sabato 14 settembre 2013

Atletico Madrid – Almeria 4-2: vita dura per i troppo buoni


Non vi tragga in inganno il risultato. Si è trattato di una partita ostica, che l'Atletico, distratto dall'imminente debutto in Champions', ha giocato in diversi momenti con troppa bontà e che ha rischiato, a un certo punto, di pareggiare, pur essendo arrivato a condurre 2-0.


Alla fine i colchoneros si sono imposti anche questa volta, ma non in virtù di una prestazione maiuscola, quanto grazie alle armi cui sanno ricorrere nei momenti di difficoltà e/o di scarsa grazia: coesione, calma, colpi dei singoli, furbizia e una buona dose di calci mirati a rompere gioco e morale altrui. Niente di cui vergognarsi, sia chiaro, ma il normale portato delle idee di Simeone, che predica un gioco non bellissimo ma comunque assai gradevole, quando in campo vanno giocatori di buon livello tecnico.
Oggi tuttavia mancavano gli autentici pezzi da novanta dei colchoneros, ovverosia Arda (in panchina) e Miranda (fermato dalla febbre), sostituiti da Raul Garcia e dal debuttante Gimenez. Privo di veri organizzatori di gioco, l'undici madrileno ha puntato tutto su un piano ben preciso: progressioni palla al piede (Diego Costa, Villa e Filipe), inserimenti (centrocampisti e terzini) e il minimo sindacale di senso geometrico fornito da Koke, Tiago e Gabi, rigorosamente in quest'ordine.


Con queste premesse, l'Atletico ha subito preso in mano la partita, col chiaro intento di chiudere il prima possibile la questione per potersi dedicare al debutto europeo.
Buona la spinta di Juanfran sulla destra, dopo mesi di silenzio su questo fronte. Proprio da una sua iniziativa nasceva il primo gol: cross da destra, pallone deviato di testa da Trujllo per anticipare Diego Costa. Sul secondo palo era però in agguato Villa, che con uno stupendo tiro incrociato fulminata il portiere avversario sul palo lontano.
Il gol (e le due occasioni seguenti, di Diego Costa e Koke), svegliava l'Almeria, che fino ad allora non aveva demeritato e che cominciava a farsi avanti, sfruttando anche una certa supponenza dei colchoneros, che si limitavano a giocate solitarie e poco avvolgenti.
Proprio quando sembrava che il match potesse diventare pericoloso per i padroni di casa, Filipe veniva steso inequivocabilmente in area: penalty di Diego Costa e doppio vantaggio per l'Atletico.
Ma il copione non cambiava, con l'Almeria che metteva sempre più in difficoltà un Atletico da un po' dedito più alle giocate di sufficienza che all'effettiva uccisione del match. Infatti, neanche quattro minuti dopo, Rodri, in mezzo a quattro difensori biancorossi, accorciava le distanze. L'Almeria cresceva ulteriormente, mettendo sotto pressione i padroni di casa.


Il secondo tempo vedeva un Atletico più attento nel controllo del Match e un'Almeria meno aggressiva, anche se sempre pericolosa.
Le occasioni migliori erano tutte per l'Atletico (tra le altre, ricordo un palo di Koke, un tiro di Gabi da venti metri e una splendida volée di Raul Garcia), ma la sensazione di pericolo, pur attenuata, rimaneva nell'aria.
Ci voleva una “furbata” di Gabi per dissipare le ombre: su calcio di punizione dalla trequarti, il capitano batteva subito verso Tiago appostato solo (!!!) a centro area. Il portoghese controllava e segnava in completa souplesse, realizzando quasi una sorta di fotocopia del gol incassato a San Sebastian lo scorso turno di Liga.
A questo punto gli ospiti, che avevano portato avanti un gioco molto dispendioso, si scioglievano come neve al sole: tre minuti dopo, su cross basso di Juanfran, Raul Garcia a centro area infilava la quarta rete con un tiro basso forse toccato da Koke (il che avrebbe prodotto un fuorigioco comunque non segnalato dall'arbitro).
Dopo, era solo Accademia, con i colchoneros impegnati a nascondere il pallone e a far dimenticare le numerose sbavature di cui si erano resi colpevoli fino ad allora.
Arrivava anche, nel disinteresse generale, il raddoppio degli ospiti. Ma tutti avevano la mente altrove: al primo posto in classifica, alla curiosità per i risultati degli altri di cui ci farà dono il week-end, all'esordio di mercoledì contro lo Zenit.
Per ora, può bastare.


Note positive
Gabi: tiene in piedi la baracca, muovendosi a tutto campo e garantendo un surplus di protezione alla coppia centrale Godin-Gimenez, comprensibilmente bloccata nella propria metà campo e non sempre impeccabile.
Raul Garcia: fa quello che sa fare e lo fa bene. Inserimenti, tiri da fuori e su rimpalli, sacrificio in copertura. Nessun senso per l'organizzazione del gioco, ma tant'è.
Juanfran: il prolungamento del contratto lo risveglia dal lungo torpore. Bene in difesa, benissimo in avanti, con due assist e un buon numero di percussioni.


Note negative
Approccio al match: chiariamoci, niente di grave, ma la sensazione che in molti frangenti si sia giocato con troppa sufficienza. Passaggi imprecisi, movimenti non sempre sincronizzati, occasioni buttate via per cercare il gol da applausi, un irritante portare palla, soprattutto nelle azioni d'attacco. Va bene, siamo una squadra che attua il contropiede (affermazione discutibile, per quel che mi riguarda). Va bene, abbiamo alcuni scattisti fenomenali che per di più sono duri da buttare giù. Va bene, il contropiede vive anche (ma non soprattutto...) di iniziative individuali. Ma è proprio necessario limitarsi a guardare il compagno che si fa tutto il campo palla al piede solo contro sei?



Atletico Madrid (4-4-2): Courtois 6; Juanfran 7,5, Gimenez 6,5, Godin 6,5, Filipe 7,5; Raul Garcia 7,5 (72' Adrian, 6), Gabi 8, Tiago 7, Koke 6,5 (70' Oliver Torres 6); D.Costa 7,5, Villa 7 (67' Turan 6).

Almeria (4-2-3-1): Esteban; Rafita, Pellerano, Trujillo, Christian; Tebar, Verza; Vidal, Soriano, Suso; Rodri.


1-0, 14': Villa, 2-0, 36': Diego Costa, 2-1, 39': Rodri, 3-1, 64': Tiago, 4-1, 67': Koke, 4-2, 90': Aleix Vidal
Arbitro: González González, Jose Luis
Amonestò a Trujillo (10', Amarilla), Pellerano (35', Amarilla), Filipe Luis (45', Amarilla), Tébar (53', Amarilla), Suso (87', Amarilla)

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