Gli scontri tra
Barça e Atletico si stanno trasformando in una sfida infinita che
non riesce a proporre un vincitore: quattro incontri, finora, e
quattro pareggi. Gol, pochi.
Non che io
rimpianga le scorse annate, quando i gol erano abbondanti e tutti a
senso unico, intendiamoci. Non rimpiango neppure gli scontri della
seconda metà degli anni '90, tutti quei 5-4 e 4-3 che facevano la
felicità di spettatori neutrali e telecronisti, ma che mi sembravano
più un festival degli errori che un inno al bel calcio. Tuttavia
martedì ho avuto chiara una sensazione che già avevo sperimentato
altre volte: per i colchoneros la coperta è troppo corta.
Abbiamo assistito alla prestazione di una squadra attenta, grintosa,
concentrata, che ha meritato il pareggio e che avrebbe potuto uscire
dal Camp Nou con una vittoria senza destare scandalo. Ciò
nonostante, non ho potuto fare a meno di pensare, ancora una volta,
che non siamo in grado, contro squadre così potenti, di difenderci e
attaccare: se salvaguardiamo il risultato, siamo nulli in avanti; se
attacchiamo, inevitabilmente ci scopriamo in difesa.
Non è solo una
questione legata alla pessima prestazione di Villa o all'infortunio
di Diego Costa, anche perchè abbiamo avuto poche occasioni, ma tutte
molto pericolose. Credo che sarebbe andata allo stesso modo anche col
Lagarto in campo per tutto il match o con un Villa appena
decente, a scanso di equivoci. È
una questione di tecnica, io credo: in alcuni momenti della partita
la disparità tecnica nei confronti dei blaugrana è stata non
imbarazzante, ma certo assai evidente. La famosa abilità del Barça
nel gioco tra le linee, nel passaggio smarcante, nel creare la
superiorità numerica in qualunque zona del campo voglia non è solo
frutto di schemi e attitudine tattica, ma anche di una tecnica fuori
dal comune. Tecnica che le squadre “normali”, per quanto
rocciose, ben piantate e aggressive fisicamente, non hanno. Tecnica
che necessita soldi, molti soldi, investiti in giocatori di talento o
nella loro formazione. Soldi che i colchoneros non hanno.
Quanti nostri giocatori potrebbero giocare nel Barça? Escludendo
Courtois, che non è un giocatore di movimento, io direi solo Filipe,
Miranda, Koke e Diego Costa, e non tutti (o quasi nessuno) titolari.
Quanti giocatori blaugrana potrebbero giocare con noi e, soprattutto,
alzerebbero il nostro tasso tecnico? Tutti? Quasi tutti?
Una volta
uscito Diego Costa, la nostra già non fortissima attitudine
all'attacco si è pressocchè azzerata, nonostante alcune buone
combinazioni. Anche il gol di Diego, stupendo quanto si vuole, mi è
parso piuttosto estemporaneo e comunque pesantemente viziato
dall'inadeguatezza di Pinto.
Nella seconda
metà del primo tempo e poi dopo la rete abbiamo subito in maniera
netta il gioco del Barcellona, che, appena ha trovato un briciolo di
determinazione, ci ha praticamente nascosto la palla e costretto a
subire. Il tutto con un Messi praticamente assente, uno Xavi molto
spento e un Neymar decisamente intermittente.
Nella nostra
condizione di “super-squadra normale”, di più non possiamo fare
e certamente dobbiamo essere fieri dei nostri ragazzi. Siamo di gran
lunga la migliore tra le squadre di buon livello. Tuttavia, non
possiamo certo nasconderci la verità: ci mancano ancora numerosi
passaggi per giocare veramente alla pari di squadre come il
Barcellona. Non perdiamo, è vero, ma neppure vinciamo: ancora una
volta, dopo aver svegliato il can che dorme non siamo stati in grado
di resistere alla sua reazione neppure venti minuti.
Simeone ha
fatto quello che ha potuto, cercando di alzare il tasso tecnico della
squadra sia in partenza, con l'inserimento di Tiago, sia in corso
d'opera, quando sono entrati Diego e Sosa. Quest'ultima mossa ha del
tutto spuntato l'attacco e appare in effetti parecchio criticabile,
ma ha tuttavia un senso: cercare di limitare la pressione dei
blaugrana, nel frattempo fattasi insostenibile dopo l'ingresso
di Alexis per Cesc e il cambio di fascia di Neymar (a mio avviso la
mossa decisiva di Martino), cercando di tenere palla tra centrocampo
e trequarti avvversaria. Mi rendo conto che l'uscita di Villa per
Sosa ha indispettito molti (e in parte anche me), ma d'altra parte io
non riesco a vedere cosa avrebbe potuto fare di diverso il Cholo:
Villa era stanco e poco incisivo; Adrian è ormai perduto per la
causa e altri attaccanti non ce ne sono. Sosa deve essergli sembrato
tutto ciò che aveva da buttare sul tavolo.
E qui torniamo
al punto di partenza: la rosa è quella che è; si raschia spesso il
fondo del barile, sia in termini quantitativi che qualitativi.
In sintesi,
cosa dire del match? Un ottimo risultato, ampiamente meritato fino al
gol di Neymar e poi guadagnato con mestiere e un bel po' di fortuna.
Tuttavia, non illudiamoci: il Barça, sia pure al crepuscolo, è
squadra che può presentarsi a casa di chiunque e “piantargliene
quattro” senza neanche sudare, perciò il ritorno è tutto da
giocare e soprattutto da conquistare. A tal proposito, non credo
neppure che una vittoria per 0-1 o 0-2 ci avrebbe portato ad avere
maggiori possibilità di passare il turno.
Per gioco ma
non troppo, ho espresso al lavoro le mie previsioni per questi quarti
di finale (passano Chelsea, Atletico, Real e Bayern): sono curioso di
vedere come andrà a finire. Soprattutto, mi accontenterei di aver
azzeccato una previsione sola. Indovinate quale...
Note
positive
Courtois:
le sue parate sono, ancora una volta, decisive. Ormai non ci sono più
aggettivi per descriverlo, possiamo solo ammirarlo, sperare che
rimanga e perdonargli i pochissimi passaggi a vuoto (sabato contro
l'Athletic, per esempio)
Diego:
non fa cose eccezionali, ma pare più pimpante e determinato. Azzecca
un gol straordinario con una buona dose di fortuna, ma, siccome anche
reti di questo tipo fanno morale, mi aspetto un finale di stagione in
crescendo per il brasiliano.
Note
negative
Tiago:
tatticamente è ineccepibile, nei movimenti senza palla e nella
copertura degli spazi. Però scompare nella costruzione del gioco e
anche nell'interdizione lascia spesso solo Gabi.
Juanfran:
presidia discretamente la fascia finchè non affronta Neymar, che
lo fa nero. Fino ad allora, comunque, non aveva mai superato la linea
di metacampo.
Barcelona:
Pinto; Alves, Piqué (Bartra, m. 12), Mascherano, Jordi Alba; Xavi,
Busquets, Cesc (Alexis, m. 68); Neymar, Messi e Iniesta. No
utilizados: Oier; Adriano, Song, Sergi Roberto y Pedro.
No utilizados: Aranzubia; Alderweireld, Insúa y Mario Suárez.
Goles: 0-1. M. 56. Diego Ribas. 1-1. M. 72. Neymar.
Árbitro: Felix Brych (Alemania). Mostró la cartulina amarilla a Koke, Gabi, Arda Turan, Juanfran, Iniesta, Jordi Alba, Diego Ribas y Sosa.
Camp Nou. 79.941 espectadores.
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