venerdì 14 novembre 2014

Real Sociedad – Atletico Madrid 2-1: inguardabili


Fino a non molti anni fa, una delle poche certezze legate all'Atletico era la sorprendente generosità degli uomini in biancorosso: chiunque si fosse presentato con un enorme bisogno di punti o di reti, fosse una squadra alla disperata ricerca di una vittoria scaccia-crisi o un attaccante alle prese con un'astinenza da gol prolungata, avrebbe sicuramente goduto dell'aiuto dei colchoneros, specializzati nell'allontanare le crisi altrui.
Negli ultimi tempi, quelli dell'orgoglio ritrovato grazie alla energica guida di Simeone, questa abitudine si era persa, con grande gioia di tutti. O almeno così sembrava, almeno fino alla fatidica notte dell'Anoeta.


Diciamoci la verità: quanti minuti è durata la partita dei colchoneros? Io direi 9 minuti, il tempo di segnare e poi rinserrarsi nella propria area sperando di far passare il tempo. A quel punto un Atletico stanco, troppo stanco, lo stesso della difficile partita contro il Malmoe, ha lasciato non solo l’iniziativa, ma quasi l’intero campo agli avversari, ai quali non è parso vero di potersi riorganizzare con calma e di poter sfruttare la carica di uno stadio ribollente di rabbia e passione. Neanche cinque minuti e Vela, che aveva dimostrato fin dal primo minuto di poter fare quello che voleva senza che nessuno fosse in grado di contrastarlo, né Gabi, né Mario, pareggiava con una folgore da fuori.
L’Atletico, di fatto, spariva allora, dopo aver già dato molti segnali in questo senso: Mario vagava per il campo senza neppure fare lo sforzo di conquistarsi o tenersi un pallone, Gabi girava a vuoto, Arda aveva una delle sue cicliche partite-no, nelle quali è meno ancora che inesistente; infine Koke, lasciato solo, immalinconiva senza riuscire minimamente ad incidere.

Aggiungete che l’unico contributo noto di Raul Garcia era il colpo di testa in occasione dell’1-0 e che Mandzukic, oltre al gol, appariva solo per mangiarsi una clamorosa occasione nel secondo tempo e avrete un quadro abbastanza preciso della prestazione dei colchoneros.
O forse no, visto che, a questo quadro ben fosco, dobbiamo aggiungere non solo un paio di errori di pura dabbenaggine di Miranda (che solo per un pelo non ripete l’orrenda prestazione di Valencia), un penalty ignorato di Godin e il capolavoro della doppia ammonizione in pochi minuti di Siqueira.

Fino ad allora, misteriosamente, la partita era rimasta in bilico, dal momento che gli txuri urdin, totalmente padroni del campo e del pallone, non erano riusciti a concretizzare l’enorme mole di gioco prodotto. Il gol dei padroni di casa arrivava a otto minuti dalla fine, neanche a dirlo dalla zona teoricamente occupata da Mario, neanche a dirlo su errore in marcatura di Miranda.

Di fronte a un pubblico incredulo ed inebriato dalla sorpresa, una squadra in crisi di risultati e senza allenatore batteva i campioni di Spagna con le loro stesse armi, intensità e organizzazione, e ne metteva in mostra crudelmente i difetti.
Decisamente, questa non è la squadra dell’anno scorso.



Note positive
Godin: se la baracca sta in piedi fin quasi alla fine il merito è del centrale uruguaiano, che si erge monumentale tra le rovine biancorosse. Certo, provoca un rigore che solo la cecità dell’arbitro ci perdona, ma salva anche un pallone sulla linea e cerca di arrivare un po’ dovunque. Finché ce la fa, stiamo in piedi, poi crolliamo. 
 

Note negative
Mario: ogni volta che lo vedo la domanda sorge spontanea e irrefrenabile: ma davvero Guilavogui era peggio? Davvero il Cholo, quest’estate, ha espressamente chiesto che non venisse venduto? Ormai sono stanco di scrivere le solite cose su di lui, perciò mi limito a un paio di note a margine. La prima riguarda la difficile situazione ambientale in cui si trova: ormai sulle gradinate del Calderon si rumoreggia apertamente ogni volta che il suo nome compare tra i titolari e ogni volta che tocca la palla. La seconda è più tecnica: entrambi i gol nascono dalla sua zona, rimasta scoperta. Guardate con attenzione le immagini dei gol e lo scoprirete trotterellare con aria assente nelle vicinanze, per nulla interessato né a coprire lo spazio, né a recuperare la posizione, né a contrastare l’uomo.
Siqueira: la sua stupidità e la sua insipienza tattiche ci costringono a giocare buona parte del secondo tempo in dieci. Ogni volta che c'è da prendere una decisione difficile o da mostrare sangue freddo, lui, immancabilmente, fa la scelta sbagliata. Complimenti vivissimi!
Isteria: io mi sono vergognato dell'immagine che abbiamo dato: proteste continue, piagnistei, lamenti e scenate, soprattutto da parte di Raul Garcia.La prossima volta che veniamo alluvionati di cartellini gialli, non tiriamo fuori la storiella che siamo una squadra intensa, ma non violenta, per favore.
Simeone: sissignore, proprio lui. E non me ne frega niente se c’è gente che sostiene che è ingiusto, da parte mia, criticare uno che l’anno scorso ci ha quasi fatto vincere tutto. Ecco appunto: l’anno scorso. Ecco, appunto: quasi (e la gestione di Diego Costa ancor m’offende). Una delle prime regole del Cholismo è che conta il futuro, non i traguardi conquistati. E allora, parlando di futuro, le domande sono sempre le stesse: esiste un'idea di squadra verso la quale stiamo andando? E, nel frattempo, esiste un piano B?
A San Sebastian il Cholo ha riproposto la stessa identica formazione che già aveva demeritato in Svezia (risultato a parte), lasciando marcire in panchina almeno 70 milioni di euro di acquisti estivi.
Davvero non c'erano alternative? Griezmann non gioca perchè non è in condizione e va bene. Potrei anche accettarlo, se non fosse che neppure Mario Suarez lo è. Allora quale sarebbe il motivo per cui Saúl non vede il campo? Il fatto che il ragazzo perda qualche pallone di troppo? Ne perde più di Mario? Copre il campo meno di Mario? Corre e si danna meno di Mario? Spero che non si voglia sostenere una simile assurdità!
I nuovi non giocano perchè non hanno ancora assimilato i concetti tattici del Cholo? Scusate, ma Siqueira, Ansaldi e Mandzukic invece sì? Buon parte dei problemi della squadra nascono dagli errati movimenti e dalla scarsa copertura fornita da questi tre, che però giocano sempre. Lo fanno perchè non c'è alternativa? Vero, verissimo. Ma allora vogliamo sostenere che l'alternativa di Griezmann e Cerci come seconda punta veloce e abile a svariare sia Raul Garcia?
Per finire, il Cholo se ne esce con il seguente commento: “La sconfitta non è tanto grave, in fondo Valencia e Siviglia hanno pareggiato”. Sono senza parole, davvero. L'anno scorso vi sareste mai aspettati una frase così?
Io ribadisco: qui si naviga a vista, nell'attesa di non so neppure bene cosa. Da Simeone (che però ci ha già abituati ad acquisti sbagliati...) mi aspetto di più.




Real Sociedad: Zubikarai; Carlos Martínez, Mikel González, Iñigo Martínez, Yuri (Zaldua, m. 55); Markel Bergara, Granero; Xabi Prieto, Vela (Zurutuza, m. 86), Chory Castro (Hervías, m. 83); Agirretxe. No utilizados: Rulli, Finnbogason, Rubén Pardo, Ansotegi.


Atlético: Moyá 5,5; Juanfran 5,5, Godín 7,5, Miranda 4, Siqueira 3; Mario Suárez 3 (Ansaldi, m. 53 5,5), Gabi 5 (Cebolla, m. 85 sv), Koke 5, Raúl García 4,5, Arda 4,5 (Griezmann, m. 85 sv); Mandzukic 5.
No Utilizados: Oblak, Giménez, Tiago, Cerci.



Goles: 0-1. M. 9. Mandzukic. 1-1. M. 14. Vela. 2-1. M. 82. Agirretxe
Árbitro: Álvarez Izquierdo. Expulsó por doble amarilla a Siqueira, m. 49. Amonestó a Yuri, Vela, Juanfran, Mario Suárez, Arda, Raúl García, Gabi y Koke.


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