Impegnato
a frantumare qualunque record, l’Atletico riesce nella difficilissima impresa
di non essere più l’unica grande che non aveva mai perso contro una squadra di
terza divisione in una partita di Coppa del Re. E ci riesce non perché si sia
presentato con una formazione imbottita di giovani, ma perché gli “eroi”
schierati ieri, in buona parte titolari o riserve che giocano comunque spesso,
hanno deciso che la partita si sarebbe vinta da sola, senza bisogno di
impegnarsi.
Siccome
nel calcio esistono anche gli avversari, e siccome spesso questi avversari
hanno orgoglio e voglia di fare bene (soprattutto di fronte alla “grande” di
turno), i rojiblancos sono stati letteralmente messi in croce da un Albacete
veloce, aggressivo e coraggioso. Tre aggettivi, tanto per la cronaca, che non
vengono mai associati né all’Atletico di Manzano, né a quello di qualunque
altro allenatore da Antic in poi (con l’eccezione del secondo anno di Segunda
con Don Luis).
Il
primo tempo è stato da vergogna pura, con un Atletico molle e svagato sotto al
30’ su rigore ineccepibile causato da un tocco di mano di Dominguez. Il quale
replicava poi al 62’, abbattendo Calle lanciato a rete appena fuori area.
Logica l’espulsione diretta del difensore, che lasciava i rojiblancos in 10,
come già in dieci era rimasto l’Albacete appena all’inizio della seconda parte per
l’espulsione di Nuñez (che l’Atletico avesse giocato un quarto d’ora in
superiorità numerica era passato totalmente inosservato, vista la verve dei
padroni di casa). Sulla conseguente punizione, Zurdo fulminava Asenjo, posizionato
scorrettamente e lento nei riflessi.
Già
da un po’, comunque, l’Atletico aveva preso se non altro a ruminare il suo
solito non gioco, che aveva anche fruttato un rigore malamente sbagliato da
Adrian (quello dell’espulsione di Nuñez, appunto). Lo stesso Adrian era
lestissimo ad approfittare dell’unico errore dei padroni di casa e a segnare la
rete del 2-1, risultato che, almeno, permettere di guardare con maggior
ottimismo alla partita di ritorno.
Lo
scatto di Adrian era l’unico lampo in una partita orrenda, se si esclude il
debutto dei due giovani Manquillo (terzino destro) e Pedro Martìn e la prima partita
intera giocata da Pulido. Tre canteranos, gli unici che ci hanno messo faccia,
cuore e voglia.
Note positive
Manquillo, Pedro Martìn, Pulido: esordio per tutti e tre (anche per Pulido, via…), che
non hanno affatto demeritato, ma anzi hanno dimostrato una volta di più che uno
dei grandi problemi di questo Atletico sono i presunti campioni assolutamente
imborghesiti.
Juanfran: le uniche iniziative sensate vengono da lui,
ingiustamente trascurato da Manzano. Di tutti coloro che dovrebbero dimostrare
di meritarsi una maglia da titolare o almeno più minuti, è l’unico che tenta
qualcosa.
Note negative
Dominguez: forse dovremmo guardare in faccia la realtà, dimenticarci
per un momento che siamo di fronte a uno dei mitici canteranos, e dire che i
piedi sono appena decenti e l’intelligenza tattica scarsa. Traduzione: o è al
massimo della forma, oppure rischia di essere un armadio piantato in mezzo alla
difesa e nulla più, con buona pace di chi lo vedrebbe in nazionale.
Salvio: non taglia verso il centro, non arriva sul fondo, non
copre, non tira e quando lo fa sparacchia senza precisione. A queste
condizioni, preferisco Reyes mille volte: almeno, le pur rare volte in cui
quest’ultimo si sveglia, si vedono lampi di genio.
Asenjo: tre rigori su tre senza dare nemmeno l’impressione di
poter prendere la palla, una punizione su cui posiziona male la barriera e si
muove in ritardo. Mi aspettavo qualcosa di più. Un altro che ha sprecato
malamente le occasioni delle ultime due settimane.
Assunçao: verso la fine atterra Adrià e poi gli sferra un calcione
sulle costole. Fallo stupido e violento, che poteva costarci un’altra espulsione.
Albacete:
Álvaro Campos, Rocha, Castillo, Santamaría, Zurdo, Tete (Añón, m.81), Candela
(Ramón, m.74), Miguel Núñez, Adriá, Víctor Curto (Colorado, m. 57), Calle.
Atlético de Madrid: Asenjo 5, Manquillo 6,5 (Miranda, m.68 6),
Domínguez 4, Pulido 6,5, Antonio López 5,5, Salvio 4, Assunçao 5, Koke 5, Juanfran 6, Pizzi 5 (Pedro Martín, m. 68 6) y Adrián 5.
Árbitro: Teixeira
Vitienes (Colegio Cántabro). Mostró cartulina amarilla a los locales Rocha y
Ramón y al visitante Pizzi. Expulsó con roja directa a Miguel Núñez (48'') y a Domínguez
(60'').
Goles: 1-0: Calle,
de penalti. (30'') 2-0: Zurdo (62'') 2-1: Adrián (71'')
Incidencias: Partido de
ida de los dieciseisavos de final de la Copa del Rey disputado en el estadio
Carlos Belmonte ante 13.000 espectadores.
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