Ci
sono momenti in cui non capisco se vedo lontano (scusate la
presunzione) o se, più prosaicamente, porto sfiga. Nell'ultimo post
avevo detto più o meno chiaramente che la sconfitta
sarebbe arrivata, per questo Atletico che si trascinava di vittoria
in vittoria senza veri meriti che non fossero una grande unità del
gruppo e molti colpi fortunati da parte di alcuni giocatori che per
il resto non hanno dato moltissimo, almeno a mio parere, alla causa
biancorossa.
Neanche
a farlo apposta, la sconfitta è arrivata, contro un avversario
diretto e senza particolari demeriti da parte della truppa.
E'
convinzione comune che il Mestalla sia un campo difficile, motivo per
cui confidavo in un Atletico concentrato e pugnace, capace di
sciorinare un'altra grande interpretazione. Infatti l'inizio non mi
ha affatto deluso: i biancorossi giocavano una partita attenta e
concentrata, condita da qualche buon contropiede e tutta tesa, in
ambito difensivo, a portare il Valencia sugli esterni e a
costringerlo a forzare il lancio lungo da non meno della trequarti.
Il
vero problema,
questa volta, era lo schieramento
iniziale.
Ora, è possibile che l'infortunio del Cebolla Rodriguez abbia
scombussolato i piani di Simeone, ma il centrocampo presentato
all'inizio non era solo inguardabile, ma è stato anche fonte di
tutti i problemi.
Infatti
due dei cinque uomini nominalmente centrocampisti erano troppo lenti
e poco mobili,
Emre
(schierato trequartista) e Tiago
(assurdamente schierato nel doble
pivote
con Gabi). Quindi i tre centrali faticavano a gestire gli attacchi
frontali e i ribaltamenti di fronte e lasciavano spesso sguarnita la
propria trequarti, per cui la squadra, consapevole della difficoltà
nella zona centrale,
spesso saliva con pochi uomini, nel tentativo di proteggere il centro
del campo: i terzini rimanevano bassi e anche Arda scendeva molto
spesso a difendere sulla trequarti, lasciando soli là davanti Adrian
e Falcao. Era un Atletico senza
profondità,
grazie anche all'assenza di Rodriguez.
Il
modesto Valencia di questi tempi aveva buon gioco a lanciare
lungo
verso il ventre molle dei biancorossi, nella terra di nessuno davanti
all'area dove agiva Soldado, da sempre a suo agio nelle percussioni
centrali.
Molte
volte ci mettevano una pezza o il volenteroso Gabi o i monumentali
Miranda e Godin, ma al 19' Soldado
era più bravo di tutti e, con una volée, segnava un gol
spettacolare proprio da quella zona.
L'Atletico
accusava il colpo, anche perché appena prima aveva sfiorato il gol
su calcio d'angolo (gran colpo di testa di Miranda) e aveva chiesto a
gran voce un rigore su Falcao.
Fino
alla mezz'ora i biancorossi apparivano sotto shock, poi si
riprendevano pian piano, sfiorando il gol in numerose occasioni,
nelle quali a mancare era solo la fortuna (al 32', su grande assist
di Adrian, Falcao controllava in area e poi scivolava al momento del
tiro...).
Nel
secondo tempo la musica non cambiava: Simeone aspettava il 57' per
cominciare a correggere la formazione, il Valencia arrancava in
palese difficoltà, ma la partita ormai era compromessa.
Schiacciato
nella propria area, il Valencia rischiava di capitolare più volte,
anche perchè i colchoneros, finalmente dinamici, mostravano sprazzi
di buon gioco, ma poi, al 95', si concedeva il lusso di ottenere il
più demeritato dei raddoppi, con un contropiede da manuale quando i
biancorossi erano tutti in avanti per l'ultimo assalto.
E'
un peccato che la striscia senza sconfitte dell'Atletico si sia
interrotta proprio in questo modo e su questo campo. Ora è
necessario guardare oltre e non perdere di vista l'obiettivo: fare il
massimo e vedere a che punto saremo tra qualche partita.
Note positive
Miranda –
Godin:
certo, tutti e due si sono fatti bruciare da Soldado in occasione del
gol, ma senza schermo davanti si dannano l'anima per tenere in piedi
la baracca, “rischiando” anche di segnare il gol del pareggio in
più occasioni.
Note negative
Simeone:
non ho problemi a dirlo: la sconfitta è colpa
sua. Schiera un centrocampo senza capo né coda, con giocatori che
quasi mai sono stati titolari prima, proprio in una partita difficile
come questa. Inoltre corregge il tiro con eccessiva lentezza. Va bene
il turn over,
però bisogna anche valutare le forze in relazione agli impegni.
Contro una squadra aggressiva e abile come il Valencia ci vuole
l'artiglieria pesante, non due giocatorini quasi pensionati come Emre
e Tiago. Infatti con Raul Garcia e Mario, oltre al Cebolla, la
squadra è decollata. Eppure il Cholo non è tipo da sottovalutare
gli avversari: come avrà fatto a confondere il Valencia con l'Hapoel
di turno? Archiviamo la pratica sotto la voce “cose che possono
capitare” e non ne parliamo più...
Valencia:
Diego Alves, Joao Pereira, Rami (Víctor Ruiz, m.64), Ricardo Costa,
Cissokho, Gago, Tino Costa, Feghouli, Jonas (Banega, m.82), Guardado
y Soldado (Valdez, m.88).
Atlético
de Madrid:
Courtois 6,
Juanfran 6,5,
Miranda 7,
Godín 7,
Filipe Luis 6,
Tiago 4
(Mario Suárez, m.71,
6), Gabi 6
(Raúl García, m.67 6),
Emre 4
(Cristián Rodríguez, m.57, 7),
Arda 6,5,
Falcao 5,5
y Adrián 6.
Goles.
1-0, m.20: Soldado. 2-0, m.90+: Valdez.
Árbitro:
Fernando Teixeira Vitienes (colegio cántabro). Amonestó por el
Valencia a Joao Pereira, Cissokho y Víctor Ruiz y por el Atlético
de Madrid a Arda, Falcao, Miranda y Tiago. Expulsó al técnico del
Valencia, Mauricio Pellegrino en el minuto 42 de juego y a Ricardo
Costa (m.90) por acumulación de amonestaciones y al técnico
valencianista Campagnucci (m.90).
Incidencias:
partido de la décima jornada de la Liga BBVA disputado en el campo
de Mestalla ante 40.000 espectadores. Terreno de juego en buenas
condiciones.
Nessun commento:
Posta un commento