C’è un
problema arbitrale, in Spagna? Sicuramente sì ed è sotto gli
occhi di tutti. I favoritismi di cui godono Real e Barcellona sono
sotto gli occhi di tutti, tranne che della stampa iberica, che anzi,
col suo atteggiamento, fomenta e incoraggia l’andazzo, creando una
situazione ai livelli del grottesco. Chi si lamenta di quanto accade
in Italia non sa neppure cosa significhi “sudditanza psicologica”.
Continuamente le due società su nominate ottengono favori arbitrali,
sconti mascherati sulle squalifiche dei propri giocatori, orari
facilitati e articoli su articoli tesi a influenzare chi non è
connivente creando un clima di sospetto nei confronti degli avversari
e di adorazione acritica verso i propri giocatori. Non importa quante
differenze, di storia, di attitudine, di connivenza col potere, ci
siano tra Barcellona e Real Madrid; alla fine, entrambe si comportano
con l’arroganza di chi non è abituato a considerare non solo le
ragioni, ma neppure l’esistenza degli altri, abituate come sono ad
esaltare solo e comunque la propria storia, a magnificare solo e
comunque le proprie vittorie e a considerare le (ahimè inevitabili,
perché per fortuna il loro mondo ideale non esiste) sconfitte come
complotti da smascherare a nove colonne su tutti i giornali amici. Le
inchieste, dalle parti della Concha Espina e del Camp Nou,
si limitano a tentare di dimostrare i supposti imbrogli e la supposta
arroganza gli uni degli altri. Mai uno che si faccia un esame di
coscienza, neppure di facciata.
Nel
complesso, le partite di Coppa del Re e di Liga contro il Barcellona
sono state inficiate da molti errori arbitrali, quasi tutti a favore
dei blaugrana. E su questo, insomma, siamo d’accordo.
La
domanda ancora più importante, però, è la seguente: c’è un
problema di atteggiamento nell’Atletico Madrid? Siamo, cioè,
una squadra violenta o comunque tesa all’aggressione
ingiustificata? Mi duole dirlo, ma temo che ci sia una buona dose di
verità in queste affermazioni. Sufficiente, in ogni caso, a
rafforzare negli altri l’idea che il modo in cui ci dipingono
corrisponda alla realtà e a far sì (e questo è l’aspetto
peggiore, a mio giudizio) che si crei un pericoloso meccanismo di
“profezia che si auto-avvera”.
Anche se
forse appartengo ad una minoranza, continuo a provare un gran
fastidio quando leggo commenti che invitano a spaccare le gambe a
Tizio e a Caio, a farla pagare al Neymar di turno, ad osannare
aggressioni nei confronti degli avversari, anche quando questi si
comportano in modo disgustoso. Non nego che molte volte una parte di
me si auguri che un male di qualche tipo colpisca avversari
particolarmente antipatici o arroganti, né che talvolta vorrei
proprio vederli vittime di un grave incidente di gioco. Ma da qui a
scriverlo, o a dirlo in diretta, o a cercare di renderlo realtà sul
campo credo che passi parecchio. Ovverosia un confine che non
andrebbe mai oltrepassato.
Invece
credo proprio che ultimamente i colchoneros lo abbiano varcato
più volte; guarda caso, lo hanno fatto ogni volta che, per motivi
prettamente sportivi e tecnico-tattici, si sono
ritrovati in chiara difficoltà sul campo. Ovverosia, ogni volta che
hanno dovuto fare i conti con la propria impotenza.
Certo,
quasi tutti gli episodi della partita sono stati interpretati a
favore del Barcellona, a cominciare dal fallo di mano non visto che
ha dato inizio all'azione del 3-2 (come un altro fallo di mano, di
Messi, non era stato colto dall'arbitro nella partita di Liga). Però
vorrei ricordare a tutti che non è certo colpa dell'arbitro se
l'Atletico, dopo aver praticamente pareggiato il computo complessivo
dell'eliminatoria nei primi 30'', non è stato in grado di contenere
in nessun modo il Barça e ha subito quasi immediatamente il
pareggio. Dov'era, l'altra sera, la squadra equilibrata e decisa che
l'anno scorso non si perse d'animo al Camp Nou e si portò a
casa una Liga? Né certo è imputabile all'arbitro l'impossibilità
di mantenere il nuovo vantaggio acquisito grazie al rigore di
Raul Garcia. Rigore tra l'altro inesistente, senza ombra di dubbio.
Vogliamo
dire che l'Atletico è fuori dalla Coppa del Re a causa di un
terribile complotto arbitrale? Diciamolo, se fa piacere, ma
non aspettiamoci che questo risolva i problemi tattici che continuano
a presentarsi e che ci fanno incassare molti più gol dell'anno
scorso. Né che questo metta fine alle enormi difficoltà che i
nostri hanno nel contenere giocatori abilissimi a creare spazi là
dove non ce ne sono. Se col Real Madrid “basta” saturare gli
spazi per rendere difficile la manovra di gente che in quegli spazi
ha bisogno di lanciarsi, col Barcellona questo non basta, perché
molti di loro sono in grado di materializzare, letteralmente, gli
spazi, grazie alla loro superiore tecnica nello stretto.
Perché
abbiamo perso? Perché Gimenez non è Godin e non possiede
lo scatto esplosivo sul breve del suo compatriota, per esempio.
Perché Gabi non è neppure lontano parente del giocatore
dell'anno scorso. Perché Mario Suarez, al solito, ha mostrato
la sua abituale insipienza tattica e non era mai, in nessuna azione
dei tre gol blaugrana, nel posto in cui avrebbe dovuto stare.
Perché Siqueira come difensore è una sciagura, tanto per
aggiungere un'altra osservazione, e Miranda pare avere
l'autogol facile, quest'anno. E per molti altri motivi, alcuni che ho
già detto e altri che potete capire da voi o che magari io per primo
non ho colto.
A vedere
bene, quelli con una difesa ai limiti dell'improponibile sarebbero i
blaugrana, ma chi si è fatto impallinare in contropiede
più di una volta siamo noi, che quest'anno incassiamo praticamente
una rete a partita...
Si è
perso e lo si è fatto con onore, punto. O meglio, lo si sarebbe
fatto con onore se non si fosse dato uno spettacolo penoso:
proteste, spintoni, minacce e, sopra tutto, la scena ignobile di Arda
Turan che tira una scarpa chiaramente contro il
guardalinee.
Non
importa che il turco, come Fernando Torres, sia abitualmente una
persona tranquilla. Molti usano questa osservazione per
sostenere che il livello delle ingiustizie nei nostri confronti debba
proprio per questo essere stato enorme, tale da far perdere la
pazienza persino ad Arda e a Torres. Tuttavia questa tesi non
ha davvero senso. In primo luogo, il turco non è affatto un
giocatore tranquillo, anzi è continuamente impegnato a protestare
con arbitri, guardalinee e, talvolta, avversari. Poi il danno di
immagine per la società, che già non è stato piccolo (le
immagini di lui che lancia la scarpa ci perseguiteranno per anni e,
ogni volta, serviranno al commentatore in malafade di turno a
sostenere la tesi che siamo un club violento), sarebbe stato enorme,
se avesse colpito il guardalinee. Per non parlare di quello sportivo,
vista la lunghezza siderale
della eventuale squalifica.
Per non
parlare di Gabi che, dopo aver preso l'ennesimo cartellino sul
campo, ne prende un altro nel tunnel degli spogliatoi. Che l'arbitro
abbia colto o meno il pretesto per metterci in difficoltà, un
giocatore di esperienza come il capitano non può permettersi di
offrire il destro per questo tipo di azioni. O per tacere di Mario
Suarez, capace di farsi espellere in un secondo tempo nel quale,
per decisione esplicita e diretta di Simeone, l'Atletico aveva
rinunciato a giocare per vincere.
La
verità, tutta la verità, è che queste cose non devono accadere. Ci
muoviamo in un contesto pericoloso e Simeone, la società e i
calciatori non possono non saperlo.
Da una
parte, blancos e blaugrana impegnati a mungere più
vantaggi possibili dal loro status e preoccupati per quanto
riusciamo a fare, per la minaccia che riusciamo ad essere ai
loro interessi e perché la nostra stessa esistenza smaschera
chiaramente le falsità del loro sistema (si può vincere
anche senza tiqui-taqua; si può farlo senza sperperare
centinaia di milioni; l'invincibilità non esiste; soprattutto, a
Lisbona è stato, come gli ultimi derby dimostrano, solo un
colpo di fortuna a far pendere la bilancia verso la Decima e
non verso la Primera...). Verità che non si possono dire,
perché rompono l'alone magico che serve a vendere il prodotto Real o
quello Barça, la medesima brodaglia glamour che però, anche
grazie a noi, si mostra per quello che è: arroganza, presunzione e
mancanza di sportività. El mismo perro con dos collares, per
parafrasare un tipico detto spagnolo, è quello che sono queste due
società: stesse modalità di azione, stessa mancanza di umiltà,
stessa supponenza nel credersi il centro del mondo e nell'aspettarsi
adorazione a prescindere e genuflessioni continue. Cambiano solo i
colori e la filosofia in superficie.
Dall'altra
è pur vero quello che dice Juanfran: c'è invidia, molta invidia,
nei confronti dell'Atletico. Abbiamo vinto e dimostrato che la scusa
dei pochi soldi non vale. Abbiamo scalato posizioni in Europa e
guadagnato una fama che altre squadre che si credono migliori di noi
si sognano. Vinciamo quasi sempre e comunque siamo sempre lì, a
lottare, a differenza di tutti gli altri. Che scusa possono addurre
un Valencia o un Siviglia? Ma chiaro, che se li sconfiggiamo è
perché siamo violenti. Se riusciamo dove loro falliscono, ciò
accade non per meriti nostri, ma perché abbiamo un pelo sullo
stomaco tale da ottenere grazie ai falli e alle continue aggressioni
ad arbitri ed avversari ciò che non saremmo in grado di avere grazie
al Calcio.
E allora,
proprio per questo, non possiamo permetterci di fare nulla che
giustifichi le parole di chi ci giudica in malafede. Basta inutili
proteste, basta lamentele, basta minacce e promesse di rese dei
conti. Molti non vedono l'ora di poter sporcare il nostro scudo, di
poter offuscare il nostro valore con le loro sozze parole, con le
loro miserabili osservazioni servili.
Non
dobbiamo permetterlo. Siamo l'Atletico Madrid. Abbiamo sudato ogni
nostra conquista. Siamo stati derubati molte volte di vittorie
meritate. Ci siamo fatti largo nel mondo grazie al nostro coraggio,
alla nostra dedizione, al nostro senso del gruppo. Anni fa come oggi.
Ogni
volta che varchiamo il confine tra gioco intenso e violenza, facciamo
un favore ai nostri nemici. Ogni volta forniamo loro la scusa che
cercavano per sminuire i nostri risultati, per perpetuare il loro
sistema, per poterci accusare di essere, se non peggio di loro,
almeno uguali a loro (mai sentito il refrain “Vi danno un
rigore a partita?”). E permettiamo che tutti, avversari, arbitri e
stampa, creino intorno a noi un alone in base al quale saremo
giudicati e a causa del quale ciò che facciamo verrà usato per
confermare il pregiudizio che noi stessi abbiamo contribuito a
creare: quello di una squadra violenta, abile solo nel protestare,
nell'ostacolare il gioco altrui e nell'intimidire arbitro e
avversari. Vi stupisce che poi si finisca sempre per uscire dal campo
oberati di cartellini? Che ogni minimo accenno di protesta oppure
ogni fallo tattico procuri un'ammonizione? Che si continui a dire, se
in una partita nessuno dei nostri è stato ammonito, che l'arbitro è
stato troppo accondiscendente con noi, mentre se abbiamo ricevuto un
diluvio di cartellini, che ne meritavamo molti di più? Che, sebbene
non ci siano nelle nostre file un Pepe, un Sergio Ramos, uno Xabi
Alonso, un Arbeloa o un cristiano ronaldo, quelli che fanno male agli
avversari siamo noi?
Lo
ripeto, per l'ennesima volta: siamo l'Atletico Madrid.
Siamo
coraggio, costanza, aiuto reciproco, lavoro,
impegno, dedizione. L'essenza stessa del Cholismo.
Non
lasciamo che chi non è e non sarà mai alla nostra altezza abbia
mille scuse per insozzare le nostre imprese col veleno della sua
invidia.
Bellissimo articolo complimenti.
RispondiEliminaVolevo chiederti 2 parole sulla squalifica di Ronaldo
Grazie mille.
EliminaSu Ronaldo la penso come già ho scritto sopra, sia pure tra le righe: la Casa Blanca ha ottenuto un notevole sconto di pena, perchè due giornate sono davvero il MINIMO per i suoi gesti, minimo che per di più si può dare solo falsificando l'evidenza, cioè negando l'aggressione.
Comunque non credo che la cosa sia stata fatta principalmente contro di noi, per non fargli perdere il derby: è più una questione di prestigio, un atto dovuto al blasone del club. Sarebbe andata così anche se il Real avesse dovuto giocare contro il Conquense, per chiarire.
Aggiungo che è, ancora una volta, questione di potere mediatico, che alla Concha Espina conoscono molto bene e che lo stesso portoghese ha di suo, visto che è seguito da un ufficio stampa personale. Lo stesso tipo di potere che aveva, tanto per portare come esempio un altro personaggio ributtante che guarda caso ha giocato nello stesso club, ZIdane. Il caro, timido ed educato Zizou che avrebbe sbagliato una sola volta nella sua carriera (la testata a Materazzi), di cartellini rossi ne ha visti in realtà ben 18. DICIOTTO. Spariti magicamente dalla memoria dei giornalisti.
Più di Simeone, che però nell'immaginario popolare era un terrificante spaccaossa...
E con questo credo di aver detto tutto
scusami, ma tutte queste aggressioni nostre dove le vedi? intimidazioni agli arbitri? se in linea di massima potrei essere d'accordo con te, sul turco, mi vien da dire: non ci viene dato un rigore per mano, questi si tuffano ed a ogni tuffo corrisponde un fallo per loro, arda subisce un pestone, l'arbitro fa proseguire e lui perde le staffe. io avrei fatto una strage.
RispondiEliminagabi è andato a dire una cosa all'arbitro, mi pare gli avesse detto era mano e lo ha espulso, come un codardo, negli spogliatoi.
nel derbi:
godin va a parlare con l'abirtro con le mani dietro la schiena e viene amminito, subito. gabi si appoggia saltando di testa, ammonito. khedira in area rompe il naso e para e nulla. raul garcia ammonito mentre si scalda, mai visto.
a me sembra che la stampa abbia compiuto appieno il disegno. e se i baschi, i sevillisti e i valenciani ci van dietro, tanto peggio per loro, se fanno come gli animali nella fattoria.
voglio dire, per gironi, prima del derbi, han mostrato tutti i gesti e falli del cholo i tutta la carriera. uno non può contenere l'agonismo per paura di quello che faranno. giocherebbero castrati.
e neymar meriterebbe altro che un menisco rotto: dovrebbero prendere posizione i suoi colleghi che sono i primi danneggiati dai suoi atteggiamenti(per non parlare di busquets, alba, alves, messi). ronaldo si è buttato due volte nel derbi e poi è sparito. quelli del san lorenzo han detto è impossibile giocare così, questi si buttanpo appena li sfiori. un giornalista gli ha chiesto perchè non lo avessero fatto anche loro. han risposto noi non sappiamo giocare così, questo non è calcio..