lunedì 21 settembre 2015

Eibar – Atletico Madrid 0-2: l'Angel custode


Tra le poche cose sicure di una Liga che al momento sembra regalare più sorprese (i tonfi in serie di Siviglia e Valencia, il volo del Celta) che certezze c'è sicuramente questa: vincere ad Ipurua, sul campo del piccolo Eibar, anche quest'anno sarà un'impresa. 
 
Lo hanno scoperto anche gli uomini di Simeone, che già l'anno scorso avevano penato per portare a casa una vittoria più rotonda nel punteggio che nella sostanza. Fin da subito, i padroni di casa hanno impresso alla partita un ritmo indiavolato, giocando in maniera attenta e attuando un pressing impressionante. Per la prima mezz'ora, non c'è stato spazio che per le difese, con i giocatori offensivi schiacciati nella morsa avversaria. Anche quelli biancorossi, ovviamente, che avevano il dovere di fare la partita, sia per il blasone dei colchoneros che per la presenza, ancora una volta, di Griezmann, Jackson e Vietto contemporaneamente in campo.
Questo impressionante schieramento di forze da parte di Simeone non produceva però un granché: in generale, i biancorossi diventavano ben presto padroni del gioco, ma non riuscivano a sviluppare la manovra per la fortissima pressione avversaria, oltre al fatto che le tre punte erano piuttosto imprecise sottoporta (su palle “sporche”, va detto). Inoltre l'Eibar non stava certo a guardare e cercava di colpire in contropiede, grazie soprattutto allo stato di grazia di una nostra vecchia conoscenza, Keko, che metteva letteralmente in croce Filipe Luis.
Apro una piccola parentesi per chi non sapesse nulla o quasi del nostro ex-canterano: compagno nell'Atletico B del quasi omonimo Koke, allora pareva essere un giocatore molto migliore del primo. Poi, come spesso accade, il nostro Keko non ha saputo confermare le sue grandissime qualità di ala dalla corsa indiavolata e dalla buona tecnica, mentre Koke, con umiltà e probabilmente con maggiore impegno e dedizione, è arrivato dove è arrivato nonostante mezzi tecnici inferiori. Lasciato libero dall'Atletico, ha vagato in Italia tra Catania e Crotone, poi è tornato in Spagna, in Seconda Divisione, dove è esploso nell'Albacete e si è guadagnato un ingaggio nell'Eibar. Intervistato prima della partita, non ha cercato scuse e ha lasciato intendere, senza mezzi termini, di aver peccato in mentalità, ma di essere migliorato molto sotto quell'aspetto (merito dei tre anni di panchina in Italia, mah...). Poi ha confessato di essere ancora un gran tifoso dell'Atletico e di guardare tutte le partite che può “con la maglietta addosso”. Che dire, se non che spero che un giorno possa tornare nel club dei nostri sogni? (E che vorrei tanto che la stessa cosa accadesse a Fran Merida? Ah, che splendido giocatore sarebbe stato e sarebbe ancora, con un altro carattere! Ma questa è un'altra storia...).


Deciso ad accelerare i tempi, Simeone cambiava ben due uomini nell'intervallo, con una mossa a sorpresa piuttosto aliena alle sue consuetudini: fuori Jackson e Vietto, dentro Fernando Torres e Oliver. All'inizio la mossa non pareva funzionare granché, perché la squadra faticava a metabolizzare il cambio e permetteva all'Eibar di avvicinarsi pericolosamente alla propria porta. Era un Atletico più tecnico e dal gioco più arioso, ma che concedeva qualcosa agli avversari. Sembrava proprio che potesse materializzarsi una beffa di un qualche tipo, ma dal cappello usciva il coniglio da tutti invocato più volte, nel corso di questo mese: Angel Correa. Entrato per un Koke in difficoltà, l'argentino ci metteva meno di 60 secondi per sfruttare con grandissima intelligenza tattica un meraviglioso assist di Fernando Torres e siglare il gol che spaccava la partita, per poi replicare 17 minuti dopo con un filtrante fantastico controllato e spedito in rete da un Fernando Torres formato “Euro 2008” (ricordate il gol in finale?).
Insomma, la premiata ditta Torres-Correa, col sostanzioso aiuto di Oliver, sbancava Ipurua e ci permetteva di rimanere in scia ai nostri avversari.


Note positive
Correa: poco più di un anno fa, ci disperavamo al pensiero che potesse non calcare più i campi di calcio. Ora, finalmente guarito, si rivela già alla prima occhiata per quello che è, un giocatore capace di spargere intorno a sé l'impalpabile ma ben evidente magia dei grandissimi.
Fernando Torres: onore al merito. Segna un gol fantastico e continua a spargere dubbi nella mente di Simeone, visto che Jackson non ingrana. Per me, rimane ottimo in questa sua nuova veste, quella da prima riserva che entra a partita in corso e che, anche quando capita che giochi titolare, si danna l'anima a tutto campo. Da titolare fisso, credo che perderebbe parecchio.


Note negative
Filipe: più e più volte bruciato da Keko, ma anche poco propositivo in avanti.
Tiago: appoggi sbagliati, palloni persi in zone pericolose del campo e in fase di avanzamento, insomma tutto il campionario che il portoghese offre ogni volta che gioca più di due partite di fila. E intanto in panchina resta Saul...
Vietto: il ragazzo si farà, ma per ora, complice la preparazione pesante, pare un orrendo incrocio tra la corsa senza costrutto di Salvio e la timidezza sottoporta di Pizzi. Finché permane a questo (basso) livello, preferirlo a Correa è un atto di lesa maestà.
Jackson: chiaramente fuori contesto tatticamente, non pare neppure avere grande lucidità sottoporta. Non è un clone di Diego Costa, lone wolf a cui bastava lanciare la palla negli spazi (anzi, alle volte gli spazi se li creava lui da solo), bensì un attaccante veloce e potente ma che, più che palla al piede, eccelle dalla trequarti in su in un contesto che lo supporta tatticamente. Ergo, né lui né i compagni si sono ancora sintonizzati sulla stessa lunghezza d'onda. Quando accadrà, non ce ne sarà più per nessuno.





Eibar: Riesgo; Capa, Dos Santos, Ramis, Luna; Escalante (Arruabarrena, m. 81), Dani García; Keko, Adrián (Borja Bastón, m. 71), Berjón (Verdi, m. 71); Sergi Enrich. No utilizados: Irureta, Pantic, Eddy Silvestre, Juncá.


Atlético: Oblak 6; Juanfran 6, Giménez 6,5, Godín 6, Filipe Luis 5; Gabi 6,5, Tiago 5, Koke 6 (Correa, m. 60 8); Vietto 4,5 (Óliver, m. 45 7), Griezmann 6,5, Jackson Martínez 5 (Fernando Torres, m. 45 8).
No utilizados: Moyá, Savic, Saúl, Carrasco.



Goles: 0-1. M. 61. Correa. 0-2. M. 77. Fernando Torres.
Árbitro: Hernández Hernández. Amonestó a Dani García, Escalante, Correa.
Ipurúa, unos 4.000 espectadores.

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