Confesso
che sono due giorni che mi chiedo cosa scriverò su questa pagina. Se
privilegerò il bicchiere mezzo pieno o quello mezzo vuoto. Se alla
fine metterò nero su bianco che sono ottimista o se invece comincerò
a fare come tutti quelli che, prima o poi, attaccano a farneticare
del “Pupas FC”.
Due
giorni passati a guardare le immagini salienti della partita, a
rileggere cronache e commenti, cercando di far sbollire la rabbia e
la delusione, oltre che sforzandomi di capire se rabbia e delusione
avessero veramente senso. In fondo, la situazione l'avevo già
preconizzata proprio su queste pagine, parlando delle progressive
difficoltà che avremmo incontrando contro squadre sempre più
chiuse, lottando ogni volta contro un calo fisico che, seppur non
sostanziale, è sufficiente a toglierci quel quid che fino ad ora ci
aveva permesso di mascherare le nostre lacune tecniche.
Eppure,
continuo a sentirmi deluso. Continuo a pensare che avremmo potuto
essere da soli in testa. Certo, ai fini del risultato finale, visto
che sono sempre più convinto che non vinceremo, il primo posto non
significa nulla; anzi sarebbe stato solo gettare benzina sul
pericoloso fuoco dell'illusione. Eppure poter dire, DOPO ANNI, di
essere capolista solitario... avrei tanto voluto poter andare in
giro, al lavoro, tra gli amici (tutti, ma PROPRIO TUTTI, sanno che
tifo l'Atletico, una scelta che mi rende alquanto bizzaro e quindi,
ça va sans dire, popolare agli occhi della massa...), con la
faccia rilassata di chi, per una volta, appartiene al club numero
uno.
Alla
fine, penso di poter dire che continuo a essere arrabbiato. Molto
arrabbiato e molto deluso. E non per il pareggio o per il primo posto
sfumato, affatto. Lo sono per il modo in cui tutto questo è
avvenuto: siamo scesi in campo determinati, abbiamo schiacciato il
Siviglia nella sua area e, come coronamento di questa pressione,
abbiamo trovato il gol con Villa sugli sviluppi di un calcio
d'angolo. Tutto perfetto, se ignoriamo il fatto che si tratta
dell'ennesimo gol a palla ferma e che non imbastiamo un'azione
convincente da 20 giorni. Peccato che, da quel momento, abbiamo
rinunciato a giocare: Emery ha cambiato atteggiamento, ha alzato il
baricentro del Siviglia e piano piano ha costretto un Atletico
rinunciatario a chiudersi nella propria metà campo e poi nella
propria area.
Certo,
occasioni ne abbiamo avute, e più degli ospiti, ma in avanti la
palla proprio non si riusciva a tenerla, mentre il centrocampo non
faceva filtro, gli esterni non imbastivano gioco e il Siviglia
guadagnava metri pur giocando un calcio farraginoso e banale.
Con
intere zone di campo abbandonate agli avversari, errori nei passaggi
e nessuna idea di gioco, il gol era nell'aria. Poi, certo, il rigore
assegnato per il “fallo” di Juanfran grida vendetta e fa venire
brutti pensieri, soprattutto viste le diverse situazioni dello stesso
tipo accadute nell'area degli ospiti e totalmente ignorate
dall'arbitro (mi riferisco al fallo su Raul Garcia e agli scontri ben
oltre il lecito tra Fazio e Diego Costa); però resta il fatto che
abbiamo buttato via la gara. La differenza tra gestire una gara e
ritirarsi dalla contesa può essere talvolta sottile, ma è
sicuramente sempre sostanziale ed è, soprattutto, qualcosa che le
grandi squadre sanno fare ad occhi chiusi. Noi invece, da un po',
confondiamo i due piani e non ammazziamo più le partite, ci
limitiamo a sopravvivere ad esse.
Dopo
il pareggio, abbiamo dimostrato, con la nostra frenetica occupazione
della metà campo altrui, che non è la condizione fisica il nostro
problema: non siamo brillanti, ma siamo comunque a un buon livello
complessivo. Possibile che sia una qualche forma di stress mentale?
Il prossimo durissimo mese di gare ogni tre giorni chiarirà il
mistero.
Note
positive
Juanfran:
provoca il rigore in maniera sciocca, d'accordo. Però è, con
Gabi, l'unico motore del gioco dei colchoneros, il che spiega tutto
(o quasi) delle difficoltà dei biancorossi nel creare gioco.
Gabi:
vedi sopra. Non molla mai, non si stanca mai di dare l'esempio,
non smette mai, nemmeno per un secondo, di ricordare a tutti perchè
è il capitano.
Note
negative
Simeone:
ribadisco ancora una volta che sono e sarò sempre cholista, però
devo anche dire che ha sbagliato. Con Koke sulle ginocchia, Arda in
preda al solipsismo e Costa impegnato a correre senza passare mai la
palla, retrocedere il primo al centro del campo e mettere all'ala
Raul Garcia è il modo migliore per tarpare le ali alla squadra. In
un contesto così, non ci sono lanci di Miranda né sgroppate di
Juanfran, né sforzi di Gabi che possano cambiare la deriva di
non-gioco degli ultimi tempi. Ora, le riserve non saranno dei
campioni, ma davvero un Koke così è meglio di Guilavogui? Davvero
sulla fascia Raul Garcia è meglio di un Cebolla che sembra essere
stato comprato solo per giocare gli ultimi 4-5 minuti di ogni
partita?
Atlético:
Courtois 7; Juanfran 7, Miranda 6, Godín 6,
Filipe 6; Raúl García 5, Gabi 7, Koke 4,5
(Sosa, m. 87 sv), Arda Turan 5; Diego Costa 5,
Villa 6 (Cristian Rodríguez, m. 80 sv).
No
utilizados: Aranzubia; Alderweireld, Guilavogui, Manquillo y Adrián.
Goles: 1-0. M. 17. Villa, tras un rechace en el área. 1-1. M. 72. Rakitic, de penalti.
Árbitro: Hernández Hernández. Expulsó con roja directa a Alberto Moreno (m. 89) y con amarilla a Juanfran y a Pareja.
45.000 espectadores en el Calderón.
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