Fino a non
molti anni fa, una delle poche certezze legate all'Atletico era la
sorprendente generosità degli uomini in biancorosso: chiunque si
fosse presentato con un enorme bisogno di punti o di reti, fosse una
squadra alla disperata ricerca di una vittoria scaccia-crisi o un
attaccante alle prese con un'astinenza da gol prolungata, avrebbe
sicuramente goduto dell'aiuto dei colchoneros, specializzati
nell'allontanare le crisi altrui.
Negli ultimi
tempi, quelli dell'orgoglio ritrovato grazie alla energica guida di
Simeone, questa abitudine si era persa, con grande gioia di tutti. O
almeno così sembrava, almeno fino alla fatidica notte dell'Anoeta.
Diciamoci la
verità: quanti minuti è durata la partita dei colchoneros?
Io direi 9 minuti, il tempo di segnare e poi rinserrarsi nella
propria area sperando di far passare il tempo. A quel punto un
Atletico stanco, troppo stanco, lo stesso della difficile partita
contro il Malmoe, ha lasciato non solo l’iniziativa, ma quasi
l’intero campo agli avversari, ai quali non è parso vero di
potersi riorganizzare con calma e di poter sfruttare la carica di uno
stadio ribollente di rabbia e passione. Neanche cinque minuti e Vela,
che aveva dimostrato fin dal primo minuto di poter fare quello che
voleva senza che nessuno fosse in grado di contrastarlo, né Gabi, né
Mario, pareggiava con una folgore da fuori.
L’Atletico,
di fatto, spariva allora, dopo aver già dato molti segnali in questo
senso: Mario vagava per il campo senza neppure fare lo sforzo di
conquistarsi o tenersi un pallone, Gabi girava a vuoto, Arda aveva
una delle sue cicliche partite-no, nelle quali è meno ancora che
inesistente; infine Koke, lasciato solo, immalinconiva senza riuscire
minimamente ad incidere.
Aggiungete
che l’unico contributo noto di Raul Garcia era il colpo di testa in
occasione dell’1-0 e che Mandzukic, oltre al gol, appariva solo per
mangiarsi una clamorosa occasione nel secondo tempo e avrete un
quadro abbastanza preciso della prestazione dei colchoneros.
O
forse no, visto che, a questo quadro ben fosco, dobbiamo aggiungere
non solo un paio di errori di pura dabbenaggine di Miranda (che solo
per un pelo non ripete l’orrenda prestazione di Valencia), un
penalty ignorato di Godin e il capolavoro della doppia ammonizione in
pochi minuti di Siqueira.
Fino
ad allora, misteriosamente, la partita era rimasta in bilico, dal
momento che gli txuri urdin, totalmente padroni del campo e
del pallone, non erano riusciti a concretizzare l’enorme mole di
gioco prodotto. Il gol dei padroni di casa arrivava a otto minuti
dalla fine, neanche a dirlo dalla zona teoricamente occupata da
Mario, neanche a dirlo su errore in marcatura di Miranda.
Di
fronte a un pubblico incredulo ed inebriato dalla sorpresa, una
squadra in crisi di risultati e senza allenatore batteva i campioni
di Spagna con le loro stesse armi, intensità e organizzazione, e ne
metteva in mostra crudelmente i difetti.
Decisamente,
questa non è la squadra dell’anno scorso.
Note
positive
Godin:
se la baracca sta in piedi fin quasi alla fine il merito è del
centrale uruguaiano, che si erge monumentale tra le rovine
biancorosse. Certo, provoca un rigore che solo la cecità
dell’arbitro ci perdona, ma salva anche un pallone sulla linea e
cerca di arrivare un po’ dovunque. Finché ce la fa, stiamo in
piedi, poi crolliamo.
Note
negative
Mario:
ogni volta che lo vedo la domanda sorge spontanea e irrefrenabile: ma
davvero Guilavogui era peggio? Davvero il Cholo, quest’estate, ha
espressamente chiesto che non venisse venduto? Ormai sono stanco di
scrivere le solite cose su di lui, perciò mi limito a un paio di
note a margine. La prima riguarda la difficile situazione ambientale
in cui si trova: ormai sulle gradinate del Calderon si rumoreggia
apertamente ogni volta che il suo nome compare tra i titolari e ogni
volta che tocca la palla. La seconda è più tecnica: entrambi i gol
nascono dalla sua zona, rimasta scoperta. Guardate con attenzione le
immagini dei gol e lo scoprirete trotterellare con aria assente nelle
vicinanze, per nulla interessato né a coprire lo spazio, né a
recuperare la posizione, né a contrastare l’uomo.
Siqueira:
la sua stupidità e la sua insipienza tattiche ci costringono a
giocare buona parte del secondo tempo in dieci. Ogni volta che c'è
da prendere una decisione difficile o da mostrare sangue freddo, lui,
immancabilmente, fa la scelta sbagliata. Complimenti vivissimi!
Isteria:
io mi sono vergognato dell'immagine che abbiamo dato: proteste
continue, piagnistei, lamenti e scenate, soprattutto da parte di Raul
Garcia.La prossima volta che veniamo alluvionati di cartellini
gialli, non tiriamo fuori la storiella che siamo una squadra intensa,
ma non violenta, per favore.
Simeone:
sissignore, proprio lui. E non me ne frega niente se c’è gente
che sostiene che è ingiusto, da parte mia, criticare uno che
l’anno scorso ci ha quasi fatto vincere tutto. Ecco appunto: l’anno
scorso. Ecco, appunto: quasi (e la gestione di Diego Costa ancor
m’offende). Una delle prime regole del Cholismo è che conta
il futuro, non i traguardi conquistati. E allora, parlando di futuro,
le domande sono sempre le stesse: esiste un'idea di squadra verso la
quale stiamo andando? E, nel frattempo, esiste un piano B?
A San Sebastian
il Cholo ha riproposto la stessa identica formazione che già aveva
demeritato in Svezia (risultato a parte), lasciando marcire in
panchina almeno 70 milioni di euro di acquisti estivi.
Davvero non
c'erano alternative? Griezmann non gioca perchè non è in condizione
e va bene. Potrei anche accettarlo, se non fosse che neppure Mario
Suarez lo è. Allora quale sarebbe il motivo per cui Saúl
non vede il campo? Il fatto che il ragazzo perda qualche pallone di
troppo? Ne perde più di Mario? Copre il campo meno di Mario? Corre e
si danna meno di Mario? Spero che non si voglia sostenere una simile
assurdità!
I nuovi non
giocano perchè non hanno ancora assimilato i concetti tattici del
Cholo? Scusate, ma Siqueira, Ansaldi e Mandzukic invece sì?
Buon parte dei problemi della squadra nascono dagli errati movimenti
e dalla scarsa copertura fornita da questi tre, che però giocano
sempre. Lo fanno perchè non c'è alternativa? Vero, verissimo. Ma
allora vogliamo sostenere che l'alternativa di Griezmann e Cerci come
seconda punta veloce e abile a svariare sia Raul Garcia?
Per finire, il
Cholo se ne esce con il seguente commento: “La sconfitta non
è tanto grave, in fondo Valencia e Siviglia hanno pareggiato”.
Sono senza parole, davvero. L'anno scorso vi sareste mai aspettati
una frase così?
Io ribadisco:
qui si naviga a vista, nell'attesa di non so neppure bene cosa. Da
Simeone (che però ci ha già abituati ad acquisti sbagliati...) mi
aspetto di più.
Real
Sociedad: Zubikarai; Carlos Martínez, Mikel González,
Iñigo Martínez, Yuri (Zaldua, m. 55); Markel Bergara, Granero; Xabi
Prieto, Vela (Zurutuza, m. 86), Chory Castro (Hervías, m. 83);
Agirretxe. No utilizados: Rulli, Finnbogason, Rubén Pardo, Ansotegi.
No Utilizados: Oblak, Giménez, Tiago, Cerci.
Goles: 0-1. M. 9. Mandzukic. 1-1. M. 14. Vela. 2-1. M. 82. Agirretxe
Árbitro: Álvarez Izquierdo. Expulsó por doble amarilla a Siqueira, m. 49. Amonestó a Yuri, Vela, Juanfran, Mario Suárez, Arda, Raúl García, Gabi y Koke.
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