La
prima uscita di Simeone ha coinciso con la difficile trasferta in quel di
Malaga, da dove l’Atletico ha riportato un punto, il secondo della stagione
fuori casa, e poco altro. Comprensibile, visto che il lavoro del Cholo è
cominciato da pochissimo e molto resta ancora da fare. Qualche indicazione si
può comunque già trarre, a partire dal modulo, un curioso 4-1-4-1 con Tiago
schierato come play alle spalle di una linea di centrocampo formata da
Juanfran, Diego, Gabi e Salvio.
Nel
primo tempo i colchoneros giocavano assai contratti, concentrati più nel
tentativo di seguire le indicazioni di Simeone che nel giocare la palla: Di
conseguenza subivano il gioco del Malaga, che costruiva diverse occasioni
pericolose grazie anche alla complicità di Perea, spesso fuori posizione. Si
notava comunque maggior movimento senza palla, oltre a una maggiore attenzione
nei raddoppi difensivi. Il rovescio della medaglia era nella solitudine totale là
davanti di Falcao, che teoricamente avrebbe dovuto essere supportato dalle
incursioni di Juanfran e Salvio: il primo, specie quando
innescato da Gabi, svolgeva il suo compito in maniera accettabile; il secondo
scompariva immediatamente dai radar per non ricomparire che saltuariamente.
La
posizione di Tiago risultava
fondamentale, visto che doveva agire da “libero di centrocampo” in fase
difensiva e da compagno di Gabi in fase offensiva, avanzando per chiudere il “buco”
che si creava col movimento offensivo di Diego. Ma il portoghese è lento e non
pare “tagliato” per il ruolo: possiede buona tecnica, ma non la capacità di
interdizione necessaria; meglio allora Gabi,
che ha grinta e si è distinto varie volte nei lunghi lanci a innescare le ali
che potrebbero essere adatti al ruolo (convengo che non sia granchè, ma questo
abbiamo…).
Inoltre
mi sfugge il perché tra i compiti di Tiago non ci fosse quello di abbassarsi in
difesa, in modo da permettere all’ultima linea di allargarsi a coprire meglio
il campo: in più occasioni il Malaga, dopo aver attirato i difensori
biancorossi su un lato del campo, aprivano il gioco sull’altra fascia,
sorprendendo il terzino fuori posizione. Credo che, usando Tiago come “centromediano
metodista”, il problema avrebbe potuto essere tamponato.
Il
secondo tempo vedeva l’Atletico crescere progressivamente e cercare di giocare
maggiormente la palla, sia pure rispettando la consegna dei due tocchi su cui
tanto aveva insistito Simeone. Salvio si rendeva protagonista di alcune buone
azioni subito all’inizio (Simeone lo avrà pesantemente rimproverato nell’intervallo?),
ma poi spariva poco dopo, tanto da essere sostituito da Arda al 67’. Anche grazie al turco, il gioco cresceva ancora, anche
se senza arrivare a livelli particolarmente alti. In ogni caso appariva
evidente che Arda deve essere titolare,
che sia sulla fascia sinistra (per accentrarsi e creare la superiorità al
centro, fidando anche negli inserimenti di Filipe Luis) o al centro (in coppia
con Diego o addirittura in sostituzione di quest’ultimo. Voglio essere chiaro:
se dovessi scegliere tra lui e il brasiliano, non avrei dubbi).
Personalmente
io avrei visto bene Gabi dietro una linea a quattro formata da Juanfran, Koke
(o Tiago), Diego e Arda. Tuttavia, questo schema non dovrebbe più essere
riproposto, perché priva l’Atletico della preziosa presenza di Adrian, che non può essere usato come semplice
sostituto di Falcao. Se si vuole salvare la stagione, i due devono giocare in
coppia.
D’altra
parte, sono anni che all’Atletico la coperta è corta: o si rinuncia ad
attaccare per subire meno gol, o si attacca e si subiscono reti in serie. Il
problema è sempre quello, la mancanza di un centrocampo di qualità, che sia un
vero collante tra una difesa che va protetta e la pletora di mezzepunte e
attaccanti in organico. La soluzione è sempre quella: mettere mano al
portafogli e comprare giocatori di qualità. Insomma, non illudiamoci che
Simeone, con questo organico, possa fare miracoli.
Per
finire, visto il ritardo con cui pubblico il post non ritengo abbia senso schematizzare
le note positive e quelle negative come faccio abitualmente. Mi limito a
sottolineare la buona prova di Godin,
che sabato sera è parso rinato e finalmente sicuro di sé.
Málaga
CF: Caballero; Gámez,
Demichelis, Weligton, Monreal; Juanmi (Van Nistelrooy, m. 69), Toulalan,
Cazorla (Apoño, m. 86) Buonanotte (Duda, m. 73); Isco y Rondón.
Atlético de Madrid: Courtois 6,5; Perea 5, Godín 6,5, Domínguez 6, Filipe Luis 5; Juanfran 6, Tiago 5, Gabi 5,5, Salvio 4,5 (Arda,
m. 69 5,5); Diego 5 y Falcao 5 (Adrián, m. 89 sv).
Árbitro: José Antonio
Teixeira Vitienes (Colegio Cántabro). Mostró tarjetas amarillas a los
malaguistas Demichelis (m. 57), Sergio Sánchez (m. 61) y Apoño (m.90), y a los
jugadores del Atlético de Madrid Domínguez (m. 21), Filipe Luis (m. 27), Tiago
(m. 59), Falcao (m. 65) y Perea (m. 90)
Incidencias: Partido
correspondiente a la decimoctava jornada de Liga de Primera División diputado
en el estadio de La Rosaleda ante 30.000 espectadores.
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