In un piacevole
pomeriggio domenicale, riscaldato dal sole e da un Calderon al limite
del sold out, l'Atletico batte il Malaga e ottiene tre risultati in
un colpo solo: rimane in scia delle due corazzate di testa,
annichilisce le ambizioni di un Malaga che ambiva a farsi avversario
diretto per la qualificazione europea e “stacca”, complici i
risultati successivi, anche Valencia e Siviglia.
La partita
però, nel suo complesso, non è stata un granchè. Nel primo tempo,
di fronte a un Malaga stranamente arrendevole e dal ritmo basso,
l'Atletico si è limitato a controllare il gioco e a capitalizzare le
occasioni da rete capitate.
Le reti sono il
segno di quello che i colchoneros sono e di quello che si spera
diventeranno presto. La prima, un classico della casa: su calcio
d'angolo di Koke, Tiago brucia tutti sul primo palo e segna di testa.
Un gol di ottima fattura, ma fortemente agevolato dagli errori
marchiani dei nostri avversari: il portoghese si muove liberamente
per tutta l'area e non deve neppure fare la fatica di smarcarsi per
segnare.
La seconda, un
sogno al quale vorremmo assistere con maggiore frequenza: lungo
lancio dalle retrovie di Godin per Mandzukic sulla trequarti destra,
controllo del croato e passaggio per Arda, percussione del turco e
filtrante per Griezmann che sul secondo palo, tutto solo, insacca.
Da segnalare,
piuttosto, alcuni accorgimenti tattici messi in campo dal Cholo
per limitare una certa debolezza difensiva, legata come abbiamo già
scritto più volte al cambio di stile operato questa stagione. In
primis, un classico già visto molte volte: un 4-1-4-1 garantito
dal movimento a scalare di Tiago, vero e proprio volante,
deputato a rinforzare la difesa e a rilanciare immediatamente
l'azione. In diversi casi, il portoghese (o più raramente Gabi) si
abbassava fino a comporre una difesa a cinque: il movimento che
dovrebbe compiere Mario Suarez ma che il canterano, per
pigrizia mentale e insipienza tattica, fa raramente (e poi il suo
agente ci viene a dire che il suo rapporto con Simeone non è
ottimale... Non lo è con l'intera tifoseria, la quale, come tutte le
tifoserie del mondo, perdona certe sbavature solo a calciatori in
possesso di qualità tecniche fuori dal comune, capaci di compensare,
materializzandosi come colpi di genio, le lacune tattiche). Più
interessante, invece, il fatto che Griezmann si sia più volte
abbassato sulla sinistra fino a comporre un 4-5-1 in fase di non
possesso, per poi scattare in avanti una volta recuperato il pallone:
il gol del 2-0 è arrivato proprio in quel modo.
Il secondo
tempo ha visto un copione sostanzialmente diverso: il Malaga ha
cominciato ad alzare il ritmo e questo ha provocato alcuni scompensi
ai colchoneros, che mostrano ancora una fatica inspiegabile a
fronteggiare chi corre di più. Occasioni ne hanno avute anche i
biancorossi, però la partita è stata decisamente più aperta di
quanto il risultato finale e il primo tempo possano far pensare.
Nell'insieme, per buona parte dei secondi 45 minuti il 2-2 è
sembrato più vicino del 3-1.
Ancora una
volta i colchoneros sono entrati in campo col solo intento di
difendere il vantaggio e di addormentare la partita, anche se, va
detto, senza compiere l'errore estremo di abbassare esageratamente il
baricentro, secondo un pessimo uso già in vigore l'anno scorso. A
questo punto apro una breve parentesi per ribadire un concetto già
espresso: non è vero che l'anno scorso la squadra fosse
impenetrabile solo grazie alla sua eccezionale organizzazione
difensiva e all'incredibile capacità di gestire le gare: in molte
partite abbiamo sofferto, ci siamo fatti schiacciare troppo e siamo
stati salvati solo dai miracoli di Courtois e compagnia. È
chiaro che, partiti alcuni di quei protagonisti, la fase difensiva
non può più essere la stessa, né complessivamente né a livello di
abilità dei singoli. Qui forse è la difficoltà estrema che i
colchoneros incontrano: molti non hanno ancora interiorizzato
il fatto che, cambiati gli interpreti e modificato l'atteggiamento in
campo, non si possono attuare le stesse tattiche dello scorso anno.
Invano Simeone, in altre partite, è stato visto sbracciarsi per
invitare i suoi ad alzare il baricentro: la squadra nel suo complesso
non ha capito che, ormai, bisogna difendersi in maniera attiva,
gestendo il pallone, e non solo con un atteggiamento che oserei
definire “passivo-aggressivo”.
Comunque,
l'Atletico ha subito il 2-1 ancora su “gol della domenica” degli
avversari, ormai una costante questa stagione, che però non deve far
dimenticare le sbavature difensive: ancora la zona della trequarti
centrale scoperta, ancora un mancato posizionamento di Gimenez, che
soffre se preso in velocità, e (soprattutto) di Ansaldi, serafico
spettatore della voleè di Roque Santa Cruz.
I colchoneros
rischiavano di subire il pareggio, ma in qualche modo gestivano la
situazione e minacciavano più volte di incrementare il vantaggio, ma
errori e tentennamenti di Griezmann e del nuovo entrato Raúl Jiménez
lasciavano aperta la gara, fino al corner finalizzato da Godin a
porta vuota su preciso invito di Tiago.
Note
positive
Tiago:
non è un incontrista, non è un regista. Tuttavia, svolge
discretamente le due funzioni e, soprattutto, è solo quando c'è lui
in campo che c'è speranza di vedere del bel calcio, da parte dei
colchoneros. Il fatto che non abbia un sostituto testuale né vi sia
in rosa un altro centrocampista centrale dal tocco delicato (ché
tali, per motivi ignoti, Simeone non considera né Koke né Saúl) è
uno dei gravi errori della società in sede di mercato.
Ansaldi:
alcune sbavature difensive e un apporto tutt'altro che dirompente sul
piano offensivo. Tuttavia, nel complesso, offre una sensazione di
dignitosa sicurezza e affidabilità, ovverosia proprio quello che non
garantisce Siqueira: nessun picco, né verso l'alto, né verso il
basso e per il momento può bastare.
Note
negative
Griezmann:
premesso che io lo farei giocare sempre, ieri si è chiaramente
capito cosa gli manca per essere al livello delle richieste di
Simeone: è leggerino fisicamente. Invitato a compiere anche un
preciso lavoro difensivo, quello che l'anno scorso ha svolto per
diversi mesi Diego Costa, se la cava con impegno ma paga in freddezza
sottoporta e dalla trequarti in avanti. Segna una rete, ma avrebbero
dovuto essere tre.
Raúl
Jiménez: due occasioni chiarissime da rete non concretizzate per
mancanza di riflessi e istinto sottoporta, unite a una tecnica
chiaramente imperfetta. Per di più, in un'occasione non segue
l'azione di Griezmann ma si ferma a centroarea a cogliere fiori. Ha
svolto un discreto lavoro difensivo, certamente, ma la cosa mi
colpisce poco: tanto valeva schierare un mediano, a quel punto.
Falli
tattici: era proprio necessario il fallo di Gabi al minuto 87 che
è costato il secondo giallo al capitano? E altri simili, in momenti
tranquilli della gara e in situazioni tutt'altro che pericolose? Mi
pare che nell'insieme si abusi troppo dei falli tattici e che l'unico
guadagno sia un aumento abnorme di cartellini che si potevano
risparmiare.
Atlético:
Moyá 6; Juanfran 6,5, Giménez 6, Godín 7,
Ansaldi 6,5; Arda 7 (Raúl García, m. 86 sv),
Gabi 6, Tiago 8, Griezmann 6 (Saúl, m. 83 sv);
Koke 6, Mandzukic 6
(Raúl Jiménez, m.57 5).
No utilizados:
Oblak, Gámez, Cebolla Rodríguez, Cerci.
No utilizados: Ochoa, Angeleri, Boka, Duda.
Goles: 1-0. M.12. Tiago. 2-0. M. 42. Griezmann. 2-1. M.63. Santa Cruz. 3-1. M.83. Godín.
Árbitro: Teixeira Vitienes. Expulsó a Samu (M. 73) y a Gabi (M. 87) por doble cartulina amarilla. Amonestó a Camacho, Sergio Sánchez, Miguel Torres, Griezmann.
Vicente Calderón. Unos 54.000 espectadores.
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