A voler
condensare la partita di martedì in poche, semplici parole, dovremmo
scrivere qualcosa di simile: una zampata di Griezmann, novanta minuti
di noia e velleitarismo, un altro colpo gobbo del francese, sempre
più deus ex machina della squadra di casa. Semplicistico, ma
non troppo lontano dalla verità.
Cosa resta,
dunque, della partita dell'altro giorno? In realtà, una serie di
riflessioni e di sensazioni che aprono scenari differenti e ancora
tutti troppo immaturi per potersi anche solo intravvedere con
chiarezza.
Resta l'azzardo
di Simeone, che rivolta la squadra come un calzino e ne ottiene tre
punti un po' casuali ma non immeritati. D'altra parte, la situazione
del Cholo è sempre la stessa: se cambia, gli si rimprovera
l'azzardo; se non lo fa, di insistere sempre sugli stessi uomini fino
a logorarli. I cambi sono stati pesanti e sostanziali, ma sono
avvenuti, è il caso di chiarirlo subito, nell'unico momento
possibile: i prossimi 10 giorni propongono il trittico Villareal –
Benfica – Real Madrid. Non proprio bruscolini, insomma.
Vista la
profondità dei cambi, si può tra l'altro ipotizzare che in quei
dieci giorni Simeone schiererà la formazione migliore e chiederà a
tutti di stringere i denti e dare il massimo.
D'altra parte,
i cambi sono stati certamente profondi, ma forse non così
sostanziali come potrebbero apparire. Se infatti la vera identità di
una squadra è data dalla sua spina dorsale, ecco che questa, in
realtà, è rimasta intatta: Oblak, Godin, Gabi e Griezmann hanno
visto il campo anche l'altra sera.
Di facce
veramente nuove, ce n'erano solo due, Savic e Carrasco, che nel
complesso non hanno demeritato, ma di sicuro sono sembrati ancora
poco inseriti nel contesto complessivo della squadra.
In ogni caso,
intensità, concentrazione e gioco sono andati progressivamente
calando, tanto da spingere Simeone a correre ben presto ai ripari,
ancora una volta tramite sostituzioni “anticipate” rispetto ai
canoni abituali. A questo proposito, però, mi sento di aggiungere
una mia personale osservazione: certo Simeone non è uomo da proporre
cambi a raffica in pochi minuti tra intervallo e inizio del secondo
tempo, però è anche vero che, da quando è sulla panchina dei
colchoneros, questo è forse il primo anno in cui la ricchezza
delle alternative gli permette di azzardare di quando in quando
questo tipo di mosse. Ergo, parere squisitamente personale,
prepariamoci a vedere molto più spesso che in passato questi cambi
improvvisi.
Che la
concentrazione non fosse al massimo e che per di più sia andata
scemando progressivamente nel corso della gara, è testimoniato anche
dai diversi errori che hanno permesso al Getafe di godere di tre –
quattro occasioni per segnare. Per fortuna l'equipo azulon si è
rivelato piuttosto mediocre anche nelle conclusioni, oltre che nel
gioco; ciò non toglie però che l'Atletico abbia pian piano concesso
terreno agli avversari, peggiorando e ingrigendosi sempre di più.
Quando sembrava
ormai che i colchoneros, sia pure sulle ali di un gioco asfittico e
farraginoso, potessero portarsi a casa una vittoria con minimo di
scarto, ecco il raddoppio firmato ancora una volta da uno
straordinario Griezmann. Visto che Fernando Torres ha confermato che
da titolare non ha la stessa forza che da riserva, che Jackson è
apparso ancora un pesce fuor d'acqua e che Correa non ha sprigionato
nessuna magia, bisogna davvero ringraziare il francese per questi tre
punti.
Tra il suo
primo lampo e l'altro, di positivo s'è visto ben poco. Però,
siccome il campionato è lungo e certe partite sono inevitabili,
godiamoci i tre punti e cominciamo a pensare a come fare lo sgambetto
a Villareal e Celta, cresciute in maniera esponenziale nelle ultime
settimane.
Note
positive
Griezmann:
il primo gol è da centravanti d'altri tempi, tutto riflessi e
acrobazia; il secondo da opportunista nato, abile a farsi trovare nel
posto giusto al momento giusto. Fossimo a Milano, diremmo el sègna
semper lü...
Tiago:
entra mentre la barca sbanda e subito rinserra le fila, guidandola in
porto con tranquillità e togliendosi anche lo sfizio di iniziare
l'azione del 2-0
Note
negative
Oliver:
il canterano non accende la luce, non difende e, per di più, con un
retropassaggio sciagurato al 41' manda in porta gli avversari, anche
se a evitare il patatrac di pensa San Oblak (tra l'altro, è il
secondo errore di questo tipo in due partite per i colchoneros:
contro l'Eibar era stato Juanfran con un retropassaggio di testa a
sfiorare l'autogol).
Siqueira:
rispolverato dalla naftalina, si prende uno dei gialli più stupidi e
inutili della storia dopo soli tre minuti. Poi non spinge, non
difende e si segnala per essere immancabilmente fuori posizione.
Atlético:
Oblak 6,5; Juanfran 6, Savic 5,5, Godín 6,
Siqueira 4,5; Saúl 6, Gabi 6,5, Óliver 5
(Tiago, m. 64 7); Griezmann 8, Carrasco 5,5
(Correa, m. 46 6), Fernando Torres 6 (Jackson Martínez,
m. 56 6).
No utilizados:
Moyá, Filipe Luis, Giménez, Vietto.
Goles: 1-0. M. 3. Griezmann. 2-0. M. 89. Griezmann.
Árbitro: Álvarez Izquierdo. Amonestó a Siqueira, Alexis, Gabi, Tiago, Lafita
Vicente Calderón. Unos 45.000 espectadores
Nessun commento:
Posta un commento