo, quali siano i compiti dei giocatori e le rispettive
posizioni. Tutti si aiutano e si coprono a vicenda, di conseguenza sono
riemerse antiche virtù che in riva al Manzanares sembravano scomparse da
moltissimi anni: linearità nello sviluppo del gioco e tranquillità nella
gestione del pallone sia in attacco che in difesa. Ecco allora che gli attacchi
avversari non creano crisi di panico ma vengono affrontati con assoluta
tranquillità da un centrocampo e da una difesa capaci non solo di contrastare
ma anche di rilanciare velocemente e con criterio. Fa veramente impressione
scoprire che Gabi, Tiago, Miranda e Godin sanno, in realtà, giocare la palla e
conoscono l’arte del lancio lungo (gli ultimi due erano stati presi proprio per
questo, in effetti) e che tutti i colchoneros sono in grado di passare con
precisione, smarcarsi e aprire il gioco sulla fascia opposta.
I
primi 25-30 minuti della partita sono stati un incessante grandinare di
occasioni per i colchoneros, che hanno aggredito sin da subito il “submarino
amarillo” e che hanno fatto di tutto per portarsi in vantaggio il prima
possibile. Solo la bravura di difensori e portiere avversario, oltre agli errori
sottoporta di Falcao, hanno graziato gli ospiti, che si sono avventurati per la
prima volta dalle parti di Courtois solo al 35’, quando i colchoneros avevano
rallentato il ritmo concedendo inevitabilmente qualcosa agli uomini di Molina. Particolarmente
attivi nel guidare gli assalti erano stati Juanfran, terzino destro spesso
avanzato a supporto dell’attacco, Arda e Diego, oltre a un Adrian al solito
generosissimo e capace di giocate tecnicamente squisite.
Proprio
quando però si cominciava a temere che il gran lavoro del primo tempo non
sortisse alcun vero effetto, l’Atletico passava: al 40’ Tiago, appena fuori
dall’area, apriva sul centrodestra per Adrian, che immediatamente crossava
basso al centro per Falcao che, sia pure in modo macchinoso, segnava con un
tocco rasoterra.
Nella
ripresa, dopo soli 5 minuti, una combinazione in velocità Diego – Adrian –
Falcao veniva fermata con un fallo appena fuori dall’area su quest’ultimo. L’arbitro
non aveva esitazioni e concedeva il rigore che Falcao trasformava con
freddezza.
In
apparenza appagato, l’Atletico rallentava il ritmo e inevitabilmente si
allungava, ragione per cui il Villareal si riaffacciava nell’area dei
colchoneros, anche se non creava particolari problemi. Entrava Salvio per Arda
Turan, leggermente infortunato, e Adrian si spostava a sinistra,mentre si diffondeva
l’impressione che l’Atletico volesse solo controllare il gioco e condurre in
porto la vittoria senza troppi patemi, giocando più coperto e puntando sul
contropiede, grazie soprattutto alle percussioni di Adrian (un paio delle quali
sbagliate malamente da Falcao).
Quando
però si cominciava a temere che la situazione potesse sfuggire di mano agli
uomini di Simeone, ecco che si scatenava un’altra fiammata colchonera, con
numerose occasioni da rete fallite di un soffio da Falcao e Miranda (!!!) nel
giro di pochissimi minuti. E si arrivava così al 80’, quando una insistita
azione d’attacco portava Filipe ad effettuare un cross perfettamente
controllato da Diego: tap in e 3-0 in cassaforte.
Il
resto era pura accademia, con qualche cambio e altre occasioni, tra cui
segnaliamo il palo sfiorato da Gabi su punizione appena dopo il novantesimo.
In
conclusione, una vittoria facile facile contro un avversario chiaramente in
difficoltà, ma una vittoria che lascia un buon sapore in bocca per il futuro.
Se grinta e attenzione rimarranno tali, ne vedremo delle belle. D’altra parte,
visto che difficilmente arriveranno grandi campioni in questo mercato d’inverno,
l’unica arma nelle mani degli uomini di Simeone per diminuire il gap, anche
tecnico, con alcuni avversari non potrà che essere la grinta e la dedizione
alla causa. Se a questa prestazione seguiranno altre gare all’insegna della
ferocia agonistica, allora si potrà sperare in un piazzamento per l’Europa
League e forse persino nei preliminari di Champions (che al momento rimangono
fantascienza). Il primo passo, inevitabilmente, è vincere le prossime tre gare,
senza se e senza ma, e poi fare i conti. Davanti hanno rallentato, ma dietro
qualcuno si è rimesso a correre, per cui non bisogna mollare assolutamente. La
continuità sarà l’elemento fondamentale per le fortune atletiche nei prossimi
mesi.
Note positive
Juanfran: sostiene buona parte del gioco d’attacco sulle fasce,
sacrificandosi sia in avanti che in copertura. Personalmente sono molto
contento della sua riuscita, mi pare sia il giusto premio per la sua
professionalità e la sua dedizione alla causa.
Arda:
i primi minuti sono scoppiettanti, poi si placa ma, al solito, non spreca un
pallone, innescando continuamente gli avanti e dimostrando chiaramente perché la
sua presenza nell’undici titolare è imprescindibile.
Diego:
finalmente ripulito dalle leziosità inutili in cui si crogiolava, è una delle
anime del gioco d’attacco. Teoricamente gioca al centro, dietro le due punte;
in realtà spazia a tutto campo, in particolare scambiandosi la posizione con
Adrian (nominalmente ala destra) e sovrapponendosi a Juanfran.
Gabi – Tiago: la coppia funziona. Coprono e rilanciano con continuità
e, soprattutto, precisione, proteggendo la difesa e supportando l’attacco. È
vero, l’avversario non è un granché, ma l’attitudine è incoraggiante.
Miranda – Godin: posto quanto detto appena sopra, mostrano buona sicurezza
sia nelle chiusure difensive che nel fare ripartire l’azione.
Note negative
“Manzanite”: a volte le malattie ritornano. La difesa funziona, il
centrocampo funziona, l’attacco… a tratti. Ogni tanto, se si può, si ricade nel
vecchio vizio del passaggio in più, dell’esibizione inutile, nel dribbling
insistito, nel TUTTO MA NON LA CONCLUSIONE. Simeone ha già fatto capire di non
apprezzare affatto questo finto barcellonismo d’accatto, ma la cura necessita
ancora un po’ di tempo per sortire i suoi effetti.
Falcao: suona un po’ ingeneroso, lo so. Segna due reti, si danna
l’anima, lotta e non manca mai all’appuntamento, i palloni che gli arrivano
sono quasi sempre “sporchi”, ma i suoi errori sottoporta sono irritanti. Si
suppone che un centravanti come lui debba saper cogliere l’attimo e trasformare
qualunque pallone in oro, si suppone anche che non si giocherà sempre contro il
Villareal e che quindi non sempre gli avversari gli concederanno dieci
occasioni da rete. Deve essere più concreto.
Filipe: oggettivamente in avanti fa poco. Spinge saltuariamente
e non si sovrappone ad Arda, il cui gioco non prevede l’allargamento sulla
fascia ma piuttosto l’accentramento a creare la superiorità nel mezzo. Perciò,
inevitabilmente, l’Atletico “pende” a destra, dove invece Juanfran, Diego e
Adrian creano più dell’ 80% delle azioni dei colchoneros.
Atlético
de Madrid: Courtois sv; Juanfran 7,5, Miranda 6,5, Godín 6,5, Filipe 5,5; Diego 7,5 (Pizzi,
m. 85 sv), Tiago 6,5, Gabi 7, Arda Turan 7 (Salvio, m. 63 5);
Adrián 7 (Koke, m. 79 sv) y Falcao 6,5.
Villarreal: Diego López;
Ángel, Gonzalo, Zapata, Joan Oriol; Bruno; Hernán Pérez (Castellani, m. 46), De
Guzmán (Musacchio, m. 46), Borja Valero, Cani (Joselu, m. 78); y Nilmar.
Goles: 1-0, m. 40:
Falcao, a pase de Adrián. 2-0, m. 51: Falcao, de penalti. 3-0, m. 80: Diego
bate por bajo a Diego López.
Árbitro:
Turienzo Álvarez (C. Castellanoleonés). Amonestó a los locales Tiago
(m. 62) y Diego (m. 71) y al visitante Diego López (m. 51).
Incidencias: partido
correspondiente a la decimonovena jornada de Liga en Primera División,
disputado en el estadio Vicente Calderón ante unos 48.000 espectadores. En los
minutos previos al inicio del choque, el equipo alevín del At. de Madrid
ofreció el Torneo de Arona, disputado a finales del pasado mes de diciembre, a
la afición. Los alevines, que precisamente se impusieron en la final de ese
campeonato al Villarreal (2-1), dieron una vuelta al terreno de juego ante los
cánticos de ánimo de sus seguidores.
A me questa vittoria ha ricordato quelle contro Sporting e Racing ad inizio stagione.
RispondiEliminaIncrocio le dita per la prossima trasferta, lì si dovrà vedere se qualcosa è veramente cambiato.
Io invece sono moderatamente fiducioso. Certo, mille cose possono andare storte: Juanfran può rivelarsi un flop contro avversari di spessore, Thiago può bloccarsi e costringerci a sostituirlo con Mario, Godin può ritrasformarsi un'altra volta etc etc (il campionario di autolesionismo lo puoi immaginare anche tu, lo vediamo da anni). Però ho visto un'attitudine diversa, una rabbia diversa, una consapevolezza diversa. Speriamo, anche se ne sapremo di più a fine mese. Come ho già scritto, con questa plantilla non è che si possa fare più di tanto. Arrivasse Borja Valero, sarebbe diverso
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