Due anni dopo,
Simeone torna sul luogo del delitto. Allora l'avventura cominciava
con un diligente pareggio che lasciava intravvedere margini di
miglioramento, ma nessun indizio su quanto sarebbe accaduto dopo.
Ieri, invece, abbiamo assistito all'ennesima vittoria di questo
Atletico trasformato e impressionante per la sua capacità di uscire
da ogni tipo di situazione col massimo del bottino: e sono sedici
vittorie, un pareggio e una sconfitta; qualcuno potrebbe attaccare la
solita solfa della fortuna, ma i numeri indicano che c'è molto di
più, ovverosia una attitudine alla lotta che riguarda tutto il
gruppo e che, alla lunga, schianta tutti coloro che non la possiedono
(e cioè tutti o quasi).
Aveva ragione
Schuster, l'unica, contro questa squadra, è giocare una partita
accorta e sperare in una giornata storta dei biancorossi. La partita
di ieri, dura e difficile, in questo senso credo che indichi
chiaramente cosa ci aspetta il futuro: difese a cinque, centrocampi
pieni di incontristi, aggressività e intensità nel tentativo di
fermare Diego Costa e sostanzialmente impedire le azioni in velocità
che sono state finora il marchio di fabbrica dell'Atletico 2013-2014.
Non siamo più
la sorpresa che si può sempre sottovalutare, ormai siamo lo
squadrone da battere per dare prestigio alla propria stagione. La
vera domanda, a questo punto, è se abbiamo i mezzi per recitare fino
in fondo il ruolo che gli altri ci assegnano. Sapremo imporre il
nostro gioco? Avremo la tecnica e la lucidità tattica per giocare
sempre e comunque un calcio propositivo? E le capacità strategiche?
Le risposte
fornite dalla partita di ieri e da quella col Levante forniscono un
quadro in chiaroscuro che non è semplice decifrare. Vediamo di
limitarci a osservare i fatti, mentre per quanto riguarda le
dinamiche tutto è decisamente più aleatorio.
Innanzi tutto,
è ormai assodato che siamo capaci di giocare qualunque tipo di
calcio, da quello attendista a quello propositivo (se mai queste due
parole hanno significato qualcosa, va da sé...), spesso modificando
l'atteggiamento in corso d'opera, come qualunque osservatore onesto
(qualifica che esclude il 90% della stampa spagnola) potrà dire.
Altra cosa è se entrambe le cose ci vengano bene: e qui casca
l'asino. Ieri siamo stati lenti, imprecisi e banali come non capitava
da tempo. La cosa in sé non porrebbe particolari problemi, se non si
fosse manifestata dopo la partita contro il Levante, match al calore
bianco ma povero di gioco anche da parte dei colchoneros.
Quel che si è
visto ieri è il difetto antico di questa squadra: la mancanza di un
tasso tecnico elevato. Il problema è ben noto anche al Cholo, che ha
chiesto e ottenuto il trequartista che cercava e che finora ha
mascherato il tutto coll'intensità ben nota.
Ma cosa succede
quando la condizione atletica scende? Io non sono un esperto, e qui
mi avventuro nel campo delle supposizioni, ma noto una certa mancanza
di brillantezza in diversi giocatori: Koke mi pare bisognoso di una
pausa e anche Filipe, un altro dei nostri punti di forza, non mi
sembra al top. Arda ha giocato la solita partita arruffona di chi non
ha lo spunto per saltare gli avversari e quindi prova cose che non
gli riusciranno mai; Diego Costa, in parte perché bloccato dagli
avversari, in parte perché a sua volta come opacizzato sul piano
atletico, non è praticamente mai riuscito a liberarsi al tiro. Villa
è stato, una volta di più, inguardabile e, soprattutto, inutile dal
punto di vista tattico: anche qui, l'impressione è che il lavoro
atletico non l'abbia certo recuperato né riportato alla sua (ormai
perduta?) brillantezza.
Sottotono sul
piano fisico, l'Atletico mostra qualche crepa anche sul piano del
gioco: passaggi sbagliati, meccanismi inceppati, molte palle perse e
via discorrendo. Ergo, se non sei superiore agli altri tecnicamente,
devi supplire con la velocità e l'aggressività, che però
ultimamente stanno scemando.
Voglio dire,
siamo uno squadrone senza in realtà esserlo, per abilità tecnica e
profondità di scelte in panchina: il rischio concreto non è che ci
siano sempre più partite come quella di ieri o quella contro il
Levante, con gli avversari barricati davanti alla propria porta, ma
che, senza velocità, il nostro tasso tecnico non ci permetta di
scassinare sempre il fortino. Non è un caso che ieri, nel tentativo
di modificare il canovaccio del match, Simeone abbia fatto uscire i
due “giocolieri” (Oliver e Arda) e abbia messo dentro due ali o
presunte tali (Adrian e Rodriguez). A mio parere, due sono i motivi
di una scelta che ha scatenato più di una perplessità tra i tifosi
dei colchoneros e entrambi i motivi si rifanno alla evidente mancanza
di profondità della manovra biancorossa: in primo luogo, dare un
maggior ritmo a una squadra in cui nessuno, o quasi, correva senza
palla per cercare di crearsi uno spazio; il secondo, la
consapevolezza che i nostri giocatori tecnici non sono così bravi da
creare occasioni anche da fermi.
Alzi la mano
chi ha mai visto Arda Turan risolvere una partita da solo: il turco è
bravo, ma non è un trascinatore e neppure un solista, è un
giocatore che si esalta in un contesto armonico che gioca in velocità
e che riesce a creare spazi o a sfruttare quelli che la
disorganizzazione degli avversari gli lascia. Appena manca di
brillantezza, diventa un giocatore ordinario: non è che ieri non ci
abbia provato, a creare gioco e a saltare gli avversari, è che non
gli è proprio riuscito.
Oliver, poi, si
è rivelato per quello che è, ovverosia un giocatorino acerbo,
carente sul piano fisico e in difficoltà quando non può giocare
come vuole. In altre parole, non è smaliziato e Simeone fa bene a
dosarlo col contagocce: l'esame, ieri, è stato fallito in pieno, e
fa niente se il suo sostituto, Adrian, abbia regalato un'altra
orrenda prestazione senza nerbo.
Questo conferma
soltanto l'altra parte dell'assunto di partenza: esiste veramente una
possibilità di scelta, in panchina? Chi è il sostituto di Arda? Chi
quello di Koke? Chi di Diego Costa? Chi di Villa? Chi il sostituto di
questi eventuali sostituti?
Il partido a
partido tanto caro a Simeone in certi contesti mostra la corda.
Non perché io non la pensi come lui, ma perché mi pare che si
rischi di rimanerne schiavi. Se giocano sempre gli stessi undici,
l'usura dei titolari aumenta e le riserve non apprendono a giocare
coi compagni. Per di più il gioco di Simeone necessita di una
notevole preparazione teorica, che solo i faciloni non colgono e che
comunque deve essere sperimentata anche sul piano pratico. Se si
inseriscono dei sostituti, la qualità complessiva e la manovra
corale precipitano. Bastano però due o tre assenze per creare uno
scompenso notevole, in un contesto simile.
Io non ho
soluzioni, badate bene. Capisco e approvo, lo ripeto una volta
ancora, la filosofia del Cholo. Solo che non mi pare vera fino in
fondo: se il pensiero è che ce la giochiamo fino alla fine una
partita alla volta, perché tanto sappiamo che, salvo miracoli, non
potremo ambire a niente più del terzo posto, forse è il caso di far
giocare più spesso gente come Alderweireld, Guilavogui e Manquillo,
prima di rischiare che alcuni cardini della squadra arrivino alle
occasioni che contano oberati di cartellini, fuori forma o
addirittura infortunati. Non si tratta di abbandonare la filosofia
che ci ha fin qui contraddistinto, ma di valutare se non possa
maggiormente essere integrata con un allargamento effettivo della
base di giocatori effettivamente arruolabili. Se poi ci trovassimo, a
febbraio – marzo, ad affrontare la Champions' con una squadra
menomata ed usurata, cosa diremmo della grande occasione buttata via?
Qualcosa in più per coniugare partido a partido e
sfruttamento in profondità di una rosa comunque scarsa per numeri e,
soprattutto, qualità, io credo che si potesse fare.
Detto tutto
questo, continuo ad avere massima fiducia in Simeone: sa meglio di
tutti cosa possono dare i suoi giocatori, vive di impressioni di
prima mano e non mediate dalla partita domenicale o dalla
televisione, parla costantemente col suo staff. Insomma, se fa delle
scelte, ha motivazioni molto puntuali per sostenerle. Al momento poi,
i numeri sono dalla sua parte.
Alla fine, il
partido a partido significa proprio questo: me la godo, soprattutto
se guardo indietro e ripenso a dove eravamo, due anni fa, proprio a
Malaga.
Note
positive
Juanfran:
si dà da fare come può nel deserto di una partita senza occasioni e
senza ritmo. Peccato per l'ammonizione che lo spingerà a saltare la
partita col Barcellona.
Tiago:
cerca di dare geometrie e di offrire passaggi illuminanti, ma anche
lui soffre l'intasamento nella metacampo avversaria
Diego Costa:
pur in giornata di scarsa vena, risulta decisivo. E' da una sua
caparbia iniziativa sulla sinistra che nasce il gol di Koke.
Note
negative
Villa:
ancora una volta evanescente. Per di più, nessuno può
cancellare l'impressione che non sia stato sostituito solo perché
mancava Raul Garcia. Un tempo, se non segnava, compiva almeno un
certo lavoro tattico là davanti, ma ora è nullo anche in questo
senso.
Málaga
Caballero; Gámez, Sergio Sánchez, Angeleri (Morales, m. 77),
Weligton, Antunes; Eliseu (Duda, m. 65), Camacho, Darder, Samu;
Juanmi (Santa Cruz, m. 65).
No utilizados:
Kameni; Flavio, Anderson y Portillo.
Atlético de Madrid Courtois 6; Juanfran 6,5, Miranda 6, Godín 6, Filipe Luis 5,5; Arda 5 (C Rodríguez, m. 61 6), Tiago 6,5, Koke 6, Óliver 4 (Adrián, m. 45 5); Diego Costa 6, Villa 4 (Alderweireld, m. 84 sv).
Atlético de Madrid Courtois 6; Juanfran 6,5, Miranda 6, Godín 6, Filipe Luis 5,5; Arda 5 (C Rodríguez, m. 61 6), Tiago 6,5, Koke 6, Óliver 4 (Adrián, m. 45 5); Diego Costa 6, Villa 4 (Alderweireld, m. 84 sv).
No utilizados:
Aranzubia; Insúa, Guilavogui y Sosa.
Gol: 0-1, 70' Koke.
Árbitro: José Antonio Teixeira Vitienes. Amonestó a Miranda, Darder, Tiago, Angeleri, Juanfran (baja ante el Barcelona), Diego Costa, C Rodríguez, Samu y Antunes.
La Rosaleda. Unos 25.000 espectadores.
Gol: 0-1, 70' Koke.
Árbitro: José Antonio Teixeira Vitienes. Amonestó a Miranda, Darder, Tiago, Angeleri, Juanfran (baja ante el Barcelona), Diego Costa, C Rodríguez, Samu y Antunes.
La Rosaleda. Unos 25.000 espectadores.
Cosa ti aspetti dal match di sabato?
RispondiEliminaNon pensi che sia stato stupido da parte del cholo usare i titolari in coppa del re?
RispondiEliminaCiao, io sabato vado a madrid a vedere la partita... sai mica se è possibile e dove cercare qualche autografo, o foto?
RispondiEliminaPotresti provare al centro di allenamento di Majadahonda, ma sabato stesso la vedo dura. Magari lunedì, se ti fermi un po'. Oppure provare ad aspettare il pullman nel tunnel sotto la tribuna principale prima della partita, ma preparati a sgomitare...
EliminaCiao e buon divertimento!