Per uno di quei
paradossi abbastanza comuni nel mondo del calcio, l'Atletico vince la
sua sesta partita consecutiva nella Liga con una prestazione lontana
anni luce da quelle usuali, mettendo anzi in luce un gioco confuso,
arruffone ed estemporaneo.
Ha un bel dire
Simeone che bisogna procedere “partita per partita”, poi arriva
la settimana in cui in tre giorni si va prima al Bernabeu e poi a
Porto e la partita in casa con l'Osasuna viene affrontata con cinque
cambi rispetto all'ultima partita di Liga.
Niente di male,
per carità, solo che, da che mondo è mondo, cambiare metà della
formazione comporta inevitabilmente dei danni al funzionamento del
meccanismo generale. Le riserve raramente valgono i titolari, vuoi
per caratura tecnica inferiore, vuoi per disabitudine alla partita.
Quindi, se
Insua non vale neppure l'alluce di Filipe, se Tiago non
fornisce il nerbo garantito da Gabi, se Mario stesso, privato
del suo abituale compagno, non sa neppure dove voltarsi, ci vuole
poco per sbandare pesantemente.
Aggiungete che
Arda non era nella sua serata migliore e che Miranda,
incredibilmente (ma non troppo: come ho già detto tante volte, rende
al massimo se davanti ha uno schermo di protezione potente, non un
duo raffazzonato come la coppia Tiago-Mario), non ne ha azzeccata
una.
Ecco spiegata
una partita brutta come poche se ne erano viste nell'era-Simeone, con
una squadra slegata tra i vari reparti, che non agiva come un corpo
unico ma che pareva un branco di lemming sovraeccitati e dove i
palloni sparacchiati in avanti senza capo né coda e i passaggi mal
calibrati si sprecavano.
Vi sembra un
paesaggio ben noto? Non vi sbagliate. Vi ricordate l'era-Manzano?
Eccolo qui, il nostro convitato di pietra, il Goyo, autore di una
delle peggiori versioni colchonere mai viste. Soprattutto nel secondo
tempo, le sensazioni di frana imminente e immotivata (vista la
complessiva pochezza dell'Osasuna) si sono accavallate a grandi
ondate. Il ritorno della “Manzanite” non è mai parso così reale
come nei secondi quarantacinque minuti della partita. L'unica vera
differenza stava nel fatto che gli uomini del Cholo correvano e si
impegnavano senza risparmio. La vera grande somiglianza è che
sembravano non avere proprio nessun piano.
Per fortuna
l'Atletico poteva contare su Diego Costa, che, fregandosene delle
traverse colpite dall'Osasuna e delle pretese degli ospiti, li ha
infilati di potenza per ben due volte in 5 minuti. Per sfortuna
dell'Atletico, la partita è sembrata chiusa e i colchoneros, già
pesantemente zoppicanti per i cambi, si sono rilassati troppo,
finendo in balia di un Osasuna galvanizzato dal gol arrivato sugli
sviluppi di una punizione dubbia (e siamo generosi, anche se Pepe non
approverebbe, dall'alto della sua onestà adamantina...).
Sul gol
aggiungiamo che ancora una volta è arrivato per vie centrali,
mostrando quale sia il vero ventre molle di questa squadra, incapace
di schierare un doble pivote che, sia pur scarso di qualità,
e passi, abbia almeno un notevole peso in interdizione.
Sono comunque
arrivati tre punti, che ci consegnano il primo posto in coabitazione
col Barcellona.
Le prossime due
trasferte diranno a che punto siamo veramente e daranno, io credo il
primo vero segnale sul futuro della stagione
Note
positive
Diego Costa:
continua nella sua progressione strepitosa, segnando due gol da
centravanti puro e raggiungendo Messi in vetta alla classifica
marcatori
Juanfran:
visto che la fascia sinistra è assente, ci pensa lui a dare sostanza
all'azione dall'altra parte. Dal rinnovo del contratto sembra aver
ripreso consistenza.
Note
negative
Insua:
valeva la pena mandar via Silvio per tenere questo giocatore
discreto ma nulla più? D'accordo, non è facile inserirsi in una
squadra rodata e magari all'inizio si preferisce giocare un po' più
coperti, ma Manquillo, sabato scorso, ha regalato ben altro esordio
stagionale.
Atlético de
Madrid Courtois 6,5; Juanfran 7, Miranda 5,
Godín 5,5, Insúa 5; Arda 6, Tiago 5,5,
Mario 5 (Gabi, m. 46 6), Koke 6,5 (C Rodríguez,
m. 76 5); Baptistao 5,5 (Villa, m. 63 5), Diego
Costa 7,5.
No utilizados:
Aranzubía; Filipe Luis, Alderweireld y Raúl García.
Osasuna Andrés Fernández; Damià, Loties, Arribas, Marc Bertrán; Puñal (Ariel Núñez, m. 67), Raoul Loé (Lolo, m. 81) ; Silva, Armenteros, Sisi; y Oriol Riera (Onwu, m. 76). No utilizados: Riesgo; Joan Oriol, Oier y Satrústegui.
Goles:
1-0, 19' Diego Costa.
2-0, 26' Diego Costa.
2-1, 42' Oriol Riera.
Árbitro: Estrada Fernández. Amonestó a Mario, Lolo
Unos 30.000 espectadores en el Vicente Calderón.
Ma pensi che alderweireld o come si scrive sia inferiore a Godwin e guilovogui a Mario?
RispondiEliminaAlderweireld l'ho visto solo un paio di volte e non ho ricordi particolari; credo che non sia poi tanto diverso da Godin, quanto a valore complessivo.
RispondiEliminaGuilavogui non lo conoscevo, ma onestamente credo sia difficile riuscire a essere meno incisivi di Mario, uno che quando gioca con Gabi lo frena e brilla di luce riflessa e quando gioca senza di lui, beh... semplicemente non gioca (vedi gara con l'Osasuna).