venerdì 4 aprile 2014

Barcellona – Atletico Madrid 1-1: la sfida infinita


Gli scontri tra Barça e Atletico si stanno trasformando in una sfida infinita che non riesce a proporre un vincitore: quattro incontri, finora, e quattro pareggi. Gol, pochi.
Non che io rimpianga le scorse annate, quando i gol erano abbondanti e tutti a senso unico, intendiamoci. Non rimpiango neppure gli scontri della seconda metà degli anni '90, tutti quei 5-4 e 4-3 che facevano la felicità di spettatori neutrali e telecronisti, ma che mi sembravano più un festival degli errori che un inno al bel calcio. Tuttavia martedì ho avuto chiara una sensazione che già avevo sperimentato altre volte: per i colchoneros la coperta è troppo corta. Abbiamo assistito alla prestazione di una squadra attenta, grintosa, concentrata, che ha meritato il pareggio e che avrebbe potuto uscire dal Camp Nou con una vittoria senza destare scandalo. Ciò nonostante, non ho potuto fare a meno di pensare, ancora una volta, che non siamo in grado, contro squadre così potenti, di difenderci e attaccare: se salvaguardiamo il risultato, siamo nulli in avanti; se attacchiamo, inevitabilmente ci scopriamo in difesa.
Non è solo una questione legata alla pessima prestazione di Villa o all'infortunio di Diego Costa, anche perchè abbiamo avuto poche occasioni, ma tutte molto pericolose. Credo che sarebbe andata allo stesso modo anche col Lagarto in campo per tutto il match o con un Villa appena decente, a scanso di equivoci. È una questione di tecnica, io credo: in alcuni momenti della partita la disparità tecnica nei confronti dei blaugrana è stata non imbarazzante, ma certo assai evidente. La famosa abilità del Barça nel gioco tra le linee, nel passaggio smarcante, nel creare la superiorità numerica in qualunque zona del campo voglia non è solo frutto di schemi e attitudine tattica, ma anche di una tecnica fuori dal comune. Tecnica che le squadre “normali”, per quanto rocciose, ben piantate e aggressive fisicamente, non hanno. Tecnica che necessita soldi, molti soldi, investiti in giocatori di talento o nella loro formazione. Soldi che i colchoneros non hanno. Quanti nostri giocatori potrebbero giocare nel Barça? Escludendo Courtois, che non è un giocatore di movimento, io direi solo Filipe, Miranda, Koke e Diego Costa, e non tutti (o quasi nessuno) titolari. Quanti giocatori blaugrana potrebbero giocare con noi e, soprattutto, alzerebbero il nostro tasso tecnico? Tutti? Quasi tutti?
Una volta uscito Diego Costa, la nostra già non fortissima attitudine all'attacco si è pressocchè azzerata, nonostante alcune buone combinazioni. Anche il gol di Diego, stupendo quanto si vuole, mi è parso piuttosto estemporaneo e comunque pesantemente viziato dall'inadeguatezza di Pinto.
Nella seconda metà del primo tempo e poi dopo la rete abbiamo subito in maniera netta il gioco del Barcellona, che, appena ha trovato un briciolo di determinazione, ci ha praticamente nascosto la palla e costretto a subire. Il tutto con un Messi praticamente assente, uno Xavi molto spento e un Neymar decisamente intermittente.


Nella nostra condizione di “super-squadra normale”, di più non possiamo fare e certamente dobbiamo essere fieri dei nostri ragazzi. Siamo di gran lunga la migliore tra le squadre di buon livello. Tuttavia, non possiamo certo nasconderci la verità: ci mancano ancora numerosi passaggi per giocare veramente alla pari di squadre come il Barcellona. Non perdiamo, è vero, ma neppure vinciamo: ancora una volta, dopo aver svegliato il can che dorme non siamo stati in grado di resistere alla sua reazione neppure venti minuti.
Simeone ha fatto quello che ha potuto, cercando di alzare il tasso tecnico della squadra sia in partenza, con l'inserimento di Tiago, sia in corso d'opera, quando sono entrati Diego e Sosa. Quest'ultima mossa ha del tutto spuntato l'attacco e appare in effetti parecchio criticabile, ma ha tuttavia un senso: cercare di limitare la pressione dei blaugrana, nel frattempo fattasi insostenibile dopo l'ingresso di Alexis per Cesc e il cambio di fascia di Neymar (a mio avviso la mossa decisiva di Martino), cercando di tenere palla tra centrocampo e trequarti avvversaria. Mi rendo conto che l'uscita di Villa per Sosa ha indispettito molti (e in parte anche me), ma d'altra parte io non riesco a vedere cosa avrebbe potuto fare di diverso il Cholo: Villa era stanco e poco incisivo; Adrian è ormai perduto per la causa e altri attaccanti non ce ne sono. Sosa deve essergli sembrato tutto ciò che aveva da buttare sul tavolo.
E qui torniamo al punto di partenza: la rosa è quella che è; si raschia spesso il fondo del barile, sia in termini quantitativi che qualitativi.


In sintesi, cosa dire del match? Un ottimo risultato, ampiamente meritato fino al gol di Neymar e poi guadagnato con mestiere e un bel po' di fortuna. Tuttavia, non illudiamoci: il Barça, sia pure al crepuscolo, è squadra che può presentarsi a casa di chiunque e “piantargliene quattro” senza neanche sudare, perciò il ritorno è tutto da giocare e soprattutto da conquistare. A tal proposito, non credo neppure che una vittoria per 0-1 o 0-2 ci avrebbe portato ad avere maggiori possibilità di passare il turno.
Per gioco ma non troppo, ho espresso al lavoro le mie previsioni per questi quarti di finale (passano Chelsea, Atletico, Real e Bayern): sono curioso di vedere come andrà a finire. Soprattutto, mi accontenterei di aver azzeccato una previsione sola. Indovinate quale...


Note positive
Courtois: le sue parate sono, ancora una volta, decisive. Ormai non ci sono più aggettivi per descriverlo, possiamo solo ammirarlo, sperare che rimanga e perdonargli i pochissimi passaggi a vuoto (sabato contro l'Athletic, per esempio)
Diego: non fa cose eccezionali, ma pare più pimpante e determinato. Azzecca un gol straordinario con una buona dose di fortuna, ma, siccome anche reti di questo tipo fanno morale, mi aspetto un finale di stagione in crescendo per il brasiliano.


Note negative
Tiago: tatticamente è ineccepibile, nei movimenti senza palla e nella copertura degli spazi. Però scompare nella costruzione del gioco e anche nell'interdizione lascia spesso solo Gabi.
Juanfran: presidia discretamente la fascia finchè non affronta Neymar, che lo fa nero. Fino ad allora, comunque, non aveva mai superato la linea di metacampo.




Barcelona: Pinto; Alves, Piqué (Bartra, m. 12), Mascherano, Jordi Alba; Xavi, Busquets, Cesc (Alexis, m. 68); Neymar, Messi e Iniesta. No utilizados: Oier; Adriano, Song, Sergi Roberto y Pedro.


Atlético: Courtois 9; Juanfran 5, Godín 7, Miranda 6, Filipe Luis 6,5; Gabi 7, Tiago 5; Arda Turan 6,5 (Cristian Rodríguez, m. 77 sv), Villa 5 (Sosa, m. 70 5,5), Koke 6,5; y Diego Costa sv (Diego Ribas, m. 30 7).
No utilizados: Aranzubia; Alderweireld, Insúa y Mario Suárez.



Goles: 0-1. M. 56. Diego Ribas. 1-1. M. 72. Neymar.
Árbitro: Felix Brych (Alemania). Mostró la cartulina amarilla a Koke, Gabi, Arda Turan, Juanfran, Iniesta, Jordi Alba, Diego Ribas y Sosa.
Camp Nou. 79.941 espectadores.

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