Da che mondo è mondo, andare a giocare al Sardinero non è mai una passeggiata. In casa il Racing è una brutta bestia, come anche quest'anno il ruolino di marcia cantabrico può confermare.
Per questo temevo molto la partita,che mi pareva più equilibrata di quanto potessero far supporre la classifica e il palmares delle due squadre. Per di più, come ho scritto per la partita col Valencia, l'Atletico mi sembrava aver in parte esaurito il famoso "effetto Simeone", quel particolare miscuglio di orgoglio, rabbia e (in questo caso eccezionali) motivazioni fornite dall'arrivo di un nuovo allenatore sulla panchina di una qualunque squadra.
Direi che purtroppo le mie fosche previsioni si sono avverate in pieno.
L'Atletico salito a Santander si è rivelato stanco, meno convinto e meno feroce di quello anche solo di un paio di settimane fa. Credo che si tratti di un fattore anche fisiologico, perché non si può correre a mille ad ogni partita.
Però è indubitabile che nelle ultime due partite i colchoneros hanno letteralmente buttato via la possibilità di compiere un allungo decisivo sulla via della qualificazione Champions, anche e soprattutto in considerazione del fatto che gli avversari diretti (un Levante rovinoso, un Espanyol e un Athletic sconcertanti) frenano da diverse gare. Dopo l'enorme sforzo delle prime partite di Simeone, la rimonta è compiuta, ma a metà, col rischio che il gioco dispendioso possa portare a ulteriori ben più gravi frenate proprio quando gli altri ricominceranno a correre. Senza contare che Osasuna e Malaga hanno rialzato la testa e soffiano sul collo dei biancorossi. Allo stato attuale, una situazione di classifica che poteva essere ben più che rosea si presenta invece come promettente ma solo a patto che il ritmo rimanga altissimo e i risultati arrivino; purtroppo panchina corta, stanchezza e scarsa qualità dei rincalzi e di alcuni titolari rendono il quadro meno positivo di quanto potrebbe.
Sulla partita c'è poco da dire: non sono affatto convinto che l'Atletico abbia dominato e che sia mancato solo il gol, come scrivono i giornali e diversi blog. Ho visto anzi un Atletico discreto, ma poco concreto e meno aggressivo del solito, impreciso nei passaggi e nel tiro: evidentemente, con la stanchezza riemerge la "Manzanite", la brutta abitudine di alcuni a portare palla e a baloccarsi con la sfera invece di concludere. Molto imprecisi soprattutto Adrian e Falcao, che hanno sbagliato l'inenarrabile; molto floscio Mario, al solito inguardabile, ma non è che Tiago, fino all'infortunio, avesse poi brillato; in calo Juanfran: era inevitabile che il pallore faticasse a trasvolare dalla trequarti colchonera a quella avversaria (motivo per cui il Cholo ha inserito, probabilmente un po' troppo tardi, Pizzi, che con la sua velocità avrebbe potuto, nelle sue intenzioni, cambiare gli equilibri).
L'Atletico ha anzi sofferto un po' all'inizio dei due tempi, soprattutto sulle fasce, chiaro segnale di una non perfetta concentrazione e di una non totale condizione.
Il portiere degli avversari è stato stupefacente e, in qualunque altra occasione della sua parabola sportiva, staremmo a parlare di vittoria di rapina e sudata di fronte a un ottimo portiere che non ha potuto prolungare i suoi miracoli per 90 minuti. Però questo è proprio il tipo di partita difficile e rognosa che bisogna vincere, magari anche con un gol di… culo, per scavalcare gli avversari diretti in classifica.
D'altra parte, consoliamoci con l'imbattibilità esterna, ormai un dato consolidato, con l'ermeticità della difesa (che però richiede agli avanti un sacrificio che poi si paga in termini di lucidità sottoporta) e con lo spirito di sacrificio e la compattezza che ormai Simeone ha instillato nella squadra e che sulla riva del Manzanarre non si vedevano da almeno un decennio.
Per il futuro, speriamo nell'inserimento di Koke nel doble pivote e nel recupero di Fran Merida, gli unici che possono dare quel quid in più di cui ha bisogno il centrocampo: da qui si capisce che non siamo proprio messi bene… Col ritorno di Silvio, poi, l'avanzamento di Juanfran sulla destra potrebbe garantire maggior concretezza, con lo spostamento di Adrian a sinistra e l'esclusione sul breve periodo di Arda, ultimamente poco concreto.
D'altra parte, non possiamo chiedere a Simeone miracoli che non può fare: i giocatori sono questi, non si scappa.
Note positive
Classifica: nonostante l'occasione persa, abbiamo guadagnato un punto sui diretti rivali per il quarto posto. Avessi detto… però questo passa il convento in quest'anno disgraziato: cerchiamo di guardare il bicchiere mezzo pieno.
Note negative
Manzanite: insistere nel virtuosismo per il semplice gusto di mettere il compagno nella posizione perfetta per andare in porta produce esattamente l'effetto opposto. Non si tratta di chissà quale incredibile paradosso, ma i nostri, Diego in particolare, tendono a ignorarlo. In ogni azione pericolosa ho contato almeno un paio di passaggi superflui e questo, contro qualunque avversario, non solo squadre ben organizzate difensivamente come il Racing, è deleterio.
Diego: per molti dirò un'eresia, ma a me non è piaciuto. Certo si è impegnato, certo è stato continuo, ma il suo insistere nel portare palla sulla trequarti avversaria a ritmi tutt'altro che formidabili non squilibra nessuna difesa, anzi permette a tutti di trovare la miglior posizione difensiva possibile.
Arda: qualche passaggio, una buona copertura, ma anche una incredibile mollezza nel tiro, non giustificabile in un calciatore del suo (presunto) livello. Perché i gol non li può fare sempre e solo Falcao.
Racing de Santander: Toño; Álvaro, Torrejón, Bernardo, Cisma; Arana, Gullón, Diop, Jairo; Arana (Acosta, min 59), Adrián (Munitis, min 69), Jairo; y Stuani (Babacar, min 84).
Atlético de Madrid: Courtois 6; Juanfran 6, Domínguez 6, Perea 6, Filipe Luis 6,5; Diego 6, Tiago 5,5 (Mario Suárez 5, min 43), Gabi 5, Turan 5 (Pizzi 5,5, min 70); Adrián 5 y Falcao 4,5.
Árbitro: Xavier Estrada Fernández (comité catalán). Mostró cartulinas amarillas a Filipe Luis, Tiago, Gabi y Turan por el Atlético de Madrid y a Diop, Acosta, Munitis y Stuani por el Racing.
Incidencias: partido de la vigésimo tercera jornada de la Liga de Primera División, disputado en los Campos de Sport de El Sardinero ante 12.328 espectadores. Antes del partido el Racing se sumó a la celebración del Día Mundial de las Enfermedades Raras adhiriéndose a la campaña "Vacúnate contra la indiferencia".
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