lunedì 24 novembre 2014

Atletico Madrid – Malaga 3-1: quelle vittorie un po' così...


In un piacevole pomeriggio domenicale, riscaldato dal sole e da un Calderon al limite del sold out, l'Atletico batte il Malaga e ottiene tre risultati in un colpo solo: rimane in scia delle due corazzate di testa, annichilisce le ambizioni di un Malaga che ambiva a farsi avversario diretto per la qualificazione europea e “stacca”, complici i risultati successivi, anche Valencia e Siviglia.


La partita però, nel suo complesso, non è stata un granchè. Nel primo tempo, di fronte a un Malaga stranamente arrendevole e dal ritmo basso, l'Atletico si è limitato a controllare il gioco e a capitalizzare le occasioni da rete capitate.
Le reti sono il segno di quello che i colchoneros sono e di quello che si spera diventeranno presto. La prima, un classico della casa: su calcio d'angolo di Koke, Tiago brucia tutti sul primo palo e segna di testa. Un gol di ottima fattura, ma fortemente agevolato dagli errori marchiani dei nostri avversari: il portoghese si muove liberamente per tutta l'area e non deve neppure fare la fatica di smarcarsi per segnare.
La seconda, un sogno al quale vorremmo assistere con maggiore frequenza: lungo lancio dalle retrovie di Godin per Mandzukic sulla trequarti destra, controllo del croato e passaggio per Arda, percussione del turco e filtrante per Griezmann che sul secondo palo, tutto solo, insacca.
Da segnalare, piuttosto, alcuni accorgimenti tattici messi in campo dal Cholo per limitare una certa debolezza difensiva, legata come abbiamo già scritto più volte al cambio di stile operato questa stagione. In primis, un classico già visto molte volte: un 4-1-4-1 garantito dal movimento a scalare di Tiago, vero e proprio volante, deputato a rinforzare la difesa e a rilanciare immediatamente l'azione. In diversi casi, il portoghese (o più raramente Gabi) si abbassava fino a comporre una difesa a cinque: il movimento che dovrebbe compiere Mario Suarez ma che il canterano, per pigrizia mentale e insipienza tattica, fa raramente (e poi il suo agente ci viene a dire che il suo rapporto con Simeone non è ottimale... Non lo è con l'intera tifoseria, la quale, come tutte le tifoserie del mondo, perdona certe sbavature solo a calciatori in possesso di qualità tecniche fuori dal comune, capaci di compensare, materializzandosi come colpi di genio, le lacune tattiche). Più interessante, invece, il fatto che Griezmann si sia più volte abbassato sulla sinistra fino a comporre un 4-5-1 in fase di non possesso, per poi scattare in avanti una volta recuperato il pallone: il gol del 2-0 è arrivato proprio in quel modo.


Il secondo tempo ha visto un copione sostanzialmente diverso: il Malaga ha cominciato ad alzare il ritmo e questo ha provocato alcuni scompensi ai colchoneros, che mostrano ancora una fatica inspiegabile a fronteggiare chi corre di più. Occasioni ne hanno avute anche i biancorossi, però la partita è stata decisamente più aperta di quanto il risultato finale e il primo tempo possano far pensare. Nell'insieme, per buona parte dei secondi 45 minuti il 2-2 è sembrato più vicino del 3-1.
Ancora una volta i colchoneros sono entrati in campo col solo intento di difendere il vantaggio e di addormentare la partita, anche se, va detto, senza compiere l'errore estremo di abbassare esageratamente il baricentro, secondo un pessimo uso già in vigore l'anno scorso. A questo punto apro una breve parentesi per ribadire un concetto già espresso: non è vero che l'anno scorso la squadra fosse impenetrabile solo grazie alla sua eccezionale organizzazione difensiva e all'incredibile capacità di gestire le gare: in molte partite abbiamo sofferto, ci siamo fatti schiacciare troppo e siamo stati salvati solo dai miracoli di Courtois e compagnia. È chiaro che, partiti alcuni di quei protagonisti, la fase difensiva non può più essere la stessa, né complessivamente né a livello di abilità dei singoli. Qui forse è la difficoltà estrema che i colchoneros incontrano: molti non hanno ancora interiorizzato il fatto che, cambiati gli interpreti e modificato l'atteggiamento in campo, non si possono attuare le stesse tattiche dello scorso anno. Invano Simeone, in altre partite, è stato visto sbracciarsi per invitare i suoi ad alzare il baricentro: la squadra nel suo complesso non ha capito che, ormai, bisogna difendersi in maniera attiva, gestendo il pallone, e non solo con un atteggiamento che oserei definire “passivo-aggressivo”.


Comunque, l'Atletico ha subito il 2-1 ancora su “gol della domenica” degli avversari, ormai una costante questa stagione, che però non deve far dimenticare le sbavature difensive: ancora la zona della trequarti centrale scoperta, ancora un mancato posizionamento di Gimenez, che soffre se preso in velocità, e (soprattutto) di Ansaldi, serafico spettatore della voleè di Roque Santa Cruz.
I colchoneros rischiavano di subire il pareggio, ma in qualche modo gestivano la situazione e minacciavano più volte di incrementare il vantaggio, ma errori e tentennamenti di Griezmann e del nuovo entrato Raúl Jiménez lasciavano aperta la gara, fino al corner finalizzato da Godin a porta vuota su preciso invito di Tiago.


Note positive
Tiago: non è un incontrista, non è un regista. Tuttavia, svolge discretamente le due funzioni e, soprattutto, è solo quando c'è lui in campo che c'è speranza di vedere del bel calcio, da parte dei colchoneros. Il fatto che non abbia un sostituto testuale né vi sia in rosa un altro centrocampista centrale dal tocco delicato (ché tali, per motivi ignoti, Simeone non considera né Koke né Saúl) è uno dei gravi errori della società in sede di mercato.
Ansaldi: alcune sbavature difensive e un apporto tutt'altro che dirompente sul piano offensivo. Tuttavia, nel complesso, offre una sensazione di dignitosa sicurezza e affidabilità, ovverosia proprio quello che non garantisce Siqueira: nessun picco, né verso l'alto, né verso il basso e per il momento può bastare.


Note negative
Griezmann: premesso che io lo farei giocare sempre, ieri si è chiaramente capito cosa gli manca per essere al livello delle richieste di Simeone: è leggerino fisicamente. Invitato a compiere anche un preciso lavoro difensivo, quello che l'anno scorso ha svolto per diversi mesi Diego Costa, se la cava con impegno ma paga in freddezza sottoporta e dalla trequarti in avanti. Segna una rete, ma avrebbero dovuto essere tre.
Raúl Jiménez: due occasioni chiarissime da rete non concretizzate per mancanza di riflessi e istinto sottoporta, unite a una tecnica chiaramente imperfetta. Per di più, in un'occasione non segue l'azione di Griezmann ma si ferma a centroarea a cogliere fiori. Ha svolto un discreto lavoro difensivo, certamente, ma la cosa mi colpisce poco: tanto valeva schierare un mediano, a quel punto.
Falli tattici: era proprio necessario il fallo di Gabi al minuto 87 che è costato il secondo giallo al capitano? E altri simili, in momenti tranquilli della gara e in situazioni tutt'altro che pericolose? Mi pare che nell'insieme si abusi troppo dei falli tattici e che l'unico guadagno sia un aumento abnorme di cartellini che si potevano risparmiare.





Atlético: Moyá 6; Juanfran 6,5, Giménez 6, Godín 7, Ansaldi 6,5; Arda 7 (Raúl García, m. 86 sv), Gabi 6, Tiago 8, Griezmann 6 (Saúl, m. 83 sv); Koke 6, Mandzukic 6 (Raúl Jiménez, m.57 5).
No utilizados: Oblak, Gámez, Cebolla Rodríguez, Cerci.


Málaga: Kameni; Miguel Torres (Horta, m. 62), Samuel Sánchez, Weligton, Antunes; Camacho, Darder (Recio, m.74); Samuel, Juanmi (Luis Alberto, m. 86), Castillejo, Santa Cruz.
No utilizados: Ochoa, Angeleri, Boka, Duda.



Goles: 1-0. M.12. Tiago. 2-0. M. 42. Griezmann. 2-1. M.63. Santa Cruz. 3-1. M.83. Godín.
Árbitro: Teixeira Vitienes. Expulsó a Samu (M. 73) y a Gabi (M. 87) por doble cartulina amarilla. Amonestó a Camacho, Sergio Sánchez, Miguel Torres, Griezmann.
Vicente Calderón. Unos 54.000 espectadores.


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