giovedì 6 novembre 2014

Malmoe – Atletico Madrid 0-2: il bicchiere mezzo pieno


Qualche giorno fa Simeone, in un'intervista, ha detto che le difficoltà dell'Atletico nascono dal tentativo di proporre un gioco collettivo nel quale, diversamente dal passato, trovino protagonismo molti più giocatori. Non più il lancio lungo per Costa, ma una manovra finalizzata al gol attraverso il controllo della palla. Un gioco difficile da attuare già in condizioni normali, figurarsi con giocatori adusi ad una mentalità completamente differente (anche se, lo ripeto, questa è una visione semplicistica della faccenda: come se l'Atletico, negli anni scorsi, non avesse mai giocato, in molti momenti di molte partite, un calcio discretamente propositivo. Un po' mi spiace che Simeone per primo,anche se solo pubblicamente, sposi questa visione parziale del suo lavoro).
Piuttosto, un compito ancora più difficile se si hanno a disposizione giocatori appena sufficienti da un punto di vista tecnico. Perchè questa è la lezione più importante da trarre dalla trasferta svedese: la strada è ancora lunga; soprattutto, partite così ne vedremo ancora molte e a lungo.
Partite in cui, pur tentando di fare gioco, in realtà non riusciamo a creare nessuna trama efficace: Mario e Gabi, per motivi e limiti diversi, non sono precisi nel rilanciare l'azione; Arda, irregolare come sempre, sparisce dal gioco e lascia al solo Koke l'incombenza di mettere ordine e raziocinio nella manovra, mentre Mandzukic e Raul Garcia pencolano senza arte né parte là davanti. Fortuna che gli svedesi non siano granchè, tutti corsa e impegno e poco altro, e non abbiano per nulla fortuna. Così, più per caso che per merito, l'Atletico si ritrova in vantaggio al 30' grazie alla prima azione ben costruita della gara (Gabi apre su Juanfran, solito ottimo cross da fondo campo e straordinaria deviazione volante di Koke sotto misura).
A questo punto, tutti ci saremmo aspettati la solita partita basata su controllo degli avversari e contropiede, d'altra parte la formazione iniziale sembrava proprio pensata per quello. E invece no. Improvvisamente, come già molte altre volte nel corso degli ultimi anni, i colchoneros si ritiravano eccessivamente e lasciavano campo agli svedesi, che passavano l'ultimo quarto d'ora ad assediare l'area biancorossa.
Il secondo tempo iniziava ancora peggio e solo un miracolo di Godin impediva agli svedesi di pareggiare. Un altro miracolo (questo veramente ENORME) impediva a Rosenberg di segnare sugli sviluppi di una punizione: a portiere battuto, il pallone si stampava sul palo.
A un passo dal naufragio, l'Atletico riusciva a superare la tempesta: non grazie a Siqueira, autore di un paio di errori da brivido, ma alla fatica degli svedesi, che a un certo punto, progressivamente, si spegnevano.
Così, poco dopo, su ennesimo cross di Juanfran, Raul Garcia, appostato all'altezza del dischetto, segnava uno dei suoi tipici gol: tiro incrociato sul palo più lontano su palla ribattuta da un avversario.
A quel punto, fine delle trasmissioni, primo posto nel girone e un gran sospiro di sollievo: da una possibile sconfitta si era passati a una chiara vittoria su un campo ostico, dove da otto gare di Champions' non segnava nessuno e sul quale i locali erano imbattuti da un bel po'.


Altro record frantumato, primo posto nel girone, altra partita senza subire reti. Da un lato, questi risultati importanti. Dall'altro, il modo in cui sono stati ottenuti, molto fortunoso e in un certo senso casuale, con un centrocampo statico e un attacco di legno che certo non aiuta la seconda linea né nel lavoro difensivo, né in quello offensivo.
Meglio guardare il bicchiere mezzo pieno o quello mezzo vuoto? Io voglio essere ottimista, ancora una volta, ma sono sicuro che molte altre volte, nei prossimi mesi, dovrò sforzarmi di guardare il bicchiere mezzo pieno...


Note positive
Godin: una prestazione impressionante, senza sbavature e ripiena di un tempismo e di una forza fisica eccezionali. Dedicata alla LFP (loro sì che si intendono di calcio...).
Koke: ancora una volta prende in mano la squadra e la porta alla vittoria.
Juanfran: due cross, due gol. Il nostro giocatore d'attacco più prezioso. E pazienza se in difesa commette sbavature più o meno gravi.


Note negative
Siqueira: la fascia sinistra continua a essere un problema serio. Friabile in difesa, timido in attacco, il brasiliano non solo fa rimpiangere Filipe Luis, ma non sembra neppure lontano parente del giocatore arrembante di Granada.
Simeone: ancora non si capisce a che gioco voglia giocare, né in che modo voglia risolvere alcuni dei problemi che la squadra si trascina da inizio stagione. Butto lì un paio di questioni: perchè Griezmann non gioca con maggiore continuità? E perchè un centrocampo statico e privo di geometria come quello di questa gara viene preferito a uno nel quale Saúl apporti dinamismo e varietà di gioco?








Malmoe: Olsen, Tinnerholm, Johansson (Kroon, m. 63), Helander, Ricardinho; Eriksson, Adu, Halsti, Forsberg (Thern, m. 86); Rosenberg, Kiese.
No utilizados: Azinovic, Konate, Concha, Rakip, Mehmeti.


Atlético: Moyá 6,5; Juanfran 8,5, Miranda 7, Godín 8, Siqueira 5,5; Arda 5,5 (Cebolla Rodríguez, m. 76 6), Mario Suárez 5, Gabi 6,5, Koke 8; Raúl García 6, Mandzukic 5,5 (Griezmann, m. 69 5,5).
No utilizados: Oblak, Giménez, Gámez, Tiago, Cerci.



Goles: 0-1. M. 30. Koke remata de tacón un centro de Juanfran. 0-2. M. 78. Raúl García supera a Olsen desde dentro del área.
Árbitro: Mark Clattenburg. Amonestó a Gabi, Miranda, Godín, Juanfran, Halsti, Eriksson, Kroon.
Estadio de Malmoe. Unos 26.000 espectadores.


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